Lettera a Perla (40. Manuale d’uso dell’asse da stiro)
di
Occhi di Smeraldo
genere
etero
Con questo caldo stai stirando con solo gli slip addosso ed una canottierina attillata. Dalle finestre spalancate sul giardino nessuno ti può vedere. Ripensi alla mia lingua sul tessuto del tuo perizoma: una tensione latente ti indurisce i capezzoli. Forse dovresti ridare lo smalto viola scuro su un paio di unghie dei piedi: ti scosti dall’asse per guardarle di nuovo e ti guardi le gambe appena depilate e pensi a quanto ti piacerebbe che fossi con te.
Sai che mi piacerebbe molto baciarti i piedi dalle dita laccate e le gambe più lisce della seta, dalla punta dei piedi fino alle brasiliane nere. Quanto mi piacerebbe. Quanto ti piacerebbe abbandonarti ai miei baci.
Anche se fai finta di niente e ricominci a stirare, l’idea d farti baciare le cosce fino all’inguine ti sta solleticando non poco, perché ti tornano alla memoria i dettagli di quello che ti faccio provare quando non mi fermo lì, ma continuo sfilandoti le mutandine...
E mentre pensi alla mia immagine, accovacciato ai tuoi piedi che ti sto baciando la pelle morbida, senti suonare il cellulare.
“Eccolo!” (Ma come ha fatto a sapere che stavo pensando a lui?)
Afferri la mini di jeans e te la infili al volo. La canottiera è un po’ troppo aderente, ma tutto sommato può andare.
Mentre appoggi le labbra sulle mie guance lisce, senti il profumo della schiuma da barba e dello shampoo: riconosci la fragranza tipica di quando ho appena fatto la doccia e pensi che anch’io dovrei sentire la tua.
Infatti, i capelli si sono appena asciugati col caldo ed hai la pelle morbida e idratata.
I tuoi capelli sono vaporosi e profumati.
Il tuo pensiero sfiora la sensazione che hai avuto l’ultima volta che mi hai carezzato furtivamente un capezzolo sul petto liscio.
Guardi la mia maglietta tutta stropicciata: strano, non è da lui.
Riprendi il ferro da stiro in mano.
Ho vuotato sul tavolo le tasche dei pantaloni beige e mi siedo di fronte a te sulla poltrona. Mi leggi negli occhi i miei pensieri e scacci dalla mente i tuoi.
Non cederai alle mie lusinghe, ma stirerai tutto quanto.
Mi guardi alzarmi e, diffidente, ti irrigidisci un po’ quando vengo dietro di te. Inaspettatamente non cerco di toccarti o baciarti le spalle, ma guardo le tue foto appese e continuo a parlarti.
Senti il mio odore che ti stuzzica i sensi.
“Potresti stirare anche la mia maglietta, che non ho avuto tempo?” ti chiedo poggiandola sull’asse appena hai finito di stirare una camicetta.
Senza voltarti per guardarmi inizi a stirarla sperando che me la rimetterò subito. Pensi al mio torace nudo dietro di te e ti imponi di non guardarmi nemmeno di sfuggita, nemmeno un’occhiata breve, perché sai che ti potrebbe trascinare in un pensiero più eccitante. Non sai perché non ti stia ancora toccando: è strano. Hai quasi finito di stirare la mia t-shirt che vedi comparire dal tuo lato sinistro i miei pantaloni, senza la cintura.
Ti domandi come hai fatto a non sentirmi. Forse eri troppo presa nei pensieri che ti frullavano nella mente prima: le mie labbra calde e i baci sulle gambe ...
Mentre rifletti vedi cadere sull’asse i miei boxer.
Il sangue ti pulsa forte nelle vene e la bocca ti si sta asciugando. Il mio odore è nitido nell’aria e in quell’attimo di indecisione le mie labbra si posano sul tuo polpaccio.
Ti appoggi con entrambe le mani all’asse e scivoli lentamente nella sensazione del piacere.
Il ferro è spento: “Questo demonio ha già staccato la spina ...”.
Il ferro è spento e tu sei accesa come un bollitore.
Le mie mani sfiorano lievi le tue gambe accompagnando nell’ascensione lenta la mia bocca che ti bacia ora le cosce da dietro. In un attimo di ripensamento ti sposti fino alla punta dell’asse da stiro dove le mie mani ti afferrano per la vita e ti spingono dolcemente ad appoggiarvi il bacino e ti invitano con una lieve pressione sulla schiena ad appoggiarci la pancia ed il volto.
I miei baci sembrano scivolare come le ali di farfalle sulla pelle dell’interno delle tue cosce infinite.
Hai allargato un po’ le gambe, tenendole sempre tese, ma così facendo il pube preme sulla punta dell’asse e tu ne approfitti per spingere un pochino (poco, poco) la tua voglia contro l’asse. L’immagine della mia bocca sulle tue cosce si sta delineando nella tua mente e la pressione sull’asse aumenta ancora un po’ facendo scivolare ritmicamente il pube sulla punta.
Mentre ti bacio l’interno, le mie mani ti carezzano i lati delle gambe dall’esterno risalendo lentamente, sempre più fino ad infilarsi sotto il tessuto della gonna e, senza fermarsi più, la sollevano oltre il tuo sedere spostandoti, per un attimo, da quell’inconsapevole gioco erotico che stai tenendo con l’asse da stiro.
Anche se non mi vedi, sai esattamente cose e come ti sto guardando. Senti le mie mani su di te.
Le dita si appropriano delle tue chiappe con malcelata irruenza e ne assaporano, insieme agli occhi vogliosi, la rotondità.
