La vera storia di DILETTA (il contrattempo)

di
genere
etero

L’estate è una stagione splendida: mi piace il caldo, sentire il sole rovente sulla faccia ed il corpo, ma adoro soprattutto le ragazze spogliate, che si vestono di nulla, canottiere corte e minigonne, e godo nel guardar loro le gambe, gli addominali con le tette appena coperte ed i culi che si intravedono sotto il tessuto. Sono un vero estimatore della bellezza femminile, perennemente teso a soddisfare le mie voglie visive.
In spiaggia poi mi perdo nelle forme dei tanga, studiandone le forme, come scoprono i glutei abbronzati e come si appoggiano alle fiche accalorate, oppure fantastico sul colore dei capezzoli che sollevano il tessuto sottile dei bikini, riempiendoli con il volume di tette dalle mille forme.
Non passa estate che io non faccia anche una bella vacanza al mare, per gustarmi la vista di tutte le fichette che si mostrano con grazia e, magari, socializzare con qualcuna che gradisce la mia compagnia.
Il sesso estivo è ormonale, meno filtrato di quello più concettuale che si arriva a praticare nei mesi freddi.
Ad Ibiza c’è il target giusto: un mondo interno di fighe che si mettono in mostra e tra tutte quelle che si fanno ammirare, per poi magari farsi scopare, (esclusa la buona fetta delle racchie e delle curvy che non mi interessano) apprezzo le ragazze che sfoggiano corpi palestrati, dai culi succulenti e le gambe lunghe. Tutto il resto è un optional.
Playa d’en Bossa è un pullulare di questo specie di ragazze e passeggiare sulla sabbia calda scoprendo le bellezze esposte è un passatempo gradevolissimo. Qui ad Ibiza sono moltissime le ragazze in topless: belle o brutte che siano slacciano i reggiseni e lasciano ballonzolare le tette al vento. Tutti questi seni liberi mi mettono di buonumore: quelli brutti e goffi, mi fanno sorridere mentre quelli ritti e belli mi eccitano.
È così che spesso ho scoperto dei tesori preziosissimi, di una bellezza straordinaria, nascosti nel marasma di gente che popola le spiagge strapiene.
Come un diamante che scintilla tra le pietre, una bionda giovanissima dalla capigliatura mossa e selvaggia, in piedi in un gruppetto di ragazze, si sta spalmando le tette nude di crema solare. Mi colpiscono le areole rigonfie che sporgono ostentatamente dai seni grossi e molto vicini l’un l’altro: sembrano quasi delle piccole tette sporgenti dalle sorelle maggiori. I capezzoli sono quasi inesistenti ed hanno un colore rosato molto delicato, tipico della pelle chiara dlle ragazze bionde.
Ha un corpo snello con la vita non troppo pronunciata ed un sederino piccolo e rotondo molto alto sopra le gambe lunghissime. Il perizoma brasiliano blu elettrico le si appoggia divinamente sulle chiappette sode e attira immediatamente la mia attenzione. Non è della tipologia “palestra e solo palestra” che abbonda sulla spiaggia, ma ha un corpo giovane, fresco e compatto.
Il vero catalizzatore però sono gli occhi azzurri che brillano come fari nella notte ed un sorriso stupefacente dai denti bianchissimi.
Mi siedo sul telo steso immediatamente accanto al gruppo nell’ultimo spazio libero: le ragazze sono accerchiate da ragazzotti foruncolosi.
Fortuna vuole che la biondina sia più vicina di quanto sperassi e mi risulta facile attaccare bottone.
Con il sole e il mare tutto sembra più semplice.
Chiacchieriamo bene tanto da presentarci: Diletta è di Milano e studia lingue all’università. È veramente incantevole il modo in cui muove i foltissimi capelli mossi di un biondo chiarissimo. Andiamo insieme a fare il bagno: io mi tuffo e invece lei tergiversa mentre io dall’acqua mi godo lo spettacolo delle sue tette nude e, soprattutto, di lei che si gira verso le amiche e le chiama per raggiungerla: ha un culetto che sembra un frutto da mangiarsi a piccoli morsi.
Le amiche fanno gregge e non riesco a avvicinarla come vorrei.
La giornata passa veloce tra musica e mare e tanto sole sulla pelle salata- La sua è ricoperta di peletti biondissimi che sembrano bianchi proprio dal sale.
Mi incuriosiscono le sue areole gonfie che sporgono da quel suo seno che resta a cupola anche quando si sdraia: è un dolcissimo seno giovane e sodo che i chirurghi plastici prendono a modello per rifare le tette fintamente rotonde.
