Pomeriggio dedicato a Morfeo
di
gfranco
genere
sentimentali
Stanotte è piovuto di brutto e tanto vento. A cinquecento metri da casa mia un grosso albero è crollato a terra. Per fortuna verso mezzanotte e con tutta quella pioggia che prometteva grandine, non passava nessuno. Sono andato a vedere la base del tronco e sinceramente non sembrava per nulla marcio. Forse troppe foglie e al resto ci ha pensato il vento. Stanotte ho dormito male, tra fulmini e tuoni non mi sentivo sicuro. Come d'accordo mi ha raggiunto la Amira. Vestita da occidentale e decisamente bella. Forse quattro giorni senza vederci mi danno di lei una visione diversa.
Si è subito spogliata, aveva voglia di togliersi subito tutto e l'ho capito da come mi metteva fretta. Quasi al rallentatore, mi sono tolto gli abiti e l'ho raggiunta a letto. Ha cominciato a strofinarsi sopra di me, le sue mani mi toccavano dappertutto. Mi sono accorto che sotto l'occhio aveva un segno nero. Le ho chiesto che succedeva e lei mi ha detto che il marito, in un momento di rabbia causata da una camicia stirata non perfettamente le ha dato una forte sberla. Lei si è prontamente schivata, ma non ha potuto evitare quel segno nero. Oggi era andata al supermercato con un paio di occhiali da sole perchè il livido era evidente. Le ho chiesto perchè non lo denuncia e si separa. Ma lei ha paura, per la sua famiglia: la separazione sarebbe un disonore e perderebbe poi ogni contatto con genitori, fratelli e sorelle.
Ho cominciato a baciarla attorno al livido e l'ho vista rasserenarsi. Quindi le ho baciato i seni perfetti, degni del Canova e per scherzo l'ho salivata dietro le orecchie. Non so se le orecchie sono un punto sensibile o meglio erotico, ma di certo me la sono trovata sopra che si infilava in vagina il mio pene ancora a riposo. Ma dormiente per poco, visto che si è allargato ed allungato in meno di un minuto. Era talmente calda e vogliosa di essere penetrata che per l'eccitazione sono venuto in poco tempo. Non immaginavo che l'avrei innondata di così tanto sperma che le copriva il pube e parte della pancia. Le ho detto che in questi giorni sono un po' stanco e di non arrabbiarsi se preferivo stringerla tra le mie braccia e chiaccherare con lei. Forse appagata o forse nò mi ha lasciato fare. Mentre baciavo con delicatezza i suoi seni ho lasciato che mi raccontasse di queste ultime giornate. Non la finiva mai di sbaciucchiare il mio collo e il torace. Ci siamo addormentati ed io l'ho "tradita" mettendomi subito nelle braccia di Morfeo, dio del sonno e dei sogni. Dopo una oretta si è rivestita simulando uno spogliarello all'inverso e lasciandomi in pegno un paio di minuscoli slip, in parte trasparenti. Avevo fatto la lavatrice e gli ho restituito gli altri slip che di proposito aveva dimenticato sul letto. Mi chiedo a volte come fanno le donne ad indossare quei tipi di slip che di fatto lasciano vedere tutto e che non servono a nulla. Almeno nell'ottocento le donne che portavano tutte le gonne fino a terra, non indossavano mutande.
