L'estate di Silvia
di
Alpha Master
genere
prime esperienze
Io sono Silvia, e vi racconterò di una estate di alcuni anni fa con due amici di tutta la vita. La scuola era finita, gli esami di stato erano andati bene e tutti e tre (Tommaso detto Tommy e Giovanbattista detto Giò, per brevità) e ci trovammo per la prima volta una estate davvero libera. Mare, sole e qualche birra di giorno, passeggiate la sera, chitarra sul mare la sera, discoteca nel week end. In pratica vivevamo in un sogno.
Una sera eravamo con altri amici ad una "spiaggiata", come la chiamavamo. In pratica si cenava in spiaggia e si rimaneva per gran parte della notte. Un falò illuminava tutto dopo aver cotto alla meglio la cena, che di solito era roba fredda tipo insalata di riso o melanzane alla parmigiana seguita da uno o due wurstel o una salsiccia. E prima che qualcuno cominci a fantasticare su che tipo di salsiccia e da dove entrasse, vi dirò che entrambe le possibilità in quelle serate c'erano.
La serata stava terminando molto più presto del solito, l'aria si era raffreddata un po' e gli altri uno o due alla volta se ne erano tornati a casa. Strano, di solito rimanevano anche se poi ci si doveva avvicinare al falò. Noi tre invece eravamo rimasti, e data la carenza di figa (eravamo in tre, l'unica ero io) tutti e due i maschietti mi pressavano, sperando di finire la serata in bellezza con me. Di solito uno dei due me lo sarei limonato volentieri, come in passato – senza grandi preferenze – e magari anche di più, ma quella sera entrambi erano poco disposti ad essere quello che doveva cercarsi un'altra. Probabilmente per mancanza dell'altra, anche se all'epoca ero una gran bella fighetta.
In ogni caso si passò da un bacio sul collo a una mano su una coscia, una toccata di una tetta mentre le lingue si sfioravano, e finii che stavo limonando duro con tutti e due. Era strano, ma non spiacevole. Anzi, direi che era parecchio piacevole. Specialmente quando ad un certo punto Tommy aveva una mano sulla mia tetta sinistra e una nei miei slip e mi strofinava la micia mentre Giò si palpava l'altra tetta e con l'altra mano mi titillava il buco posteriore. Presa dal momento dissi ad entrambi di fermarsi e mi tolsi la maglietta. La reazione nelle due patte dei pantaloncini fu esplosiva, e nella luce guizzante del fuoco vedevo due erezioni non equivocabili tra le gambe dei due. Fu il punto dove la mia mente cosciente decise di staccare la spina per un po' e lasciare decidere all'animale in calore. Mi tolsi anche pantaloncini e slip, e dissi loro di spogliarsi. Lo fecero. Non so se ci sia un record sul libro dei primati per il tempo necessario ad uscire dai vestiti, ma i due "primati" in questione di certo tentarono di batterlo. Giò aveva un cazzo nella norma, senza infamia e senza lode, ma Tommy aveva una apperacchiatura di trivellazione dal diamentro veramente rimarchevole, ed entrambi erano in uno stato di erezione che doveva sfiorare il dolore.
Ci rimettemmo all'opera e i due bastardi ripartirono proprio da dove eravamo. Solo che entrambi approfittarono per infilare il dito dentro. Uno nella figa e uno nel culo, che si era bagnato con gli umori che colavano da davanti. Avevo usato il mio culo per masturbarmi da sola, in passato, ma in modo molto delicato. Usato così da un grosso dito maschile e soprattutto con due dita di Tommy ad ingombrare davanti mi pareva di essere squartata. In realtà sentivo leggermente dolore al culo all'inizio, ma dopo poco grazie anche al modo delicato di Giò malgrado le dimensioni del dito (o forse grazie a quelle) si era trasformato in un potente piacere. Avevo i due cazzi in mano, e li segavo lentamente per non farli venire troppo in fretta. Avevo paura che una volta sborrato mi avrebbero mollato li, e invece volevo stragodere in quella folle sera.