Diletta è allegra, alla mano e divertente. Ride scoprendo 80 denti bellissimi e credo, con le mie chiacchere ed i miei sguardi seducenti, di essere riuscito ad ammaliarla.
Ora si sdraia con disinvoltura sul mio telo accanto a me e, dopo tante ore di sole e di sale, mi eccita pensare quanto sia levigata la sua pelle.
Ci salutiamo quasi al tramonto dandoci appuntamento per cena. Se tutto va come sembra il dopocena dovrebbe essere indimenticabile.
Il gruppetto di ragazze e ragazzi è misto ee eterogeneo: le altre hanno acchiappato di tutto.
Per fortuna Diletta è più concentrata su di me che sulle sue amiche, che civettano con gli spasimanti un po’ grossolani.
Sono tutte vestite in tiro, chi più elegante e chi più scollacciata, mostrando le tette in scollature guaiate o scoprendole appena con più stile. Per tutte c’è un tripudio ti tacchi alti, qualcuna sfoggia pure sandali con il plateau per guadagnare in altezza.
Diletta è già abbastanza alta e con i tacchi è notevole. I sandali dai lacci sottili le lasciano gran parte del piede nudo che, arcuato dalla posizione che le conferisce il tacco, ha una forma afrodisiaca, rafforzata dalle gambe lisce ed abbronzate, che si muovono snelle con fare da donna più matura, e culminano nelle sue belle cosce aggraziate che scompaiono sotto il tessuto di una minigonna nera aderente a tal punto che si vede distintamente la fessura ben definita tra le chiappe. Promette veramente bene. La maglietta a colori vivaci è troppo coprente e, per i miei gusti di voyeur, non riuscire a vedere per niente il seno mi disturba un pochino. Per fortuna almeno è corta e, con la vita bassa della minigonna, resta scoperta tutta la vita che resta nuda abbondantemente sotto l’ombelico e quali fino alle chiappe, Si vedono le ossa del bacino ai lati del ventre piatto e sento una voglia improvvisa di appoggiarle il palmo della mano sul ventre e, con le dita rivolte verso il basso, infilarle la mano nella gonna fino a sentirle la passerina con le dita.
Quando si gira, e le vedo il sedere, la mia voglia si modifica e si tramuta in quella di scivolare col palmo sul tessuto aderente e palparle un po’ il culo per sentirne la consistenza.
La guardo in compagnia delle sue amiche mentre decidono dove andare e assaporo già da ora il momento in cui le slaccerò i saldali e le leccherò quei bei piedi arcuati, succhiandole le dita e baciandole le gambe fino alla sua fichetta nascosta sotto la minigonna. Mi sto già caricando come una molla.
Ceniamo in una pizzeria chiassosa che offre molti tipi di birra.
Le coppie si delineano e a pezzettini il gruppo si disperde.
Alcuni vanno in discoteca, ma Diletta sembra di altro avviso. Propongo di andare nel mio albergo sognando di scoparla alla sdraiata sul letto mentre tiene alte le gambe con i sandali ai piedi e guardandole le tette dai capezzoli soffici.
Lei invece vuole camminare e mi porta sulla passeggiata di San Antonio. Lungo il tragitto mi prende sottobraccio e mi accompagna a sedermi su di una panchina dove si siede anche lei molto vicina a me.
Le cingo le spalle col braccio e le carezzo il volto col le dita: lei mi sorride felice. Ha appena un filo di trucco, ma i suoi splendidi occhi illuminano la notte.
Mi chino e la bacio piano, dolcemente. Lei apre la bocca e accoglie la mia lingua. I baci sono lunghi e appassionati, ma la gente è un flusso continuo e pur nella penombra, non mi sento troppo a mio agio per sentire di che pasta son fatta le tette che nasconde sotto la maglietta: sarebbe il momento giusto, ma il luogo non lo è.
Propongo di spostarci sulla spiaggia, e, a malincuore, la guardo mentre si sfila i sandali dai bei piedi.
Finalmente, un po’ di sana privacy: ci addentriamo tra gli ombrelloni chiusi e ci sediamo su una sdraio lasciata aperta. Dopo tutto bel baciarsi ho voglia di limonare con un po’ di sostanza in più e comincio a spupazzarmela un po’ infilando le mani sotto la maglietta. Le tette sono nude e le carezzo piano: le areole gonfie sono soffici e delicate prive di capezzoli che fanno subito capolino dopo le prime carezze. Le tolgo la maglietta e le bacio piano quelle miniature si seno sul seno succhiandole delicatamente quei piccoli capezzoli appena eretti. Diletta è immobile nel ricevere i miei baci: cerca di guardare nella penombra come le lecco la punta dei capezzoli.
