La vera storia di Deborah e di Giulia (il dubbio)
di
Occhi di Smeraldo
genere
etero
Ho deciso di iscrivermi in una palestra e frequentare qualche corso nella pausa pranzo per beccare qualcuna delle giovani impiegate fighe, maniache del fitness.
Il posto è perfetto: i maschietti vanno a farsi grossi nella sala pesi e le donne si scatenano nel fare pilates e sculpt, tutte infilate in leggins aderenti e canottiere minuscole.
Vedere questo concentrato di figa seminuda mi fa girare la testa, ma l’istruttrice del corso di sculpt è davvero mozzafiato: alta, atletica, i capelli lunghi castani sempre raccolti in una coda compatta le dondolano poco sopra un culo da applausi che lei fa oscillare divinamente quando cammina eretta, fendendo l’aria con un seno pieno e scolpito, sfoggiando un sorriso brillante e degli occhioni da cerbiatta. L’apoteosi sono i completini che sfoggia: i leggins sono tutti sottilissimi che le si infilano fino in fondo tra le chiappe marmoree tanto da farla sembrare nuda (ho il sospetto che non porti nemmeno le mutande lasciando in bella mostra le grandi labbra ben separate); porta sempre dei top microscopici, anzi, praticamente dei reggiseni, anch’essi sottilissimi tanto che si distinguono perfettamente le irregolarità della superficie leggermente in rilievo delle areole attorno ai lunghi capezzoli. Deborah, l’istruttrice superfiga, mi attizza da matti! L’ho sognata fin dalla prima sera.
Guardarla mentre fa lezione è semplicemente meraviglioso: assaporo la grazia con cui muove le gambe lunghe perfette o mi lascio ipnotizzare dalle chiappe superlative quando, piazzato dietro di lei, si stringono mentre fa gli squat; impressionanti poi gli addominali ben definiti, ma non ipertrofici, che sovrastano un bel pube perfettamente rasato e gonfio, con sempre ben evidente la fenditura sottostante; le tette sono una vera magia visto che rimangono immobili ed aderenti al suo bel torace anche durante i saltelli più vigorosi mantenendo la loro forma perfetta. Un’outsider, una vera strafiga. Sono attratto e contemporaneamente intimorito.
Se si gira lo sguardo e non ci si lascia abbagliare dal fisico eccezionale di Deborah, si gode comunque di una vista splendida con alcune vette di una bellezza speciale, tra le quali una bionda sensazionale dalla pelle chiarissima e gli occhi verdi con un fisico snello da fotomodella che ricorda la Ferragni soprattutto perché arriva sempre firmatissima; peccato che sia scostante e altezzosa.
Deborah è una vera esibizionista e gode nel farsi guardare: accenna passi di danze caraibiche di cui segue corsi la sera, roteando il culo facendosi invidiare dalle donne ed ingrifando me come un cinghiale. Inutile dirlo le piace molto farsi anche corteggiare. In passato, con femminea abilità, mi ha lanciato senza fatica qualche esca, qualche briciola verso di me ed io, come un tonno, le sono andato dietro per qualche tempo. Se non fosse stato per i suoi espliciti quanto inaspettati incoraggiamenti, non sarebbero bastate le gambe lunghe ed i capezzoli dritti a farmi sbilanciare incautamente e non mi sarei mai sognato di espormi: rimbalzare con una come lei è facilissimo. Poi però mi ha chiesto il numero di telefono, mi ha messaggiato sempre più frequentemente e così, alla fine, ormai certo che non avrei fatto una figura di merda, mi sono lanciato.
Usciamo a cena: la passo a prendere. Lei indossa un vestito di lino rosso fuoco con una fila di bottoni sul davanti che ha lasciato sbottonati sapientemente sia sul seno abbondantemente in vista, sia poco sotto l’attacco della coscia facendo sperare (inutilmente) chi le guarda le gambe di poterle vedere la micia. Alla fine dei conti sono più i bottoni slacciati di quelli chiusi. Dall’auto al ristorante si lascia abbracciare la vita mentre camminiamo: sento sotto i polpastrelli il tessuto delle mutandine e mi eccito al pensiero di vederla nuda. La cena è allegra piena di risate; mi prefiguro un fine serata memorabile. Ho gli occhi pieni delle sue tette offerte in bella vista. Sotto casa sua chiacchieriamo per un po’ finché, in un momento che mi sembra propizio, oso allungare la mano e carezzarle lentamente la coscia dal ginocchio in su. Game over. “Ma guarda che hai capito male” … etc.
