La vita di Miriam
di
gfranco
genere
feticismo
Ho vissuto diversi mesi nel quartiere a luce rosse di Amsterdam famoso per le ragazze che si prostituiscono in vetrina. Ma ad Amsterdam c'e di tutto, dai sexi shop che mostrano pubblicamente l' oggettistica, ai locali che danno spettacoli pornografici, ad altri tipi di spettacoli o pratiche sessuale. Una città dove c'è molta libertà, a volte troppa.
La Miriam aveva oltre sessanta anni, una donna appesantita dall'età, grassa ed ormai sessualmente in fase discendente, con i seni grandi ma cadenti. Per anni ed ancora giovane si era prostituita, ma scelte sbagliate, uomini che avevano vissuto alle sue spalle e la passione del bere l'avevano ridotta a trovarsi povera.
Un locale l'aveva assunta con il compito di masturbare i clienti. C'era una paratia che nascondeva la Miriam alla vista dei clienti, che da una cabina, mettendo il pisello in un buco, dall'altra parte ricevevano una masturbazione o un pompino. Dalla pubblicità i clienti credevano sempre di trovare una giovane, ben fatta, che faceva loro questi lavoretti e tale giovane era quella della foto, di una bella ragazza nuda.
In realtà dall'altra parte c'era la Miriam con tutti i suoi anni. Prendeva posto dalle ventidue alle quattro di mattina e ticeveva venti euro per prestazione. Il resto andava tutto al gestore. Rispetto alle altre, anche più giovani era la migliore. Come dal buco scavato nella parete se arrivava un pisello, di qualsiasi dimensione, lei con la bocca sapeva renderlo felice e quasi tutti le scaricavano dall'altra parte tanto sperma.
Grazie al passaparola, quasi tutti i clienti più esigenti venivano da lei con la certezza che il loro pisello avrebbe provato sensazioni bellisime e convinti magari di scaricarsi nella bocca o nelle mani di una giovincella bella come quella del poster davanti al buco della parete.
Di clienti ne aveva molti, dai dieci ai quindici a serata, poco tempo per dissetarsi o meglio bere qualcosa. Era veramente la migliore, la più brava. Riusciva ad eccitare anche un cliente sessualmente fiacco, tanto era dolce la sua bocca o teneramente elettrizzanti le sue mani. Di sperma in bocca ne riceveva molta, uccelli neri e grandi, uccelli bianchi, storti, dritti o flosci. Ci riusciva molto bene, poi lo sperma in bocca lo sputava fuori e si disinfettava per poi cominciare di nuovo. Neppure da giovane, quando si prostituiva, prendeva tanti piselli, tutti diversi e pulsanti, tutti pronti a sputare il loro sperma.
Le altre ragazze, tutte più giovani erano gelose, ma lei ci metteva non solo l'esperienza, anche il cuore e quelle masturbazioni o pompini erano diversi da quelli fatte dalle altre. Data la sua età non era bella e se qualche cliente voleva poi appartarsi per una vera e propria prestazione sessuale diceva di nò, sempre di nò, altrimenti l'avrebbero vista e si sarebbe tradita.
Una ragazza invidiosa che non riceveva tanti soldi come lei, decise di tradirla. In forma anonima avvertì per vie traverse il figlio e gli indicò il numero esatto della cabina da cui la Miriam esercitava con tanto successo.
Per curiosità ed incredulità una sera andò a farsi fare un pompino, scegliendo la cabina che gli era stata nominata...facile, bastava scegliere il numero di cabina, l'ultimo. Le cabine andavano dal numero uno al numero dieci. Le altre, non numerate erano per chi si masturbava da solo, vedendo i film porno di propria scelta. Poi veniva e gettava il fazzoletto di carta, sporco di sperma, nel cestino, altri sporcavano direttamente per terra.
La madre, non vista gli prese il pisello, lo mise lentamente i bocca e lo fece drizzare. Il figlio, ad un certo punto pronunciò la parola Miram. Per poco non gli venne un colpo, la voce del figlio. L'aveva scoperta, che vergogna.