Ansimavo e la mia fica colava sulla mano di Tommy e sul dito di Giò, e sentii che stavo per avere un potente orgasmo. Accelerai a masturbare i due membri, che pareva non aspettassero altro, e i loro proprietari per reazione accelerarono e potenziarono i loro movimenti nei miei orifizi.
Venimmo praticamente insieme. Io per prima, subito dopo Giò e dopo una decina di secondi Tommy. Entrambi mi sborrarono addosso, fiotti caldi e potenti che mi finirono sulla pancia e i fianchi ed in parte sui seni. Stetti per un lungo periodo apparente in paradiso, inarcata e tremante mentre loro si svuotavano.
Tornammo sulla terra tutti e tre lentamente. Ci staccammo, con gli occhi che brillavano nel buio rotto dal falo. Ansimavamo tutti, e ci volle un po' a riprendere fiato. Mentre cercavo di pulirmi alla meglio con dei fazzoletti – Non ci sarei riuscita, e sarei tornata a casa appiccicosa e profumata di sesso, per fortuna inosservata – ci guardammo, e fu Tommy a dire quello che pensavamo tutti. "Dobbiamo rifarlo".
Dopo quell'incontro a tre tra Tommy, Giò e me ero veramente diventata ossessionata dal godere, mi masturbavo cercando di nuovo quel brivido e quel piacere profondo ma senza riuscire a ritrovarlo e nell'attesa del momento non ancora giunto di ripetere l'esperienza con i due maschietti fui forse fregata proprio per il mio stato mentale quasi da crisi di astinenza da orgasmo e finii per confidare anche questa esperienza a tre alla mia amica Alba.
Eravamo in casa da me da sole e per il caldo avevamo entrambe addosso solo una maglietta bianca lei, una canotta verde io (entrambe senza reggiseno) e sotto pantaloncini da ginnastica leggeri e corti che a stento coprivano gli slip stando accosciate sul letto e ci scambiavamo confidenze sui ragazzi – OK, lo ammetto, ci scambiavamo anche opinioni sui loro cazzi e come sapevano usarli, dato che anche lei quella estate si stava godendo parecchio la vita – e la figa umida al ricordo e la testa leggera mi fecero spiattellare tutto; per fortuna Alba non era una tipa che si scandalizzava, anzi! Iniziò a pressarmi con domande piccanti e richieste di dettagli, costringendomi a raccontare ogni cosa per filo e per segno fino a farmi quasi rivivere la sensazione dei due cazzi in mano e della doppia penetrazione delle dita dei due. C'è poco da girarci intorno, ero eccitata come una cagna in calore al ricordo, e anche lei la vedevo ben rossa in viso e i suoi capezzoli erano evidenti sotto la maglietta leggera di cotone, quando lei se ne usci con una proposta che non mi aspettavo. "Mi piacerebbe farlo in quattro con voi, ti prego, organiziamolo!" mi disse con voce arrochita di desiderio e le guance imporporate.
Lo confesso, l'idea mi incuriosiva in parte ma feci parlare quella metà egoista di me che voleva di nuovo due persone che la facessero godere in contemporanea mettendola al centro della scena, e dissi "Credo che in quattro diventerebbe solo sesso in due, solo con qualcun'altro che lo fa accanto, non credo che ci sarebbe da godere così tanto quanto in tre". Me ne pentii subito, ero stata stronza dirlo - potevo declinare in cento altri modi più educati - ma fu la reazione della mia amica a che in realtà mi strozzò in gola le scuse. "Pur di farlo ci sto a fare la mia parte su di te, non l'ho mai fatto con una ragazza e neanche ci ho pensato fino a adesso, ma immaginarti in quella situazione piccante mi ha cambiato le carte in testa. Potrei toccarti, o anche leccarti se vuoi se uno dei maschietti fosse occupato con me".
