Le abitudini sessuali in un condominio di periferia.
di
Vandal
genere
etero
Le abitudini sessuali in un condominio di periferia.
Ore 8 del mattino. Emanuel Alonzo è un bel ragazzo sui vent'anni, figlio di Jane Pena, l'amministratrice del condominio 3 C, nel quartiere Lavanda. Fisico asciutto, occhi azzurro cielo, carino quanto basta, ne' grasso, nè magro. Lui fa un po' il factotum nel condominio: riparazioni di idraulica, elettricista, meccanico, faccende varie.
"Ok mamma, io esco" dice Emanuel uscendo come un tornado
La madre lo vede di sfuggita, con indosso quella sua tuta grigia da meccanico, senza maniche e vistosamente aperto sul suo torace da atleta "Potevi metterti una maglietta?" ma lui è già sparito, verso le sue mansioni da factotum.
Jane si stringe nelle spalle, si guarda allo specchio, si rassetta un po' slacciandosi la camicetta fintanto che si riesce ad intravedere il bordo pizzo del suo reggiseno
Guarda fugacemente l'orologio appeso al muro della cucina. Orario perfetto. Due gocce di profumo nel punto giusto e... Suonano alla porta.
Emanuel entra nell'appartamento della signora Hilde. Una donna di classe, dal fiero portamento eretto, ex modella, ex giornalista di moda, sessant'anni ma un fisico da quarantenne. Capelli lunghi biondo cenere che le ricadono sulle spalle, occhi neri, volto da diva del cinema anni 50. Un bel sedere e un seno che non supera la misura tre.Punti e linee al punto giusto. Indossa un vestito lungo blu, stretto, che lascia intravedere che, sotto, non indossa nulla.
La signora Hilde lo fa passare, lo osserva mangiandosi il labro, lo divora con gli occhi. In basso, tra le gambe, un solletico che non prova da anni.
Lo guarda lavorare, ne studia i lineamenti, i nervi che si tendono, i muscoli delle sue braccia. Aspetta che finisce di lavorare "Ecco fatto" dice dopo essersi lavato e asciugato le mani "Le serve altro?"
E lei risponde "Sì" e si fa scivolare il vestito ai piedi, rimanendo nuda davanti a lui
E lui, a bocca aperta e l'interessa che si risveglia di colpo. E dire che, si era fatto più di un pensiero sulla signora Hilde. Ogni volta che le chiedeva di andare in bagno, lui correva, si chiudeva dentro e poi, si masturbava come un maniaco pervertito
Si preoccupava di pulire tutto e poi, come se nulla fosse, tornava a completare il lavoro.
E la signora Hilde, che non è una persona ingenua, ha capito tutto e, così, decide di affrontarlo a muso duro e vedere come reagisce "Ora, invece di correre in bagno a segarti, che ne diresti di sfogarti su qualcosa di vero e passionale?"
Emanuel pensa che la signora Adelma del terzo piano, può aspettare ancora un po' per le sue tubature.
Si slaccia la casacca e la lascia cadere a terra, rivelando di avere indosso solo dei boxer. Si avvicina con timore reverenziale, le mani quasi tremano. Le appoggia ai fianchi, ne sente la pelle liscia, la accarezza, sale fino alle tette, si abbassa, succhia i capezzoli. Lei lo afferra per le mano e lo guida fino in salotto, lo fa sdraiare sul tappeto, gli estrae il sesso. Sorride, lo accarezza, lo annusa. Lui, puntellato sui gomiti, sente crescere il desiderio. Lei lecca avida, lo ingoia. Un’esperta coi fiocchi. Sublime arte del sesso. Poi smette e si impala su di lui, lo cavalca selvaggiamente, dimenandosi come una selvaggia amazzone d’altri tempi. Emanuel cerca di contenere quella furia selvaggia che si sta divorando il suo cazzo. Nella testa gli esplodono mille pensieri mentre una fitta dolorosa gli perfora i fianchi, il segnale che sta per venire “Trattieni più che puoi” dice lei
E lui trattiene. Trattiene. Trattiene…
Jane saluta il suo visitatore con un bacio sulla guancia. Il signor Baldo, anni cinquanta, timido impiegato divorziato. Sembra uno sfigato ma, ha sotto un martello non indifferente. Sorride infilandosi cinquanta euro nel barattolo dei biscotti che tiene nello scaffale in alto.
Una rinfrescata alla passera e lì, seduta a far i sudoku mentre aspetta il prossimo cliente
Si chiede cosa stia facendo Emanuelito. Un ragazzo così vigoroso. Chissà quante femmine gli correranno dietro?
Stesi uno di fianco all'altro, complici le edita intrecciate. Ansanti, felici. Sperma che stilla a goccia sul ventre del giovane "Così è molto meglio, non trovi?"
Lui annuisce "Oh sì"
"Bene" si sposta verso di lui e gli succhia il cazzo, asciugandogli ogni millilitro di liquido "Allora, diciamo che domani mattina alla stessa ora, vieni a sistemarmi un'altra tubatura"
Emanuel con la faccia trasognata, caracolla fino al terzo piano. In tasca avverte la presenza di un rotolo di banconote. Ne estrae due pezzi da cento e un foglietto "Grazie del giro. Alla prossima"
La signora Adelma apre in vestaglia rossa e intimo in pizzo. Ha il corpo pieno, in carne, il seno prosperoso e un culo da perdersi dentro. Capelli rossi, labbra tinte di fuoco, a suo modo piacente. Emanuel a bocca aperta la fissa. Lei quasi lo afferra con una voglia tremenda di sesso e dolore “Niente guasti giovanotto. Solo un’insaziabile voglia di scopare”
Ed Emanuel pensa =Se va avanti di questo passo, finisce che lo faccio per mestiere =
=Fine prima parte =
Ore 8 del mattino. Emanuel Alonzo è un bel ragazzo sui vent'anni, figlio di Jane Pena, l'amministratrice del condominio 3 C, nel quartiere Lavanda. Fisico asciutto, occhi azzurro cielo, carino quanto basta, ne' grasso, nè magro. Lui fa un po' il factotum nel condominio: riparazioni di idraulica, elettricista, meccanico, faccende varie.
