L’s story. Capitolo 2/B

di
genere
dominazione

A. “Guarda che belle scarpe? Ti piacerebbero?” mi chiede passando di fronte ad una vetrina.
L. “Oh, sì padrone… adoro le scarpe” risposi.
A. “Allora, adesso giochiamo alla fidanzata troia con l’amante clandestino: quando espongo le mie schiave mi piace che provochino gli uomini, fino a farli impazzire, per poi magari non concedere niente”.
Continua: “Ora ci scegliamo un bel commesso, tu farai un po’ la zoccola con lui e se ti darà il suo numero ti comprerò le scarpe. Bada che non devi chiederglielo però, deve essere lui a proporsi, ok?”

Ho gli occhi spalancati per la novità, mi sento inquieta e imbarazzata, ma mi lascio condurre all’interno.
Appena entrati veniamo avvicinati da un bel ragazzone sulla trentina, biondo.
Commesso: “Posso esservi utile?”
A. “Si, vorrei farle provare quelle scarpe da sera in vetrina” dice indicando due scarpe nere con il tacco a spillo, molto sexy.
Mi fa sedere su uno sgabello defilato ed il ragazzo rimane un attimo interdetto quando, seduto più in basso com’è, capisce di avere una buona visuale.
Ho finalmente capito lo scopo di questo esercizio e cerco di ubbidire a questa nuova umiliazione: schiudo leggermente le gambe. Ora di sicuro dal basso vede la balza delle calze e la mia patatina. Tengo gli occhi bassi, umile.

Adelmo si allontana, fingendo di guardare altri articoli ma rimanendo sempre a portata d’orecchio e posizionandosi davanti ad uno degli specchi lunghi fino a terra che ci sono in tutti negozi di scarpe, così da poter vedere qualche succede.
Il ragazzo è in difficoltà i primi minuti, ma questo stato svanisce vedendomi rossa in viso: ha capito che mi sto mostrando apposta. Dopo poco, la patta dei suoi calzoni si gonfia: vedendomi desiderata mi emoziono, mi bagno un po’, provo disprezzo per me stessa, ma mi sento anche realizzata.

Sussulto quando una sua mano mi sfila una scarpina, ma mi controllo per ubbidire e lasciarlo fare.
Commesso: “Va bene, signorina?” chiede alzando lo sguardo, beandosi dello spettacolo di me con un piedino, tenuto un po’ in alto dalle sue manone, per infilare la nuova calzatura e l’altro a terra: sono aperta per lui, davanti a lui. Con la vocina che trema rispondo: “S… sì… direi di sì, costano molto?”.
Commesso: “Beh sì, ma sono di ottima qualità, vuole farle vedere al suo fidanzato?”
L. “Veramente non è il mio fidanzato”, rispondo con un sussurro per quello che il commesso penserà di me.
Commesso: “Ah, davvero? Ma guarda… ” dice il ragazzone con un sorriso allusivo da porco, mentre resto aperta e in mostra per lui: non riesco a guardarlo per l’imbarazzo, resto zitta, fissando con grandissima attenzione la moquette.
Commesso: “E invece il suo fidanzato ufficiale lo sa che lei esce con altri? O forse invece non la vedrà mai indossare delle decolleté così sexy?”
L. “No, no, le vedrà glielo assicuro!” rispondo di getto e in visibile affanno, mentre il ragazzone fissa ormai apertamente l’apertura tra le mie lunghe gambe.

Infilando la seconda scarpina, fa come se faticasse a entrare.
Commesso: “Non le entra bene, eppure è il 37, il suo numero. Mi permette?” E senza aspettare risposta si insinua un po’ di più tra le mie gambe, come per prendere meglio il piedino.
La minigonna sale completamente e mi ritrovo con le parti intime completamente esposte agli occhi del commesso.
Commesso: “Oh signorina, sa che ha davvero delle belle gambe? lei è la cliente più bella che sia mai entrata: per il viso, per il suo corpo perfetto e... per la sua bellissima… figa: e con queste sarà ancora più bella!”

Il ragazzo è molto eccitato, lo vedo chiaramente dal bozzo al centro dei pantaloni attillati che indossa.
La situazione sta diventando incandescente… per cercare di sfuggire, indossate entrambe le scarpe, mi alzo svelta.
Ma Adelmo arriva subito per timore che io scappi.
A. “Come ti stanno? Ti pare che ti slancino?” chiede, mentre mi fa girare su me stessa.
Poi, rivolto al ragazzo, cerca di aiutarmi a raggiungere l’obiettivo: “Le faccio io dei regali, perché il suo fidanzato ufficiale non lo vede mai, è sempre in viaggio, così cerco di renderla sexy anche per lui”.