Quasi ti dimentichi che sono completamente nudo e l’idea di avermi dietro di te così, ti fa quasi precipitare in una voglia morbosa di avermi su di te, dentro di te.
Le mie mani ti prendono la vita, l’accarezzano e scivolano nuovamente verso il basso, portandosi dietro le mutandine nere che arrivano a terra accanto ai tuoi piedi.
Senti il mio respiro caldo sulle tue gambe che sale e si sofferma sulla tua vulva schiusa. Il mio respiro sul tuo sesso ti eccita e fremi dalla voglia che io ti lecchi.
Con un guizzo la mia lingua scivola tra le tue labbra a cercare il tuo clitoride gonfio. Hai un sussulto quando la senti che vibra lieve su di lui e poi lo abbandona per infilarsi un po’ dentro di te e poi fuori, intorno facendoti morire, finché ... mi discosto e ti prendo piano per i fianchi e appoggio piano il glande, molto più caldo della mia lingua, all’imboccatura del tuo sesso bagnato e con una piccola spinta, lo infilo piano dentro di te guardando, ipnotizzato, il tuo copro che mi accoglie fremente.
Senti il mio membro che entra in te e lo accogli con il piacere liquefatto che attendevi.
Senti le mie mani carezzarti i fianchi, piano con dolcezza. Senti le mie dita incerte sulle tue fossette e senti il mio desiderio che cresce insieme al ritmo ed alla forza con cui entro dentro di te.
Senti nuovamente i miei sguardi lascivi. Stai provando un piacere sempre più intenso e quasi non ti accorgi che le mie mani ti afferrano con cupidigia le chiappe, strizzandole con decisione. Potrebbe essere un segnale che il mio piacere sta per raggiungere il culmine. Ti concentri sul tuo per venire prima di me. La sensazione si espande mentre, con la punta del mio dito, mi infilo piano nel tuo anello che sembra di burro e mi accoglie completamente. Sentirti così intimamente connessa con me ti porta ad un piacere erotico nuovo ed intenso e la percezione della mia duplice presenza accelera il tuo orgasmo, che ti inonda e ti scuote. Solo allora, finalmente senti il mio corpo tendersi e, con delle spinte intense, percepisci il mio piacere nel venire dentro di te.
Poso le mie labbra sulla tua schiena mentre ancora mi trattieni accogliente.
A volte stirare potrebbe anche essere divertente.
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Da quando sono venuto a trovarti mentre stiravi, ogni volta che prendi tra le mani l’asse da stiro sorridi al pensiero di noi due. Anche oggi hai posizionato l'asse da stiro tra le finestre sul giardino in modo che la corrente d’aria ti rinfreschi un po’. Con questo caldo, stiri sempre in mutande e reggiseno con i capelli raccolti in una coda alta.
Come sarebbe bello avere qualcuno che stira per te tutta quella biancheria.
Sarà che è da un po' che percepisco i tuoi pensieri e, proprio nel momento in cui sbuffi e stai per smettere, ti suono il campanello.
Afferri una canottiera da stirare, poco più lunga del normale, che ti copre appena il sedere.
Mi apri la porta, mi saluti con un bacio sulla bocca.
La canottiera ti fa già caldo, o forse è la mia presenza o il mio sguardo sulle tue gambe.
Prendi un bicchiere anche per me di vino bianco freddissimo e riempi di nuovo il tuo.
Bevo quasi d'un fiato il mio bicchiere, che mi disseta apparentemente.
Mi chiedi se ho voglia di aiutarti a stirare: ci provo.
Voglio fare il distaccato e non considerare l'attrazione che provo nei tuoi confronti per concentrarmi sullo stirare e non come sempre che non mi sarei fatto scappare per nulla al mondo la visione delle tue gambe lisce e lunghe e delle tue chiappe che fanno maliziosamente capolino dalla canottiera che si solleva un po' ogni volta che alzi le braccia.
Sono un po’ impacciato, ma mi piace stirare per te: lo faccio molto volentieri. Di roba ce n'è parecchia, ma non sono il tipo che si scoraggia facilmente.
Mi metto a piedi nudi per sentire il fresco del pavimento: che sollievo.
Sorridi guardandomi stirare e vieni a prendere le cose che ho stirato finora e le vai a riporre meticolosamente in armadi e cassetti, spostandoti da una stanza all'altra con fare disinvolto: reprimo nuovamente il desiderio di guardarti le gambe per concentrarmi sul ferro, ma non mi sfugge che hai gli occhi che brillano ed un sorrisetto strano.
Ti sedi sulla poltrona ed accavalli le gambe: mi stai facendo il filo chiedendomi se non ho troppo caldo così tutto vestito.
Hai delle gambe meravigliose e dondoli il tuo piede dalle unghie smaltate di blu inclinandolo in avanti facendo il piede a ballerina.
Come mi attizza il pensiero di carezzarti il collo del piede, ma ora devo solo stirare: c'è ancora molto qui davanti a me. Il pensiero di baciarti il piede mi si insinua continuamente nel cervello e comincio a pensare se mi lasceresti baciare le tue gambe. Scaccio il pensiero erotico e, pragmaticamente, ti suggerisco di approfittare di me come di uno schiavo, per esempio per stirarti le cose: tu sei la padrona ed io eseguo le tue volontà.
"Davvero? Uno schiavo?" mi chiedi con aria furbina: “Vediamo...”."Togliti la maglietta!", mi ordini d'imperio, scherzosamente.
"No, no, no, i lavori li faccio, ma la maglietta me la tengo".
"Non sei proprio uno schiavo ubbidiente però" maliziosamente imbronciata.
