L’s story. Capitolo 2/C

di
genere
dominazione

A. “Bene, che ne dici di fare sul serio ora? Ce ne andiamo al sexy shop?”
L. “Quello che decide lei è per il mio bene… ormai ne sono quasi convinta” rispondo con un tremolio nella vocina.
Era vicino, entriamo e si rivolge al commesso “Mi scusi, vorrei acquistare alcuni vibratori per questa fidanzata di un amico, ci può mostrare qualcosa?”
Il commesso ci guarda sorpreso:
Commesso2: “Certo signori, seguitemi”
A. “Sa, è molto irrequieta e lui viaggia molto, così spero si calmi quando avrà bisogno”
Commesso2: “Certo signore, abbiamo dei modelli molto efficaci, se mi passa il termine. Ecco, questo vibra solamente, questo si muove avanti e indietro, questo invece esegue delle rotazioni. Entrambi sono di materiale molto simile alla carne”
A. “Belli, ti piacciono L.?”
L. “Beh… s… sì” rispondo, di nuovo rossa in volto, non so dove Adelmo vuole andare a parare e devo essere imbeccata.
A. “Devi sceglierne tre o quattro, come li vuoi? Grandi? Pensa a quando ti masturbi, che movimento ti piace?”.

Nel negozio ci sono altri quattro clienti che, incuriositi e colpiti da quella splendida ragazzina (io), fanno in modo di stazionare nei paraggi. Spero davvero che il pavimento si apra per sprofondarci dentro
A. “Beh… lo voglio grande sì, e mi piace la vibrazione, e anche la rotazione, mentre l’avanti – indietro posso farlo io”, dico con un evidente sforzo.
Commesso 2. “Se vuole signore c’è il modello di lusso: vede, son 21 cm e fa tutti i movimenti. Inoltre, ha delle cinghie che possono bloccarlo quando è inserito nella vagina. Infine, c’è un telecomando che potrebbe utilizzare lei”, propone.
A. “Uh, bello questo eh?” dice porgendomelo. “Avanti, guarda se ti piace, provalo almeno con la bocca… Può provarlo in bocca, vero? Sa, è emiliana e la bocca è una sua specialità”.

Ora Adelmo va sul pesante: è chiaramente una prova… ma anche una umiliazione totale per me. Mi faccio forza, un sorriso forzato e prendo quel fallo così grande e – lo ammetto – bello. Provo a stringerlo con le manine, per inserirlo infine nella bocca. Succhio, mentre Adelmo prova il telecomando.
Commesso 2: “Signorina lei è bella, ma diventa bellissima... specialmente mentre lo succhia in bocca”.

Mi gira la testa per la vergogna, vado in confusione, combatto una difficile battaglia con me stessa cercando di pensare a quanto mi ha insegnato.
A. “Non ha anche qualcosa per il culo? Forza cara, spiega al signore qual è il tuo problema”
Attimi di silenzio… Mi aggrappo a uno scaffale per timore di cadere dallo sconvolgimento. Abbasso lo sguardo mentre con un filo di voce improvviso:
L. “Beh, vede, dietro l’ho fatto, ma a volte mi fa male, non provo piacere”.
Commesso 2: “Si signorina, vede per un rapporto anale è necessario usare molto lubrificante, inoltre può abituare lo sfintere inserendo dei falli anali bloccabili con laccetti, ce ne sono di varie misure. Questo è piccolo, ma con un ciuffo che cade per fare da coda. Questo è sempre piccolo, senza coda, e può indossarlo anche sotto i vestiti, tutto il giorno: vedrà che in breve si abituerà e le piacerà tantissimo… come è giusto sia per una che ha… che ha un lato B come il suo”.
L. “Ma… non so, ho un po’ paura”

A. “Ma no, cara” interviene Adelmo “Scusate voi…” dice coinvolgendo gli altri che ormai sono abbastanza avvicinati “…potete farle coraggio?”
“Certo!” dicono i quattro, che non aspettavano altro.