"Ok mamma, io esco" dice Emanuel uscendo come un tornado
La madre lo vede di sfuggita, con indosso quella sua tuta grigia da meccanico, senza maniche e vistosamente aperto sul suo torace da atleta "Potevi metterti una maglietta?" ma lui è già sparito, verso le sue mansioni da factotum.
Jane si stringe nelle spalle, si guarda allo specchio, si rassetta un po' slacciandosi la camicetta fintanto che si riesce ad intravedere il bordo pizzo del suo reggiseno
Guarda fugacemente l'orologio appeso al muro della cucina. Orario perfetto. Due gocce di profumo nel punto giusto e... Suonano alla porta.
Emanuel entra nell'appartamento della signora Hilde. Una donna di classe, dal fiero portamento eretto, ex modella, ex giornalista di moda, sessant'anni ma un fisico da quarantenne. Capelli lunghi biondo cenere che le ricadono sulle spalle, occhi neri, volto da diva del cinema anni 50. Un bel sedere e un seno che non supera la misura tre.Punti e linee al punto giusto. Indossa un vestito lungo blu, stretto, che lascia intravedere che, sotto, non indossa nulla.
La signora Hilde lo fa passare, lo osserva mangiandosi il labro, lo divora con gli occhi. In basso, tra le gambe, un solletico che non prova da anni.
Lo guarda lavorare, ne studia i lineamenti, i nervi che si tendono, i muscoli delle sue braccia. Aspetta che finisce di lavorare "Ecco fatto" dice dopo essersi lavato e asciugato le mani "Le serve altro?"
E lei risponde "Sì" e si fa scivolare il vestito ai piedi, rimanendo nuda davanti a lui
E lui, a bocca aperta e l'interessa che si risveglia di colpo. E dire che, si era fatto più di un pensiero sulla signora Hilde. Ogni volta che le chiedeva di andare in bagno, lui correva, si chiudeva dentro e poi, si masturbava come un maniaco pervertito
Si preoccupava di pulire tutto e poi, come se nulla fosse, tornava a completare il lavoro.
E la signora Hilde, che non è una persona ingenua, ha capito tutto e, così, decide di affrontarlo a muso duro e vedere come reagisce "Ora, invece di correre in bagno a segarti, che ne diresti di sfogarti su qualcosa di vero e passionale?"
Emanuel pensa che la signora Adelma del terzo piano, può aspettare ancora un po' per le sue tubature.
Si slaccia la casacca e la lascia cadere a terra, rivelando di avere indosso solo dei boxer. Si avvicina con timore reverenziale, le mani quasi tremano. Le appoggia ai fianchi, ne sente la pelle liscia, la accarezza, sale fino alle tette, si abbassa, succhia i capezzoli. Lei lo afferra per le mano e lo guida fino in salotto, lo fa sdraiare sul tappeto, gli estrae il sesso. Sorride, lo accarezza, lo annusa. Lui, puntellato sui gomiti, sente crescere il desiderio. Lei lecca avida, lo ingoia. Un’esperta coi fiocchi. Sublime arte del sesso. Poi smette e si impala su di lui, lo cavalca selvaggiamente, dimenandosi come una selvaggia amazzone d’altri tempi. Emanuel cerca di contenere quella furia selvaggia che si sta divorando il suo cazzo. Nella testa gli esplodono mille pensieri mentre una fitta dolorosa gli perfora i fianchi, il segnale che sta per venire “Trattieni più che puoi” dice lei
E lui trattiene. Trattiene. Trattiene…
Jane saluta il suo visitatore con un bacio sulla guancia. Il signor Baldo, anni cinquanta, timido impiegato divorziato. Sembra uno sfigato ma, ha sotto un martello non indifferente. Sorride infilandosi cinquanta euro nel barattolo dei biscotti che tiene nello scaffale in alto.
Una rinfrescata alla passera e lì, seduta a far i sudoku mentre aspetta il prossimo cliente
Si chiede cosa stia facendo Emanuelito. Un ragazzo così vigoroso. Chissà quante femmine gli correranno dietro?
Stesi uno di fianco all'altro, complici le edita intrecciate. Ansanti, felici. Sperma che stilla a goccia sul ventre del giovane "Così è molto meglio, non trovi?"
Lui annuisce "Oh sì"
"Bene" si sposta verso di lui e gli succhia il cazzo, asciugandogli ogni millilitro di liquido "Allora, diciamo che domani mattina alla stessa ora, vieni a sistemarmi un'altra tubatura"
Emanuel con la faccia trasognata, caracolla fino al terzo piano. In tasca avverte la presenza di un rotolo di banconote. Ne estrae due pezzi da cento e un foglietto "Grazie del giro. Alla prossima"
La signora Adelma apre in vestaglia rossa e intimo in pizzo. Ha il corpo pieno, in carne, il seno prosperoso e un culo da perdersi dentro. Capelli rossi, labbra tinte di fuoco, a suo modo piacente. Emanuel a bocca aperta la fissa. Lei quasi lo afferra con una voglia tremenda di sesso e dolore “Niente guasti giovanotto. Solo un’insaziabile voglia di scopare”
Ed Emanuel pensa =Se va avanti di questo passo, finisce che lo faccio per mestiere =
=Fine prima parte =
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