Sono determinato a non farmi circuire anche se la tua gamba nuda è completamente scoperta fino quasi all'attaccatura e la mia voglia di carezzartela con entrambe le mani mi cresce nel cervello.
Tu vedi le mie occhiate furtive stracolme di desiderio e sorridi sorniona.
"Vediamo di convincerti con le buone, prima di usare la forza" dici alzandoti e mettendo della musica lieve.
Sorridendo vieni verso di me, ma invece di affiancarmi, ti porti dietro di me.
Ti avvicini al mio orecchio e, quasi posando le tue labbra calde sul lobo, mi sussurri con una vocetta sexy: "E dai ... levati la maglietta..."
Sento l calore delle tue labbra sul mio orecchio ed il fiato sul collo e penso di abbandonare immediatamente l'impresa. Inaspettatamente, il mio orgoglio mi fa resistere e oppongo resistenza alla richiesta, con garbo e determinazione.
Mi poggi le labbra sul collo in un bacio lieve e lungo: "e dai, levati la maglietta..." mi sussurri nuovamente nell'orecchio, strascicando un po' le sillabe e mi baci la pelle con le labbra aperte.
Ho un caldo pazzesco, ma non mollo anche se vistosamente tentato dai tuoi baci così sensuali.
Allora afferri i lembi della mia maglietta nera e li sollevi, con disinvoltura, fino a farmi lasciare il ferro da stiro e sfilarmela così, del tutto.
"Così avrai meno caldo" mi dici lanciandola sulla spalliera della poltrona e carezzandomi la schiena con una mano, dalla nuca alla vita.
Non è affatto vero: le tue attenzioni inusuali mi mettono il fuoco addosso, ma continuo a stirare imperterrito, come se tu non ci fossi fisicamente e mi stessi parlando ancora dalla cucina.
Tu certo non sei della stessa idea e mi tocchi piano la pelle ancora abbronzata: con le dita scorri adesso dal collo alle spalle e dalle spalle alle scapole per poi baciarmele con studiata lentezza: questa volta che ti resisto, hai deciso di farmi crollare.
La mia inusuale fermezza ti incuriosisce ed indispettisce un po', ma principalmente ti diverte e così giochi alla gatta e il topo, torturandomi. Le tue dita sono lievi. Penso alle unghie laccate che sento scorrere sulla pelle.
Sento i brividi lungo la schiena, ma siccome fare finta di niente è un'impresa titanica, ti dico di smetterla e di lasciarmi stare che devo finire di stirare.
I baci sulle spalle si infittiscono mentre le tue mani mi carezzano i fianchi e poi, da dietro, il petto con l'immediato risultato di farmi eccitare sfacciatamente: le tue dita mi toccano i capezzoli eretti, turgidi e tu continui a baciami le spalle e pizzicarmi i capezzoli, dicendomi che se continui così sei certa che mi farai smettere di stirare.
Non so se resisterò ancora per molto, ma ostinatamente mi rifiuto di lasciare il ferro da stiro.
Ti scosti allora leggermente. sento un lieve fruscio. Senza dirmi nulla, sempre da dietro di me, mi appoggi sull'asse da stiro la canottiera che ti sei sfilata in un attimo.
Faccio finta che sia una maglietta del mucchio e, reprimendo la voglia enorme di girarmi a guardarti, comincio a stirarla con cura opponendomi alla visione che si sta formando nella mia mente.
"Mmmmm" sento dietro le mie spalle.
Dopo pochi istanti cade sull'asse da stiro il tuo reggiseno, che io scosto con ostentata lentezza e lo appoggio di lato. Sto impazzendo.
Appoggi il tuo seno nudo sulla mia schiena e annusandomi forte, cominci a sganciarmi la cintura, la sfili, passante per passante e la appoggi davanti a me.
Sposto anche quella.
Il mio odore ti eccita ed io mi eccito di più, perché lo so. Sento il calore del tuo corpo, la punta dei tuoi capezzoli che strusciano sulla pelle della mia schiena e sto impazzendo di desiderio, ma devo compiere la mia missione. Mugoli di disapprovazione nuovamente.
Sganci piano il bottone dei jeans, fai scorrere la cerniera ed infilando i pollici nella vita dei jeans, sopra le mie anche, li spingi verso il basso, spostando di peso le mie gambe per sfilarmeli del tutto.
Mi stai torturando: ho una voglia matta di girarmi per guardarti accovacciata sui talloni davanti a me, ma con una ostinazione inverosimile, resto graniticamente immobile sulle mie gambe e stiro meccanicamente per la quarta volta la stessa canottiera, ormai liscissima.
Senza sollevarti ripeti l'operazione con i miei boxer che accompagni fino a terra. Poi appoggiandoti sulle mie gambe risali verso l'alto aderendo con il tuo corpo al mio, ma solo per un attimo.
Il fuoco mi divampa dentro e temo di bruciarmi il sesso eretto che sbatte sull'asse da stiro: ho nitide le immagini di te dietro di me anche se non mi sono girato nemmeno per un attimo.
Il tuo perizoma nero compare inaspettatamente (?) sulla tua maglietta e la mia voglia schizza alle stelle. Sono immobile, con il ferro da stiro in mano, ma appoggiato all'asse, mentre con l’altro sfioro il perizoma e ascolto pulsare il desiderio nel mio corpo e mi ordino di non muovermi neanche di un millimetro.
Questa volta tutto il tuo corpo nudo preme sul mio: sento i tuoi capezzoli duri sulla mia schiena, le tue tette calde e le tue cosce che scivolano sulle mie, mentre ti sollevi sulla punta dei piedi per premere con forza il tuo pube su di me e con le mani mi accarezzi il sesso turgido e con la lingua mi lecchi la schiena.
