La vera storia di mia cugina (non c’è cosa più divina).
di
Occhi di Smeraldo
genere
incesti
Non vedevo mia cugina dall’estate precedente e, incontrandola dopo un anno, guardavo stupito la presenza di due tette sul suo petto, e non due accenni adolescenziali, ma due belle tette evidenti che le gonfiano la canottiera. Guardandola dopo un anno non vedevo più la ragazzina insignificante, ma una ragazza provocante dalle labbra carnose e le tette che sventolavano come un drappo rosso davanti a un toro, giovane e assetato di sesso. A dire il vero tutta l’estate precedente l’ho passata a farmi fare le seghe da Katia, la ragazza alla pari, e forse non avevo degnato nemmeno di uno sguardo i lievi rigonfiamenti che crescevano timidamente sul petto di mia cugina. Tutti i pomeriggi che prima passavo con la cuginetta a giocare a monopoli, li avevo all’improvviso sostituiti piazzando l’uccello vergine in mano a Katia e giocando con la sua figa perennemente bagnata. Dopo essermi ripreso dallo stupore iniziale, cominciavo ad assimilare l’idea di avere una cugina attraente, ma, concordemente con le convenzioni sociali, evitavo di pensare attivamente al profondo turbamento che provavo ogni volta che si toglieva il costume e faceva la doccia con la porta aperta come aveva sempre fatto.
Quelle rotondità lucide erano un faro nella notte. Gestire le mie pulsioni con l’assenza di Katia era terribile.
Passavo ogni giorno a cercare di detenere il record di giorni di astinenza dalla masturbazione, salvo poi infrangere i buoni propositi e segarmi in bagno con le tette di mia cugina negli occhi e il ricordo delle dita abili di Katia sul cazzo. Anno dopo anno le mie esperienze con le ragazze si arricchivano di pratiche sempre più appaganti che raccontavo con un costante spirito di condivisione a mia cugina (che cresceva e diventava sempre più bella) la quale bruciava le tappe di una sessualità prorompente molto più rapidamente di me, tanto che, mentre lei mi raccontava delle vorticose scopate rese veramente appaganti dalla pillola anticoncezionale, io non avevo altro che descrivere le mie prime timide incursioni nel mondo dei coiti interrotti e le conquiste nel sesso orale reciproco che le esponevo nei dettagli. Ci stuzzicavamo, ma mantenevamo la distanza fisica, finché un giorno, mentre ci trovavamo a condividere la stanza ci siamo messi a raccontare cosa ci piaceva fare o ricevere durante i nostri amplessi… me lo ricordo come se stesse succedendo adesso: sdraiato sul mio letto indosso solo un paio di mutande e nella penombra ascolto mia cugina che, seduta a gambe incrociate sul letto accanto al mio in mutande e canottiera, mi sta descrivendo come uno dei suoi ultimi fidanzati le leccasse le gambe prima di dedicarsi a leccarle la sua giovane passera che aveva perso la verginità da pochi mesi. Si dilunga in dettagli sulle sue sensazioni e sui brividi che provava al tocco della lingua del ragazzo e di come invece certe volte preferisse che lui le leccasse la schiena e il collo mentre la scopava prona. Lei parla a raffica e questa descrizione, minuziosamente arricchita di molti dettagli, sta facendo effetto sulla mia prolifica immaginazione! Mi figuro la sua fica appena dischiusa e la mia lingua infilata tra le sue labbra. Le mie mutande si innalzano sotto la spinta della mia cappella che va gonfiandosi inesorabilmente. Mi giro e mi sdraio di pancia per non mostrare la mia erezione. Lei fa finta di nulla, si alza e sedendosi a cavalcioni sul mio sedere, mi dice che vuole farmi capire quali sono i movimenti della lingua su di lei che la fanno eccitare.
Con il suo peso il mio pene si schiaccia sul materasso e la pressione aumenta un’erezione che mi sta creando imbarazzo e disagio fisico. Mi anticipa con precisione cosa sta per fare ed io mi abbandono a questa dolce tortura inaspettata.
Non so cosa stia aspettando, ma ancora non succede nulla. Dopi pochi istanti si china in avanti e appoggia le sue tette calde sulla mia schiena scivolando all’indietro col bacino e sdraiandosi quasi completamente nuda su di me: il tessuto delle sue mutande è a contatto con quello delle mie.
Lentamente comincia a passare la punta della sua lingua sulla mia nuca facendomi immediatamente scorrere una serie di lunghi brividi lungo la schiena sulla quale sento distintamente il volume delle sue tette premute su di me. Con il suo peso su di me l’erezione, costretta tra il mio corpo e il materasso, si fa un pulsante masochistico piacere.