Avventore 1: “Io lo faccio spesso con mia moglie: signorina, lei ha un culo fantastico e dovrà farlo più spesso, anche con altri uomini… vedrà che poi diventa bello, deve solo abituarsi ed usare molto lubrificante.”
Avventore 2: “Sì, sì – fa un altro – è molto importante che lei provi con uomini diversi, sa?”.
Avventore 3: “Si faccia coraggio: se qualche volta le piace vuol dire che le manca solo esercizio… ma non avrà difficoltà a trovare tanti uomini gentili che la abitueranno… anzi, se vuole…”.

Per fortuna, il commesso interrompe: “E’ ottima l’idea di indossare quelli bloccabili tutto il giorno, deve assolutamente prendere almeno uno piccolo e cominciare”.
Mi sento morire per la vergogna. Tremo senza controllo. Mi accorgo di essere di nuovo fradicia e non capisco perché… non capisco più niente. Adelmo si accorge che sto per avere una crisi, mi allontana dal gruppo mettendomi in “castigo”: in un angolo, viso contro il muro per vedere più nessuno.

Va dal commesso, lasciandomi sola, a calmarmi, per far mettere nella nostra busta i due piccoli falli bloccabili con laccetti.
Torna da me, mi sussurra a un orecchio: “Brava, diventerai un’ottima schiava. Piaci a tutti, lo hai visto? Vedi quanto sarai utile agli uomini? Non sei inutile, lo capisci? Ancora qualche minuto e poi un’altra, bella umiliazione per te”.
Mi sorride, dolce, gentile.

Più calma, senza più tremare, ricambio il sorriso. Era vero, potevo essere utile a tanti, piacevo moltissimo a tutti.
Adelmo riprende: “Bene, bene, e vestitini sexy ne avete?”
Commesso 2: “Certo signore, da questa parte”, e Adelmo mi prende per mano portandomi verso una serie di manichini. Valuta molti vestitini, che a me sembrano da prostituta, poi:
A. “Dovresti provarli però, cara; prova questi tre così decidiamo. Mi scusi, è possibile farlo con tranquillità?”
Commesso 2: “Certo signore, potete accomodarvi di là” dice indicandoci una stanza.

I quattro avventori lo guardano speranzosi.
A. “Senti cara, ti andrebbe di avere una giuria? Così sarai più sicura di riuscire a far divertire gli uomini… Decideremo in sei quale è il migliore, va bene?”
Taccio, di nuovo in panico per la prossima umiliazione. Così, con la scusa di darmi un bacetto, mi sussurra: “Mi sa che non stai pensando a quello che devi. E sicuramente hai ancora i segni della mia cintura sul tuo sedere… non ne vuoi ancora vero? Forza!”.
Mi lascia qualche istante per calmarmi e rifare l’esercizio. Mi applico, torno docile, lui chiede al gruppetto: “Cortesemente, volete fare da giuria per un abito speciale per questa stupenda signorina?”
“Certo!” dicono tutti esultando in coro.
A. “C’è un problema però, io non so se posso comprargliene uno e potrebbe rimanerci male, poi anche il padrone del negozio, se non compriamo niente…; voi potete aiutarmi?”
Capiscono l’antifona: per vedere lo spettacolo devono regalare il micro vestito alla ragazza, ma accettano con entusiasmo.

Prima di entrare nel camerino, mi stringo al braccio del mio padrone approfittando di un momento soli noi due:
L. “Padrone, devo veramente mostrarmi nuda davanti a questi? Mi sembra di essere in vendita così…”
A. “Certo L., so che sono dei bavosi e che ti sto praticamente vendendo, ma sarò buono e per ora non ti chiedo di fare niente che tu non voglia… Sei obbligata solo a farti vedere, altrimenti la cinghia… serve per piegarti la volontà, per educarti un po’ alla volta, capisci? Li fai sbavare un po’, vedremo come ti senti e alla fine ti faranno un regalino”.
Più calma, ma conscia che sarò di nuovo umiliata, vado nello spogliatoio. Combattuta, ci metto il tempo necessario a cambiarmi e … calmarmi. Mi sforzo di convincermi che è giusto per me e loro diritto vedermi nuda o poco vestita… esco.