Sono completamente nei pazzi, e non so più cosa mi succede.
Fai scorrere delicatamente la presa della tua mano destra sul mio pene mentre con la sinistra mi carezzi i testicoli glabri e lisci, li soppesi, li strizzi piano.
Sto morendo di piacere.
Mi afferri delicatamente i deltoidi e mi giri vero di te. Ti sollevi sulle punte e accogli tra le tue gambe il mio sesso che sembra esplodere: le piccole labbra si schiudono sul mio glande e scorrono sull'asta dura mentre un mugolio di piacere si perde nelle nostre bocche schiuse tra le lingue lanciate nella bocca in una danza serpentina.
Il tuo clitoride freme sul mio sesso e i tuoi movimenti lenti come la musica, accompagnano i tuoi baci e i tuoi abbracci.
Mi guardi negli occhi con un'espressione di pura libidine.
Con le braccia aggrappate al mio collo cerchi di sollevarti per scivolare meglio.
La capitolazione è ormai inevitabile.
Ti prendo le chiappe con le mani a coppa e ti sollevo un po’ di più. Accompagno i movimenti del tuo bacino secondo i tuoi impulsi.
La tua lingua è completamente nella mia bocca e la succhio con una passione stellare.
Il piacere cresce vertiginosamente.
Sento il calore della tua vulva espandersi, liquido, su di me e i tuoi movimenti leggermente più veloci e intensi che mi fanno impazzire di eccitazione.
Ti scosti, mi abbandoni: “Che fai? te ne vai adesso?”
Stacchi la spina del ferro da stiro prima che mandi a fuoco qualcosa e mi prendi entrambe le mani e, retrocedendo sempre guardandomi eccitata negli occhi, mi porti sul letto grande e accogliente.
Ti siedi sul bordo e mi tiri dai fianchi accogliendomi nella tua bocca lasciandomi senza un filo di fiato, ma appena avverti che il mio godimento cresce troppo in fretta ti stendi sul lenzuolo fresco, arretrando e allungando le braccia oltre il bordo opposto, quanto basta per accendere il ventilatore e concedere a me la visione onirica del tuo corpo nudo.
Ti guardo e ti adoro. Percorro con lo sguardo i dettagli delle tue gambe, del tuo pube ricciuto, dei tuoi capezzoli ritti e del tuo volto che mi sorride con gli occhi languidi.
Tendi le braccia verso di me come per chiamarmi in un abbraccio.
Poggio le ginocchia tra le tue gambe, ma non ti abbraccio: resto accucciato e con entrambe le mani ti carezzo i piedi e le gambe.
Le mie mani scivolano lungo l’interno delle tue cosce e la mia bocca scorre tra le tue labbra, che si schiudono eccitate come una grande farfalla rosa, per fermarsi a succhiare il tuo clitoride, facendoti sussultare piano.
Mi tieni la testa delicatamente con le mani e ti lasci trasportare dal piacere che la mia lingua ti dà tempestandoti di tocchi leggeri interrotti da passaggi lunghi e penetranti o alternati a brevi colpetti ripetuti velocemente. Le mie dita scivolano nel tuo sesso per cercare il punto leggermente increspato dove si soffermano per procurarti ondate di piacere crescenti.
Ti stai lasciando portare dalle sensazioni carezzandomi, con complice dolcezza, i capelli dietro le orecchie fino a che le tue dita mi abbandonano così come sembrano fare i tuoi sensi.
Stai godendo di puro piacere in una girandola di sensazioni che ti esplodono dentro mentre le mie dita ti scorrono fin dentro l’anima e la mia lingua ti si insinua nel cervello facendoti vibrare in un orgasmo di miele.
Mi soffermo a guardare le mie dita che ti carezzano ora più teneramente le grandi labbra.
Con le mani mi riprendi la testa e mi tiri piano verso il tuo viso.
Mi porti sulle tue labbra e le poggi piano sulle mie per dischiuderle con la tua lingua che fai scivolare nella mia bocca, succhiandomi piano e poi sempre più forte. Senti con la tua bocca il sapore del tuo sesso nella mia.
Il gioco che abbiamo fatto davanti all’asse da stiro in piedi, si ripete nuovamente: senti il mio pene scivolare tra le tue cosce sfiorando il tuo clitoride nuovamente ricettivo.
Ti bacio il collo e ti assecondo nuovamente: sono o non sono l tuo schiavo?
Le mie mani ti carezzano il seno, lo afferrano a coppa, ruvidamente: ti succhio i capezzoli con cupidigia.
Le tue gambe si allargano piano e mi accogli dentro di te tutto, subito, fino in fondo, trattenendomi con le mani posate sui fianchi. Lo faccio ancora: scivolo piano indietro e poi nuovamente dentro di te nel profondo calore del tuo piacere mentre la tua schiena si inarca un pochino.
Le tue labbra tremano quando cominci a sentirmi di più: le tue mani rallentano le carezze sulla mia schiena fino a fermarsi e rimanere sospese lievi su di me che scivolo in te al ritmo di “Hang on to your love” senza capire chi dei due stia cominciando a venire con i gemiti di entrambi che si confondono.
Il piacere si confonde con l’emozione, le sensazioni del corpo vibrante si mischiano al piacere dell’anima.
Resto dentro di te mentre i nostri respiri si placano, finché scivolo fuori rilassato.
Ti giri voltandomi le spalle per poi stenderti sulla pancia e guardarmi con gli occhi socchiusi di una gatta che fa le fusa.
