Madre e figlia
di
gfranco
genere
feticismo
Anni fa vicino a me, viveva una strana famiglia. La signora era di larghe vedute, fissata per le diete ed antipatica, tanto che i due fratelli che lavoravano per la stessa multinazionale, a volte nei gabinetti dovevano cancellare le scritte offensive tipo: puttana, con riferimento al nome della stessa, che qualcuno scriveva. Il marito un tontolone e cornuto. La figlia una brava ragazza, sottomessa alla madre e che poi negli anni si è trovata di fatto esaurita, un tentativo di suicidio ed una vita pesante ed in solitudine, salvo l'onnipresenza della mamma. Tralaltro tutto è cominciato con delle diete assurde, per restare magre. Problematica che poi è esplosa con il forte esaurimento della ragazza.
Allora la ragazza che chiamerò Maria (il cui vero nome non è Maria) era ancora studentessa. Piccolina di statura, discretamente bella e minuta e castana di capelli, anche se ogni tanto si faceva mora, castani i peli del pube, tanti e fissi. Un giorno sono andato a casa sua per aiutarla nei compiti e mi sono trovato la madre praticamente nuda. Essendo io allora molto timido ed inesperto, le ho chiesto scusa per essere entrato in casa all'improvviso. Dopo un pò di tempo ho saputo che questo era un metodo della madre per attirare i piselli, pisellini ed ancora meglio piselloni. All'unico fidanzato della figlia successe che la madre mise in scena una specie di commedia e facendo finta di svenire, per terra tentò di baciare l'esterefatto ragazzo. Per prenderlo in giro o per condividere l'amore.
La ragazza era molto magra, le contavo le costole ed in tal senso avevo forse più tette io di lei. Mi ascoltava con interesse e ci vedevamo di nascosto a casa mia, quando la madre era via al lavoro. La Maria era molto suggestionabile, tanto che una volta mentre stava mangiando patatine dal sacchetto, le ho detto che facevano venire i bruffoli. Dopo poco, per merito della suggestione e della fobia che aveva per i bruffoli, ne aveva la pancia piena. Una forma sicuramente isterica avrebbe detto il buon Freud. Con nessuna altra ragazza mi capitò mai una cosa simile.
Ogni tanto, con mia madre che girava per la cucina, la Maria mentre faceva le lezioni, metteva le mie mani sotto la sua gonna, scostava di proposito gli slip sul davanti ed io le toccavo la vagina e giravo con le mani attorno al suo bel taglio. Pareva andare in estasi, non solo per il piacere fisico, ma per la contorta situazione che aveva creato. Altre volte si faceva masturbare. Sembra quasi che i suoi comportamenti fossero dettati da una forma di segreto feticismo.
Ogni tanto mi faceva palpare i suoi piccoli seni e sempre in situazioni di pericolo, con qualcuno che girava attorno, a poca distanza. Se non c'era nessuno troppo vicino, spalancava le gambe e si faceva leccare il clitoride bagnato, fino a venire. Aveva paura le mettessi dentro le dita, non perchè non entrassero, ma perchè voleva restare vergine. Se avessi voluto provare, certamente sarebbe scivolata dentro tutta la mano e conoscendola ci avrebbe preso gusto.
Qualche volta mi metteva una mano nei pantaloni, apriva la cerniera e mi masturbava o se lo metteva in bocca, fino ad inghiottire tutto, eppure era lungo. Più di qualche volta ha succhiato avidamente il mio sperma, inondandomi di saliva e lo ha inghiottito senza lasciarne traccia, quasi a nascondere il misfatto. Ma a farmelo mettere dentro la sua vagina proprio nò e poi nò, non voleva. Credo che in tal senso fosse stata ossessionata dalla madre e penso che tuttora, che ha diversi anni in più, sia ancora vergine. La mamma voleva che la figlia fosse l'opposto di lei che la dava via con troppa facilità e spesso per avere dai capi in fabbrica dei favori sul lavoro a scapito di altri.
Quando le insegnavo qualcosa, per me c'era sempre qualcosa di nuovo ed eccitante. Più di qualche volta le sborravo dentro le mutande o sulle cosce, era affascinata dallo sperma che colava dalle coscie o dal pube. Vicino ad un capezzolo del suo minuscolo seno, un pelo lungo almeno cinque centimetri, come fosse un souvenir. Preferiva inghiottire lo sperma ed apriva voracemente la sua bocca perchè nessuna goccia andasse persa. Quando a pranzo si mangia una fettina di prosciutto ed un'altra di pane, anche lo sperma può servire da nutrimento. Nel farlo a volte rideva come una isterica per quello che faceva. Un suo tentativo di fuggire dalle raccomandazioni della genitrice.