Lei è rimasta soddisfatta per l’ennesima conquista (chissà quante tacche sul calcio della pistola) ed io, invece, ad un passo dalla meta, ho sbattuto il muso su di un garbato rifiuto da manuale, rimanendo a bocca asciutta e cazzo dritto: la cosa mi ha fatto soffrire non poco.
Ma, come dice il vecchio adagio: chiodo scaccia chiodo.
Ho girato lo sguardo altrove e negli enormi specchi che tappezzano la palestra ho incontrato lo sguardo furtivo di due splendidi occhi neri che mi guardavano sempre più incautamente lanciando segnali sempre più evidenti di interesse supportati da brevi, timidi sorrisi.
Sono stato distratto da tutti i leggins attillatissimi che, come imbonitori di strada, gridavano a gran voce di guardare i culi delle sfegatate del gluteo teso e non mi sono accorto di quella bella ragazza che viene vestita con dei pantaloni più larghi e la maglietta che le copre la pancia. Per fortuna ha attirato la mia attenzione ed ora che la guardo meglio vedo l’enorme potenziale nascosto.
Si muove con precisa determinazione, quasi senza fatica, anche quando qualcuna delle altre ragazze comincia a dar segno di stanchezza. Con l’enorme massa di capelli neri raccolti alla rinfusa e le tute larghe non attira l’attenzione, ma sotto quell’apparenza, si muove un corpo micidiale.
Alla fine di ogni lezione ci scambiamo qualche battuta fino a parlare spesso anche fuori dalla palestra.
Giulia non si veste in modo appariscente: è piuttosto timida.
La convinco a mangiare un panino insieme, qualche volta un primo alla trattoria, così parliamo a lungo.
Ha gli occhi che le brillano ed un sorriso dolcissimo: è veramente bella. Giovane, allenata da anni di palestra: comincio ad intravedere alcuni dettagli che rivelano un fisico sempre più attraente. Quando ride è solare. Poi è simpatica, allegra, maliziosa e inaspettatamente volitiva.
Comincio ad accompagnarla ogni giorno fino al suo ufficio, finché un giorno, salutandola per le ferie, la bacio istintivamente su quelle labbra turgide.
Succede mentre io, un po’ impacciato, sono seduto sullo scooter, con il casco in testa, e lei in piedi accanto a me con i lunghi capelli sciolti che ci nascondono i volti.
Le labbra morbide si sono dischiuse con delicatezza e le lingue si sono timidamente incontrate in bacio lungo e dolce.
L’ho pensata durante tutte le ferie, mancandomi il coraggio di scriverle o chiamarla, ma sognando le sue labbra carnose, socchiuse in quel bel sorriso o dischiuse sulla mia lingua.
Oggi torno in palestra e non vedo l’ora di incontrala.
Le ragazze ridono un po’ troppo fragorosamente e i completini estivi, che elargiscono copi seminudi ed evidenziano la pelle abbronzata, sono ancora più succinti: shorts impalpabili fasciano culi rotondi e mostrano gambe levigate. Dopo due settimane in bianco, ho un pericoloso stato di eccitazione latente. Deborah tiene banco con la sua atletica presenza sfoggiando il suo splendido corpo sodo e abbronzato: con il leggendario culo marmoreo e una pancia piatta e nuda pronta per instagram. Intorno a lei le ragazze più che attraenti, alcune direi parecchio, scherzano e raccontano i loro incontri estivi. Le guardo e le trovo eccitanti, non riesco a fare a meno di osservare i dettagli dei loro corpi, ma prevarica sugli altri il pensiero di Giulia: attendo con impazienza di vederla. Le chiacchere si smorzano e la lezione comincia con Deborah che saltella procace nei suoi pantaloncini miscoscopici di lycra attillata ed il reggiseno leggero. Nemmeno le sue lunghissime gambe o i suoi capezzoli bene in vista riescono a distrarmi dalla delusione di non vedere Giulia.
Ad un tratto: eccola! Era solo in ritardo … Giulia sfoggia una pelle abbronzatissima, quasi nera dal sole, ed il corpo che si muove con una sensualità assolutamente inconsueta. I capelli neri, un tempo lunghi, hanno un nuovo taglio corto che le danno un’aria da donna più matura. Nel guardarmi si illumina di un sorriso immenso. Ho una breve vertigine nel gradarle le tette che sono a malapena coperte dalla microscopica canottiera bianca che fa risaltare la sua fantastica abbronzatura. Ma come aveva nascosto così bene quelle tette rotonde e sode?
