Matrimonio 2

di
genere
prime esperienze

Dopo il matrimonio da casa di Veronica sono dovuta tornare a casa che mio figlio dava si stomaco. E ho portato la ragazzina a casa sua.
Che ringraziandomi mi ha chiesto il numero di cellulare. Apprezzando la gentilezza.
Sono passati già 6 giorni. Ed è sabato. Mio marito e mio figlio sono andati a Gardaland. E torneranno domani sera. Con il treno.
Io non me la sentivo affatto. Settimana pesante e sono stanca. Tanto che sono le 14.30 e mi sono appena alzata dal letto. Poltrire mi ha comunque fatto bene.
Sto preparando un caffè in cucina nel silenzio della mia casa quando un messaggio fa vibrare il mio cell.
Gabriella, la ragazzina del matrimonio.
“ buon pomeriggio Elisabetta. Quando hai un momento con molta calma mi puoi chiamare? Mi servirebbe una cortesia. Grazie”
Le rispondo così “ buon pomeriggio a te. Certamente. Ti chiamo tra 15 minuti.”
Lei mi invia un cuore.
Doccia e la chiamo.
Per farla breve domani a pranzo il fidanzato l’ha invitata a casa dei suoi genitori. Compleanno della madre. E vorrebbe consigli su cosa indossare per non passare da “ borgatara “,
Magari accompagnandola a comprare qualcosa di non appariscente al centro commerciale.
Acconsento e ci diamo appuntamento alle 17 davanti l’entrata.
La sento entusiasta e mi ringrazia mille volte. Metto i miei calzoni rossi in finta pelle con lo stivaletto nero alto. Camicia bianca e il giaccone lungo di piume d’oca. La mia borsa nera.
Alle 17 arrivo davanti l’ingresso del centro commerciale. Lei lì ad attendermi. Mi viene incontro sorridendomi felice. Mi abbraccia e mi ringrazia mille volte.
Lei in jeans super attillati con le scarpe da ginnastica e il piumino aperto. Maglioncino nero semplice. Zainetto della scuola. Senza trucco e capelli legati a coda. È più bassa di me lei. Forse non arriva a 1,50. E decisamente ha curve abbondanti. Molto.
Entriamo e giriamo per negozi. È totalmente indecisa su cosa vuole indossare.
“ forse dovresti optare per un vestito semplice lungo e accollato. Con un tacco che sia si alto ma non vistoso. “
“ forse hai ragione Elisabetta.”
Entriamo in un negozio di abbigliamento dozzinale con prezzi bassissimi.
Guardiamo tra i vestiti.... le mostro un abito nero lungo semplice. Tessuto che al tatto sembra ruvido. In compenso non è vistoso.
“ Che ne pensi?”
“Carino. Lo provo. E provo anche questo.”
Mi mostra un vestito tipo tubino nero con strass non troppo corto. Maniche e scollo largo sulla spalla.
“ si dai prova anche quello “
La seguo ai camerini....
Aspetto fuori. Esce con il lungo che le ho consigliato.
“ come sto?”
“ bene si sì.. magari servirebbe una taglia più grande...”
“ ma è una 46. Vero che ho preso qualche chilo... uffa...”
“ ma dai stai benissimo. Hai curve notevoli”
“ eh ma peso 68 chili. Sono cicciona”
“ no. Non lo sei....”
Sorride e rientra.
Esce con il simil tubino.
Strettissimo al ginocchio. E sotto i neon è decisamente trasparente. Cioè le vedo il reggiseno e la culotte. Che sono di color nero.
“ questo?”
“ ti sta bene... ma non puoi indossarlo dai suoi. Troppo... si insomma non è da indossare il giorno che entri a casa dei suoi ecco. Magari puoi metterlo una sera che esci con lui. Ma domani no.”
“ giusto. Però mi piace.”
“ anche a me.” Occhiolino.
“ li prendo entrambi. Tanto costano 9.90 entrambi”
“ perfetto.”
“ però mi serve anche un tacco.” E andiamo al reparto calzature.
Tacco alto a spillo nero. Semplice a punta.
“ perfetto. Semplice, di classe quasi. Molto carino. E poi costa solo 19.90. Prendilo.”
Saltella contenta.
Andiamo alla cassa. Io prendo due confezioni di autoreggenti nere non velate. È una cintona di velluto rossa larga.
Pago io con il bancomat 55 euro.
“ poi ti do i soldi.”
“ ma certo Gabri. Non preoccuparti.”
Poi entra in un negozio di intimo per uscirne in 3 minuti con una busta. Mentre io fuori al telefono con mio marito.
“ fatto. Andiamo?” Annuisco... mentre parlo al cell.
Sono le 20. Siamo in macchina sotto casa sua.
“ Grazie Elisabetta. Sei stata davvero carina ad aiutarmi. Senti... mi fai compagnia? I miei sono da zia e torneranno tardissimo. Ti offro una pizza. Vuoi?”
“ ma si dai... vero che non ho neanche pranzato. Ma senza fare troppo tardi. Sono stanca.”
