La vera storia di SARA (il caschetto)

di
genere
etero

In ufficio gli impiegati si alternano e di colleghe nuove ne ho incontrate tante. Molte sono racchie, altre sposate con figli, solo poche sono degne di nota, ma non sempre gradiscono attenzioni.
La nuova collega siciliana è ancora un “piccolo mistero”: “piccolo” perché è bassina, “mistero”, perché non ho ancora capito se c’è la possibilità di una relazione o meno.
La sua pelle olivastra ed il taglio obliquo degli occhi sembrano celare lontane origini arabe. Ha i capelli liscissimi, corti, col taglio a caschetto molto alto sul dietro, la nuca rasata e la frangetta sopra agli occhi neri, vivacissimi. Un visetto bellino e regolare con due labbra più grandi della media, ancor più evidenziate dal rossetto, sempre presente. Ha gli zigomi marcati che fanno sembrare le guance un po’ incavate, come se le succhiasse verso l’interno.
Non ha un seno grande, ma compensa molto bene con delle belle spalle ed una vita strettissima oltre a delle gambe belline e proporzionate, energiche e ben definite. Il pezzo da novanta però è il culo ed io, che amo il culo delle donne, me ne sono invaghito sin dalla prima volta che l’ho vista.
Un culo che pare d’acciaio forgiato, proteso all’infuori ed alto e dalle chiappe incredibilmente rotonde, quasi sferiche: un culo da oscar.
Lei ne conosce le qualità e le sfrutta a mani basse, portando pantacollant che fanno girare la testa a tutti i maschi dell’ufficio o gonnelline strette molto corte che, con la complicità delle scarpe con plateau e tacco alto che porta sempre, la fanno sembrare alta e slanciata.
Talvolta le piace sfoggiare gonnelline corte plissettate, che si sollevano ad ogni passo, lasciando gli uomini incollati con lo sguardo al suo bel culo, nella speranza di riuscire a vederlo, mentre fa capolino da sotto l’orlo grazie a quell’ondeggiamento sexy.
Certe volte mi sembra che scodinzoli di più.
Il culo è certo il massimo, ma ha degli occhi che incantano. Il caschetto poi mi intriga particolarmente, perché ondeggia come le gonnelline.
Tra un invito a pranzo ed un altro, ci siamo conosciuti bene e ho scoperto con estremo piacere che lo spazio di manovra c’è: lei è molto lusingata dai complimenti espliciti che le faccio ed è evidentemente interessata a “conoscermi meglio”, però, c’è un però: convive col fidanzato storico siciliano da anni.
Diciamo che un fidanzato lo posso reggere, anche se mi mette un filo d’ansia la debita attenzione nei contatti.
Il fatto che sia siciliano mi risveglia echi da serie televisiva di mafiosi gelosissimi, ma, al cospetto del suo incedere ancheggiante, i miei timori evaporano immediatamente e si concretizza un uccello indurito e speranzoso.
Sara mi sorride sempre maliziosamente e non manca mai venire a prendere il caffè al bar, finché, in ascensore, rimaniamo soli a porte chiuse. Le accarezzo i capelli cortissimi della nuca. Lei non si è sposta e mi sorride dicendo che se faccio così le vengono i brividi lungo la schiena.
“Sono molto bravo a far venire i brividi” le dico spavaldo “soprattutto farli scendere lungo la schiena e, talvolta, anche oltre”.
“Mmm, interessante“ dice lei, sporgendo le labbra in fuori e picchiettandole con l’indice. Le porte si aprono ed entrano altri colleghi.
Alla fotocopiatrice invece di carezzale i capelli le bacio piano e più volte il collo, chiedendole se questa volta i brividi sono scesi un po’ di più. Lei annuisce: “eccome!”.
Tutte le volte che mi capita l’occasione la sfrutto per piccoli contatti erotici: ecco la prima carezza fugace sul tessuto dei pantaloni, un primo bacio sulla guancia, un tocco lieve alle dita.
“Oggi il mio ragazzo parte per Palermo: ha delle faccende da sbrigare e resterà via tutto il fine settimana. Vuoi venire a cena da me?”
Evvai!