Guardandoti la splendida schiena nuda mi sciolgo spostando lo sguardo lungo le fossette incantevoli, dove mi crogiolo di piacere visivo, e poi assaporo la vista del tuo sublime culo prodigioso, con quelle tue chiappe stupefacenti e le lunghe cosce portentose ... Venere doveva essere così agli occhi di Marte.
Il tuo sguardo mi allaga il cuore di una sensazione di felicità che non ha eguali.
Penso che tu sia meravigliosa.
Sai che mi piacerebbe molto baciarti i piedi dalle dita laccate e le gambe più lisce della seta, dalla punta dei piedi fino alle brasiliane nere. Quanto mi piacerebbe. Quanto ti piacerebbe abbandonarti ai miei baci.
Anche se fai finta di niente e ricominci a stirare, l’idea d farti baciare le cosce fino all’inguine ti sta solleticando non poco, perché ti tornano alla memoria i dettagli di quello che ti faccio provare quando non mi fermo lì, ma continuo sfilandoti le mutandine...
E mentre pensi alla mia immagine, accovacciato ai tuoi piedi che ti sto baciando la pelle morbida, senti suonare il cellulare.
“Eccolo!” (Ma come ha fatto a sapere che stavo pensando a lui?)
Afferri la mini di jeans e te la infili al volo. La canottiera è un po’ troppo aderente, ma tutto sommato può andare.
Mentre appoggi le labbra sulle mie guance lisce, senti il profumo della schiuma da barba e dello shampoo: riconosci la fragranza tipica di quando ho appena fatto la doccia e pensi che anch’io dovrei sentire la tua.
Infatti, i capelli si sono appena asciugati col caldo ed hai la pelle morbida e idratata.
I tuoi capelli sono vaporosi e profumati.
Il tuo pensiero sfiora la sensazione che hai avuto l’ultima volta che mi hai carezzato furtivamente un capezzolo sul petto liscio.
Guardi la mia maglietta tutta stropicciata: strano, non è da lui.
Riprendi il ferro da stiro in mano.
Ho vuotato sul tavolo le tasche dei pantaloni beige e mi siedo di fronte a te sulla poltrona. Mi leggi negli occhi i miei pensieri e scacci dalla mente i tuoi.
Non cederai alle mie lusinghe, ma stirerai tutto quanto.
Mi guardi alzarmi e, diffidente, ti irrigidisci un po’ quando vengo dietro di te. Inaspettatamente non cerco di toccarti o baciarti le spalle, ma guardo le tue foto appese e continuo a parlarti.
Senti il mio odore che ti stuzzica i sensi.
“Potresti stirare anche la mia maglietta, che non ho avuto tempo?” ti chiedo poggiandola sull’asse appena hai finito di stirare una camicetta.
Senza voltarti per guardarmi inizi a stirarla sperando che me la rimetterò subito. Pensi al mio torace nudo dietro di te e ti imponi di non guardarmi nemmeno di sfuggita, nemmeno un’occhiata breve, perché sai che ti potrebbe trascinare in un pensiero più eccitante. Non sai perché non ti stia ancora toccando: è strano. Hai quasi finito di stirare la mia t-shirt che vedi comparire dal tuo lato sinistro i miei pantaloni, senza la cintura.
Ti domandi come hai fatto a non sentirmi. Forse eri troppo presa nei pensieri che ti frullavano nella mente prima: le mie labbra calde e i baci sulle gambe ...
Mentre rifletti vedi cadere sull’asse i miei boxer.
Il sangue ti pulsa forte nelle vene e la bocca ti si sta asciugando. Il mio odore è nitido nell’aria e in quell’attimo di indecisione le mie labbra si posano sul tuo polpaccio.
Ti appoggi con entrambe le mani all’asse e scivoli lentamente nella sensazione del piacere.
Il ferro è spento: “Questo demonio ha già staccato la spina ...”.
Il ferro è spento e tu sei accesa come un bollitore.
Le mie mani sfiorano lievi le tue gambe accompagnando nell’ascensione lenta la mia bocca che ti bacia ora le cosce da dietro. In un attimo di ripensamento ti sposti fino alla punta dell’asse da stiro dove le mie mani ti afferrano per la vita e ti spingono dolcemente ad appoggiarvi il bacino e ti invitano con una lieve pressione sulla schiena ad appoggiarci la pancia ed il volto.
I miei baci sembrano scivolare come le ali di farfalle sulla pelle dell’interno delle tue cosce infinite.
Hai allargato un po’ le gambe, tenendole sempre tese, ma così facendo il pube preme sulla punta dell’asse e tu ne approfitti per spingere un pochino (poco, poco) la tua voglia contro l’asse. L’immagine della mia bocca sulle tue cosce si sta delineando nella tua mente e la pressione sull’asse aumenta ancora un po’ facendo scivolare ritmicamente il pube sulla punta.
Mentre ti bacio l’interno, le mie mani ti carezzano i lati delle gambe dall’esterno risalendo lentamente, sempre più fino ad infilarsi sotto il tessuto della gonna e, senza fermarsi più, la sollevano oltre il tuo sedere spostandoti, per un attimo, da quell’inconsapevole gioco erotico che stai tenendo con l’asse da stiro.
Anche se non mi vedi, sai esattamente cose e come ti sto guardando. Senti le mie mani su di te.
Le dita si appropriano delle tue chiappe con malcelata irruenza e ne assaporano, insieme agli occhi vogliosi, la rotondità.
Quasi ti dimentichi che sono completamente nudo e l’idea di avermi dietro di te così, ti fa quasi precipitare in una voglia morbosa di avermi su di te, dentro di te.
Le mie mani ti prendono la vita, l’accarezzano e scivolano nuovamente verso il basso, portandosi dietro le mutandine nere che arrivano a terra accanto ai tuoi piedi.