Ha preso posto proprio davanti a me, guardandomi in tralice negli enormi specchi che rivestono tutte le pareti della sala. Ipnotizzato dal solco della sua schiena nuda perfetta, mi perdo a contemplare un corpo mai visto, con gli sguardi che scorrono dai suoi capelli neri brillanti giù fino al suo bel culo rotondo (e che culo!) che ondeggia sotto i miei occhi: gli shorts gialli sono così corti che non coprono la parte bassa delle chiappe perfettamente definite. Sono stupefatto della loro consistenza. Mi ero immaginato che Giulia avesse un bel fisco, ma mai così esageratamente sexy. Sono catturato dalla sua presenza come se non ci fosse che lei davanti a me. Il cuore mi batte nel petto selvaggiamente.
Sento crescere una voglia irrefrenabile di toccarla e, contemporaneamente, sento crescere un’imbarazzante erezione nei miei boxer. Ormai comincia a notarsi troppo, ma, per mia fortuna, ci spostiamo a terra per gli addominali. Non so se qualcuna delle ragazze se ne sia accorta, ma le risatine divertite di Giulia mi fanno pensare che lei abbia avuto modo di vedere quanto fossi felice di averla davanti.
Me la sto mangiando con gli occhi mentre aspetto, morso dopo morso, che questa interminabile sessione finisca per poterla incontrare fuori.
“Dai, sali: oggi sono sola perché sono tutti in ferie: ti faccio vedere dove lavoro”. L’ombretto, che non le avevo mai visto prima, le esalta gli occhi lucenti: è sexy da morire!
Lei apre il grande cancello scorrevole col telecomando ed entriamo con auto e scooter. Saliamo al primo piano negli uffici che si affacciano con vetrate enormi, provviste di lamelle parasole verticali, sul cancello e sul piazzale assolato e deserto dove abbiamo parcheggiato.
Accolgo con piacere il fresco dell’aria condizionata mentre appoggiamo le borse della palestra accanto alla scrivania di Giulia. Lei mi guarda negli occhi, mi abbraccia e, senza dire una parola, comincia a baciarmi senza il minimo di incertezza con impeto crescente, infilando nella mia bocca la sua lingua calda alla ricerca della mia. Sento il suo corpo premere sul mio mentre lei mi accarezza la nuca ed io le cingo la vita sottile per stringerla a me e sentire il suo seno sul petto e farle percepire l’erezione crescente. Lei spinge il bacino per farmi capire che mi sente. Sposte le mani sul suo culo duro e l’accompagno nelle spinte su di me mentre emette un lieve mugolio modulato di approvazione. Apro la cerniera della gonna che scivola a terra: il minuscolo tanga che indossa lascia il suo prezioso culo praticamente nudo tra le mie mani voraci che ne assaporano la straordinaria forma e consistenza. Ho il cazzo che pulsa forte, costretto nei pantaloni. Lai continua a baciarmi vorticando la lingua attorcigliandola alla mia e mi lascia senza respiro quando con la mano scivola sui miei pantaloni per afferrarmelo e massaggiarmelo lentamente. Abbandono le chiappe per liberarla dalla camicia: bottone dopo bottone, alla cieca, fino a sfilarla e sentire la pelle nuda della sua schiena dritta. Solo allora lei abbandona le carezze e mi sfila abilmente la camicia baciandomi sul collo, leccandolo per poi scivolare piano in giù e baciarmi i pettorali, leccarmi i capezzoli, succhiarli e morderli mentre mi carezza i fianchi facendomi venire brividi di piacere.
Poi, con sapiente lentezza, mi sbottona i pantaloni e infila entrambe le mani nei boxer.
