Hanfff
di
Andrea10F09
genere
pissing
Pisolavi nel dormiveglia al coperto di un piumino.
Hanfff, hanfffff, hanfff.
L’urina usciva dalla tua uretra copiosa, quasi violenta, calda per scorrerti giù per i fianchi o tra lo scroto e le cosce, inzuppando il pannolone che indossavi. Dai primi gocciolamenti, subito assorbiti, al benessere del suo fluire e del suo imbibirti le mutande per incontinenti. Il tepore si diffondeva mirabilmente, meravigliosamente dal prepuzio al pube, dall’asta ai testicoli, dallo scroto alle natiche. La tepidezza deliziosa ti seduceva e conquistava. La assaporavi, godendola nel suo procedere verso il tuo didietro. Sensazioni bellissime, incantevoli, deliziose e i pori si intridevano, si impregnavano del suo effluvio, eccitandoti ulteriormente.
… e le ultime gocce: delle amarene sulla crema gelato. Le percepisti uscire timide, discrete, forse impacciate o timorose di non farsi avvertire e tu godesti, anche di questo loro allontanarsi dall’apertura dell’uretra, mentre, sotto il sedere, il calore della pipì collaborava allo sgorgare, al prorompere di altre sostanze.
Godesti e ti appagasti, mentre le falangi della tua destra sfiorarono, tastarono e spinsero, spostarono per trasferire e stendere le essenze collose, gelatinose, spermatiche su tutto il tuo addome.
“…ma nonno! Mamma, mamma, il nonno ha fatto pipì!”
“Sssssssssss, piccolo! Taci, altrimenti la mamma …”
“Anche oggi. Per fortuna avevi il pannolone! Ma cosa insegni al bambino, al tuo nipotino? Mhhhhhh. Grrrrrrrrrr. Vecchio, sporco, piscia addosso, schifoso e lurido bastardo, degenerato, maiale, porco, porcoooooooooooo! Non ti voglio più in casa. Vattene!” Il piccolo con lacrime agli occhi ascoltava e osservava sbigottito, piangente, la madre insultare il suo nonnino. Anche lui si bagnava; anche lui aveva il pannolino e il suo sederino sapeva di pipì. La mamma, quando succedeva, lo richiamava ad avvisare, a chiamare, ma quando uno dorme, dorme e la pipì scorre e, se c’è il pannolino e più grande del suo, perché urlare e insultare? Forse perché la sua camera odora di piscio. Ohh, mamma! Il nonno non mi rimprovera mai, anzi quando odoro di caldo, mi bacia la fronte e poi, alzandomi in alto, mi morde il culetto, dicendomi: “Hehh, l’hai fatta?” e sorridendomi, aggiunge: “dai, andiamo a lavarci!”
“Oh, mamma! Non sgridarlo più e poi devi sapere che piace anche a me farla nel pannolino o, quando non me lo metti, nel letto. Mi piace sai il suo caldo che scorre sul mio pancino, come un piccolo rivoletto e bagna e impregna pelle e tessuti, sprigionando vapori e quello strano odore-profumo, che piace anche a me, cosìììì … lascivo, sensuale, quasi carnale. Perché non provi anche tu, mamma? Allora capiresti anche il nonno! Oh, mamma, vuoi che ti aiuti? È bello, sai, avere un pannolino umido, caldo, zuppo, dal profumo di pipi. Dai, mamma, prova e così non ti sentirò più urlare parolacce a mio nonno! AH, scusami, ma tu non potrai sapere, perché non potrai farla sulla pancia come noi, come me, perché sei una femmina e, se vuoi farla a letto, la percepirai solo là, da dove esce.”
Hanfff, hanfffff, hanfff.
L’urina usciva dalla tua uretra copiosa, quasi violenta, calda per scorrerti giù per i fianchi o tra lo scroto e le cosce, inzuppando il pannolone che indossavi. Dai primi gocciolamenti, subito assorbiti, al benessere del suo fluire e del suo imbibirti le mutande per incontinenti. Il tepore si diffondeva mirabilmente, meravigliosamente dal prepuzio al pube, dall’asta ai testicoli, dallo scroto alle natiche. La tepidezza deliziosa ti seduceva e conquistava. La assaporavi, godendola nel suo procedere verso il tuo didietro. Sensazioni bellissime, incantevoli, deliziose e i pori si intridevano, si impregnavano del suo effluvio, eccitandoti ulteriormente.
… e le ultime gocce: delle amarene sulla crema gelato. Le percepisti uscire timide, discrete, forse impacciate o timorose di non farsi avvertire e tu godesti, anche di questo loro allontanarsi dall’apertura dell’uretra, mentre, sotto il sedere, il calore della pipì collaborava allo sgorgare, al prorompere di altre sostanze.
Godesti e ti appagasti, mentre le falangi della tua destra sfiorarono, tastarono e spinsero, spostarono per trasferire e stendere le essenze collose, gelatinose, spermatiche su tutto il tuo addome.
“…ma nonno! Mamma, mamma, il nonno ha fatto pipì!”
“Sssssssssss, piccolo! Taci, altrimenti la mamma …”
“Anche oggi. Per fortuna avevi il pannolone! Ma cosa insegni al bambino, al tuo nipotino? Mhhhhhh. Grrrrrrrrrr. Vecchio, sporco, piscia addosso, schifoso e lurido bastardo, degenerato, maiale, porco, porcoooooooooooo! Non ti voglio più in casa. Vattene!” Il piccolo con lacrime agli occhi ascoltava e osservava sbigottito, piangente, la madre insultare il suo nonnino. Anche lui si bagnava; anche lui aveva il pannolino e il suo sederino sapeva di pipì. La mamma, quando succedeva, lo richiamava ad avvisare, a chiamare, ma quando uno dorme, dorme e la pipì scorre e, se c’è il pannolino e più grande del suo, perché urlare e insultare? Forse perché la sua camera odora di piscio. Ohh, mamma! Il nonno non mi rimprovera mai, anzi quando odoro di caldo, mi bacia la fronte e poi, alzandomi in alto, mi morde il culetto, dicendomi: “Hehh, l’hai fatta?” e sorridendomi, aggiunge: “dai, andiamo a lavarci!”
“Oh, mamma! Non sgridarlo più e poi devi sapere che piace anche a me farla nel pannolino o, quando non me lo metti, nel letto. Mi piace sai il suo caldo che scorre sul mio pancino, come un piccolo rivoletto e bagna e impregna pelle e tessuti, sprigionando vapori e quello strano odore-profumo, che piace anche a me, cosìììì … lascivo, sensuale, quasi carnale. Perché non provi anche tu, mamma? Allora capiresti anche il nonno! Oh, mamma, vuoi che ti aiuti? È bello, sai, avere un pannolino umido, caldo, zuppo, dal profumo di pipi. Dai, mamma, prova e così non ti sentirò più urlare parolacce a mio nonno! AH, scusami, ma tu non potrai sapere, perché non potrai farla sulla pancia come noi, come me, perché sei una femmina e, se vuoi farla a letto, la percepirai solo là, da dove esce.”
1
voti
voti
valutazione
2
2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Educazione in famiglia. Cap.: VIII Un brindisiracconto sucessivo
Celestino Cap .: I In viaggio Cap.: XVI Sevizie
Commenti dei lettori al racconto erotico