Sorelle 8 - Fine

di
genere
incesti

Faccio segno alle sorelle che la girano e viene di nuovo legata.
Tolgo la benda
- Vuoi che smetta, inutile corpo?
- No padrone, ancora, fammi tua ancora.
- Ora puoi vedere cosa ti faccio, per cui il dolore sarà più forte aumentato dalla paura.
- Si padrone, fallo.
Da una scatoletta prendo un ago da siringa, lo vede, la paura nei suoi occhi mista a desiderio.
Con la punta inizio a giocare sul suo seno ed i capezzoli, trema di piacere, afferro il capezzolo e lo trafiggo con l'ago.
Un urlo bestiale invade la stanza
- Ancora?
- Si.
Secondo ago che entra perpendicolare al primo nello stesso capezzolo, nuovo urlo.
Senza darle il tempo di reagire applico lo stesso trattamento all'altro capezzolo.
Mamma è esausta, vedo il suo sguardo perso in una eccitazione senza fine.
- Padrone fammi godere ti supplico.
- Non ancora ho l'ultimo dolore da darti, il più forte, poi potrai godere, lo vuoi?
- Sii, dammi questo ultimo dolore e fammi godere, sono la tua cagna per sempre.
Prendo un coltello, e taglio lo slip liberando il clitoride esposto gonfio e duro.
Lo prendo in bocca e stringo i denti, mamma urla di piacere, continuo a mordere e le urla diventano suppliche di continuare.
Mi fermo, un ago nella mano ed inizio a penetrarlo dalla punta, lentamente.
Un urlo gutturale disumano continuo esce dalla sua bocca, il suo corpo si dimena scomposto ed un ultimo urlo acuto e liberatorio annuncia il suo profondo godimento accompagnato da getti di orina successivi che la svuotano completamente.
Si accascia semisvenuta.
Ho finito, tolgo aghi e carote e viene slegata abbandonandosi tra le braccia di papà.
Poi rivolta a me
- Grazie padrone, è stato bellissimo, ho goduto come mai nella mia vita.
Papà, accompagnato da mio zio, la porta in camera.
Li raggiungo, con un panno umido e caldo pulisco tutto il corpo facendo attenzione a togliere ogni traccia di olio sudore o altro, poi la cospargo con una crema lenitiva e sfiammante e la avvolgo in un telo morbido e vellutato.
Si addormenta con un sorriso, felice.
Papà mi guarda
- E' questo che intendevi nel non farle male?
- Tranquillo domani non avrà più segni nè dolore, lasciala dormire.
- Ma gli aghi?
- Sono gli aghi da insulina, non lasciano traccia, come hai visto non è uscita una goccia di sangue, solo tanto dolore e niente altro.
- Ma chi ti ha insegnato questa pratica?
- La zia, è una master tra le più quotate, è bravissima. Prima ha fatto la scena per creare patos, sapeva benissimo quello che stavo facendo e che non era pericoloso.
- Papà e zio sono sconvolti, non lo sapevano.
Torniamo in sala, mia cugina si avvicina mi bacia e sottovoce
- Voglio che lo fai anche a me, mi ha sconvolto il piacere provato da zia.
- No, se vuoi provare chiedilo a tua madre, lei lo sa fare meglio di me.
- Ma tu hai il cazzo che poi voglio dentro di me.
- Scordatelo, il mio cazzo non lo avrai mai.
- Perché?
- Anche questo chiedilo a tua madre.
Le mie sorelle sono sconvolte, non credono a quello che hanno visto.
- Non ci chiedere più di aiutarti, credevamo fosse un gioco come oggi, tu hai distrutto mamma.
Mi stanno per colpire quando zia si avvicina.
- Bravo, sei stato bravissimo, tanto dolore e niente danni. L'allievo ha superato la maestra.
Ride, mi bacia e mi tocca il cavallo.
- Adesso qualcuno si dovrà occupare di te.
Mentre lo dice apre la zip e lo tira fuori con una destrezza da consumata master.
Si abbassa lo prende in bocca ed inizia una danza dentro fuori che solo lei sa fare, poi rivolta alla figlia
- Puttanella vuoi provare una scopata come si deve?
- Si.
- Vieni è ora che diventi una vera donna.
La spoglia e la lega alle corde come mamma.
- Falla tua per la prima ed ultima volta, stasera non vale il nostro patto.
- Sicura?
- Si.
Mi avvicino ed inizio a giocare con la sua fica, la solletico, la scopro la penetro per saggiarne la consistenza, è bagnata eccitata dall'insolita posizione.
Continuo a penetrarla lentamente sento scaldarsi le dita con i suoi umori, geme, mi chiede di più, mi spoglio ed inizio un lento strusciare sulla sua vagina, si offre mi vuole dentro, aspetto, deve implorare.
Continuo a giocare con lei da fuori, inizia a dimenarsi
- Scopami, ora subito
Mi allontano, si infuria
- SCOPAMI!!
- Non ancora mi devi supplicare.
E mentre lo dico afferro un capezzolo e lo strizzo con forza, cattivo.
Il grido si perde in gemiti, il pube proteso in avanti, pronto.
- Ti supplico entra dentro di me, fammi tua.
Mi avvicino ed in un solo colpo sono in lei, urla, sento un bagnato differente, esco, è rosso, era vergine, la zia mi ha donato la verginità di sua figlia.
Rientro ed inizio a possederla senza ritegno, forte profondo dominante, lei si offre ancora di più, le sue parole diventano mugugni sconnessi e viene tra i sussulti, io con lei.
La zia la slega.
- Prima ed ultima volta, il patto ritorna in vigore.
- Ok zia.
- Quale patto? - dice zio
- Niente, non sono affari tuoi, è una cosa tra me e lui - risponde zia
Zio mi guarda
- Sei pericoloso, non ti avvicinare più a mia figlia o te lo taglio.
- Ok zio, buonanotte.
Me ne vado da mamma.
- Come sta?
- Dorme. Stasera ho capito la vera essenza della mamma, ho sbagliato a volerla proteggere, devo imparare a dominarla
- dice papà.
- Chiedilo alla zia, sarà felice di insegnarti, buonanotte.
- Buonanotte.
Mi butto sul letto e mi addormento vestito.

Da quella sera la vita in famiglia è stata molto più piacevole e movimentata ed ancora oggi ricordo con nostalgia i tanti "giochi di famiglia" allargata anche a zii e cugina, ma questa è un'altra storia.
di
scritto il
2023-05-06
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