L’occasione inaspettata mi elettrizza ed esco dall’ufficio al settimo cielo, e non solo perché è venerdì.
Doccia, barba, profumo. Camicia azzurra stirata e pantaloni cachi con mocassini in cuoio.
Volo fino a casa sua e salgo con il cuore in gola.
Sara apre la porta con gli occhi sorridenti e la bocca protesa in un bacio che mi schiocca sulle labbra. Mi chiudo la porta alle spalle e la ammiro mentre guarda la bottiglia di vino che le ho portato chinando la testa verso l’etichetta.
I capelli corvini lucidi, le calano sulle guance. Ha le spalle scoperte ed un top nero aderente che si estende con piccole maniche abbassate che lasciano scoperta l’articolazione della spalla. Le tette non sono poi così piccole come mi sono sembrate in ufficio e su di loro svettano due capezzoli evidenti che tendono il tessuto elastico.
La pancia è nuda ed è una pancia da palestra: piatta, con addominali definiti e la schiena che si vede è assolutamente superba con dorsali ben separati ed un solco tra loro profondo: adoro questa definizione nelle donne allenate.
La gonna è verde, cortissima poco sotto il pube con la parte superiore aderente che, a metà gluteo, si allarga e diventa svolazzante e lascia praticamente tutte le cosce nude. Che belle gambe che ha.
Le scarpe di vernice nera col plateau d’ordinanza.
Sono già felice.
Mi rende la bottiglia e mi chiede di stapparla io. La seguo in una cucina molto accessoriata, di quelle usate da appassionati.
Mi porge il cavatappi e va ai fornelli. Armeggio senza staccare gli occhi dalle sue gambe mentre lei si sposta nell’ampia cucina e faccio bene, perché una sua rapida giravolta solleva la gonnellina sotto la quale riesco fugacemente ad intravedere la curva delle chiappe. Questi piccoli dettagli visivi mi eccitano da matti.
Ho voglia di metterle le mani sotto la gonna, ma aspetterò il dopocena.
Lei ha preparato degli antipasti semplici e deliziosi che divoriamo bevendoci tutta la bottiglia.
Scote la testa ogni volta che ride e mi piace come le si muovono i capelli ai lati del volto: li trovo sexy.
Ha gli occhi truccati di nero sfumato che mi guardano visibilmente eccitati dalla mia presenza.
Seduta sul bordo della sedia sta molto eretta e sporge il seno all’infuori.
Quando anche l’ultimo boccone scompare dalla tavola, mi alzo e le appoggio le mani sulle spalle massaggiandola piano mentre mi sazio della vista della sua schiena che scompare nella gonna. Le bacio il collo, glielo lecco scorrendo fino al lobo dell’orecchio assecondato dalla sua testa che si inclina per favorirmi. Infilo entrambe le mani nel top e le carezzo entrambi i seni. Lei solleva la testa all’indietro e la bacio affondando la lingua alla ricerca della sua che è calda e morbida. Ha le tette soffici e i capezzoli turgidi.
Si alza, mi abbraccia e mi bacia con fervore. Adesso è lei che mi lecca il collo, mi sbottona la camicia e mi lecca i capezzoli, me li succhia mugolando appena un po’.
Senza troppi preliminari è partita in quarta: si abbassa il top alla vita liberando le tette ben fatte, con le areole rotonde, scure appena un po’ in rilievo ed i capezzoli grossi, laghi quanto lunghi, molto duri.
Mi chino e, a mia volta, le succhio quei capezzoli invitanti che risultano di una consistenza inusuale. Li mordicchio palpandole i seni morbidi, e la pelle nuda dei fianchi.
