L’s story. Capitolo 4. In balera, per andare… all’università
di
Laras
genere
dominazione
La scuola è cominciata, quest’anno non devo prendere il bus dal paese ogni giorno. Non riesco a stare attenta, penso continuamente all’amore, ai miei sogni romantici, ai miei due uomini: Luigi, il mio fidanzato, e Adelmo, che mi insegna ad accettarmi… Mi han già bocciata tante volte, credo succederà anche quest’anno. Vado vestita da contadina, come quando andavo a scuola col bus dal paese: sembro una palla ambulante. Le compagne mi disprezzano, mi prendono in giro, mi fanno scherzi… alla fine dell’anno scorso mi han persino picchiata e vi spiego perché.
Luigi mi aveva appena scelta come fidanzata, mi iscrisse al concorso per Miss Ragioneria, mi fece indossare un micro-bikini composto da tre triangolini di cotone bianco e il resto fili. Ho vinto battendole tutte, senza che ci fosse nemmeno contestazione: fu un’ovazione nel teatro, acclamata da tutta la scuola. E allora le compagne mi hanno aspettata fuori, sorprese perché “quella scema è una cessa”, e me le han suonate, sberle, calci e anche bastoni.
E oggi, solo qualche settimana dopo avermi acclamata, vestita così, i maschi non mi riconoscono nemmeno. Ma non mi importa più di loro perché Adelmo mi ha spiegato tutto: è giusto così per me, essere umiliata è per il mio bene, per restare modesta, per non diventare una ribelle come le ragazze di città.
Infatti, dopo ormai un mese e mezzo capisco che il mio cambiamento è notevole. Sono quasi sicura di essere portata ad essere trattata da inferiore. Adelmo è stata la mia guida attenta e paziente, ma anche Luigi ha svolto un ruolo importante: con la sua volontà di collaborare alla mia “educazione”, senza colpi di testa o fughe in avanti, attenendosi scrupolosamente a quanto gli veniva suggerito. Per la mia sensibilità, il colpo di grazia è stato l’intestarmi la villa, della quale non conosco il costo e non ho nemmeno idea del valore: son quasi impazzita dalla felicità, è la certezza che mi sposerà, prometto che farò tutto quello che vorranno, per sempre.
Visto che son stata brava, Adelmo gli dice che può finalmente comprarmi un collarino, il più elegante e fine possibile per non urtare la mia – sempre eccessiva - sensibilità, ma di non acquistare ancora un guinzaglio.
Il collare deve essere lasciato in vista nella villa, in modo che io inizi a desiderare di portarlo.
È giovedì, sono con Luigi alla villa, quando intercetto al telefono la chiamata di Adelmo e ascolto di nascosto.
La proposta per la lezione del successivo sabato sera è questa: sapendo che ballo il liscio vuole portarmi in balera. Luigi è d'accordo.
Qui da noi, le balere sono spesso luoghi più trasgressivi delle discoteche ma che favoriscono molto più il parlare e le relazioni. Ad esempio, le balere alle 22 sono già piene. Ci vanno persone di tutte le età e loro due avrebbero potuto scegliere quella più adatta.
Adelmo verrà a prenderci alla mia (tremo di gioia mentre lo scrivo) villa, e gli servirà qualche minuto per controllare i miei miglioramenti prima di uscire.
Per i vestiti da mettere, Luigi dovrà cercare di rendermi provocante senza farmi sembrare una zoccola. Gli propone perciò una minigonna cortissima e una canottierina di cotone, attillatissima e possibilmente trasparente. Io potrò scegliere i colori, perché di solito ho buon gusto. Non dovrò mettere reggiseno, e invece delle mutandine vuole lo string: il perizoma senza triangolino di cotone dietro, tenuto assieme solo con dei fili. Niente calze, scarpe alte il giusto, ma eleganti. Sopra un cappotto lungo, da togliere solo entrati in balera. Loro vestiranno casual.