Mi spiace, la ragazza è destinata a restare sola, non ha amiche, nessuno che la vada a trovare (dovrebbero subire l'interrogatorio poliziesco della madre). Insomma, una ragazza che potrebbe avere altrimenti famiglia e figli, di fatto rovinata dall'egoimo della madre che decide tutto per lei. Dopo tanti anni nessuno mi ha fatto pompini così belli, come me li ha fatti lei, di nascosto dalla madre. Quando morirà la mamma resterà veramente libera, ma per allora avrà certamente i capelli bianchi-
Allora la ragazza che chiamerò Maria (il cui vero nome non è Maria) era ancora studentessa. Piccolina di statura, discretamente bella e minuta e castana di capelli, anche se ogni tanto si faceva mora, castani i peli del pube, tanti e fissi. Un giorno sono andato a casa sua per aiutarla nei compiti e mi sono trovato la madre praticamente nuda. Essendo io allora molto timido ed inesperto, le ho chiesto scusa per essere entrato in casa all'improvviso. Dopo un pò di tempo ho saputo che questo era un metodo della madre per attirare i piselli, pisellini ed ancora meglio piselloni. All'unico fidanzato della figlia successe che la madre mise in scena una specie di commedia e facendo finta di svenire, per terra tentò di baciare l'esterefatto ragazzo. Per prenderlo in giro o per condividere l'amore.
La ragazza era molto magra, le contavo le costole ed in tal senso avevo forse più tette io di lei. Mi ascoltava con interesse e ci vedevamo di nascosto a casa mia, quando la madre era via al lavoro. La Maria era molto suggestionabile, tanto che una volta mentre stava mangiando patatine dal sacchetto, le ho detto che facevano venire i bruffoli. Dopo poco, per merito della suggestione e della fobia che aveva per i bruffoli, ne aveva la pancia piena. Una forma sicuramente isterica avrebbe detto il buon Freud. Con nessuna altra ragazza mi capitò mai una cosa simile.
Ogni tanto, con mia madre che girava per la cucina, la Maria mentre faceva le lezioni, metteva le mie mani sotto la sua gonna, scostava di proposito gli slip sul davanti ed io le toccavo la vagina e giravo con le mani attorno al suo bel taglio. Pareva andare in estasi, non solo per il piacere fisico, ma per la contorta situazione che aveva creato. Altre volte si faceva masturbare. Sembra quasi che i suoi comportamenti fossero dettati da una forma di segreto feticismo.
Ogni tanto mi faceva palpare i suoi piccoli seni e sempre in situazioni di pericolo, con qualcuno che girava attorno, a poca distanza. Se non c'era nessuno troppo vicino, spalancava le gambe e si faceva leccare il clitoride bagnato, fino a venire. Aveva paura le mettessi dentro le dita, non perchè non entrassero, ma perchè voleva restare vergine. Se avessi voluto provare, certamente sarebbe scivolata dentro tutta la mano e conoscendola ci avrebbe preso gusto.
Qualche volta mi metteva una mano nei pantaloni, apriva la cerniera e mi masturbava o se lo metteva in bocca, fino ad inghiottire tutto, eppure era lungo. Più di qualche volta ha succhiato avidamente il mio sperma, inondandomi di saliva e lo ha inghiottito senza lasciarne traccia, quasi a nascondere il misfatto. Ma a farmelo mettere dentro la sua vagina proprio nò e poi nò, non voleva. Credo che in tal senso fosse stata ossessionata dalla madre e penso che tuttora, che ha diversi anni in più, sia ancora vergine. La mamma voleva che la figlia fosse l'opposto di lei che la dava via con troppa facilità e spesso per avere dai capi in fabbrica dei favori sul lavoro a scapito di altri.
Quando le insegnavo qualcosa, per me c'era sempre qualcosa di nuovo ed eccitante. Più di qualche volta le sborravo dentro le mutande o sulle cosce, era affascinata dallo sperma che colava dalle coscie o dal pube. Vicino ad un capezzolo del suo minuscolo seno, un pelo lungo almeno cinque centimetri, come fosse un souvenir. Preferiva inghiottire lo sperma ed apriva voracemente la sua bocca perchè nessuna goccia andasse persa. Quando a pranzo si mangia una fettina di prosciutto ed un'altra di pane, anche lo sperma può servire da nutrimento. Nel farlo a volte rideva come una isterica per quello che faceva. Un suo tentativo di fuggire dalle raccomandazioni della genitrice.
Mi spiace, la ragazza è destinata a restare sola, non ha amiche, nessuno che la vada a trovare (dovrebbero subire l'interrogatorio poliziesco della madre). Insomma, una ragazza che potrebbe avere altrimenti famiglia e figli, di fatto rovinata dall'egoimo della madre che decide tutto per lei. Dopo tanti anni nessuno mi ha fatto pompini così belli, come me li ha fatti lei, di nascosto dalla madre. Quando morirà la mamma resterà veramente libera, ma per allora avrà certamente i capelli bianchi-
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