Con una mi afferra saldamente l’asta e con l’altra comincia a solleticarmi i gemelli, soppesandoli e carezzandoli piano mentre io disperatamente fogato le slaccio il reggiseno liberandole le tette: sono bellissime, un perfetto equilibrio tra piccole e grosse, gonfe da appagare lo sguardo, ma non pesanti: sode, leggermente a goccia. Il segno dell’abbronzatura è nettissimo, ma di dimensioni tanto ridotte da farmi pensare che la timida Giorgia abbia indossato dei microbikini per coprirle appena i capezzoli che liberi ora si ergono timidamente verso di me e chiedendo di essere carezzati
Come non accontentarli. Le prendo i seni tra le mani e li carezzo lievemente, ma la foga mi spinge a palparli con decisione cosa che Giulia apprezza e scandisce con un ulteriore mugolio. Le sue mani leggere si difano dei pantaloni e dei boxer lasciandomi completamente nudo davanti a lei che accovacciata, contempla il mio cazzo prepotentemente eretto davanti alla sua faccia sorridente. Alza lo sguardo per guardarmi dritto negli occhi e con un gesto deciso dischiude le labbra stupende e fa scomparire la mia cappella nella sua bocca calda che si avviluppa saldamente e la succhia con una straordinaria consapevolezza del piacere che mi sta dando. Io sono perduto nei suoi occhi neri e non riesco a pensare ad altro che alla sua lingua che scivola sotto il glande gonfiandolo sempre di più. Ho accumulato una quantità di voglia estiva che sto per venire; a malincuore mi sfilo, mi chino e la bacio per farmi perdonare di averle sottratto il lecca-lecca. Ci alziamo ed io mi chino e le succhio i capezzoli tenendole le tette tra le mani. Lei appoggia il sedere alla scrivania e mi guarda mentre i capezzoli scivolano lucenti tra le mie labbra. Le bacio la pancia dura e piatta per poi baciarle il tessuto del perizoma fino a dove è completamente bagnato. Allora lo sfilo facendolo scorrere piano sulle gambe abbronzate fino alle caviglie abbandonandolo a terra. Risalgo lungo le gambe sfiorandole le cosce con le labbra e con leggeri colpi di lingua raggiungo la sua fichetta bagnata e vi affondo tutto la lingua. Che delizioso sapore! Giulia mi guarda eccitata ed ansima mentre la penetro con le dita e la lecco. Lei si lascia andare con la schiena sulla scrivania alzando le gambe divaricandole ed appoggiando i piedi sulle mie spalle: sfodero tutta la mia perizia possibile scivolando con la punta della lingua dalla patatina all’anello tra le chiappe, alternandola con uno o due dita senza darle tregua fino a farla godere leccandola alla perferzione con l’indice nella fica ed il medio nel culo.
La sento scuotersi e venire sciogliendo la tensione dell’orgasmo con dei bei gemiti liberatori.
Quando il suo corpo si placa, Giulia si solleva e mi bacia per poi girarsi e appoggiare la pancia e le tette sulla scrivania lasciando in bella vista le sue belle chiappe abbronzate con un minuscolo triangolo bianco del costume e delle meravigliose fossette pronunciate alla base della schiena: non c’è cosa che mi ecciti maggiormente.
Le carezzo i fianchi mentre le bacio e lecco tutta la schiena, soffermandomi sulle fossette, per poi tuffare la lingua nel suo adorabile culo mentre la cappella ha ripreso a pulsarmi prepotentemente.
Mi eccita farla scorrere tutta dentro fino in fondo inculandola con la lingua mentre le esploro la fica con le dita.
Le dico che non profilattici con me, ma lei mi risponde senza imbarazzo che posso scegliere liberamente qualunque soluzione, sia perché prende la pillola sia perché adora il sesso anale.
Ma che ragazza meravigliosa!!!
Con tutta questa disponibilità voglio essere un amante perfetto. Per ora l’ho fatta godere già una volta: vediamo se riesco anche una seconda e così le infilo piano l’uccello teso nella fichetta accogliente e comincio a scoparla con perizia, avanti e indietro, tenendola saldamente per i fianchi e godendo della vista superba del culo e delle fossette.
A lei piace parecchio e me lo fa capire molto bene gemendo piano ad ogni affondo. Cazzo che fica stupenda.
La lavoro alla perfezione fino a quando un gemito più intenso non prelude al suo orgasmo che la scuote forte la allaga. Scivolo fuori e, con il cazzo fradicio, premo il glande nel suo buchetto che mi accoglie morbido come il burro. Ora, finalmente, è arrivato il mio turno e piano piano comincio ad intensificare il ritmo e la profondità degli affondi e, sempre tenendole strette le chiappe tra le mani, con eccitazione crescente la pompo sempre di più con una foga crescente che mi eccita e mi fa godere lasciandomi di stucco quando la sento venire ancora una volta e scopro che si sta masturbando, mentre me la inculo forte. Mentre lei continua a godere, vengo con impeto, sborrandole copiosamente nel culo.
Ci tremano un po’ le gambe. Seduti sulla scrivania l’uno accanto all’altra ci baciamo ancora.
Giulia scopa con passione, appagando le sue voglie e regalandomi piaceri immensi.
Dopo due giorni torno in palestra e non mi accorgo né del culo scolpito di Deborah, né delle fighe che svolazzano come api attorno alla regina dell’attizzamento: addio ragazze, io ho trovato la migliore tra voi!
Giulia è un’altra donna, sembra trasformata: non indossa più tute sformate o magliette larghe, ma solo shorts da fermare il cuore e canottierine quasi trasparenti che mi fanno eccitare a dismisura.