Sabato arriva da noi verso le 20.45. Io, docilissima, aspetto nell'ingresso, inginocchiata e sempre nuda, questa volta con un reggicalze giallo e delle calze e scarpine bianche. Noto che ho i capezzoli induriti e mi vergogno di come il mio corpo reagisce.
Dopo avergli leccato il dorso della mano, come da cerimoniale, vado con Luigi in sala. In ginocchio ai loro piedi servo umilmente un amaro: Adelmo chiede se abbiamo trovato i vestiti richiesti.
Luigi ha scelto per me una microgonna ascellare rosa (lunghezza 20 cm: triangolino anteriore dello string sempre ben visibile, metà sedere in mostra per tutti), un toppettino leggerissimo e bianco, niente reggiseno (“tanto hai il seno piccolo”) decolleté 9 cm bianche. Provo a dirgli sottovoce che mi sento in mostra, che sono indecente… niente da fare.
A. "L. abbiamo pensato che per la lezione di stasera usciremo... Visto che balli il liscio potremmo andare in balera, che ne dici?".
L. "Ma tu sai ballarlo? Perché Luigi non è capace..." rispondo con umiltà.
Tace senza rispondermi e mi manda a vestire: quando sono pronta, mi fa sfilare davanti a loro... mi copre di complimenti.
L. “Però, Adelmo, mi sento peggio che nuda, mi si vede tutto o quasi. Io… io…” (non avendo un carattere abbastanza forte da proseguire con obiezioni, taccio).
A. "Sbagli, stupidina. Guarda che il contrasto tra le tue gambe tutte in mostra e la tua piccola statura è fantastico. E poi, nella Polka, la ballerina non deve mostrare il proprio corpo a tutti, il più possibile? Normalmente mostri il sedere, perché stavolta sei in dubbio? Vedrai quanti altri vorranno diventare tuoi morosi stasera".
Capisco che (s)vestita in quel modo non ballerò con lui: tremo tutta, chino la testa senza dire più niente.
A. “L., io cerco di non forzarti, ma ricordati che esistono anche i frustini per le ragazze disubbidienti. Ormai è passato il compimese e non potrei permetterti di rifiutarti, lo capisci questo?”.
Distoglie l’attenzione da me, il mio parlare non conta nulla, lo sto imparando. Si mette a parlare con Luigi del più e del meno... cerca però di tenermi calda stuzzicandomi con palpatine davanti al mio fidanzato. Ma il massimo che fa è farmi mettere a 90 gradi sul tavolo infilandomi un ditone nel buchino del sedere.
Sussulto, ma subito mi controllo e lo lascio fare quel che gli va: i miei rossori calano ad ogni esercizio e mi bagno con sempre maggiore facilità.
Forse per farmi definitivamente calmare, mi manda in bagno al buio, a fare un po' di esercizio mentale, questa volta devo pensare ai "fidanzati" che avrò in balera.
Venti minuti e quando esco sono calma e rassegnata al gioco previsto. Sono pronta.
Andammo con il macchinone di Luigi.
Il nostro ingresso nella gigantesca sala non passa certo inosservato: mi han tolto subito il soprabito che mi copriva. Pochissime le ragazzine, la maggior parte delle donne presenti è più vecchia di me, con un'età media sui 35 anni. Gli uomini sono più numerosi delle donne; non mancavano ragazzi dell’età di Luigi.
A. “Guarda come piaci a tutti i maschi: anche se non sei una velina per via dell'altezza, sei la più bella di tutte le presenti! Ci sono decine di occhi che ti divorano con lo sguardo”.
C'è tantissima gente ma Luigi ha prenotato un posto. Nelle balere delle nostre parti, attorno alla pista si snodano tanti salottini aperti composti da divanetti disposti a semicerchio e un tavolino al centro.
Mi ci portano tenendomi per mano entrambi, per umiliarmi da subito, quasi fossi una ragazza con due fidanzati… ma riesco a restare abbastanza serena.