Le sfilo il top elastico abbassandolo e facendolo scorrere sopra la gonna e poi a terra mentre le bacio gli addominali scolpiti. Le sbottono la gonna e la faccio cadere a terra e, finalmente, accompagnandola con le mani sui fianchi, la giro piano per vedere quel suo culo pazzesco che prorompe verso di me in una forma pressoché semisferica: mai visto chiappe così alte e sporgenti. Con lo sguardo in adorazione, le prendo tra le mani e alla forma corrisponde una consistenza, a dir poco, granitica. Le accarezzo estasiato anche dalla pelle liscia e le bacio con vero piacere, eccitato dalla visione di questo culo soprannaturale. Poi le palpo ancora le chiappe mentre le lecco l’attaccatura tra di loro fino al coccige, ma è praticamente impossibile modificarne la forma pur strizzandole. Un culo che mi lascia senza fiato. Lei si china un po’ e me lo porge con un movimento evidente ed io provo ad allargarle i glutei marmorei con le dita, ma la resistenza è impressionante: solo con decisione riesco a dividere le chiappe e a vedere il tesoro nascosto tra di loro: scuro, come una prugna matura, ha un anello solido, definito che le lecco subito con una certa forza, sempre nel timore che stringa le poderose chiappe e mi catturi la lingua.
Come godo a leccarglielo mentre le allargo con forze le chiappe sode e faccio incursioni sulla fica saporita.
Le è completamente nuda con i tacchi alti che mi eccitano solo a guardarli: ho l’uccello in tiro.
Le accarezzo tutto il corpo sodo, che sprigiona sesso a profusione, la palpo a piene mani con una goduria crescente.
Ma lei è una vera porcellina e si gira verso di me guardandomi con i suoi occhi neri grondanti libidine ed i capelli sulle guance e mi bacia con la lingua serpeggiante, mi succhia la mia, mi morde le labbra mentre con le dita mi spoglia togliendomi pantaloni e boxer che mi ritrovo aggrovigliati intorno alle caviglie e le scarpe indosso: sono un po’ a disagio: temo di inciampare, cadere e fare una figura da fesso.
Preferisco interrompere il bacio e togliermi tutta quella zavorra.
Ora siamo entrambi nudi uno di fronte all’altra e lei si avvicina di nuovo per continuare a succhiarmi voracemente la lingua solo che la differenza di altezza tra noi, non mi consente di strofinarle la mia cappella gonfia sulla sua fica eccitata. Dovrei abbassarmi piegandomi sulle ginocchia, ma lo trovo un po’ ridicolo.
Come al solito la praticità delle donne trova la soluzione più facile: è lei che si abbassa piegando le gambe e tenendole allargate, si aggrappa al mio cazzo con una mano e con l’altra si appoggia ai miei addominali e comincia a leccarmi il frenulo sotto il glande facendomi godere con la lingua e con le labbra rosse che si schiudono e mi succhiano la cappella con movenze lente e calcolate lanciandomi occhiate esplicite per farsi ammirare mentre me lo spompina lentamente con dovizia di leccate. Io la guardo con gratitudine per la posa da porca con le cosce larghe e la fica esposta, oltre la quale si vedono distintamente i suoi piedini calzati dai tacchi altissimi.
La guardo annuendo per incoraggiarla (come se ne avesse bisogno) di continuare, senza perdermi per nulla al mondo neanche un secondo della visione dei movimenti della sua lingua sul mio cazzo che ne gode pulsando. Lo osservo scomparire dentro la bocca mentre le sue belle labbra carnose scorrono sul bordo del glande facendomi impazzire di piacere. Lo sa succhiare veramente bene ed aggiunge carezze generose alle palle che mi stringe delicatamente nel palmo di una mano e tira piano, le massaggia fino a leccarle e succhiarle condividendo le sue premure tra il mio cazzo, ormai in fiamme, e le mie palle che si gonfiano sferzate dalla sua lingua irrefrenabile. Ho il cazzo lucido di saliva come pure le palle ed ho una voglia incontrollabile di venirle in gola. Glielo dico scherzosamente avvertendola che sto per passare il punto di non ritorno e lei in risposta mi afferra stretta la base del cazzo e me lo succhia con decisione, forte e con affondi velocissimi mentre i capelli scorrono sulle sue guance incavate dal risucchio. Mi guarda dritto negli occhi con uno sguardo che sembra invitarmi godere nella sua bocca, e mi aspira come se mi volesse succhiare lo sperma direttamente dalle palle. L’eccitazione ha un picco intensissimo e godo tre volte: nel venirle in bocca e in fondo alla gola, nel guardarla spompinarmi con tanta passione e nel sentire come mugola sonoramente deglutendo il mio sperma.
La fortuna mi ha veramente sorriso: questa morettina è dinamite.