Il posto è perfetto: i maschietti vanno a farsi grossi nella sala pesi e le donne si scatenano nel fare pilates e sculpt, tutte infilate in leggins aderenti e canottiere minuscole.
Vedere questo concentrato di figa seminuda mi fa girare la testa, ma l’istruttrice del corso di sculpt è davvero mozzafiato: alta, atletica, i capelli lunghi castani sempre raccolti in una coda compatta le dondolano poco sopra un culo da applausi che lei fa oscillare divinamente quando cammina eretta, fendendo l’aria con un seno pieno e scolpito, sfoggiando un sorriso brillante e degli occhioni da cerbiatta. L’apoteosi sono i completini che sfoggia: i leggins sono tutti sottilissimi che le si infilano fino in fondo tra le chiappe marmoree tanto da farla sembrare nuda (ho il sospetto che non porti nemmeno le mutande lasciando in bella mostra le grandi labbra ben separate); porta sempre dei top microscopici, anzi, praticamente dei reggiseni, anch’essi sottilissimi tanto che si distinguono perfettamente le irregolarità della superficie leggermente in rilievo delle areole attorno ai lunghi capezzoli. Deborah, l’istruttrice superfiga, mi attizza da matti! L’ho sognata fin dalla prima sera.
Guardarla mentre fa lezione è semplicemente meraviglioso: assaporo la grazia con cui muove le gambe lunghe perfette o mi lascio ipnotizzare dalle chiappe superlative quando, piazzato dietro di lei, si stringono mentre fa gli squat; impressionanti poi gli addominali ben definiti, ma non ipertrofici, che sovrastano un bel pube perfettamente rasato e gonfio, con sempre ben evidente la fenditura sottostante; le tette sono una vera magia visto che rimangono immobili ed aderenti al suo bel torace anche durante i saltelli più vigorosi mantenendo la loro forma perfetta. Un’outsider, una vera strafiga. Sono attratto e contemporaneamente intimorito.
Se si gira lo sguardo e non ci si lascia abbagliare dal fisico eccezionale di Deborah, si gode comunque di una vista splendida con alcune vette di una bellezza speciale, tra le quali una bionda sensazionale dalla pelle chiarissima e gli occhi verdi con un fisico snello da fotomodella che ricorda la Ferragni soprattutto perché arriva sempre firmatissima; peccato che sia scostante e altezzosa.
Deborah è una vera esibizionista e gode nel farsi guardare: accenna passi di danze caraibiche di cui segue corsi la sera, roteando il culo facendosi invidiare dalle donne ed ingrifando me come un cinghiale. Inutile dirlo le piace molto farsi anche corteggiare. In passato, con femminea abilità, mi ha lanciato senza fatica qualche esca, qualche briciola verso di me ed io, come un tonno, le sono andato dietro per qualche tempo. Se non fosse stato per i suoi espliciti quanto inaspettati incoraggiamenti, non sarebbero bastate le gambe lunghe ed i capezzoli dritti a farmi sbilanciare incautamente e non mi sarei mai sognato di espormi: rimbalzare con una come lei è facilissimo. Poi però mi ha chiesto il numero di telefono, mi ha messaggiato sempre più frequentemente e così, alla fine, ormai certo che non avrei fatto una figura di merda, mi sono lanciato.
Usciamo a cena: la passo a prendere. Lei indossa un vestito di lino rosso fuoco con una fila di bottoni sul davanti che ha lasciato sbottonati sapientemente sia sul seno abbondantemente in vista, sia poco sotto l’attacco della coscia facendo sperare (inutilmente) chi le guarda le gambe di poterle vedere la micia. Alla fine dei conti sono più i bottoni slacciati di quelli chiusi. Dall’auto al ristorante si lascia abbracciare la vita mentre camminiamo: sento sotto i polpastrelli il tessuto delle mutandine e mi eccito al pensiero di vederla nuda. La cena è allegra piena di risate; mi prefiguro un fine serata memorabile. Ho gli occhi pieni delle sue tette offerte in bella vista. Sotto casa sua chiacchieriamo per un po’ finché, in un momento che mi sembra propizio, oso allungare la mano e carezzarle lentamente la coscia dal ginocchio in su. Game over. “Ma guarda che hai capito male” … etc.
Lei è rimasta soddisfatta per l’ennesima conquista (chissà quante tacche sul calcio della pistola) ed io, invece, ad un passo dalla meta, ho sbattuto il muso su di un garbato rifiuto da manuale, rimanendo a bocca asciutta e cazzo dritto: la cosa mi ha fatto soffrire non poco.