“ evvivaaaaaassa” urla lei. Mi bacia la guancia.
Casa sua è enorme. Salone triplo. 5 stanze e due bagni. Cucina a vista con isola in fondo al salone.
Ordiniamo le pizze che arriveranno per le 21.30.
Tra 50 minuti.
Mi mostra tutta casa. E per ultima la sua stanza. Grande. Rosa. Specchi e un armadio infinito. Il letto matrimoniale con il piumone di Sailor Moon.
E foto sul muro. E sulla scrivania.
Libri di latino e greco.
“ il classico vero? Sei all’ultimo anno?”
“ no al quarto. Ho 18 anni. 19 il mese prossimo.”
“I tuoi voti?”
“ per la verità a parte latino e greco che vado malissimo solo sufficienze.”
“ vabbè dai. Al liceo anche io non mi andava di studiare.”
“ non mi va mai di studiare. Mi rompe. E poi sto sempre sola a casa. I miei mi fanno uscire con il contagocce. E ritirata alle 23. Che palle...”
“ sono premurosi...”
“ no sono antichi... mica come te... che sei sprintosa”
Rido con lei.
“ senti Elisabetta, vorrei provarmi l’abito con le scarpe. Almeno mi dai un giudizio.”
“ va bene. Io sto in salone. Ti aspetto lì che scrivo a mio marito”
“ si sì ok.” Saltella felice.”
Esco e in salone al cellulare mando messaggi.
Seduta sul divano.
“ prontaaaaaa?”
“ siiiii” le urlo io...
Rumore di tacchi e...
“ TA DAMM” salta di fronte a me.
Si volta e rivolta.
Con il lungo e i tacchi.
“ ti sta benissimo.”
“ grazzziieeeee.. ora provo il tubino anche.”
E fugge in camera sua.
“ stupidina sta ragazzina. Come lo ero io a 18 anni” penso sorridendo.
Ora ho caldo. I termosifoni sono bollenti. Sto sudando. E slaccio un bottone della camicetta.
Mi alzo... “ ho sete Gabriella.”
“ frigoriferoooooo.... vinoooooo. Anche iooooooo”
Urla lei dalla camera.
Servo del vino per entrambe e lei dietro di me che mi dice “ come sto così?”
Mi volto. Lei mani sui fianchi.
Tubino con gli strass... stretto a morte sui fianchi sui seni e sulle gambe. Che per la sua trasparenza rivela che non porta il reggiseno. E che sotto, mentre si volta dandomi la schiena, si vede perfettamente che indossa un tanga a filo minimal.
E anche le autoreggenti. E il tacco che ha comprato.
Si rigira. La guardo silenziosa.
“ allora? Come sto?”
Le passo il bicchiere. Brindiamo e dopo aver sorseggiato il vino le dico.
“ allora: sarò onesta. No. Non va bene. Non per domani. Troppo esagerato. Si vede tutto. Passeresti per una borgatara oscena e di cattivo gusto. No. Puoi indossarlo con il tuo lui. Ma da soli. Non con i suoi genitori”
“ si sì lo so < ridacchia in maniera stupida > ma sto bene o no? Cioè so che è troppo osceno. Però insomma mi piace ecco. Mi fa sentire bene. E poi... chissenefrega se sembro una troia. Non lo metterei certo domani. Mica sono scema.”
“ non ho nessun dubbio. CINNN”
Beviamo ancora.
“ è la prima volta che compro le autoreggenti. Mi danno fastidio però. Mi stringono troppo sulla coscia.”
“ non sei abituata ovviamente. Io le porto molto spesso. Non ci faccio più neanche caso”
“ si mi ricordo a casa della tua amica. Eri vestita davvero con gusto e di classe. Mi piacevi tanto tanto. Insomma volevo vestirmi come te quel giorno ecco.”
Rossa di vergogna in viso.
Ci avvertono che le pizze arriveranno con 45 minuti di ritardo.
Parliamo e beviamo. Che siamo stordite per i fumi dell’alcool”
Lei ride ad ogni cosa che dico... ovvio che è ubriaca. È diventata molto scemotta. Fa la stupidina. Anzi lo è. Sembra anche sia molto inesperta in tutto. Insomma non è certo sveglia. Insomma a certe cose non ci arriva.
Beviamo ancora. Lei balla agitandosi, sculettando e provando a fare la modella. Ma è impacciatissima. Certo molto sensuale. E con i seni che saltano e le cosce che agitano la carne.
Poi ballando mi dice...
“ mi fai qualche foto? Cioè come le ho fatte io a voi dalla tua amica. Dai ti prego ti prego ti prego ti pregoooooooo”
“ ma si dai....” le scatto foto. Con il mio cellulare. Lei che fa la vamp. Sculetta e si alza i seni con le mani. Poi roteando si alza il vestitino. Mi mostra il tanga piegandosi con le gambe unite. E mi sorride guardandomi.
“ vengo bene così?” Ride forte.