La sua lingua calda mi sta eccitando a dismisura e a stento reprimo la voglia di contrarre le chiappe in contrazioni pelviche consolatorie. La mia mente riesce ancora, a sprazzi, a pensare se sia opportuna questa situazione, ma l’eccitazione mi sta soverchiando e la sensazione della pelle nuda di mia cugina sulla mia mi sta annebbiando qualsiasi raziocinio.
Lei si solleva e mi struscia i capezzoli sulla schiena mentre scende con la lingua tra le scapole. Le variazioni di pressione del suo peso fanno fare lievi movimenti al mio cazzo e l’attrito sul glande varia e mi eccita in una sorta lievissima ed eccitantissima micromasturbazione. Percepisco sulla pelle l’alito caldo dei suoi respiri e mi lascio andare a movimenti più decisi del cazzo che scorre tra me e il materasso.
Una serie di sensazioni altalenanti mi cattura il cervello: da una parte sono lievemente infastidito, perché la mia erezione si sta facendo sempre più costretta, ma dall’altro mi piace strofinare la cappella eccitandomi; la sua lingua umida sulla pelle poi mi fa eccitare, ma non sono sicuro che sia giusto fare ciò che stiamo facendo.
Mia cugina si solleva e scende, forse perché improvvisamente consapevole dell’effetto collaterale immediato che ha la sua lingua sulla mia pelle. Si sdraia sul suo letto a pancia sotto e mi dice che adesso è il momento di sedermi su di lei e farle vedere se ho imparato quello che mi ha appena insegnato.
E adesso come faccio con questo uccello teso a sedermi sopra di lei? Un terribile imbarazzo mi attanaglia e mi immobilizza sul letto, non riesco a muovere un muscolo mentre il cazzo mi pulsa forte. Forse è l’immagine del profilo del suo corpo che si staglia controluce nella flebile luce che filtra dalla finestra, a farmi decidere di alzarmi, sperando che quella luce fioca che proviene dal lampione sulla strada non sia sufficiente a farle vedere quanto la mia eccitazione tenda paurosamente le mie mutande.
Il buio nella stanza non è sufficiente a nascondere il candore dei suoi slip tesi sul suo culo rotondo e la luce radente accentua i muscoli della schiena liscia.
Mi sistemo a cavallo di mia cugina stando attento a non abbassare troppo il bacino per non toccarle le chiappe con l’uccello e, stando a quattro zampe su di lei, comincio a leccarle piano la pelle profumata subito sotto la nuca, sforzandomi di farlo lentamente come più volte aveva sottolineato lei facendolo su di me.
Mia cucina emette un lungo mugolio di approvazione ed una conferma compiaciuta espressa con un complimento verbale sulla mia bravura nell’aver imparato bene subito, facendola rabbrividire molto meglio del suo fidanzato. Accolgo l’apprezzamento e mi concentro per eseguire al meglio quanto richiesto. Sento i peletti che si drizzano sulla sua pelle e la cosa mi eccita aumentandomi l’erezione e ricordandomi di tenere sollevato e distante l’uccello dalle sue chiappe. Purtroppo, la mia precauzione è resa ben presto vana: mia cugina mugola piano e comincia a sollevare il bacino e premendolo poi contro il materasso ritmicamente finché un gluteo mi sfiora le mutande una volta e poi due e poi con più decisione tre. Trattengo a stento l’immediata voglia di abbassare il mio bacino e spingerlo contro di lei, ma mia cugina è inesorabile e solleva continuamente le anche per strofinarsi su di me. Vinto dall’eccitazione calo verso il basso il mio asso di bastoni che tocca e spinge sul tavolo da gioco. Mia cugina contrasta la spinta e mugola sentendo la mia verga dura su di lei.
Io spingo piano ed in preda ad una voglia matta di sentire il suo corpo contro il mio, aderisco con l’addome alla sua schiena e con le gambe alle sue cosce: lei è caldissima e l’uccello mi si impenna e, complici i miei movimenti, sguscia dalle mutande e si inceppa nell’elastico degli slip bianchi di mia cugina.
Le sue chiappe dure mi premono addosso e comincio ad arraparmi oltremisura.
Nell’eccitazione e nella foga sono disturbato da quelle maledette mutande nelle quali sono incappato e quindi le sfilo velocemente e, dopo una frazione di secondo, mi tolgo anche le mie e mi sdraio nuovamente su mia cugina.
Siamo due giovani, nudi, caldi ed entrambi arrapatissimi e al contatto della mia cappella con la figa bagnata di mia cugina scivolarle dentro è un attimo.
La delicatezza con cui ci doniamo l’uno all’altra è una favola ricca di emozioni e vibrazioni.