Decisamente ero spiazzata, tutto mi aspettavo ma non questo. Neanche io avevo mai fatto sesso con una ragazza, sinceramente ci avevo un po' fantasticato ma tra la fantasia e dire "ma dai, si, assaggiamoci le vagine a vicenda" ci passano un bel po' di paure, dubbi, e incertezze. "Ma... ma... non l'ho mai fatto con una ragazza, e se poi non ci piace in realtà? E se roviniamo la serata a Giò e Tommy?" praticamente balbettavo, ma Alba era ormai partita di testa, e si sporse in avanti verso di me "Credo che se quei due ci vedessero toccarci a vicenda sborrerebbe nelle mutande senza neanche toccarsi ne tirarlo fuori. E noi possiamo anche fare pratica subito, anzi, ormai sono così eccitata che lo vorrei davvero fare subito, mi piacerebbe, ti voglio!"
In parte l'eccitazione causata dal ricordo mi era smontata, ma anche se non volevo ammetterlo l'idea di provare un rapporto saffico mi faceva sentire le farfalle nella pancia e la gattina laggiù sotto stava bagnandosi. "Non lo so, siamo entrambe etero in fondo..." tentai una difesa stentata e banale, ma Alba era già con una mano sulla mia coscia, le dita vicine all'inguine e con la bocca cercava le mie labbra: avevo solo un secondo o due per decidere se alzarmi e chiudere li il discorso, dicendole di non parlarne più o perdere la mia "verginità lesbica". L'incertezza e il blocco che mi avevano preso decisero per me, sentii il tocco morbidissimo delle sue labbra sulle mie, appena sfiorate, ancora, ancora, ma con una dolcezza infinita e senza pressione. Ripensandoci a distanza di tempo mi chiedo quanta fatica avrà fatto Alba a controllarsi nello stato di eccitazione che le aveva fatto rompere gli argini e farla comportare con quel tatto invece di infilarmi la lingua in bocca e afferrarmi una tetta come probabilmente il suo cervello e la sua figa stavano urlando di fare, ma quella calma si trasmise a me e mi scongelai un po', ricambiando il tocco leggero delle labbra. Presi tra le mie il suo labbro inferiore, succhiandolo appena, allargandolo fino a dischiuderlo e far apparire i suoi denti bianchissimi, fino a sentire il suo fiato profumato di menta. Lei mi accarezzava lentamente e con leggerezza la pelle nuda della coscia, e dopo un tempo infinito ma troppo breve sentii la punta della sua lingua giocare con il mio labbro superiore, poi con quello inferiore, e quando infine trovò il coraggio di provare delicatamente a introdursi aprii la bocca, la accolsi e la toccai con la mia: stavo limonando con una ragazza, e mi stava piacendo da matti!
La mano di Alba si fece strada lungo la coscia fino a risalire dentro i pantaloncini, sopra gli slip, causandomi brividi di piacere che mai avrei pensato che sarebbero stati causati da polpastrelli femminili, mentre la mia mano come animata da volontà propria si era appoggiata lieve sul suo seno sinistro, sentendo il capezzolo turgido sotto il cotone bianco, toccandoci a vicenda con esitazione ma con una sensazione di perverso piacere; la posizione ci limitava anche se favoriva il gioco delle lingue che si rincorrevano all'interno delle nostre cavità orali, e i miei pantaloncini impedivano alle dita di lei di arrivare dove entrambe avremmo voluto, così mi staccai prendendo fiato, e le sussurrai con la voce rotta dalla lussuria che ormai mi aveva preso, risvegliando le sensazioni della serata in tre "aspetta, lasciami spogliare", e mettendomi in piedi davanti al letto dove lei era ancora accosciata a gambe incrociate, e guardandola con malizia uscii lentamente dai tre soli indumenti che indossavo, rimanendo nuda per poi tornare verso il letto, ma fu lei adesso a dirmi di attendere un attimo e ricambiare esattamente quello che avevo fatto pochi secondi prima: era bellissima la sua figura era flessuosa con una vita stretta che contrastava con il seno sodo, e non c'era traccia del biondo dei suoi capelli sul monte di venere, che era perfettamente depilato contrariamente al mio, dove il pelo scuro c'era.