Ho il cazzo ancora che vibra che lei mi trascina ridendo sul letto, mi ci spinge sopra e ricomincia a succhiarmelo di nuovo senza dargli tregua mettendosi di lato permettendomi di guardarla di profilo mentre a quattro zampe, me lo sta divorando nuovamente. Guardo a lungo Sara completamente nuda che mi spompina con gusto, perché mi piace come tiene arcuata la schiena: è una immagine di lei bellissima. Seguo con lo sguardo il suo corpo nudo dalla pelle levigata a partire dal particolare dalla punta dei tacchi neri lucidi (12? 14?) scorrendo lungo i suoi polpacci disegnati, le cosce ben modellate che arrivano alla curva perfetta del culo maestoso, la schiena incurvata verso il basso, con la pancia piatta e le tettine che puntano verso il basso, le spalle musolose, ed il collo delicato con il caschetto con la parte accanto al viso più lunga che carezza le guance incavate che mi succhiano con vigore l’uccello che a sua volta gode.
Una sequenza di dettagli che si ricompongono nella mia mente e mi arrapano.
Sarà che sono un estimatore incallito del guardare il corpo delle donne, ma questo mi aiuta a mantenere forte l’eccitazione ed alta la bandiera.
Ho l’uccello che si è affievolito per qualche attimo, ma si è ripreso alla grande proprio grazie alla visione della sua schiena incurvata e le chiappe inverosimili che ondeggiano mentre lei si diverte a leccarmi le palle e, contemporaneamente, a masturbarmi menandomi il cazzo ben teso. Intanto le carezzo quanto posso di tutta questa prosperità erotica.
Soddisfatta del livello raggiunto, si sposta, sempre sulle ginocchia, e mi para il capolavoro del suo culo poco sopra il mio sesso tesissimo e cala la sua fica madida sulla mia cappella facendola scomparire al suo interno.
Ah, che goduria infinita, questa fica bollente bagnata che mi scopa lentamente, lasciandomi guardare questo culo magnifico che sale e scende in una danza afrodisiaca.
Lo guardo a lungo godendo di quel suo movimento così eccitante e poi gli poso le mani aperte sopra e lo stringo forte e ancora più forte tanto che forse faccio un po’ male, perché Sara si gira e mi rimprovera con lo sguardo, ma la sensazione di quelle chiappe carnose e durissime tra le mani mi fa veramente godere pompandomi il cazzo più duro.
La fica mi sta facendo godere mentre culo è come un maglio cadenzato dal buchetto invitante, che penetrerei assai volentieri appena Sara me ne dovesse dare l’occasione: ho l’impressione che sia strettissimo e incularla deve essere godurioso. Ho delle ondate di piacere nel sentirla mugolare e fermarsi per pochi attimi con tutta l’asta scomparsa dentro di lei. Se continua a trombarmi così vengo di sicuro e siccome sento che sono vicinissimo ad un’eiaculazione d’artificio, le prendo i fianchi e la sollevo piano per tirami la fica sulla bocca e leccargliela: accidenti com’è bollente: la lecco gustandomi il sapore ed il profumo, le succhio il clitoride gonfio e tento di penetrarle l’anello pulsante con la punta della lingua, ma senza risultato, perché ha un buco dl culo stretto e duro che non si lascia violare. Non importa, mi diverto a leccarglielo per eccitarmi e poi, sfruttando il grande vantaggio del corpo minuto, la sollevo e l’appoggio sulla schiena concedendomi la vista della sua fica spalancata ed il culo esposto, ben sollevato con le gambe alte ed i suoi pedi bei piedi, calzati di nero lucido, ai lati del volto.
Le lecco il buco del culo fino a che si concede per un attimo, ma siccome non si dilata più di tanto, ritengo che la scelta di dedicarmi completamente alla sua bella passera carnosa sia la scelta migliore.
Coronata da un perfetto cespuglietto triangolare piccolo e perfettamente rasato la fica di Sara è gonfia ed eccitatissima. Le mie mani sono appoggiate sul retro delle sue cosce e le tengono alte in modo da consentirle di guardare la mia lingua, che le sollazza la fica tutta, la penetra e la fa godere. Sara per la prima volta mi parla durante il cunnilingus e mi incita: “Sì, così!”