Il ragazzo mi mangia con gli occhi, valutandomi dalle dita dei piedini alla punta dei capelli, ipnotizzato.
Commesso: “Certo signorina, vedrà che con queste il suo ragazzo non la lascerà più sola o… almeno lei troverà tanta altra compagnia”
Adelmo mi rivolge uno sguardo duro che vuol dire “Adesso invoglialo!”.
Capisco che non ammette repliche, mentre lui torna lontano a far finta di guardare altro.
Con un visibile sforzo riusco a rispondere:
L. “Eh, parli bene tu, ma vedrai lunedì, chi lo vede più? E stasera a poker con gli amici, e domani si dorme tutto il giorno, e le scarpe? Con chi esco per farmi vedere un po’ in giro?”
Commesso: “Beh, se ha bisogno di un accompagnatore io sarei disponibile, poi lunedì il centro è chiuso. Me ne intendo di scarpe sa?”
L. “Mah! non so, non sono quel tipo di ragazza”
Commesso: “E allora perché mi ha fatto vedere tutto? Crede che non abbia capito che lo ha fatto apposta?”
Ripiombo nel silenzio, umiliata, cercando di assorbire il colpo.

Commesso: “Guardi, non lo dirò a nessuno, le do il mio numero, mi chiami; io non la trascurerò”
Sentito questo Adelmo torna verso di noi, vedendomi armeggiare con un foglietto, che nascond velocemente.
A. “Allora hai fatto? Quanto costano?”
Il ragazzo spara il prezzo.
A. “Accidenti, no sono troppo costose, mi dispiace”
Commesso: “Ma vede” il ragazzo balbettava ed era in preda al timore di perdere l’occasione di rivedermi: “Posso parlare con il capo e farle ottenere uno sconto?”.

Senza aspettare risposta lo vedo allontanarsi e parlare fitto fitto con un signore alla cassa. Mi squadrano al millimetro, poi il ragazzone torna.
Commesso: “Ecco, se la signorina accetta di farsi fare poche fotografie per reclamizzare il negozio, potremmo accordarle uno sconto del 50%”
A. “Ah, molto meglio così, allora le prendo. Tu fai quel che ti dice questo gentile ragazzo, faccio subito” dice Adelmo, facendomi segno con due dita aperte di riaprire le gambe, mentre va verso la cassa.

Di nuovo umiliata, ubbidisco e il titolare raggiunge subito ragazzo con una macchina fotografica.
La vociona del padrone, mi comanda: “Allora signorina, alzi la minigonna tutta su e socchiuda le gambe. Sorrida”.
Ubbidisco… sollevo la mini fino alla pancina, come fanno le bambine… tremo, ma sorrido a ben 4 click… click… con la farfallina depilata perfettamente in mostra.
Il titolare se ne va, tutto contento. Il commesso mi fa sedere di nuovo, mi sento sporca, sono distrutta.

Commesso: “Allora signorina, posso sperare di rivederla e accompagnarla per una passeggiata con le sue nuove scarpe?”, chiede strizzando l’occhio.
Non riesco più a dire niente, lascio che il commesso mi apra completamente le gambe per togliermi le scarpe.

Adelmo torna e usciamo, ma appena svoltato l’angolo scoppio in lacrime.
A. “Visto come si fanno gli acquisti? Gli fai vedere qualcosa, gli dai qualche speranza, e quello ti regala metà scarpe; ora sarà in bagno a tirarsi una bella sega, vedrai”
L. “Sì signore, ma è stato molto umiliante, mi sento una sporcacciona”.
A. “Vediamo” dice lui, portandomi in un angoletto un po’ nascosto e mettendomi una mano sotto la gonna.
A. “Sarà stato umiliante ma sei fradicia. Ti è piaciuto venire ripetutamente umiliata, ammettilo apertamente”.

Ho gli occhioni umidi del pianto ma, dopo qualche istante, faccio di sì con la testa evitando lo sguardo del mio nuovo padrone. Lui mi asciuga il viso con un fazzolettino preso dalla bustina.
A. “Nonostante tutto, sei stata brava, è stato divertente. Al prossimo gioco non voglio che pensi ad altro che al fatto che sei inferiore. Capito? Vedrai che così piano piano ubbidirai a queste cose in modo naturale, sempre vergognandoti e sempre senza diventare troia”.
Non ho scampo, ad ogni nuovo gioco capisco che Adelmo mi entrava nel cuore e nel cervello, ormai mi conosce meglio di me stessa.
L. “Lo… lo prometto, padrone, ce la metterò tutta per… per ubbidire a tutto e… e… (quasi un sussurro) e a tutti”.

Continua
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2022-12-13
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