Senti il mio respiro caldo sulle tue gambe che sale e si sofferma sulla tua vulva schiusa. Il mio respiro sul tuo sesso ti eccita e fremi dalla voglia che io ti lecchi.
Con un guizzo la mia lingua scivola tra le tue labbra a cercare il tuo clitoride gonfio. Hai un sussulto quando la senti che vibra lieve su di lui e poi lo abbandona per infilarsi un po’ dentro di te e poi fuori, intorno facendoti morire, finché ... mi discosto e ti prendo piano per i fianchi e appoggio piano il glande, molto più caldo della mia lingua, all’imboccatura del tuo sesso bagnato e con una piccola spinta, lo infilo piano dentro di te guardando, ipnotizzato, il tuo copro che mi accoglie fremente.
Senti il mio membro che entra in te e lo accogli con il piacere liquefatto che attendevi.
Senti le mie mani carezzarti i fianchi, piano con dolcezza. Senti le mie dita incerte sulle tue fossette e senti il mio desiderio che cresce insieme al ritmo ed alla forza con cui entro dentro di te.
Senti nuovamente i miei sguardi lascivi. Stai provando un piacere sempre più intenso e quasi non ti accorgi che le mie mani ti afferrano con cupidigia le chiappe, strizzandole con decisione. Potrebbe essere un segnale che il mio piacere sta per raggiungere il culmine. Ti concentri sul tuo per venire prima di me. La sensazione si espande mentre, con la punta del mio dito, mi infilo piano nel tuo anello che sembra di burro e mi accoglie completamente. Sentirti così intimamente connessa con me ti porta ad un piacere erotico nuovo ed intenso e la percezione della mia duplice presenza accelera il tuo orgasmo, che ti inonda e ti scuote. Solo allora, finalmente senti il mio corpo tendersi e, con delle spinte intense, percepisci il mio piacere nel venire dentro di te.
Poso le mie labbra sulla tua schiena mentre ancora mi trattieni accogliente.
A volte stirare potrebbe anche essere divertente.
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Da quando sono venuto a trovarti mentre stiravi, ogni volta che prendi tra le mani l’asse da stiro sorridi al pensiero di noi due. Anche oggi hai posizionato l'asse da stiro tra le finestre sul giardino in modo che la corrente d’aria ti rinfreschi un po’. Con questo caldo, stiri sempre in mutande e reggiseno con i capelli raccolti in una coda alta.
Come sarebbe bello avere qualcuno che stira per te tutta quella biancheria.
Sarà che è da un po' che percepisco i tuoi pensieri e, proprio nel momento in cui sbuffi e stai per smettere, ti suono il campanello.
Afferri una canottiera da stirare, poco più lunga del normale, che ti copre appena il sedere.
Mi apri la porta, mi saluti con un bacio sulla bocca.
La canottiera ti fa già caldo, o forse è la mia presenza o il mio sguardo sulle tue gambe.
Prendi un bicchiere anche per me di vino bianco freddissimo e riempi di nuovo il tuo.
Bevo quasi d'un fiato il mio bicchiere, che mi disseta apparentemente.
Mi chiedi se ho voglia di aiutarti a stirare: ci provo.
Voglio fare il distaccato e non considerare l'attrazione che provo nei tuoi confronti per concentrarmi sullo stirare e non come sempre che non mi sarei fatto scappare per nulla al mondo la visione delle tue gambe lisce e lunghe e delle tue chiappe che fanno maliziosamente capolino dalla canottiera che si solleva un po' ogni volta che alzi le braccia.
Sono un po’ impacciato, ma mi piace stirare per te: lo faccio molto volentieri. Di roba ce n'è parecchia, ma non sono il tipo che si scoraggia facilmente.
Mi metto a piedi nudi per sentire il fresco del pavimento: che sollievo.
Sorridi guardandomi stirare e vieni a prendere le cose che ho stirato finora e le vai a riporre meticolosamente in armadi e cassetti, spostandoti da una stanza all'altra con fare disinvolto: reprimo nuovamente il desiderio di guardarti le gambe per concentrarmi sul ferro, ma non mi sfugge che hai gli occhi che brillano ed un sorrisetto strano.
Ti sedi sulla poltrona ed accavalli le gambe: mi stai facendo il filo chiedendomi se non ho troppo caldo così tutto vestito.
Hai delle gambe meravigliose e dondoli il tuo piede dalle unghie smaltate di blu inclinandolo in avanti facendo il piede a ballerina.
Come mi attizza il pensiero di carezzarti il collo del piede, ma ora devo solo stirare: c'è ancora molto qui davanti a me. Il pensiero di baciarti il piede mi si insinua continuamente nel cervello e comincio a pensare se mi lasceresti baciare le tue gambe. Scaccio il pensiero erotico e, pragmaticamente, ti suggerisco di approfittare di me come di uno schiavo, per esempio per stirarti le cose: tu sei la padrona ed io eseguo le tue volontà.
"Davvero? Uno schiavo?" mi chiedi con aria furbina: “Vediamo...”."Togliti la maglietta!", mi ordini d'imperio, scherzosamente.
"No, no, no, i lavori li faccio, ma la maglietta me la tengo".
"Non sei proprio uno schiavo ubbidiente però" maliziosamente imbronciata.
Sono determinato a non farmi circuire anche se la tua gamba nuda è completamente scoperta fino quasi all'attaccatura e la mia voglia di carezzartela con entrambe le mani mi cresce nel cervello.
Tu vedi le mie occhiate furtive stracolme di desiderio e sorridi sorniona.
"Vediamo di convincerti con le buone, prima di usare la forza" dici alzandoti e mettendo della musica lieve.