La soddisfo volentieri roteando la lingua come una girandola, scorrendo fuori e dentro la fica, sulle cosce e sul pube, che ai lati dei peli è liscissimo. Ansima.
Poi mi tira per la testa sollevandomi fino alla sua per baciarmi vorticosamente con la lingua e porgermi la fica spalancata per scoparla ancora.
Io sono dentro di lei in un attimo le lecco le caviglie mentre l’uccello non le dà tregua. Mi godo la visione lievemente feticista delle scarpe accanto al mio volto e mi muovo con mirata lentezza, alternando alcune rapide successioni diversive: brevissimi movimenti di punta ad affondi mirati che le squassano il ventre dal piacere.
Le sfilo una scarpa e le succhio le dita facendola sorridere e subito mugolare. Faccio scorrere la lingua tra di loro e le lecco il piede moltiplicandole i brividi di piacere. Aumento il ritmo e continuo a succhiarle le dita e leccargliele, mentre le pompo la mia eccitazione nella passera bruna.
Una vagina bagnata e profonda, che mi accoglie, godendo visibilmente, quando le spingo tutto quello che riesco a spingerle del mio cazzo duro dentro, in fondo. Talvolta invece mi stringe trattenendomi la cappella quando gioco a muoverla sull’ingresso della vulva.
Sento che gode, che sta per venire e mi dedico tutto al suo orgasmo cercando di farla godere al meglio con movimenti che esaltano i suoi e accompagnano le sue vibrazioni, gli scuotimenti del corpo e della fica. Ecco che l’orgasmo le esplode dentro e la inonda di piacere mentre il volto le si illumina quasi estatico.
A questo punto mi lascio andare anche io: mi basta poco, sono al limite. Le tasto le tette e, con pochi movimenti decisi, mi alleggerisco di tutte le tensioni del corpo e vengo, vengo bene, eiaculando a fiotti che si spandono caldi dentro di lei, mente lei, felice, sorride.
La mattina di sabato, dopo un sonno denso e ristoratore, Sara mi sveglia baciandomi sulle labbra: è ancora completamente nuda e mi sta addosso con la sua coscia appoggiata su di me, la fica sulla mia coscia ed una mano sul petto. Ha la pelle calda.
Le mie mani scivolano immediatamente a carezzarle le chiappe per verificare se sono veramente sode come mi è sembrato di sentire ieri notte ed ho la conferma: il culo è sempre duro e rotondo come ieri.
Lo palpo senza vergogna e le ricambio il bacio infilandole la lingua tra le labbra.
Sara si stupisce un po’ della reazione repentina e, soprattutto sorride non appena sente il mio uccello ergersi rapidamente accanto alla sua coscia liscia.
Lei mi carezza il volto ed io le bacio le dita e le prendo in bocca, facendole sentire la mia lingua calda e scorrevole tra le dita, per farla eccitare (funziona quasi sempre).
Sara non aspetta e si mette le dita bagnate della mia saliva nella sua bocca e le succhia, guardandomi eccitata, e le bagna teatralmente e abbondantemente anche con la sua per poi portarsi la mano grondante alla passera e lubrificarla per accogliermi subito e farsi penetrare immediatamente. Adoro questa porcellina siciliana. Con un balzo è sopra di me che sono già pronto e teso per soddisfare le mie voglie mattutine e le sue di riflesso.
Le stringo i capezzoli rudi tra le dita mentre le palpo le tette. Le faccio prendere il ritmo che preferisce, tanto è brava nel guidare le danze; infatti, le basta poco a farmi mandare su di giri rapidamente: sono già a buon punto quando le carezzo la schiena e il culo (che culo!) e la trattengo su di me per venirle ancora una volta dentro con il mio sperma caldo, fresco di giornata.
Che sveglia efficiente: rapida e goduriosa.
Mi bacia ancora rimproverandomi con un bel sorriso di aver fatto troppo in fretta, ma non fa nulla: ha fame e quindi dopo il risveglio a base di sesso caldo e palle strapazzate ci gettiamo su caffellatte e biscotti.
scritto il
2022-11-22
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