Mi è stato raccontato che ha smesso per sempre e molti clienti che non lo sanno, chiedono inutilmente ancora di lei, la donna che sapeva accontentare tutti i clienti e lo avrebbe fatto fino ad ottanta anni, non ci fosse stato un incidente di percorso.
La Miriam aveva oltre sessanta anni, una donna appesantita dall'età, grassa ed ormai sessualmente in fase discendente, con i seni grandi ma cadenti. Per anni ed ancora giovane si era prostituita, ma scelte sbagliate, uomini che avevano vissuto alle sue spalle e la passione del bere l'avevano ridotta a trovarsi povera.
Un locale l'aveva assunta con il compito di masturbare i clienti. C'era una paratia che nascondeva la Miriam alla vista dei clienti, che da una cabina, mettendo il pisello in un buco, dall'altra parte ricevevano una masturbazione o un pompino. Dalla pubblicità i clienti credevano sempre di trovare una giovane, ben fatta, che faceva loro questi lavoretti e tale giovane era quella della foto, di una bella ragazza nuda.
In realtà dall'altra parte c'era la Miriam con tutti i suoi anni. Prendeva posto dalle ventidue alle quattro di mattina e ticeveva venti euro per prestazione. Il resto andava tutto al gestore. Rispetto alle altre, anche più giovani era la migliore. Come dal buco scavato nella parete se arrivava un pisello, di qualsiasi dimensione, lei con la bocca sapeva renderlo felice e quasi tutti le scaricavano dall'altra parte tanto sperma.
Grazie al passaparola, quasi tutti i clienti più esigenti venivano da lei con la certezza che il loro pisello avrebbe provato sensazioni bellisime e convinti magari di scaricarsi nella bocca o nelle mani di una giovincella bella come quella del poster davanti al buco della parete.
Di clienti ne aveva molti, dai dieci ai quindici a serata, poco tempo per dissetarsi o meglio bere qualcosa. Era veramente la migliore, la più brava. Riusciva ad eccitare anche un cliente sessualmente fiacco, tanto era dolce la sua bocca o teneramente elettrizzanti le sue mani. Di sperma in bocca ne riceveva molta, uccelli neri e grandi, uccelli bianchi, storti, dritti o flosci. Ci riusciva molto bene, poi lo sperma in bocca lo sputava fuori e si disinfettava per poi cominciare di nuovo. Neppure da giovane, quando si prostituiva, prendeva tanti piselli, tutti diversi e pulsanti, tutti pronti a sputare il loro sperma.
Le altre ragazze, tutte più giovani erano gelose, ma lei ci metteva non solo l'esperienza, anche il cuore e quelle masturbazioni o pompini erano diversi da quelli fatte dalle altre. Data la sua età non era bella e se qualche cliente voleva poi appartarsi per una vera e propria prestazione sessuale diceva di nò, sempre di nò, altrimenti l'avrebbero vista e si sarebbe tradita.
Una ragazza invidiosa che non riceveva tanti soldi come lei, decise di tradirla. In forma anonima avvertì per vie traverse il figlio e gli indicò il numero esatto della cabina da cui la Miriam esercitava con tanto successo.
Per curiosità ed incredulità una sera andò a farsi fare un pompino, scegliendo la cabina che gli era stata nominata...facile, bastava scegliere il numero di cabina, l'ultimo. Le cabine andavano dal numero uno al numero dieci. Le altre, non numerate erano per chi si masturbava da solo, vedendo i film porno di propria scelta. Poi veniva e gettava il fazzoletto di carta, sporco di sperma, nel cestino, altri sporcavano direttamente per terra.
La madre, non vista gli prese il pisello, lo mise lentamente i bocca e lo fece drizzare. Il figlio, ad un certo punto pronunciò la parola Miram. Per poco non gli venne un colpo, la voce del figlio. L'aveva scoperta, che vergogna.
Mi è stato raccontato che ha smesso per sempre e molti clienti che non lo sanno, chiedono inutilmente ancora di lei, la donna che sapeva accontentare tutti i clienti e lo avrebbe fatto fino ad ottanta anni, non ci fosse stato un incidente di percorso.
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