Sorridendo vieni verso di me, ma invece di affiancarmi, ti porti dietro di me.
Ti avvicini al mio orecchio e, quasi posando le tue labbra calde sul lobo, mi sussurri con una vocetta sexy: "E dai ... levati la maglietta..."
Sento l calore delle tue labbra sul mio orecchio ed il fiato sul collo e penso di abbandonare immediatamente l'impresa. Inaspettatamente, il mio orgoglio mi fa resistere e oppongo resistenza alla richiesta, con garbo e determinazione.
Mi poggi le labbra sul collo in un bacio lieve e lungo: "e dai, levati la maglietta..." mi sussurri nuovamente nell'orecchio, strascicando un po' le sillabe e mi baci la pelle con le labbra aperte.
Ho un caldo pazzesco, ma non mollo anche se vistosamente tentato dai tuoi baci così sensuali.
Allora afferri i lembi della mia maglietta nera e li sollevi, con disinvoltura, fino a farmi lasciare il ferro da stiro e sfilarmela così, del tutto.
"Così avrai meno caldo" mi dici lanciandola sulla spalliera della poltrona e carezzandomi la schiena con una mano, dalla nuca alla vita.
Non è affatto vero: le tue attenzioni inusuali mi mettono il fuoco addosso, ma continuo a stirare imperterrito, come se tu non ci fossi fisicamente e mi stessi parlando ancora dalla cucina.
Tu certo non sei della stessa idea e mi tocchi piano la pelle ancora abbronzata: con le dita scorri adesso dal collo alle spalle e dalle spalle alle scapole per poi baciarmele con studiata lentezza: questa volta che ti resisto, hai deciso di farmi crollare.
La mia inusuale fermezza ti incuriosisce ed indispettisce un po', ma principalmente ti diverte e così giochi alla gatta e il topo, torturandomi. Le tue dita sono lievi. Penso alle unghie laccate che sento scorrere sulla pelle.
Sento i brividi lungo la schiena, ma siccome fare finta di niente è un'impresa titanica, ti dico di smetterla e di lasciarmi stare che devo finire di stirare.
I baci sulle spalle si infittiscono mentre le tue mani mi carezzano i fianchi e poi, da dietro, il petto con l'immediato risultato di farmi eccitare sfacciatamente: le tue dita mi toccano i capezzoli eretti, turgidi e tu continui a baciami le spalle e pizzicarmi i capezzoli, dicendomi che se continui così sei certa che mi farai smettere di stirare.
Non so se resisterò ancora per molto, ma ostinatamente mi rifiuto di lasciare il ferro da stiro.
Ti scosti allora leggermente. sento un lieve fruscio. Senza dirmi nulla, sempre da dietro di me, mi appoggi sull'asse da stiro la canottiera che ti sei sfilata in un attimo.
Faccio finta che sia una maglietta del mucchio e, reprimendo la voglia enorme di girarmi a guardarti, comincio a stirarla con cura opponendomi alla visione che si sta formando nella mia mente.
"Mmmmm" sento dietro le mie spalle.
Dopo pochi istanti cade sull'asse da stiro il tuo reggiseno, che io scosto con ostentata lentezza e lo appoggio di lato. Sto impazzendo.
Appoggi il tuo seno nudo sulla mia schiena e annusandomi forte, cominci a sganciarmi la cintura, la sfili, passante per passante e la appoggi davanti a me.
Sposto anche quella.
Il mio odore ti eccita ed io mi eccito di più, perché lo so. Sento il calore del tuo corpo, la punta dei tuoi capezzoli che strusciano sulla pelle della mia schiena e sto impazzendo di desiderio, ma devo compiere la mia missione. Mugoli di disapprovazione nuovamente.
Sganci piano il bottone dei jeans, fai scorrere la cerniera ed infilando i pollici nella vita dei jeans, sopra le mie anche, li spingi verso il basso, spostando di peso le mie gambe per sfilarmeli del tutto.
Mi stai torturando: ho una voglia matta di girarmi per guardarti accovacciata sui talloni davanti a me, ma con una ostinazione inverosimile, resto graniticamente immobile sulle mie gambe e stiro meccanicamente per la quarta volta la stessa canottiera, ormai liscissima.
Senza sollevarti ripeti l'operazione con i miei boxer che accompagni fino a terra. Poi appoggiandoti sulle mie gambe risali verso l'alto aderendo con il tuo corpo al mio, ma solo per un attimo.
Il fuoco mi divampa dentro e temo di bruciarmi il sesso eretto che sbatte sull'asse da stiro: ho nitide le immagini di te dietro di me anche se non mi sono girato nemmeno per un attimo.
Il tuo perizoma nero compare inaspettatamente (?) sulla tua maglietta e la mia voglia schizza alle stelle. Sono immobile, con il ferro da stiro in mano, ma appoggiato all'asse, mentre con l’altro sfioro il perizoma e ascolto pulsare il desiderio nel mio corpo e mi ordino di non muovermi neanche di un millimetro.
Questa volta tutto il tuo corpo nudo preme sul mio: sento i tuoi capezzoli duri sulla mia schiena, le tue tette calde e le tue cosce che scivolano sulle mie, mentre ti sollevi sulla punta dei piedi per premere con forza il tuo pube su di me e con le mani mi accarezzi il sesso turgido e con la lingua mi lecchi la schiena.
Sono completamente nei pazzi, e non so più cosa mi succede.
Fai scorrere delicatamente la presa della tua mano destra sul mio pene mentre con la sinistra mi carezzi i testicoli glabri e lisci, li soppesi, li strizzi piano.
Sto morendo di piacere.
