Serata d'estate
di
gfranco
genere
sentimentali
Alle nove in punto sono andato a prelevare la Manuela. Le ho detto che si andava a vedere Sirio, la stella più brillante del firmamento. Solo che di solito è brillante tra gennaio e febbraio ed io ho sbagliato stagione. Vedrò di rimediare in qualche maniera, forse basterà che cambi nome a qualche altra stella, purchè luminosa oppure speriamo che qualche nube si metta di mezzo ad oscurare il cielo.
Come al solito la Manuela è ben vestita. Sopra la camicetta porta una giacca, per essere luglio, stasera fa decisamente freddo. In breve tempo raggiungiamo il parco e ci sediamo su una panchina di legno. C'è movimento di gente e questo mi rende tranquillo, troppa delinquenza in giro. Si mette con la testa sulla mia spalla e mi dà la mano. Le dico che Sirio non si vede e vado in cerca della luna per parlare dei suoi mari, che poi sono dei crateri inattivi. Lei se ne sta a guardare ed intanto si stringe a me. Poi parla e mi interroga. Due per due. Io per fare il bullo le rispondo cinque. Lei dice che mi boccia se continuo a sbagliare. Ripete due per due ed io diligentemente le rispondo quattro. Dice che va bene e che anzi mi vuole premiare. Apre leggermente la giacca, apre due bottoni della camicia e mi aiuta ad introdurre la mano. Sento che non porta il reggiseno e così mi metto ad accarezzare il suo seno. Anzi le dico che voglio scalarlo e le mie dita percorrono le sue pareti, poi arrivato al capezzolo gioisco per essere arrivato in cima alla collina. Le scappa da ridere e dice che sono un bambinone con tanta fantasia e che per fortuna porta i pantaloni altrimenti avrei combinato qualcosa altro. Sicuramente imbarazzante, visto che ogni tanto qualcuno passa davanti a piedi. In ogni caso ho la sensazione che la cosa le piaccia perchè si stringe ancora di più a me. Le dico che la prossima volta mi aspetto si spogli e mi faccia un piccolo spettacolo osè. Replica che sono matto e che ci fa lei in giro di notte con uno così, una donna che fino a poco tempo fa teneva gli uomini a tre metri di distanza. Poi ci siamo alzati ed abbiamo preso un gelato al vicino chiosco. Si è accorta che ironizzavo mentre lei lo leccava e subito mi ha intimato di non fare cattivi pensieri. Il mio gelato, quello sotto, lo avrebbe messo in quarantena. E'salita in auto e prima di arrivare a casa sua, mi sono messo nel posteggio. Al buio ha preso il mio gelato e lo ha masturbato facendolo scaricare su un suo fazzoletto. Però...ha replicato...è più grosso di quello preso in gelateria, ma sicuramente meno zuccherino. Quindi l'ho accompagnata davanti alla porta di casa e per sicurezza ho aspettato che salisse. Quando da giù ho visto accendersi la luce del suo appartamento mi sono allontanato. Bella serata, alla luce della luna e con una gelataia niente male. Mi sa o meglio speriamo che la prossima volta mi suoni il piffero. La Manuela, che donna splendida e pensare che la Margherita me la descriveva come una zitella babbiona. Se ai miei tempi le insegnanti di matematica fossero state come lei, ovvero con toccatina supplementare alle poppe, avrei amato anche quella materia. Un solo dubbio... dovesse per ipotesi litigare con me passerebbe certo dalle semplici moltiplicazioni alle difficili radici quadrate e qui sarebbero veramente guai per me.
Come al solito la Manuela è ben vestita. Sopra la camicetta porta una giacca, per essere luglio, stasera fa decisamente freddo. In breve tempo raggiungiamo il parco e ci sediamo su una panchina di legno. C'è movimento di gente e questo mi rende tranquillo, troppa delinquenza in giro. Si mette con la testa sulla mia spalla e mi dà la mano. Le dico che Sirio non si vede e vado in cerca della luna per parlare dei suoi mari, che poi sono dei crateri inattivi. Lei se ne sta a guardare ed intanto si stringe a me. Poi parla e mi interroga. Due per due. Io per fare il bullo le rispondo cinque. Lei dice che mi boccia se continuo a sbagliare. Ripete due per due ed io diligentemente le rispondo quattro. Dice che va bene e che anzi mi vuole premiare. Apre leggermente la giacca, apre due bottoni della camicia e mi aiuta ad introdurre la mano. Sento che non porta il reggiseno e così mi metto ad accarezzare il suo seno. Anzi le dico che voglio scalarlo e le mie dita percorrono le sue pareti, poi arrivato al capezzolo gioisco per essere arrivato in cima alla collina. Le scappa da ridere e dice che sono un bambinone con tanta fantasia e che per fortuna porta i pantaloni altrimenti avrei combinato qualcosa altro. Sicuramente imbarazzante, visto che ogni tanto qualcuno passa davanti a piedi. In ogni caso ho la sensazione che la cosa le piaccia perchè si stringe ancora di più a me. Le dico che la prossima volta mi aspetto si spogli e mi faccia un piccolo spettacolo osè. Replica che sono matto e che ci fa lei in giro di notte con uno così, una donna che fino a poco tempo fa teneva gli uomini a tre metri di distanza. Poi ci siamo alzati ed abbiamo preso un gelato al vicino chiosco. Si è accorta che ironizzavo mentre lei lo leccava e subito mi ha intimato di non fare cattivi pensieri. Il mio gelato, quello sotto, lo avrebbe messo in quarantena. E'salita in auto e prima di arrivare a casa sua, mi sono messo nel posteggio. Al buio ha preso il mio gelato e lo ha masturbato facendolo scaricare su un suo fazzoletto. Però...ha replicato...è più grosso di quello preso in gelateria, ma sicuramente meno zuccherino. Quindi l'ho accompagnata davanti alla porta di casa e per sicurezza ho aspettato che salisse. Quando da giù ho visto accendersi la luce del suo appartamento mi sono allontanato. Bella serata, alla luce della luna e con una gelataia niente male. Mi sa o meglio speriamo che la prossima volta mi suoni il piffero. La Manuela, che donna splendida e pensare che la Margherita me la descriveva come una zitella babbiona. Se ai miei tempi le insegnanti di matematica fossero state come lei, ovvero con toccatina supplementare alle poppe, avrei amato anche quella materia. Un solo dubbio... dovesse per ipotesi litigare con me passerebbe certo dalle semplici moltiplicazioni alle difficili radici quadrate e qui sarebbero veramente guai per me.
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