Decisamente avevamo ormai passato una linea di confine, eravamo entrambe nude ed eccitate a guardarci a vicenda, io mi sdraiai su un fianco e picchiettai il materasso davanti a me con il palmo per invitare Alba a sdraiarsi davanti a me, e lei lo fece languidamente, senza togliere gli occhi dai miei. In quella posizione potevamo entrambe alzare una gamba lasciando accedere l'altra al paese dei balocchi in mezzo alle gambe, e lo facemmo. Allungai una mano mentre tornavo a baciarla, sentendo la sua fessura stretta e bagnatissima con le dita e il suo bacino cominciare a muoversi leggermente strofinandosi contro i miei polpastrelli, sospirando di piacere. Anche lei allungò la mano tra le mie gambe, e fu come una scossa elettrica quel contatto, ero bagnatissima e sentivo le sue dita scivolare leggere nel solco, toccandomi come se sapesse esattamente cosa mi faceva provarer piacere (e forse è la differenza principale che oggi, con più esperienza, posso dire che ci sia tra il sesso saffico e quello etero: una donna sa cosa piace a un'altra donna).
La mia bocca lasciò la sua e scese lentalmente verso il suo petto, sentendo sulle labbra il leggero contatto della sua pelle serica lungo tutto il percorso che mi separava dal capezzolo e anche se nel farlo la posizione ci impediva di toccarci le micie ero comunque percorsa da brividi di piacere, e lo stesso Alba, che sporse in avanti i seni per favorirmi e farmeli succhiare, cosa che feci dolcemente per qualche minuto, fino a quando lei non si staccò da me e guardamdomi disse "aspetta, fammi cambiare posizione, e girandosi sul letto mise la testa davanti alla mia vagina vogliosa, porgendomi la sua nel farlo, la avevo direttamente davanti alla mia faccia, sentivo l'odore di femmina eccitata che mi penetrava le narici raggiungendo il cervello come un proiettile uccidendo la parte intelligente e di buon senso e lasciando al controllo la troietta eccitata della serata in tre: allungai il collo, misi la testa sulla sua coscia e sporsi la lingua arrivando a toccare la sua lumachina con la punta esattamente nel momento in cui la sua lingua toccava la mia. Fu come se un candelotto di dinamite mi fosse esploso dentro al cranio, cominciai a usare il mio organo del gusto nella sua vagina quasi selvaggiamente, sia per darle piacere che per sentire il suo sapore che stavo trovando semplicemente paradisiaco, e lo stesso stava facendo lei. La sentivo muovere il bacino contro la mia faccia, e anche io non riuscivo a stare ferma, mi si stava accumulando un orgasmo epico, e non passò molto che esplose, facendomi anche squirtare il mio piacere nella sua bocca: la sentii tossire, ma non smettere di lapparmi il mio centro del piacere, e restammo a volare altissime in cielo per un tempo infinito.
Tornate nella mia cameretta la sentii sputazzare leggermente, e girandomi e rimettendomi con la faccia davanti alla sua le vidi togliersi dei peli di bocca, anche se con il sorriso, e mi sentii avvampare di vergogna. "ODDIO, scusa, scusa... giuro, mi depilerò completamente come te, mi dispiace.." dissi, ma il suo dito profumato di me si alzo e si appoggiò sulle mie labbra, chiudendole con una pressione lieve, e mi rispose che non importava, ma con un occhiolino aggiunse che le prove prima dei grandi eventi si fanno proprio per renderli perfetti alla occasione ufficiale. Ridacchiammo entrambe soddisfatte, poi lei aggiunse "il tuo squirt è dolce e buonissimo, se te ne faccio produrre abbastanza e lo imbottigliamo diventiamo ricche", facendomi diventare rossa come un peperone, in effetti avevo rischiato di annegarla... ma pregustavo il momento di coinvolgere Giò e Tommy, e doveva essere presto. Glielo dissi, e ci baciammo di nuovo, con sulle labbra il sapore delle vagine che si mischiava.