Mi afferri delicatamente i deltoidi e mi giri vero di te. Ti sollevi sulle punte e accogli tra le tue gambe il mio sesso che sembra esplodere: le piccole labbra si schiudono sul mio glande e scorrono sull'asta dura mentre un mugolio di piacere si perde nelle nostre bocche schiuse tra le lingue lanciate nella bocca in una danza serpentina.
Il tuo clitoride freme sul mio sesso e i tuoi movimenti lenti come la musica, accompagnano i tuoi baci e i tuoi abbracci.
Mi guardi negli occhi con un'espressione di pura libidine.
Con le braccia aggrappate al mio collo cerchi di sollevarti per scivolare meglio.
La capitolazione è ormai inevitabile.
Ti prendo le chiappe con le mani a coppa e ti sollevo un po’ di più. Accompagno i movimenti del tuo bacino secondo i tuoi impulsi.
La tua lingua è completamente nella mia bocca e la succhio con una passione stellare.
Il piacere cresce vertiginosamente.
Sento il calore della tua vulva espandersi, liquido, su di me e i tuoi movimenti leggermente più veloci e intensi che mi fanno impazzire di eccitazione.
Ti scosti, mi abbandoni: “Che fai? te ne vai adesso?”
Stacchi la spina del ferro da stiro prima che mandi a fuoco qualcosa e mi prendi entrambe le mani e, retrocedendo sempre guardandomi eccitata negli occhi, mi porti sul letto grande e accogliente.
Ti siedi sul bordo e mi tiri dai fianchi accogliendomi nella tua bocca lasciandomi senza un filo di fiato, ma appena avverti che il mio godimento cresce troppo in fretta ti stendi sul lenzuolo fresco, arretrando e allungando le braccia oltre il bordo opposto, quanto basta per accendere il ventilatore e concedere a me la visione onirica del tuo corpo nudo.
Ti guardo e ti adoro. Percorro con lo sguardo i dettagli delle tue gambe, del tuo pube ricciuto, dei tuoi capezzoli ritti e del tuo volto che mi sorride con gli occhi languidi.
Tendi le braccia verso di me come per chiamarmi in un abbraccio.
Poggio le ginocchia tra le tue gambe, ma non ti abbraccio: resto accucciato e con entrambe le mani ti carezzo i piedi e le gambe.
Le mie mani scivolano lungo l’interno delle tue cosce e la mia bocca scorre tra le tue labbra, che si schiudono eccitate come una grande farfalla rosa, per fermarsi a succhiare il tuo clitoride, facendoti sussultare piano.
Mi tieni la testa delicatamente con le mani e ti lasci trasportare dal piacere che la mia lingua ti dà tempestandoti di tocchi leggeri interrotti da passaggi lunghi e penetranti o alternati a brevi colpetti ripetuti velocemente. Le mie dita scivolano nel tuo sesso per cercare il punto leggermente increspato dove si soffermano per procurarti ondate di piacere crescenti.
Ti stai lasciando portare dalle sensazioni carezzandomi, con complice dolcezza, i capelli dietro le orecchie fino a che le tue dita mi abbandonano così come sembrano fare i tuoi sensi.
Stai godendo di puro piacere in una girandola di sensazioni che ti esplodono dentro mentre le mie dita ti scorrono fin dentro l’anima e la mia lingua ti si insinua nel cervello facendoti vibrare in un orgasmo di miele.
Mi soffermo a guardare le mie dita che ti carezzano ora più teneramente le grandi labbra.
Con le mani mi riprendi la testa e mi tiri piano verso il tuo viso.
Mi porti sulle tue labbra e le poggi piano sulle mie per dischiuderle con la tua lingua che fai scivolare nella mia bocca, succhiandomi piano e poi sempre più forte. Senti con la tua bocca il sapore del tuo sesso nella mia.
Il gioco che abbiamo fatto davanti all’asse da stiro in piedi, si ripete nuovamente: senti il mio pene scivolare tra le tue cosce sfiorando il tuo clitoride nuovamente ricettivo.
Ti bacio il collo e ti assecondo nuovamente: sono o non sono l tuo schiavo?
Le mie mani ti carezzano il seno, lo afferrano a coppa, ruvidamente: ti succhio i capezzoli con cupidigia.
Le tue gambe si allargano piano e mi accogli dentro di te tutto, subito, fino in fondo, trattenendomi con le mani posate sui fianchi. Lo faccio ancora: scivolo piano indietro e poi nuovamente dentro di te nel profondo calore del tuo piacere mentre la tua schiena si inarca un pochino.
Le tue labbra tremano quando cominci a sentirmi di più: le tue mani rallentano le carezze sulla mia schiena fino a fermarsi e rimanere sospese lievi su di me che scivolo in te al ritmo di “Hang on to your love” senza capire chi dei due stia cominciando a venire con i gemiti di entrambi che si confondono.
Il piacere si confonde con l’emozione, le sensazioni del corpo vibrante si mischiano al piacere dell’anima.
Resto dentro di te mentre i nostri respiri si placano, finché scivolo fuori rilassato.
Ti giri voltandomi le spalle per poi stenderti sulla pancia e guardarmi con gli occhi socchiusi di una gatta che fa le fusa.
Guardandoti la splendida schiena nuda mi sciolgo spostando lo sguardo lungo le fossette incantevoli, dove mi crogiolo di piacere visivo, e poi assaporo la vista del tuo sublime culo prodigioso, con quelle tue chiappe stupefacenti e le lunghe cosce portentose ... Venere doveva essere così agli occhi di Marte.
Il tuo sguardo mi allaga il cuore di una sensazione di felicità che non ha eguali.
Penso che tu sia meravigliosa.
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