Il mio uccello scivola piano nella passera di mia cugina e mi sforzo di essere bravo e farle piacere.
Forse era veramente molto eccitata, ma mia cugina comincia a respirare velocemente e spingere il culo in alto facendomi penetrare di più dentro di lei in un crescendo inaspettato che mi stupisce e contrariamente alla più usuale delle eiaculazioni precoci, mia cugina viene con un orgasmo delicato lasciandomi impreparato.
Sono stranito e rallento per capire cosa fare:
“Vieni anche tu” mi esorta mia cugina.
Senza la minima esitazione mi lascio andare e con giovanile baldanza vengo anch’io copiosamente.
L’estate si profila meravigliosa.
Quelle rotondità lucide erano un faro nella notte. Gestire le mie pulsioni con l’assenza di Katia era terribile.
Passavo ogni giorno a cercare di detenere il record di giorni di astinenza dalla masturbazione, salvo poi infrangere i buoni propositi e segarmi in bagno con le tette di mia cugina negli occhi e il ricordo delle dita abili di Katia sul cazzo. Anno dopo anno le mie esperienze con le ragazze si arricchivano di pratiche sempre più appaganti che raccontavo con un costante spirito di condivisione a mia cugina (che cresceva e diventava sempre più bella) la quale bruciava le tappe di una sessualità prorompente molto più rapidamente di me, tanto che, mentre lei mi raccontava delle vorticose scopate rese veramente appaganti dalla pillola anticoncezionale, io non avevo altro che descrivere le mie prime timide incursioni nel mondo dei coiti interrotti e le conquiste nel sesso orale reciproco che le esponevo nei dettagli. Ci stuzzicavamo, ma mantenevamo la distanza fisica, finché un giorno, mentre ci trovavamo a condividere la stanza ci siamo messi a raccontare cosa ci piaceva fare o ricevere durante i nostri amplessi… me lo ricordo come se stesse succedendo adesso: sdraiato sul mio letto indosso solo un paio di mutande e nella penombra ascolto mia cugina che, seduta a gambe incrociate sul letto accanto al mio in mutande e canottiera, mi sta descrivendo come uno dei suoi ultimi fidanzati le leccasse le gambe prima di dedicarsi a leccarle la sua giovane passera che aveva perso la verginità da pochi mesi. Si dilunga in dettagli sulle sue sensazioni e sui brividi che provava al tocco della lingua del ragazzo e di come invece certe volte preferisse che lui le leccasse la schiena e il collo mentre la scopava prona. Lei parla a raffica e questa descrizione, minuziosamente arricchita di molti dettagli, sta facendo effetto sulla mia prolifica immaginazione! Mi figuro la sua fica appena dischiusa e la mia lingua infilata tra le sue labbra. Le mie mutande si innalzano sotto la spinta della mia cappella che va gonfiandosi inesorabilmente. Mi giro e mi sdraio di pancia per non mostrare la mia erezione. Lei fa finta di nulla, si alza e sedendosi a cavalcioni sul mio sedere, mi dice che vuole farmi capire quali sono i movimenti della lingua su di lei che la fanno eccitare.
Con il suo peso il mio pene si schiaccia sul materasso e la pressione aumenta un’erezione che mi sta creando imbarazzo e disagio fisico. Mi anticipa con precisione cosa sta per fare ed io mi abbandono a questa dolce tortura inaspettata.
Non so cosa stia aspettando, ma ancora non succede nulla. Dopi pochi istanti si china in avanti e appoggia le sue tette calde sulla mia schiena scivolando all’indietro col bacino e sdraiandosi quasi completamente nuda su di me: il tessuto delle sue mutande è a contatto con quello delle mie.
Lentamente comincia a passare la punta della sua lingua sulla mia nuca facendomi immediatamente scorrere una serie di lunghi brividi lungo la schiena sulla quale sento distintamente il volume delle sue tette premute su di me. Con il suo peso su di me l’erezione, costretta tra il mio corpo e il materasso, si fa un pulsante masochistico piacere.
La sua lingua calda mi sta eccitando a dismisura e a stento reprimo la voglia di contrarre le chiappe in contrazioni pelviche consolatorie. La mia mente riesce ancora, a sprazzi, a pensare se sia opportuna questa situazione, ma l’eccitazione mi sta soverchiando e la sensazione della pelle nuda di mia cugina sulla mia mi sta annebbiando qualsiasi raziocinio.
Lei si solleva e mi struscia i capezzoli sulla schiena mentre scende con la lingua tra le scapole. Le variazioni di pressione del suo peso fanno fare lievi movimenti al mio cazzo e l’attrito sul glande varia e mi eccita in una sorta lievissima ed eccitantissima micromasturbazione. Percepisco sulla pelle l’alito caldo dei suoi respiri e mi lascio andare a movimenti più decisi del cazzo che scorre tra me e il materasso.