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Sono un maschio etero Dominante, scrivetemi a alphamaster@mail.com per commenti su questo o gli altri miei racconti, oppure se siete donne o coppie interessate alla sottomissione.
Una sera eravamo con altri amici ad una "spiaggiata", come la chiamavamo. In pratica si cenava in spiaggia e si rimaneva per gran parte della notte. Un falò illuminava tutto dopo aver cotto alla meglio la cena, che di solito era roba fredda tipo insalata di riso o melanzane alla parmigiana seguita da uno o due wurstel o una salsiccia. E prima che qualcuno cominci a fantasticare su che tipo di salsiccia e da dove entrasse, vi dirò che entrambe le possibilità in quelle serate c'erano.
La serata stava terminando molto più presto del solito, l'aria si era raffreddata un po' e gli altri uno o due alla volta se ne erano tornati a casa. Strano, di solito rimanevano anche se poi ci si doveva avvicinare al falò. Noi tre invece eravamo rimasti, e data la carenza di figa (eravamo in tre, l'unica ero io) tutti e due i maschietti mi pressavano, sperando di finire la serata in bellezza con me. Di solito uno dei due me lo sarei limonato volentieri, come in passato – senza grandi preferenze – e magari anche di più, ma quella sera entrambi erano poco disposti ad essere quello che doveva cercarsi un'altra. Probabilmente per mancanza dell'altra, anche se all'epoca ero una gran bella fighetta.
In ogni caso si passò da un bacio sul collo a una mano su una coscia, una toccata di una tetta mentre le lingue si sfioravano, e finii che stavo limonando duro con tutti e due. Era strano, ma non spiacevole. Anzi, direi che era parecchio piacevole. Specialmente quando ad un certo punto Tommy aveva una mano sulla mia tetta sinistra e una nei miei slip e mi strofinava la micia mentre Giò si palpava l'altra tetta e con l'altra mano mi titillava il buco posteriore. Presa dal momento dissi ad entrambi di fermarsi e mi tolsi la maglietta. La reazione nelle due patte dei pantaloncini fu esplosiva, e nella luce guizzante del fuoco vedevo due erezioni non equivocabili tra le gambe dei due. Fu il punto dove la mia mente cosciente decise di staccare la spina per un po' e lasciare decidere all'animale in calore. Mi tolsi anche pantaloncini e slip, e dissi loro di spogliarsi. Lo fecero. Non so se ci sia un record sul libro dei primati per il tempo necessario ad uscire dai vestiti, ma i due "primati" in questione di certo tentarono di batterlo. Giò aveva un cazzo nella norma, senza infamia e senza lode, ma Tommy aveva una apperacchiatura di trivellazione dal diamentro veramente rimarchevole, ed entrambi erano in uno stato di erezione che doveva sfiorare il dolore.
Ci rimettemmo all'opera e i due bastardi ripartirono proprio da dove eravamo. Solo che entrambi approfittarono per infilare il dito dentro. Uno nella figa e uno nel culo, che si era bagnato con gli umori che colavano da davanti. Avevo usato il mio culo per masturbarmi da sola, in passato, ma in modo molto delicato. Usato così da un grosso dito maschile e soprattutto con due dita di Tommy ad ingombrare davanti mi pareva di essere squartata. In realtà sentivo leggermente dolore al culo all'inizio, ma dopo poco grazie anche al modo delicato di Giò malgrado le dimensioni del dito (o forse grazie a quelle) si era trasformato in un potente piacere. Avevo i due cazzi in mano, e li segavo lentamente per non farli venire troppo in fretta. Avevo paura che una volta sborrato mi avrebbero mollato li, e invece volevo stragodere in quella folle sera.
Ansimavo e la mia fica colava sulla mano di Tommy e sul dito di Giò, e sentii che stavo per avere un potente orgasmo. Accelerai a masturbare i due membri, che pareva non aspettassero altro, e i loro proprietari per reazione accelerarono e potenziarono i loro movimenti nei miei orifizi.
