La vera storia di MATILDE (l’uncinetto)

di
genere
etero

Matilde mi chiede di accompagnarla al mare in Liguria ed io lo faccio molto volentieri.
Durante il tragitto la conversazione si anima con sparate sui vari politici che permangono abbarbicati alle loro poltrone ed il tempo passa in fretta.
Scegliamo di scendere in delle belle calette isolate, perché con lei, non si sa mai che non ci scappi un bel pompino in riva al mare.
Troviamo infatti una minuscola baietta deserta con quello che mi sembra poco più che una manciata di sabbia, appena sufficiente a stendere i due teli che toccano le rocce adiacenti.
Matilde si sfila l’enorme vestitone a fiori e si sistema addosso un ridicolo bikini sformato, fatto all’uncinetto da chissà quale zia in chissà quale secolo. Non le dona affatto, le penzola da ogni parte e continua a calarle prima a destra, poi a sinistra lasciandole scoperto ora un capezzolo ora parte del pelo.
Matilde è davvero divertente con le sue battute autoironiche e cercando scherzosamente di convincermi che le sta a pennello, mi fa un sacco di pose da fotomodella tra il sexy ed il ridicolo.
Tutti questi slittamenti e penzolamenti lasciano abbondantemente intravedere gran parte di quello che solitamente dovrebbe stare coperto e così, per giocare, comincio a toccarle tutte queste zone del suo corpo indicandole dove si deve sistemare il tessuto spostato.
Tocca che ti ritocca, comincio a sentire l’uccello sempre più in gabbia.
Non ci siamo seduti che da solo una mezz’ora che già mi ritrovo a toglierle il sopra del bikini per massaggiarle i seni mentre ci baciamo già con passione crescente.
Sapevo che sarebbe andata a finire così. Tra le mie mani le sue morbide tette sprigionano un’aurea magica di libidine che mi fa eccitare rapidamente. Seduti uno accanto all’altra, io le continuo a spremere le tette e lei mi succhia la lingua mentre con la mano sta cercando infilarsi nel mio costume.
Per fortuna abbiamo scelto con cura il posto altrimenti non saprei come fare con il cazzo duro tutto il giorno.
Matilde spazientita, mi sfila le braghette e me lo prende bene in mano per masturbarmi come si deve. La sua lingua scivola nella mia bocca per stanare la mia e succhiarmela nuovamente. Mi eccita quando mi succhia la lingua e me lo mena così bene. Mentre mi delizia così allegramente le sfilo quel ridicolo costume e me carezzo tutta nuda, palpandole le chiappe morbide e la pancia dalla rotondità sexy. Il grosso ciuffo di peli scuri è morbido anch’esso e ci gioco volentieri infilandoci le dita dentro e tirandoli un pochino. Lei in ginocchio non smette di succhiarmi la lingua e nemmeno di segarmi, ma allarga le gambe distanziando le ginocchia per consentirmi di toccarle la passerina. A mano piena l’accontento e le massaggio la vulva con tutta la cura di cui ha bisogno e, conoscendola, uso l’altra mano facendola scorrere lentamente tra lo spacco delle chiappe fino a trovare il buchetto già cedevole ed un po’ dilatato.
Lei mi succhia e mi bacia con più forza quando le mie dita cominciano a trastullarle il clitoride mentre le infilo anche un dito nel culo roteandolo appena e facendolo scorrere dentro e fuori. Non so se sto godendo di più a incularla col dito e farmelo menare divinamente da questa ragazza meravigliosa. Sta di fatto che il piacere, già intenso così, mi schizza alle stelle quando lei smette di baciarmi la bocca e comincia a baciami l’uccello.
Le titillo il clitoride con dovizia di varianti nei movimenti delle mie dita e sento, dai suoi mugolii, che le mie attenzioni si rivelano gratificanti.
Il sole mi sta scaldando la pelle e Matilde mi sta scaldando le palle mettendosele in bocca e succhiandomele da brava maialina.
Sono troppo contorto nel cercare di porgergli al meglio le palle per farmele leccare e contemporaneamente, farle un ditalino doppio a due mani fica/culo; quindi, abbandono l’impresa e mi sdraio rischiando di battere la nuca sulla roccia vicina. Mi accorgo appena del mancato pericolo, perché Matilde è già in azione e mi allarga le cosce con entrambe le mani per leccarmi le palle dal fondo. Io le facilito la cosa sollevando il bacino e lei si infila sotto e mi lecca il buco del culo facendomi rabbrividire di piacere. Sollevo le gambe le porgo il mio anello che lei lecca con passione mentre mi masturba il cazzo eretto e duro. Mi lecca scivolando tra le palle e il culo, con rotazioni attorno allo sfintere e attorno alle palle. Ho l’uccello che pulsa nella sua mano.
La sua lingua lunga e agile mi sollazza e mi dona scosse di goduria che si moltiplicano quando me la piazza dentro e comincia a muoverla come un periscopio segandomi con energia.
Sento la lingua che si insinua dilatandomi ed ho l’impressione che sia lunghissima e mi rovisti dentro facendomi morire di piacere.
Dopo avermi inondato il culo di saliva e allargato l’anello con tutta la lingua, mi piazza il suo dito medio e mi prende il cazzo tra le labbra succhiandomelo forte mentre mi massaggia la prostata.
Che delizia quella bocca rovente che mi sollazza la cappella mentre il suo ditino spinge e massaggia.
Non riesco a descrivere la sensazione di godimento di questo dito su di me, ma dopo poco comincio a sborrare come un porco e sento gli schizzi abbondanti di sperma allagarle la bocca tanto che Matilde non fa in tempo a deglutirla tutta. Lei mi spompina e succhia tutto con piacere continuando a spingermi il dito nel culo. Ho come l’impressione di non finire mai di sborrarle in bocca una quantità enorme di sperma: uno schizzo dietro l’altro con le palle che si contraggono e pompano a fiotti, Matilde si fa scivolare la cappella in gola ed io le continuo a venire nell’esofago.
Che delizia questi soffoconi estivi (ma forse soffocone lo dicono a Livorno e non in Liguria).
Col belino (in ligure questa volta) “spompato” dal pompino, mi sento anche la testa leggera, leggera.
Anche Matilde è soddisfatta per aver portato a termine uno dei suoi capolavori e si sdraia nuda e contenta accanto a me.
scritto il
2022-11-27
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