A. “Che ne dite?”
Sto meglio, agisco in maniera abbastanza naturale, anche perché ho scelto il vestitino più castigato (si fa per dire): una sorta di babydoll nero, che mi arriva appena sotto le natiche.
Eseguo una lenta giravolta mostrandomi al gruppo dei sei, sapendo che comunque sotto c’è una sorta di body molto sgambato, ma che mi copre le parti intime.
Realizzo di avere attorno sei uomini tutti in erezione: il loro desiderio mi fa felice, mi fa sentire importante… sto cambiando troppo velocemente!

Avventore 1: “Beh si, non sappiamo i vostri gusti ma questo è molto tranquillo, vediamo gli altri”.
Torno dentro, indosso un vestito che mi copre interamente, dalla testa ai piedi, ma è di chiffon, cioè totalmente trasparente.
Compreso nel prezzo c’è un micro perizoma, con un triangolino e basta, che mi copre appena la patatina.
A. “Vieni cara, fatti vedere meglio”
“Bello questo!” applaudono tutti quanti.
Adelmo mi avvicina di più ai sei: ha capito che mi sto bloccando e mi guida: mi muove dolcemente davanti a ciascuno, ruotare su me stessa, chinarmi, alzare una gamba… il tutto per rendermi sexy per quelli.

Sussulto quando due cominciano ad accarezzarmi le cosce e il culetto che avevano a pochi centimetri da loro: mi controllo, cerco gli occhi di Adelmo per ricevere aiuto… niente, mi guarda in modo da ordinarmi di lasciarli fare. Ma vedo le loro erezioni e mi calmo, mi sento realizzata.
“Stupenda” ... “Piccola e bellissima” … “Questa è meglio di Miss Italia… e come ubbidisce!” … “E’ completamente bagnata... è fradicia... sembra le piaccia essere umiliata!”.

Poi è la volta di un micro-abitino bianco a rete, va indossato senza niente sotto così tutti possono vedere tutto. Lo metto: sia il mio piccolo seno sia la mia passerina sono in bella mostra per tutti.
Mi rendo conto che sto proprio cambiando … forse sto vincendo la mia battaglia interiore: non vado in crisi anche se sono, come al solito, rossa in viso… Dò corso a una specie si camminata ondeggiante lenta, mentre i sei colgono ogni occasione per palpeggiarmi quando gli vado vicino.

Avventore 2: “Avete sentito? Geme di piacere!”, dice uno più audace che mi ha inserito un dito nella fessurina.
Il terzo, da dietro, mi stringe a sé strusciandomisi contro: sento una durissima erezione.
Avventore 4: “Figa spaziale, anche se piccolina è tutta in proporzione, ha un corpo perfetto”, dice un terzo.
A. “Brava, bravissima! vi rivelerò un segreto, signori. M è un’aspirante schiava di piacere per uomini. Ha tanta strada da fare, ma sta migliorando di giorno in giorno! Avete visto come vi ha lasciato fare, rassegnata a ubbidire e servire?”

Adelmo mi stacca da un groviglio di mani, facendomi inginocchiare davanti a tutti. Rimango seduta pudicamente, con le gambe ripiegate sotto di me, tornando a guardare un punto indefinito della moquette.
Non ho più l’espressione sconvolta, ma rassegnata sì: uno sguardo sereno e indifferente, mentre mi metto a posto i capelli.