Venimmo praticamente insieme. Io per prima, subito dopo Giò e dopo una decina di secondi Tommy. Entrambi mi sborrarono addosso, fiotti caldi e potenti che mi finirono sulla pancia e i fianchi ed in parte sui seni. Stetti per un lungo periodo apparente in paradiso, inarcata e tremante mentre loro si svuotavano.
Tornammo sulla terra tutti e tre lentamente. Ci staccammo, con gli occhi che brillavano nel buio rotto dal falo. Ansimavamo tutti, e ci volle un po' a riprendere fiato. Mentre cercavo di pulirmi alla meglio con dei fazzoletti – Non ci sarei riuscita, e sarei tornata a casa appiccicosa e profumata di sesso, per fortuna inosservata – ci guardammo, e fu Tommy a dire quello che pensavamo tutti. "Dobbiamo rifarlo".
Dopo quell'incontro a tre tra Tommy, Giò e me ero veramente diventata ossessionata dal godere, mi masturbavo cercando di nuovo quel brivido e quel piacere profondo ma senza riuscire a ritrovarlo e nell'attesa del momento non ancora giunto di ripetere l'esperienza con i due maschietti fui forse fregata proprio per il mio stato mentale quasi da crisi di astinenza da orgasmo e finii per confidare anche questa esperienza a tre alla mia amica Alba.
Eravamo in casa da me da sole e per il caldo avevamo entrambe addosso solo una maglietta bianca lei, una canotta verde io (entrambe senza reggiseno) e sotto pantaloncini da ginnastica leggeri e corti che a stento coprivano gli slip stando accosciate sul letto e ci scambiavamo confidenze sui ragazzi – OK, lo ammetto, ci scambiavamo anche opinioni sui loro cazzi e come sapevano usarli, dato che anche lei quella estate si stava godendo parecchio la vita – e la figa umida al ricordo e la testa leggera mi fecero spiattellare tutto; per fortuna Alba non era una tipa che si scandalizzava, anzi! Iniziò a pressarmi con domande piccanti e richieste di dettagli, costringendomi a raccontare ogni cosa per filo e per segno fino a farmi quasi rivivere la sensazione dei due cazzi in mano e della doppia penetrazione delle dita dei due. C'è poco da girarci intorno, ero eccitata come una cagna in calore al ricordo, e anche lei la vedevo ben rossa in viso e i suoi capezzoli erano evidenti sotto la maglietta leggera di cotone, quando lei se ne usci con una proposta che non mi aspettavo. "Mi piacerebbe farlo in quattro con voi, ti prego, organiziamolo!" mi disse con voce arrochita di desiderio e le guance imporporate.
Lo confesso, l'idea mi incuriosiva in parte ma feci parlare quella metà egoista di me che voleva di nuovo due persone che la facessero godere in contemporanea mettendola al centro della scena, e dissi "Credo che in quattro diventerebbe solo sesso in due, solo con qualcun'altro che lo fa accanto, non credo che ci sarebbe da godere così tanto quanto in tre". Me ne pentii subito, ero stata stronza dirlo - potevo declinare in cento altri modi più educati - ma fu la reazione della mia amica a che in realtà mi strozzò in gola le scuse. "Pur di farlo ci sto a fare la mia parte su di te, non l'ho mai fatto con una ragazza e neanche ci ho pensato fino a adesso, ma immaginarti in quella situazione piccante mi ha cambiato le carte in testa. Potrei toccarti, o anche leccarti se vuoi se uno dei maschietti fosse occupato con me".