Luigi ordina una bottiglia intera di vermouth dolce e tre bicchieri. Mi fan bere per sciogliermi, capisco che stan per mettere in atto il loro piano: si guardano attorno.
Davanti a noi la pista da ballo, a destra due coppie sui 40, a sinistra tre ragazzi un po' più giovani di loro due, ma più vecchi di me. Studenti universitari, quasi sicuramente, ma con gli occhi già incollati alle mie gambe e al triangolino dello string che mi copre la fessurina.
Non faranno molta fatica a trovarmi compagnia: son seduta e la cortissima minigonna è salita, al punto da scoprire anche i fianchi. Sto composta, mi sforzo di sorridere come Adelmo mi ha raccomandato. Per non andare in panico mi concentro sulla gente che in quel momento balla un valzer.
Mi dice di alzarmi in piedi e seguire la musica accennando i movimenti del valzer, da sola. Poi, è Luigi a fare la prima mossa nei confronti dei tre: "Non sappiamo ballare il liscio, e la NOSTRA ragazza ne avrebbe VOGLIA" dice, rivolgendosi ai tre alla nostra sinistra. Ha volutamente calcato la voce sulle parole "nostra" e "voglia".
Scattano in piedi e il più audace si rivolge direttamente a me: "sarei onorato se volesse concedermi questo ballo, signorina. Uno DEI SUOI FIDANZATI ci ha detto che potevamo sperare...".
Galante il tipo, però! In pista, dopo un iniziale irrigidimento mi rilasso… sa ballare e il ballo mi aiuta e mi distrae, molto.
Vedo che i due rimasti traslocano sui nostri divanetti, tenendo gli occhi incollati al mio corpo… il corpo della "loro" fidanzata. Avendoli vicini, subito Adelmo e Luigi cercano di far intendere ai due che non avrebbero fatto obiezioni a nulla.
Viene il momento del secondo ballo e così via: mi passano tra loro per un valzer, una mazurca, una bachata, una polka... Adoro ballare, sorrido e mi rilasso divertendomi. Tra un cambio e l'altro, mi “aiutano” a sciogliermi con un sorsetto di vermouth.
Solo che a ogni turno, a ogni ballo, i tre si fanno più audaci: prima un sorriso, poi una carezzina, poi un bacetto sulla guancia... la mano scende dalla vita al fianco; la stretta sempre più aderente.
Viene il momento dei lenti e i tre, nonostante siano visibilmente euforici, non hanno il coraggio di farmi ballare con le luci basse: tornano a sedersi.
Siamo seduti in sei, stretti l'uno all'altro: Adelmo riprende l’iniziativa: "L., hai ringraziato i tuoi nuovi amici?".
L. "Scusa, non l'ho fatto. Lo faccio ora: grazie Bartolo, grazie Giulio, grazie Carlo", rispondo docilmente e senza perdere il sorriso.
Ancora vermouth, chiaro che cercano di togliermi i freni inibitori, ma non mi vogliono ubriaca.
A. "Ma L., loro sono venuti in balera per conoscere qualche ragazza carina e divertirsi... e tu li ringrazi solo così? Non mi sembra giusto!".
Nonostante la musica soft, si è creato un silenzio teso tra tutti noi. Continua: "Luigi, sei d'accordo che i nostri amici possano chiedere qualcosa di più alla NOSTRA fidanzata?".
L. "Ma è sicuro!", fa lui, "Così non basta... se volete, visto che lei è un po' vergognina, prendete voi l'iniziativa".
Era fatta, le carte erano scoperte. Il primo dei tre a riprendersi mette delicatamente la mano attorno al mio collo e mi attira a sé. Appoggia le labbra alle mie: mi sottometto e non mi ribello. Fa entrare la lingua mentre l'altra mano scende ad accarezzare le mie gambe per tutta la loro lunghezza.
Il vermouth, la musica dolce, le luci basse, l'educazione dei tre, che per giunta sono anche alti (essendo piccina sono affascinata dagli uomini alti e forti), ricambio il bacio come una spudorata. E una mia manina va ad accarezzare i capelli di Bartolo.