Ma, come dice il vecchio adagio: chiodo scaccia chiodo.
Ho girato lo sguardo altrove e negli enormi specchi che tappezzano la palestra ho incontrato lo sguardo furtivo di due splendidi occhi neri che mi guardavano sempre più incautamente lanciando segnali sempre più evidenti di interesse supportati da brevi, timidi sorrisi.
Sono stato distratto da tutti i leggins attillatissimi che, come imbonitori di strada, gridavano a gran voce di guardare i culi delle sfegatate del gluteo teso e non mi sono accorto di quella bella ragazza che viene vestita con dei pantaloni più larghi e la maglietta che le copre la pancia. Per fortuna ha attirato la mia attenzione ed ora che la guardo meglio vedo l’enorme potenziale nascosto.
Si muove con precisa determinazione, quasi senza fatica, anche quando qualcuna delle altre ragazze comincia a dar segno di stanchezza. Con l’enorme massa di capelli neri raccolti alla rinfusa e le tute larghe non attira l’attenzione, ma sotto quell’apparenza, si muove un corpo micidiale.
Alla fine di ogni lezione ci scambiamo qualche battuta fino a parlare spesso anche fuori dalla palestra.
Giulia non si veste in modo appariscente: è piuttosto timida.
La convinco a mangiare un panino insieme, qualche volta un primo alla trattoria, così parliamo a lungo.
Ha gli occhi che le brillano ed un sorriso dolcissimo: è veramente bella. Giovane, allenata da anni di palestra: comincio ad intravedere alcuni dettagli che rivelano un fisico sempre più attraente. Quando ride è solare. Poi è simpatica, allegra, maliziosa e inaspettatamente volitiva.
Comincio ad accompagnarla ogni giorno fino al suo ufficio, finché un giorno, salutandola per le ferie, la bacio istintivamente su quelle labbra turgide.
Succede mentre io, un po’ impacciato, sono seduto sullo scooter, con il casco in testa, e lei in piedi accanto a me con i lunghi capelli sciolti che ci nascondono i volti.
Le labbra morbide si sono dischiuse con delicatezza e le lingue si sono timidamente incontrate in bacio lungo e dolce.
L’ho pensata durante tutte le ferie, mancandomi il coraggio di scriverle o chiamarla, ma sognando le sue labbra carnose, socchiuse in quel bel sorriso o dischiuse sulla mia lingua.
Oggi torno in palestra e non vedo l’ora di incontrala.
Le ragazze ridono un po’ troppo fragorosamente e i completini estivi, che elargiscono copi seminudi ed evidenziano la pelle abbronzata, sono ancora più succinti: shorts impalpabili fasciano culi rotondi e mostrano gambe levigate. Dopo due settimane in bianco, ho un pericoloso stato di eccitazione latente. Deborah tiene banco con la sua atletica presenza sfoggiando il suo splendido corpo sodo e abbronzato: con il leggendario culo marmoreo e una pancia piatta e nuda pronta per instagram. Intorno a lei le ragazze più che attraenti, alcune direi parecchio, scherzano e raccontano i loro incontri estivi. Le guardo e le trovo eccitanti, non riesco a fare a meno di osservare i dettagli dei loro corpi, ma prevarica sugli altri il pensiero di Giulia: attendo con impazienza di vederla. Le chiacchere si smorzano e la lezione comincia con Deborah che saltella procace nei suoi pantaloncini miscoscopici di lycra attillata ed il reggiseno leggero. Nemmeno le sue lunghissime gambe o i suoi capezzoli bene in vista riescono a distrarmi dalla delusione di non vedere Giulia.
Ad un tratto: eccola! Era solo in ritardo … Giulia sfoggia una pelle abbronzatissima, quasi nera dal sole, ed il corpo che si muove con una sensualità assolutamente inconsueta. I capelli neri, un tempo lunghi, hanno un nuovo taglio corto che le danno un’aria da donna più matura. Nel guardarmi si illumina di un sorriso immenso. Ho una breve vertigine nel gradarle le tette che sono a malapena coperte dalla microscopica canottiera bianca che fa risaltare la sua fantastica abbronzatura. Ma come aveva nascosto così bene quelle tette rotonde e sode?
Ha preso posto proprio davanti a me, guardandomi in tralice negli enormi specchi che rivestono tutte le pareti della sala. Ipnotizzato dal solco della sua schiena nuda perfetta, mi perdo a contemplare un corpo mai visto, con gli sguardi che scorrono dai suoi capelli neri brillanti giù fino al suo bel culo rotondo (e che culo!) che ondeggia sotto i miei occhi: gli shorts gialli sono così corti che non coprono la parte bassa delle chiappe perfettamente definite. Sono stupefatto della loro consistenza. Mi ero immaginato che Giulia avesse un bel fisco, ma mai così esageratamente sexy. Sono catturato dalla sua presenza come se non ci fosse che lei davanti a me. Il cuore mi batte nel petto selvaggiamente.