Una serie di sensazioni altalenanti mi cattura il cervello: da una parte sono lievemente infastidito, perché la mia erezione si sta facendo sempre più costretta, ma dall’altro mi piace strofinare la cappella eccitandomi; la sua lingua umida sulla pelle poi mi fa eccitare, ma non sono sicuro che sia giusto fare ciò che stiamo facendo.
Mia cugina si solleva e scende, forse perché improvvisamente consapevole dell’effetto collaterale immediato che ha la sua lingua sulla mia pelle. Si sdraia sul suo letto a pancia sotto e mi dice che adesso è il momento di sedermi su di lei e farle vedere se ho imparato quello che mi ha appena insegnato.
E adesso come faccio con questo uccello teso a sedermi sopra di lei? Un terribile imbarazzo mi attanaglia e mi immobilizza sul letto, non riesco a muovere un muscolo mentre il cazzo mi pulsa forte. Forse è l’immagine del profilo del suo corpo che si staglia controluce nella flebile luce che filtra dalla finestra, a farmi decidere di alzarmi, sperando che quella luce fioca che proviene dal lampione sulla strada non sia sufficiente a farle vedere quanto la mia eccitazione tenda paurosamente le mie mutande.
Il buio nella stanza non è sufficiente a nascondere il candore dei suoi slip tesi sul suo culo rotondo e la luce radente accentua i muscoli della schiena liscia.
Mi sistemo a cavallo di mia cugina stando attento a non abbassare troppo il bacino per non toccarle le chiappe con l’uccello e, stando a quattro zampe su di lei, comincio a leccarle piano la pelle profumata subito sotto la nuca, sforzandomi di farlo lentamente come più volte aveva sottolineato lei facendolo su di me.
Mia cucina emette un lungo mugolio di approvazione ed una conferma compiaciuta espressa con un complimento verbale sulla mia bravura nell’aver imparato bene subito, facendola rabbrividire molto meglio del suo fidanzato. Accolgo l’apprezzamento e mi concentro per eseguire al meglio quanto richiesto. Sento i peletti che si drizzano sulla sua pelle e la cosa mi eccita aumentandomi l’erezione e ricordandomi di tenere sollevato e distante l’uccello dalle sue chiappe. Purtroppo, la mia precauzione è resa ben presto vana: mia cugina mugola piano e comincia a sollevare il bacino e premendolo poi contro il materasso ritmicamente finché un gluteo mi sfiora le mutande una volta e poi due e poi con più decisione tre. Trattengo a stento l’immediata voglia di abbassare il mio bacino e spingerlo contro di lei, ma mia cugina è inesorabile e solleva continuamente le anche per strofinarsi su di me. Vinto dall’eccitazione calo verso il basso il mio asso di bastoni che tocca e spinge sul tavolo da gioco. Mia cugina contrasta la spinta e mugola sentendo la mia verga dura su di lei.
Io spingo piano ed in preda ad una voglia matta di sentire il suo corpo contro il mio, aderisco con l’addome alla sua schiena e con le gambe alle sue cosce: lei è caldissima e l’uccello mi si impenna e, complici i miei movimenti, sguscia dalle mutande e si inceppa nell’elastico degli slip bianchi di mia cugina.
Le sue chiappe dure mi premono addosso e comincio ad arraparmi oltremisura.
Nell’eccitazione e nella foga sono disturbato da quelle maledette mutande nelle quali sono incappato e quindi le sfilo velocemente e, dopo una frazione di secondo, mi tolgo anche le mie e mi sdraio nuovamente su mia cugina.
Siamo due giovani, nudi, caldi ed entrambi arrapatissimi e al contatto della mia cappella con la figa bagnata di mia cugina scivolarle dentro è un attimo.
La delicatezza con cui ci doniamo l’uno all’altra è una favola ricca di emozioni e vibrazioni.
Il mio uccello scivola piano nella passera di mia cugina e mi sforzo di essere bravo e farle piacere.
Forse era veramente molto eccitata, ma mia cugina comincia a respirare velocemente e spingere il culo in alto facendomi penetrare di più dentro di lei in un crescendo inaspettato che mi stupisce e contrariamente alla più usuale delle eiaculazioni precoci, mia cugina viene con un orgasmo delicato lasciandomi impreparato.
Sono stranito e rallento per capire cosa fare:
“Vieni anche tu” mi esorta mia cugina.
Senza la minima esitazione mi lascio andare e con giovanile baldanza vengo anch’io copiosamente.
L’estate si profila meravigliosa.
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