Si alzano, Bartolo prende coraggio... è ancora il momento dei lenti.
In pista mi abbraccia strettissima: sono vinta, rassegnata, ma confesso che – forse per il troppo alcool -, ho bisogno d'amore.
Continua
Luigi mi aveva appena scelta come fidanzata, mi iscrisse al concorso per Miss Ragioneria, mi fece indossare un micro-bikini composto da tre triangolini di cotone bianco e il resto fili. Ho vinto battendole tutte, senza che ci fosse nemmeno contestazione: fu un’ovazione nel teatro, acclamata da tutta la scuola. E allora le compagne mi hanno aspettata fuori, sorprese perché “quella scema è una cessa”, e me le han suonate, sberle, calci e anche bastoni.
E oggi, solo qualche settimana dopo avermi acclamata, vestita così, i maschi non mi riconoscono nemmeno. Ma non mi importa più di loro perché Adelmo mi ha spiegato tutto: è giusto così per me, essere umiliata è per il mio bene, per restare modesta, per non diventare una ribelle come le ragazze di città.
Infatti, dopo ormai un mese e mezzo capisco che il mio cambiamento è notevole. Sono quasi sicura di essere portata ad essere trattata da inferiore. Adelmo è stata la mia guida attenta e paziente, ma anche Luigi ha svolto un ruolo importante: con la sua volontà di collaborare alla mia “educazione”, senza colpi di testa o fughe in avanti, attenendosi scrupolosamente a quanto gli veniva suggerito. Per la mia sensibilità, il colpo di grazia è stato l’intestarmi la villa, della quale non conosco il costo e non ho nemmeno idea del valore: son quasi impazzita dalla felicità, è la certezza che mi sposerà, prometto che farò tutto quello che vorranno, per sempre.
Visto che son stata brava, Adelmo gli dice che può finalmente comprarmi un collarino, il più elegante e fine possibile per non urtare la mia – sempre eccessiva - sensibilità, ma di non acquistare ancora un guinzaglio.
Il collare deve essere lasciato in vista nella villa, in modo che io inizi a desiderare di portarlo.
È giovedì, sono con Luigi alla villa, quando intercetto al telefono la chiamata di Adelmo e ascolto di nascosto.
La proposta per la lezione del successivo sabato sera è questa: sapendo che ballo il liscio vuole portarmi in balera. Luigi è d'accordo.
Qui da noi, le balere sono spesso luoghi più trasgressivi delle discoteche ma che favoriscono molto più il parlare e le relazioni. Ad esempio, le balere alle 22 sono già piene. Ci vanno persone di tutte le età e loro due avrebbero potuto scegliere quella più adatta.
Adelmo verrà a prenderci alla mia (tremo di gioia mentre lo scrivo) villa, e gli servirà qualche minuto per controllare i miei miglioramenti prima di uscire.
Per i vestiti da mettere, Luigi dovrà cercare di rendermi provocante senza farmi sembrare una zoccola. Gli propone perciò una minigonna cortissima e una canottierina di cotone, attillatissima e possibilmente trasparente. Io potrò scegliere i colori, perché di solito ho buon gusto. Non dovrò mettere reggiseno, e invece delle mutandine vuole lo string: il perizoma senza triangolino di cotone dietro, tenuto assieme solo con dei fili. Niente calze, scarpe alte il giusto, ma eleganti. Sopra un cappotto lungo, da togliere solo entrati in balera. Loro vestiranno casual.
Sabato arriva da noi verso le 20.45. Io, docilissima, aspetto nell'ingresso, inginocchiata e sempre nuda, questa volta con un reggicalze giallo e delle calze e scarpine bianche. Noto che ho i capezzoli induriti e mi vergogno di come il mio corpo reagisce.