Decisamente ero spiazzata, tutto mi aspettavo ma non questo. Neanche io avevo mai fatto sesso con una ragazza, sinceramente ci avevo un po' fantasticato ma tra la fantasia e dire "ma dai, si, assaggiamoci le vagine a vicenda" ci passano un bel po' di paure, dubbi, e incertezze. "Ma... ma... non l'ho mai fatto con una ragazza, e se poi non ci piace in realtà? E se roviniamo la serata a Giò e Tommy?" praticamente balbettavo, ma Alba era ormai partita di testa, e si sporse in avanti verso di me "Credo che se quei due ci vedessero toccarci a vicenda sborrerebbe nelle mutande senza neanche toccarsi ne tirarlo fuori. E noi possiamo anche fare pratica subito, anzi, ormai sono così eccitata che lo vorrei davvero fare subito, mi piacerebbe, ti voglio!"
In parte l'eccitazione causata dal ricordo mi era smontata, ma anche se non volevo ammetterlo l'idea di provare un rapporto saffico mi faceva sentire le farfalle nella pancia e la gattina laggiù sotto stava bagnandosi. "Non lo so, siamo entrambe etero in fondo..." tentai una difesa stentata e banale, ma Alba era già con una mano sulla mia coscia, le dita vicine all'inguine e con la bocca cercava le mie labbra: avevo solo un secondo o due per decidere se alzarmi e chiudere li il discorso, dicendole di non parlarne più o perdere la mia "verginità lesbica". L'incertezza e il blocco che mi avevano preso decisero per me, sentii il tocco morbidissimo delle sue labbra sulle mie, appena sfiorate, ancora, ancora, ma con una dolcezza infinita e senza pressione. Ripensandoci a distanza di tempo mi chiedo quanta fatica avrà fatto Alba a controllarsi nello stato di eccitazione che le aveva fatto rompere gli argini e farla comportare con quel tatto invece di infilarmi la lingua in bocca e afferrarmi una tetta come probabilmente il suo cervello e la sua figa stavano urlando di fare, ma quella calma si trasmise a me e mi scongelai un po', ricambiando il tocco leggero delle labbra. Presi tra le mie il suo labbro inferiore, succhiandolo appena, allargandolo fino a dischiuderlo e far apparire i suoi denti bianchissimi, fino a sentire il suo fiato profumato di menta. Lei mi accarezzava lentamente e con leggerezza la pelle nuda della coscia, e dopo un tempo infinito ma troppo breve sentii la punta della sua lingua giocare con il mio labbro superiore, poi con quello inferiore, e quando infine trovò il coraggio di provare delicatamente a introdursi aprii la bocca, la accolsi e la toccai con la mia: stavo limonando con una ragazza, e mi stava piacendo da matti!
La mano di Alba si fece strada lungo la coscia fino a risalire dentro i pantaloncini, sopra gli slip, causandomi brividi di piacere che mai avrei pensato che sarebbero stati causati da polpastrelli femminili, mentre la mia mano come animata da volontà propria si era appoggiata lieve sul suo seno sinistro, sentendo il capezzolo turgido sotto il cotone bianco, toccandoci a vicenda con esitazione ma con una sensazione di perverso piacere; la posizione ci limitava anche se favoriva il gioco delle lingue che si rincorrevano all'interno delle nostre cavità orali, e i miei pantaloncini impedivano alle dita di lei di arrivare dove entrambe avremmo voluto, così mi staccai prendendo fiato, e le sussurrai con la voce rotta dalla lussuria che ormai mi aveva preso, risvegliando le sensazioni della serata in tre "aspetta, lasciami spogliare", e mettendomi in piedi davanti al letto dove lei era ancora accosciata a gambe incrociate, e guardandola con malizia uscii lentamente dai tre soli indumenti che indossavo, rimanendo nuda per poi tornare verso il letto, ma fu lei adesso a dirmi di attendere un attimo e ricambiare esattamente quello che avevo fatto pochi secondi prima: era bellissima la sua figura era flessuosa con una vita stretta che contrastava con il seno sodo, e non c'era traccia del biondo dei suoi capelli sul monte di venere, che era perfettamente depilato contrariamente al mio, dove il pelo scuro c'era.