A. “Allora che ne dite?”
Nasce una lunga discussione e alla fine optano per il secondo, il vestito completo: è quello più usabile, per diverse occasioni, e dicono che l’effetto vedo-non-vedo è fantastico.

Appena mi fa alzare per uscire, vediamo i quattro correre verso i vicini servizi: chissà cosa vanno a fare…
A. “Allora L, cosa ne dici delle tue prime esperienze? Ti piace fare la schiava?”
L. “Non lo so bene, padrone… la seconda volta son stata più brava?”
A. “Direi proprio di sì. Hai visto che pensando alle cose giuste è più facile? Vedrai che Luigi sarà contentissimo anche di oggi… e forse i tuoi acquisti d’ora in poi te li farà fare così”.
L. “Ommamma! Sa che la settimana passata mi ha fatto fare le stesse cosa della lezione, da soli noi due?”.
A. “Ah… e avete fatto proprio… tutto? Anche quell’esercizio che hai scelto liberamente di fare alla fine?” mi chiede sorridendomi dolcemente.
Abbasso gli occhi, resto zitta e annuisco con la testa.

A. “Ti mangerei quando sei così pudica… Ti mangerei a morsi… hai ridotto anche me in uno stato pietoso… ma stasera non c’è il tempo. Ti ho già fatto godere accarezzandoti… E poi non è adatto a una ragazza inferiore farlo solo nel modo dolcissimo di sabato scorso. Lo capisci vero?”, chiede mentre mi appoggia una mano sul sedere, palpandomelo pesantemente davanti a tutti.
L. “Sì, me l’aspettavo, Luigi me l’aveva anticipato… lo capisco, però…”
A. “Però cosa?”
Silenzio, non ho ancora il coraggio, e penso che non stia proprio bene che sia io a chiedere. Non aggiungo altro, ma mentre arriviamo al garage del centro Commerciale mi molla un fortissimo e sonoro sculaccione sul sedere.
L. “Ahi!”

Ma gli sfugge un sorriso che cerca invano di nascondere: sì, decisamente gli piaccio.
A. “Ti riporto a casa da tua mamma, ma se vuoi essere usata devi offrirti a me. Senza parole, senza sfacciataggini, senza prendere l’iniziativa… ma devi trovare da sola il modo per far capire al tuo padrone che saresti onorata di servirmi sessualmente, ok?”
L. “S… sì... ho capito… ha ragione, come sempre”.

Saliti in macchina, mi apro il cappottino da sola e alzo leggermente la gonna: sto imparando, cerco di offrirmi a lui senza chiedere.
Mette un cd di musica italiana romantica (lo ha comprato apposta per me?) e, mentre guida, canticchia sereno, facendo finta di non capire.
A metà percorso apro un po’ le gambe, gliela faccio spontaneamente vedere.
Stavolta mi guarda e, credo per mettermi alla prova, mi dice solo un:
A. “Però, come sei bagnata! Quanta voglia di cazzo, eh?”. Io abbasso il capo, ma non mi copro.
Voglio essere brava, cerco proprio di applicarmi.

Quando arriviamo sotto casa mia, un povero palazzo in una cittadina di provincia, sono delusa dal fatto che non mi ha voluta, ma è scuro e non sono sicura della sua espressione. Non scendo, non mi ha ancora dato il permesso di farlo. In silenzio, abbassa la cerniera dei pantaloni mettendo in mostra una splendida erezione.
A. “E va bene, te lo sei meritato. Forza, fa presto!”.
Chino la testa sul suo uccello… e faccio il mio dovere: non si controlla… viene presto, nella mia gola… sono sicura che è un’altra prova, ma sono felice.
Il suo seme ha un sapore forte, più forte di tanti che ho assaggiato fin da piccola, sicuramente molto più forte di quello di Luigi.

A. “Brava, davvero… Ora a casa da mamma e studia, non farti bocciare anche quest’anno! Ci vediamo sabato prossimo”.

Continua
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2022-12-13
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