Dopo avergli leccato il dorso della mano, come da cerimoniale, vado con Luigi in sala. In ginocchio ai loro piedi servo umilmente un amaro: Adelmo chiede se abbiamo trovato i vestiti richiesti.
Luigi ha scelto per me una microgonna ascellare rosa (lunghezza 20 cm: triangolino anteriore dello string sempre ben visibile, metà sedere in mostra per tutti), un toppettino leggerissimo e bianco, niente reggiseno (“tanto hai il seno piccolo”) decolleté 9 cm bianche. Provo a dirgli sottovoce che mi sento in mostra, che sono indecente… niente da fare.
A. "L. abbiamo pensato che per la lezione di stasera usciremo... Visto che balli il liscio potremmo andare in balera, che ne dici?".
L. "Ma tu sai ballarlo? Perché Luigi non è capace..." rispondo con umiltà.
Tace senza rispondermi e mi manda a vestire: quando sono pronta, mi fa sfilare davanti a loro... mi copre di complimenti.
L. “Però, Adelmo, mi sento peggio che nuda, mi si vede tutto o quasi. Io… io…” (non avendo un carattere abbastanza forte da proseguire con obiezioni, taccio).
A. "Sbagli, stupidina. Guarda che il contrasto tra le tue gambe tutte in mostra e la tua piccola statura è fantastico. E poi, nella Polka, la ballerina non deve mostrare il proprio corpo a tutti, il più possibile? Normalmente mostri il sedere, perché stavolta sei in dubbio? Vedrai quanti altri vorranno diventare tuoi morosi stasera".
Capisco che (s)vestita in quel modo non ballerò con lui: tremo tutta, chino la testa senza dire più niente.
A. “L., io cerco di non forzarti, ma ricordati che esistono anche i frustini per le ragazze disubbidienti. Ormai è passato il compimese e non potrei permetterti di rifiutarti, lo capisci questo?”.
Distoglie l’attenzione da me, il mio parlare non conta nulla, lo sto imparando. Si mette a parlare con Luigi del più e del meno... cerca però di tenermi calda stuzzicandomi con palpatine davanti al mio fidanzato. Ma il massimo che fa è farmi mettere a 90 gradi sul tavolo infilandomi un ditone nel buchino del sedere.
Sussulto, ma subito mi controllo e lo lascio fare quel che gli va: i miei rossori calano ad ogni esercizio e mi bagno con sempre maggiore facilità.
Forse per farmi definitivamente calmare, mi manda in bagno al buio, a fare un po' di esercizio mentale, questa volta devo pensare ai "fidanzati" che avrò in balera.
Venti minuti e quando esco sono calma e rassegnata al gioco previsto. Sono pronta.
Andammo con il macchinone di Luigi.
Il nostro ingresso nella gigantesca sala non passa certo inosservato: mi han tolto subito il soprabito che mi copriva. Pochissime le ragazzine, la maggior parte delle donne presenti è più vecchia di me, con un'età media sui 35 anni. Gli uomini sono più numerosi delle donne; non mancavano ragazzi dell’età di Luigi.
A. “Guarda come piaci a tutti i maschi: anche se non sei una velina per via dell'altezza, sei la più bella di tutte le presenti! Ci sono decine di occhi che ti divorano con lo sguardo”.
C'è tantissima gente ma Luigi ha prenotato un posto. Nelle balere delle nostre parti, attorno alla pista si snodano tanti salottini aperti composti da divanetti disposti a semicerchio e un tavolino al centro.
Mi ci portano tenendomi per mano entrambi, per umiliarmi da subito, quasi fossi una ragazza con due fidanzati… ma riesco a restare abbastanza serena.
Luigi ordina una bottiglia intera di vermouth dolce e tre bicchieri. Mi fan bere per sciogliermi, capisco che stan per mettere in atto il loro piano: si guardano attorno.
Davanti a noi la pista da ballo, a destra due coppie sui 40, a sinistra tre ragazzi un po' più giovani di loro due, ma più vecchi di me. Studenti universitari, quasi sicuramente, ma con gli occhi già incollati alle mie gambe e al triangolino dello string che mi copre la fessurina.