Decisamente avevamo ormai passato una linea di confine, eravamo entrambe nude ed eccitate a guardarci a vicenda, io mi sdraiai su un fianco e picchiettai il materasso davanti a me con il palmo per invitare Alba a sdraiarsi davanti a me, e lei lo fece languidamente, senza togliere gli occhi dai miei. In quella posizione potevamo entrambe alzare una gamba lasciando accedere l'altra al paese dei balocchi in mezzo alle gambe, e lo facemmo. Allungai una mano mentre tornavo a baciarla, sentendo la sua fessura stretta e bagnatissima con le dita e il suo bacino cominciare a muoversi leggermente strofinandosi contro i miei polpastrelli, sospirando di piacere. Anche lei allungò la mano tra le mie gambe, e fu come una scossa elettrica quel contatto, ero bagnatissima e sentivo le sue dita scivolare leggere nel solco, toccandomi come se sapesse esattamente cosa mi faceva provarer piacere (e forse è la differenza principale che oggi, con più esperienza, posso dire che ci sia tra il sesso saffico e quello etero: una donna sa cosa piace a un'altra donna).
La mia bocca lasciò la sua e scese lentalmente verso il suo petto, sentendo sulle labbra il leggero contatto della sua pelle serica lungo tutto il percorso che mi separava dal capezzolo e anche se nel farlo la posizione ci impediva di toccarci le micie ero comunque percorsa da brividi di piacere, e lo stesso Alba, che sporse in avanti i seni per favorirmi e farmeli succhiare, cosa che feci dolcemente per qualche minuto, fino a quando lei non si staccò da me e guardamdomi disse "aspetta, fammi cambiare posizione, e girandosi sul letto mise la testa davanti alla mia vagina vogliosa, porgendomi la sua nel farlo, la avevo direttamente davanti alla mia faccia, sentivo l'odore di femmina eccitata che mi penetrava le narici raggiungendo il cervello come un proiettile uccidendo la parte intelligente e di buon senso e lasciando al controllo la troietta eccitata della serata in tre: allungai il collo, misi la testa sulla sua coscia e sporsi la lingua arrivando a toccare la sua lumachina con la punta esattamente nel momento in cui la sua lingua toccava la mia. Fu come se un candelotto di dinamite mi fosse esploso dentro al cranio, cominciai a usare il mio organo del gusto nella sua vagina quasi selvaggiamente, sia per darle piacere che per sentire il suo sapore che stavo trovando semplicemente paradisiaco, e lo stesso stava facendo lei. La sentivo muovere il bacino contro la mia faccia, e anche io non riuscivo a stare ferma, mi si stava accumulando un orgasmo epico, e non passò molto che esplose, facendomi anche squirtare il mio piacere nella sua bocca: la sentii tossire, ma non smettere di lapparmi il mio centro del piacere, e restammo a volare altissime in cielo per un tempo infinito.
Tornate nella mia cameretta la sentii sputazzare leggermente, e girandomi e rimettendomi con la faccia davanti alla sua le vidi togliersi dei peli di bocca, anche se con il sorriso, e mi sentii avvampare di vergogna. "ODDIO, scusa, scusa... giuro, mi depilerò completamente come te, mi dispiace.." dissi, ma il suo dito profumato di me si alzo e si appoggiò sulle mie labbra, chiudendole con una pressione lieve, e mi rispose che non importava, ma con un occhiolino aggiunse che le prove prima dei grandi eventi si fanno proprio per renderli perfetti alla occasione ufficiale. Ridacchiammo entrambe soddisfatte, poi lei aggiunse "il tuo squirt è dolce e buonissimo, se te ne faccio produrre abbastanza e lo imbottigliamo diventiamo ricche", facendomi diventare rossa come un peperone, in effetti avevo rischiato di annegarla... ma pregustavo il momento di coinvolgere Giò e Tommy, e doveva essere presto. Glielo dissi, e ci baciammo di nuovo, con sulle labbra il sapore delle vagine che si mischiava.
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Sono un maschio etero Dominante, scrivetemi a alphamaster@mail.com per commenti su questo o gli altri miei racconti, oppure se siete donne o coppie interessate alla sottomissione.
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