Ma guarda che troietta questa.
Poi si siede sul tavolo. Gambe accavallate e sfilandosi una manica lascia che il suo seno destro ne esca fino a mostrare l’areola rosea. Grinze. E il suo capezzolo largo e turgido. Sorride e io scatto.
“ senti Elisabetta < sfila anche l’altra manica e i seni in vista > ma tu e Veronica ve la leccate?”
“ impertinente sei... si comunque si”
“ oooohhhhh e... e come... come è?”
Scatto foto. “ gustosa. Molto”
“ cioè?”
“ guarda... sai quando lecchi un pene? Lo hai fatto vero?”
“ si sì sì... “
“ ecco sai quando lui eiacula? Il sapore è diverso ma anche una vagina emette liquidi. Più dolciastri.”
“ ah... e si beve anche?”
“ si sì certo”
“ io non ho mai ingoiato. Cioè il mio ragazzo vorrebbe venirmi in bocca, ma io non so. Mi disgusta ecco.”
“ ah... e il sesso?”
“ cioè se mi ha penetrato?”
“Esatto”
“ mai. Sono vergine”
“ no dai non ci credo”
“ giuro. Mai fatto. Cioè mi tocco. Ma non mi sono mai infilata nulla neanche. Ho paura faccia male”
“ beh si la prima volta fa male.”
Si alza.... mi prende per mano e mi porta in camera sua.
“ Gabriella? Che fai?”
Ride. Si alza il vestito. E lo sfila. Si appoggia con le mani al muro. Schiena arcata.
Scuote il bacino.
“ foto d’oro foto...”
Scatto. Lei si appoggia schiena al muro. Mani a coprire il seno. Che abbondante straripa ovunque.
Poi... “ ci facciamo foto insieme? Ti prego dai. Con te mi sento al sicuro. Ti prego.”
La accarezzo.
“ solo se poi.... “
“ cosa?”
Le do il cellulare. Slaccio la camicia. La tolgo. Reggiseno bianco. Siedo e tolgo il tacco. Sfilo i calzoni e rimetto le scarpe.
Culotte celeste.
Mi avvicino. Selfie dall’alto. Ci stringiamo. Mi slaccio il reggiseno. Cade. I nostri capezzoli si sfiorano.
Lei viola che respira veloce.
“ toccami il capezzolo” le dico.
Annuisce e con le dita lo sfiora. Foto
Poi ci gioca leggera. Guardandolo.
Io scatto foto poi. Con le unghie le pizzico leggera il capezzolo destro.
E tiro. Foto.
Lei ansima.
E fa lo stesso con me.
“ come ti sembra Gabriella?”
“ divertentissimo.”
Strizzo il suo capezzolo forte. Salta... “ ahiiiii”
E lo fa a me...
Dolore. Le tiro uno schiaffetto sul seno. Lei anche a me.
Ora schiaffo forte. E ancora. E ancora.
“ simpatico vero?”
“ s..si”
Poi... le mollo un pizzico fortissimo lato seno destro. Con le unghie. Che lei strilla. E lo faccio di nuovo.
“Ti ho lasciato il segno. Guarda”
Lei guarda. “ non fa così male.”
“ ah quindi ti piace”
Ride da stupida. “ si!”
Mi volto. Scrivania. Le attaches.
Ne prendo una. Lei ferma. Spalle allo specchio.
E metto l’attaches sul mio capezzolo. Che si schiaccia.
“ questo a me piace. Vuoi provare?”
Annuisce e tocca il mio capezzolo che diviene livido.
Lei ora scatta foto. Io tiro il suo capezzolo. E applico quel pezzettino di metallo. Lei mugugna. E sempre tirando stringo l’attaches. Forte.
“ aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh” respira veloce. Viola in viso. Lascio il capezzolo. Lei guarda. “ Oddio fa male però”
“ sulle grandi labbra della vagina fa male di più. Ma io adoro sai?” Le dico.
“ io io... vo... vorrei provare ecco. P...posso? Mi aiuti?”
“Sicura?”
Annuisce.
“ siedi sulla scrivania allora e allarga le gambe. Io la metto a te. Poi però tu la metti a me ok?”
“ s... si”
Attache in mano. Sposto il tessuto del tanga. Le sue grandi labbra rosee paffute e gonfie. Strette unite a serrare l’entrata. Le do una leccatina sul capezzolo strozzato dal metallo.
Lei salta sulla scrivania.
Poi la guardo e le dico “ vado”
Annuisce. Suda. Ansima.
Afferro il labbro destro e tiro a me.
La sua vagina adesso è aperta poco.... lucida di umori rossa nell’ingresso.
E applico la attaches al labbro. E stringo tirando.
“ iiihhhhiiiaaaaaiiiiihhhhh”
“ troppo male?”
“ s..si ma... oddio... io.... io...”
Lascio. E mi siedo accanto a lei.
“ tocca a te.”
Si guarda la vagina. Si tocca leggera. E annuendo si alza.

Continua




scritto il
2023-03-11
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