Non faranno molta fatica a trovarmi compagnia: son seduta e la cortissima minigonna è salita, al punto da scoprire anche i fianchi. Sto composta, mi sforzo di sorridere come Adelmo mi ha raccomandato. Per non andare in panico mi concentro sulla gente che in quel momento balla un valzer.
Mi dice di alzarmi in piedi e seguire la musica accennando i movimenti del valzer, da sola. Poi, è Luigi a fare la prima mossa nei confronti dei tre: "Non sappiamo ballare il liscio, e la NOSTRA ragazza ne avrebbe VOGLIA" dice, rivolgendosi ai tre alla nostra sinistra. Ha volutamente calcato la voce sulle parole "nostra" e "voglia".
Scattano in piedi e il più audace si rivolge direttamente a me: "sarei onorato se volesse concedermi questo ballo, signorina. Uno DEI SUOI FIDANZATI ci ha detto che potevamo sperare...".
Galante il tipo, però! In pista, dopo un iniziale irrigidimento mi rilasso… sa ballare e il ballo mi aiuta e mi distrae, molto.
Vedo che i due rimasti traslocano sui nostri divanetti, tenendo gli occhi incollati al mio corpo… il corpo della "loro" fidanzata. Avendoli vicini, subito Adelmo e Luigi cercano di far intendere ai due che non avrebbero fatto obiezioni a nulla.
Viene il momento del secondo ballo e così via: mi passano tra loro per un valzer, una mazurca, una bachata, una polka... Adoro ballare, sorrido e mi rilasso divertendomi. Tra un cambio e l'altro, mi “aiutano” a sciogliermi con un sorsetto di vermouth.
Solo che a ogni turno, a ogni ballo, i tre si fanno più audaci: prima un sorriso, poi una carezzina, poi un bacetto sulla guancia... la mano scende dalla vita al fianco; la stretta sempre più aderente.
Viene il momento dei lenti e i tre, nonostante siano visibilmente euforici, non hanno il coraggio di farmi ballare con le luci basse: tornano a sedersi.
Siamo seduti in sei, stretti l'uno all'altro: Adelmo riprende l’iniziativa: "L., hai ringraziato i tuoi nuovi amici?".
L. "Scusa, non l'ho fatto. Lo faccio ora: grazie Bartolo, grazie Giulio, grazie Carlo", rispondo docilmente e senza perdere il sorriso.
Ancora vermouth, chiaro che cercano di togliermi i freni inibitori, ma non mi vogliono ubriaca.
A. "Ma L., loro sono venuti in balera per conoscere qualche ragazza carina e divertirsi... e tu li ringrazi solo così? Non mi sembra giusto!".
Nonostante la musica soft, si è creato un silenzio teso tra tutti noi. Continua: "Luigi, sei d'accordo che i nostri amici possano chiedere qualcosa di più alla NOSTRA fidanzata?".
L. "Ma è sicuro!", fa lui, "Così non basta... se volete, visto che lei è un po' vergognina, prendete voi l'iniziativa".
Era fatta, le carte erano scoperte. Il primo dei tre a riprendersi mette delicatamente la mano attorno al mio collo e mi attira a sé. Appoggia le labbra alle mie: mi sottometto e non mi ribello. Fa entrare la lingua mentre l'altra mano scende ad accarezzare le mie gambe per tutta la loro lunghezza.
Il vermouth, la musica dolce, le luci basse, l'educazione dei tre, che per giunta sono anche alti (essendo piccina sono affascinata dagli uomini alti e forti), ricambio il bacio come una spudorata. E una mia manina va ad accarezzare i capelli di Bartolo.
Si alzano, Bartolo prende coraggio... è ancora il momento dei lenti.
In pista mi abbraccia strettissima: sono vinta, rassegnata, ma confesso che – forse per il troppo alcool -, ho bisogno d'amore.
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