Sento crescere una voglia irrefrenabile di toccarla e, contemporaneamente, sento crescere un’imbarazzante erezione nei miei boxer. Ormai comincia a notarsi troppo, ma, per mia fortuna, ci spostiamo a terra per gli addominali. Non so se qualcuna delle ragazze se ne sia accorta, ma le risatine divertite di Giulia mi fanno pensare che lei abbia avuto modo di vedere quanto fossi felice di averla davanti.
Me la sto mangiando con gli occhi mentre aspetto, morso dopo morso, che questa interminabile sessione finisca per poterla incontrare fuori.
“Dai, sali: oggi sono sola perché sono tutti in ferie: ti faccio vedere dove lavoro”. L’ombretto, che non le avevo mai visto prima, le esalta gli occhi lucenti: è sexy da morire!
Lei apre il grande cancello scorrevole col telecomando ed entriamo con auto e scooter. Saliamo al primo piano negli uffici che si affacciano con vetrate enormi, provviste di lamelle parasole verticali, sul cancello e sul piazzale assolato e deserto dove abbiamo parcheggiato.
Accolgo con piacere il fresco dell’aria condizionata mentre appoggiamo le borse della palestra accanto alla scrivania di Giulia. Lei mi guarda negli occhi, mi abbraccia e, senza dire una parola, comincia a baciarmi senza il minimo di incertezza con impeto crescente, infilando nella mia bocca la sua lingua calda alla ricerca della mia. Sento il suo corpo premere sul mio mentre lei mi accarezza la nuca ed io le cingo la vita sottile per stringerla a me e sentire il suo seno sul petto e farle percepire l’erezione crescente. Lei spinge il bacino per farmi capire che mi sente. Sposte le mani sul suo culo duro e l’accompagno nelle spinte su di me mentre emette un lieve mugolio modulato di approvazione. Apro la cerniera della gonna che scivola a terra: il minuscolo tanga che indossa lascia il suo prezioso culo praticamente nudo tra le mie mani voraci che ne assaporano la straordinaria forma e consistenza. Ho il cazzo che pulsa forte, costretto nei pantaloni. Lai continua a baciarmi vorticando la lingua attorcigliandola alla mia e mi lascia senza respiro quando con la mano scivola sui miei pantaloni per afferrarmelo e massaggiarmelo lentamente. Abbandono le chiappe per liberarla dalla camicia: bottone dopo bottone, alla cieca, fino a sfilarla e sentire la pelle nuda della sua schiena dritta. Solo allora lei abbandona le carezze e mi sfila abilmente la camicia baciandomi sul collo, leccandolo per poi scivolare piano in giù e baciarmi i pettorali, leccarmi i capezzoli, succhiarli e morderli mentre mi carezza i fianchi facendomi venire brividi di piacere.
Poi, con sapiente lentezza, mi sbottona i pantaloni e infila entrambe le mani nei boxer.