Ho guardato che nel corridoio non ci fosse nessuno e lei se ne è andata a casa, col solito sacchetto per le immondizie che le fà da alibi, qualora per le scale qualcuno le chieda qualcosa. Ho riaperto il computer e scritto una email alla dolce Manuela..."splendida Manuela, notte di tuoni e lampi. Ho dormito male, se accanto a me ci fossi stata tu, di sicuro avrei scaricato le mie paure. L'ultima volta è stato bello, bellissimo, ma non si vive di solo sesso, si rischia di rendere monotono un grande rapporto di amicizia molto particolare. Tempo permettendo e sempre se non hai altro da fare, ti vengo a prendere alle nove di sera e ti porterei al parco per finire di contemplare le stelle. Se le nubi non dovessero rovinare la visione, ti parlerei di Sirio e ti aiuterei a riconoscerlo, tra le altre stelle. Ma di tutto il firmamento, la stella più splendente sei tu. Gfranco tuo allievo in matematica e pasticci." Poco dopo mi mi è arrivata la sua: "carissimo, anche per me è stato molto bello, non pensavo di provare sensazioni così forti e dolci nello stesso tempo. Come d'accordo stasera scendo ed andiamo al parco come vuoi tu. Magari una sortita in gelateria e poi tutti a nanna...ti preparo il compito: quanto fa dieci per dieci, conta sino d'ora i baci che ti darò. La tua amica e forse qualcosa di più. Manuela"
Si è subito spogliata, aveva voglia di togliersi subito tutto e l'ho capito da come mi metteva fretta. Quasi al rallentatore, mi sono tolto gli abiti e l'ho raggiunta a letto. Ha cominciato a strofinarsi sopra di me, le sue mani mi toccavano dappertutto. Mi sono accorto che sotto l'occhio aveva un segno nero. Le ho chiesto che succedeva e lei mi ha detto che il marito, in un momento di rabbia causata da una camicia stirata non perfettamente le ha dato una forte sberla. Lei si è prontamente schivata, ma non ha potuto evitare quel segno nero. Oggi era andata al supermercato con un paio di occhiali da sole perchè il livido era evidente. Le ho chiesto perchè non lo denuncia e si separa. Ma lei ha paura, per la sua famiglia: la separazione sarebbe un disonore e perderebbe poi ogni contatto con genitori, fratelli e sorelle.
Ho cominciato a baciarla attorno al livido e l'ho vista rasserenarsi. Quindi le ho baciato i seni perfetti, degni del Canova e per scherzo l'ho salivata dietro le orecchie. Non so se le orecchie sono un punto sensibile o meglio erotico, ma di certo me la sono trovata sopra che si infilava in vagina il mio pene ancora a riposo. Ma dormiente per poco, visto che si è allargato ed allungato in meno di un minuto. Era talmente calda e vogliosa di essere penetrata che per l'eccitazione sono venuto in poco tempo. Non immaginavo che l'avrei innondata di così tanto sperma che le copriva il pube e parte della pancia. Le ho detto che in questi giorni sono un po' stanco e di non arrabbiarsi se preferivo stringerla tra le mie braccia e chiaccherare con lei. Forse appagata o forse nò mi ha lasciato fare. Mentre baciavo con delicatezza i suoi seni ho lasciato che mi raccontasse di queste ultime giornate. Non la finiva mai di sbaciucchiare il mio collo e il torace. Ci siamo addormentati ed io l'ho "tradita" mettendomi subito nelle braccia di Morfeo, dio del sonno e dei sogni. Dopo una oretta si è rivestita simulando uno spogliarello all'inverso e lasciandomi in pegno un paio di minuscoli slip, in parte trasparenti. Avevo fatto la lavatrice e gli ho restituito gli altri slip che di proposito aveva dimenticato sul letto. Mi chiedo a volte come fanno le donne ad indossare quei tipi di slip che di fatto lasciano vedere tutto e che non servono a nulla. Almeno nell'ottocento le donne che portavano tutte le gonne fino a terra, non indossavano mutande.
Ho guardato che nel corridoio non ci fosse nessuno e lei se ne è andata a casa, col solito sacchetto per le immondizie che le fà da alibi, qualora per le scale qualcuno le chieda qualcosa. Ho riaperto il computer e scritto una email alla dolce Manuela..."splendida Manuela, notte di tuoni e lampi. Ho dormito male, se accanto a me ci fossi stata tu, di sicuro avrei scaricato le mie paure. L'ultima volta è stato bello, bellissimo, ma non si vive di solo sesso, si rischia di rendere monotono un grande rapporto di amicizia molto particolare. Tempo permettendo e sempre se non hai altro da fare, ti vengo a prendere alle nove di sera e ti porterei al parco per finire di contemplare le stelle. Se le nubi non dovessero rovinare la visione, ti parlerei di Sirio e ti aiuterei a riconoscerlo, tra le altre stelle. Ma di tutto il firmamento, la stella più splendente sei tu. Gfranco tuo allievo in matematica e pasticci." Poco dopo mi mi è arrivata la sua: "carissimo, anche per me è stato molto bello, non pensavo di provare sensazioni così forti e dolci nello stesso tempo. Come d'accordo stasera scendo ed andiamo al parco come vuoi tu. Magari una sortita in gelateria e poi tutti a nanna...ti preparo il compito: quanto fa dieci per dieci, conta sino d'ora i baci che ti darò. La tua amica e forse qualcosa di più. Manuela"
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