Puttana lesbica killer - Capitolo 2

di
genere
etero

PUTTANA LESBICA KILLER
UN MIX FANTASTICO
by Angelo Vendicatore

ESTRATTO CAPITOLO 2
Pubblicato su autorizzazione dell'autore

. . . . . . . . .

Casa tua.
Sono seduta sul divano a casa tua, sto aspettando il "drink" del dopo cena per poi subire lo sfogo della tua sessualità.
Non so perché sono qui, sei un uomo pigro, obeso con una pancia prorompente ed un seno che più si addice ad una matrona che ad un "maschio" come tu ti definisci.

Ti avvicini con due bicchieri della grappa del tuo amico veneto che la produce in cantina: è acida, picca in gola e brucia nello stomaco. Tu la bevi come se fosse l'Ambrosia degli Dei.
Mi porgi il bicchiere, lo prendo - "grazie, sei un tesoro" - vorrei dirti la verità ma mi trattengo perché ho bisogno di soldi e tu paghi bene.
Siedi accanto a me - cin cin - bevo ed un conato mi prende allo stomaco, stasera è più cattiva di sempre.
Bevi tutto ed appoggi il bicchiere sul tavolino mentre la tua mano mi tocca la coscia come fai ogni volta, un rito.
Inizi a carezzare e tiri su il lembo della gonna fino a toccare la mia pelle nuda.

Un brivido sulla schiena di schifo di repulsione, faccio finta di niente e sorrido.
Il mio cuore si ribella, la mia mente analizza tutte le soluzioni e decide che il conto in banca ha la precedenza, ti lascio fare ed ingoio l'urlo di rabbia che vuole uscire.
Continui a toccarmi, sei rude, la tua mano è ruvida e mi graffia la pelle, te ne freghi e continui.
Cerco di rilassarmi, non ci riesco, sono rigida fredda ma tu vuoi che mi "do da fare", hai voglia di godere.
Il cervello entra nella modalità "money" e libera la puttana disposta a tutto.
La mia mano agisce in piena autonomia come se avesse una propria volontà, ti carezzo il collo bagnaticcio di sudore come al solito, sento l'odore acre che emani, un misto di puzzo di maiale e nicotina che nessuna colonia riesce a coprire, forse del sano sapone si, ma tu non lo usi.

Continuo la carezza verso la tua bocca che apri famelica ed inizi a succhiare le mie dita come fossero un ghiacciolo.
Succhi rumorosamente, la saliva cola sul mio palmo calda viscida ed avanza verso il polso bagnando la camicetta.
La tolgo, stasera no lo sopporto.

La tua altra mano intanto è arrivata agli slip e preme contro la stoffa, prepotente, vuole entrare, scosta con un movimento sgraziato l'elastico ed orgogliosa avanza verso la meta.
Mi sposto per sfuggire ma tu mi blocchi.
- Ehh, stasera facciamo la difficile? I soldi li hai presi per cui datti da
fare e non rompere.
Apro le gambe e ti lascio fare, una lacrima vuole uscire ma la ricaccio dentro.
Mi estraneo, sento che la mia anima esce dal corpo ponendosi davanti al divano a godersi lo spettacolo.
Sono fuori e guardo quel corpo di donna come se non fosse il mio, assisto al tuo assalto alla violenza nello strappare l'unica camicia sana che ho, alle tue labbra voraci sul mio seno, alla smorfia di dolore per i morsi, al tuo insinuarti nella mia bocca, al bacio violento stuprante.
Togli i pantaloni e mi sei sopra con tutto il corpo, pesi puzzi e mi fa schifo averti sopra di me.
Spalanchi le mie cosce e con movimenti scomposti cerchi di essere maschio, non ci riesci, la pancia te lo impedisce.
Ti alzi e
- girati che così non mi viene.
Mi alzo mi giro mi piego sul divano e tu ricominci l'assalto violento ma anche così non riesci, non ti aiuto sto ferma immobile gelida assente.
Stasera questo corpo non è il mio, io sono fuori davanti a noi ed osservo curiosa per capire come fa una donna ad arrivare a tanto.
Ipocrita, lo so benissimo: per soldi.
Osservo sul muro davanti a me lo stemma con due coltelli incrociati, finta riproduzione di un'immagine nobiliare comprato dal rigattiere sotto casa.

Click ... qualcosa scatta nel mio cervello.

La mano agisce da sola, prende il coltello e lo pianta violentemente nel tuo fianco, urli
- … cazzo hai fattooo, puttana!

. . . . . . . . . . . .


NOTA
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Buona Lettura
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di
scritto il
2023-04-12
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