Con una mi afferra saldamente l’asta e con l’altra comincia a solleticarmi i gemelli, soppesandoli e carezzandoli piano mentre io disperatamente fogato le slaccio il reggiseno liberandole le tette: sono bellissime, un perfetto equilibrio tra piccole e grosse, gonfe da appagare lo sguardo, ma non pesanti: sode, leggermente a goccia. Il segno dell’abbronzatura è nettissimo, ma di dimensioni tanto ridotte da farmi pensare che la timida Giorgia abbia indossato dei microbikini per coprirle appena i capezzoli che liberi ora si ergono timidamente verso di me e chiedendo di essere carezzati
Come non accontentarli. Le prendo i seni tra le mani e li carezzo lievemente, ma la foga mi spinge a palparli con decisione cosa che Giulia apprezza e scandisce con un ulteriore mugolio. Le sue mani leggere si difano dei pantaloni e dei boxer lasciandomi completamente nudo davanti a lei che accovacciata, contempla il mio cazzo prepotentemente eretto davanti alla sua faccia sorridente. Alza lo sguardo per guardarmi dritto negli occhi e con un gesto deciso dischiude le labbra stupende e fa scomparire la mia cappella nella sua bocca calda che si avviluppa saldamente e la succhia con una straordinaria consapevolezza del piacere che mi sta dando. Io sono perduto nei suoi occhi neri e non riesco a pensare ad altro che alla sua lingua che scivola sotto il glande gonfiandolo sempre di più. Ho accumulato una quantità di voglia estiva che sto per venire; a malincuore mi sfilo, mi chino e la bacio per farmi perdonare di averle sottratto il lecca-lecca. Ci alziamo ed io mi chino e le succhio i capezzoli tenendole le tette tra le mani. Lei appoggia il sedere alla scrivania e mi guarda mentre i capezzoli scivolano lucenti tra le mie labbra. Le bacio la pancia dura e piatta per poi baciarle il tessuto del perizoma fino a dove è completamente bagnato. Allora lo sfilo facendolo scorrere piano sulle gambe abbronzate fino alle caviglie abbandonandolo a terra. Risalgo lungo le gambe sfiorandole le cosce con le labbra e con leggeri colpi di lingua raggiungo la sua fichetta bagnata e vi affondo tutto la lingua. Che delizioso sapore! Giulia mi guarda eccitata ed ansima mentre la penetro con le dita e la lecco. Lei si lascia andare con la schiena sulla scrivania alzando le gambe divaricandole ed appoggiando i piedi sulle mie spalle: sfodero tutta la mia perizia possibile scivolando con la punta della lingua dalla patatina all’anello tra le chiappe, alternandola con uno o due dita senza darle tregua fino a farla godere leccandola alla perferzione con l’indice nella fica ed il medio nel culo.
La sento scuotersi e venire sciogliendo la tensione dell’orgasmo con dei bei gemiti liberatori.
Quando il suo corpo si placa, Giulia si solleva e mi bacia per poi girarsi e appoggiare la pancia e le tette sulla scrivania lasciando in bella vista le sue belle chiappe abbronzate con un minuscolo triangolo bianco del costume e delle meravigliose fossette pronunciate alla base della schiena: non c’è cosa che mi ecciti maggiormente.
Le carezzo i fianchi mentre le bacio e lecco tutta la schiena, soffermandomi sulle fossette, per poi tuffare la lingua nel suo adorabile culo mentre la cappella ha ripreso a pulsarmi prepotentemente.
Mi eccita farla scorrere tutta dentro fino in fondo inculandola con la lingua mentre le esploro la fica con le dita.
Le dico che non profilattici con me, ma lei mi risponde senza imbarazzo che posso scegliere liberamente qualunque soluzione, sia perché prende la pillola sia perché adora il sesso anale.
Ma che ragazza meravigliosa!!!
Con tutta questa disponibilità voglio essere un amante perfetto. Per ora l’ho fatta godere già una volta: vediamo se riesco anche una seconda e così le infilo piano l’uccello teso nella fichetta accogliente e comincio a scoparla con perizia, avanti e indietro, tenendola saldamente per i fianchi e godendo della vista superba del culo e delle fossette.
A lei piace parecchio e me lo fa capire molto bene gemendo piano ad ogni affondo. Cazzo che fica stupenda.
La lavoro alla perfezione fino a quando un gemito più intenso non prelude al suo orgasmo che la scuote forte la allaga. Scivolo fuori e, con il cazzo fradicio, premo il glande nel suo buchetto che mi accoglie morbido come il burro. Ora, finalmente, è arrivato il mio turno e piano piano comincio ad intensificare il ritmo e la profondità degli affondi e, sempre tenendole strette le chiappe tra le mani, con eccitazione crescente la pompo sempre di più con una foga crescente che mi eccita e mi fa godere lasciandomi di stucco quando la sento venire ancora una volta e scopro che si sta masturbando, mentre me la inculo forte. Mentre lei continua a godere, vengo con impeto, sborrandole copiosamente nel culo.
Ci tremano un po’ le gambe. Seduti sulla scrivania l’uno accanto all’altra ci baciamo ancora.
Giulia scopa con passione, appagando le sue voglie e regalandomi piaceri immensi.
Dopo due giorni torno in palestra e non mi accorgo né del culo scolpito di Deborah, né delle fighe che svolazzano come api attorno alla regina dell’attizzamento: addio ragazze, io ho trovato la migliore tra voi!
Giulia è un’altra donna, sembra trasformata: non indossa più tute sformate o magliette larghe, ma solo shorts da fermare il cuore e canottierine quasi trasparenti che mi fanno eccitare a dismisura.
1
0
2
voti
voti
valutazione
6.3
6.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La vera storia di FEMKE (la ragazza nell’Oceano Indiano)racconto sucessivo
La vera storia di Giulia (l'aperitivo ... speciale)
Commenti dei lettori al racconto erotico