Quando il suo respiro si fa pesante la sdraio e le bacio la pancia, leccandole l’ombelico mentre le mie mani scivolano sulle cosce irrequiete. Mi inginocchio nella sabbia e le sollevo la gonna quel tanto che basta da farle allargare senza vincoli le gambe. Il perizoma di cotone sa di fresco ed io lo bacio proprio sopra la sua passerina che mi preme sulle labbra. Con le dita lo sposto di lato e comincio a leccarle dolcemente il clitoride liscio e compatto. I ricciolini sovrastanti sono morbidi e ben curati e li carezzo con le dita mentre le infilo la lingua tra le labbra calde: lei accoglie i movimenti sinuosi della mia lingua con fremiti sempre più forti. Che bella questa reazione immediata. Continuo a solleticarle il clitoride sia con le dita che con la lingua, alternando i due tocchi così diversi. La fica le si contrae visibilmente e lei mi mette le mani sui capelli affondandoci le dita.
Allungo la punta della lingua e la indurisco per penetrare in questa fica profumata, ma c’è qualcosa di strano: esploro meglio roteando e premendo la punta nella fica e finalmente capisco: è vergine!
E che faccio adesso? Ho una strana reticenza a togliere la verginità ad una ragazza che ho conosciuto solo la mattina stessa. Faccio finta di niente ed esploro meglio i dintorni, leccandole l’inguine.
Carezzandole le cosce mi insinuo con le mani nella piega dietro le ginocchia e le alzo lievemente per farle ruoare il bacino verso l’alto e riuscire così a leccarle l’anello magico del suo culo stretto.
Con la punta roteo come un avvoltoio intorno al suo buchetto stretto, stretto e poi la infilo discretamente mentre con le mani le carezzo il clitoride gonfio. Con tutta questa lingua che la sollazza, Diletta è tutta un gemito e con l’intera lingua nel culo, viene con urletti sincopati tirandomi forte i capelli.
Io sono ancora perplesso sul da farsi, ma le pelle liscia delle sue cosce e sentire il suo orgasmo direttamente sulla lingua mi ha fatto gonfiare il cazzo che ora sembra il palo di un ombrellone.
Che si fa? La scopo e la defloro? La inculo? E se ha pure il culo vergine?
Mentre faccio le mie considerazioni, è proprio Diletta che mi toglie dall’impasse: si solle a e si mette seduta e mi invita a sollevarmi in piedi: mi slaccia la fibbia della cintura e mi sbottona i pantaloni per calarli in un colpo solo insieme ai boxer.
Così mi ritrovo a culo nudo sulla spiaggia tra gli ombrelloni ed il cazzo fremente nella bocca calda della verginella, la quale, a dispetto di qualunque previsione, me lo sta lavorando con perizia, spompinandomi con foga e determinazione. I suoi capelli ondeggiano selvaggi. Non so cosa darei per poterle vedere i magnifici occhi azzurri che mi guardano mentre spingo il cazzo a fondo nella sua bocca. Mi accontento delle sensazioni di puro godimento che sento sulla cappella che le solletica l’ugola. Vergine sì, nella fica, ma questa biondina di cazzi ne ha succhiati parecchi. Se lo infila giù fino alla gola esibendo una certa dimestichezza e, soprattutto, con tempi e ritmi da vera esperta, che mi sta facendo godere da un momento all’altro.
Le accarezzo la testa e penso che tra poco godrei afferrarla con dolcezza per i capelli e la tirandola a me, venirle dentro quella bocca calda, magari in gola, spingendolo bene in fondo, Ma Diletta scuote la testa avvitando le labbra sulla mia cappella e serrandomi con una mano l’asta, accelera il mio piacere con movimenti decisi e mirati: la cappella pulsa con forza nell’istante in cui sto per venire e lei con una sensibilità acuta, si distacca un attimo prima che il promo fiotto di sperma le schizzi sul volto. Indirizza il mio cazzo per spararsi il secondo schizzo su una tetta e poi sull’altra per coprirsele di sperma.
È troppo buio per vedere bene, ma il chiarore dello sperma luccica sulla sua pelle mentre lei mi bacia il glande e lo succhia solo alla fine della mia sborrata, spalmandosi tutto lo sperma sui seni come ha fatto la mattina con la crema solare.
Un pompino divino, ma con sborrata anti uv.
scritto il
2022-11-22
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