Piccoli Passi -3-
di
Mind
genere
esibizionismo
“Ti scopo la mante”.
Ed era vero. In quei caldi giorni d’agosto Monica stava scoprendo nuove sensazioni, nuove emozioni eppure scopava solo con il marito.
Mercoledì mattina ricevette un altro messaggio.
“Brava, ti sei eccitata e la ragazza del negozio ti ha incuriosito. Però devi contenerti. Fino alla prossima settimana non dovrai più scopare con tuo marito. Al massimo potrai fargli dei pompini, ma non scopare”
Monica sorrise e riprese a leggere
“Non hai ancora superato il livello, affronterai nuove prove. Oggi prenditi una giornata di pausa, domani mattina vai ai lavoro in jeans, senza intimo. Per la parte superiore hai libera scelta ma non indossare nulla sotto”
Cominciò a pensare a come vestirsi, se doveva osare o se invece stare molto coperta., è cerco che il caldo suggeriva cose leggere ma non voleva dare spettacolo al lavoro.
Mentalmente pensò agli abbinamenti e realizzò che la cosa la faceva eccitare, niente di strano ma le lasciava un po’ di prurito.
La sera il marito fu felice di non dover soddisfare la moglie, lei cercò il giusto abbigliamento e alla fine decise di indossare una maglia che le fasciava il seno, con un doppio strato di tessuto. Se non si fosse eccitata troppo, non avrebbe avuto alcun problema, diversamente si sarebbero visti fin troppo bene i suoi capezzoli, ma li avrebbe ben celati con una lèggera sciarpetta che in momenti di aria condizionata era ben più che opportuna.
Nella tarda mattinata, vuoi per il caldo, vuoi per i jeans stretti che sfregavano con forza le grandi labbra, cominciò a farsi sentire l’effetto è soprattutto quando si alzava dalla sedia per qualche incombenza, non poteva stare indifferente. In pausa pranzo andò in bagno e tolti i pantaloni si rinfrescò alla bene meglio con l’acqua fredda del lavandino ma forse non era stata una buona idea perché l’eccitazione crebbe e, se non fosse stato per il rientro dei colleghi si sarebbe masturbata nei bagni dell’ufficio. Già, non lo aveva mai fatto, ma forse stava superando un altro blocco.
Arrivò a casa dopo il lavoro, prima di entrare in casa guardò ancora la chat
“Non devi scopare ma non devi nemmeno toccarti! Oggi stai a riposo.”.
Tutti i suoi programmi di scaricare la tensione sotto la doccia dovettero cambiare.
“Domani vestiti come vuoi, ma con i pantaloni. Appuntamento per le ore 10.00”.
La notte passò un po’ agitata, di tanto in tanto si toccava tra le gambe, solo per constatare ogni volta che il suo sesso era sempre più gonfio.
L’indomani alle ore 10.00 guardò là chat
“Vai in bagno e togli le mutande, appuntamento alle ore 16.00”
Per fortuna aveva indossato un paio di pantaloni larghi, avrebbe almeno evitato lo sfregamento del giorno precedente, ma la crescente eccitazione avrebbe potuto bagnare il tessuto ed essere visibile.
Alle 16.00 lesse il nuovo messaggio
“Torna al negozio di abbigliamento, chiedi alla commessa di poter provare una gonna a tubino”
Qui restò un attimo pensierosa.
Da un lato incontrare ancora la giovane commessa l’eccitava, da un altro la spaventava. Attese l’orario d’uscita e andò al negozio dove vide la ragazza ma si rivolse ad una collega che si avvicinò velocemente.
Rimase un po’ delusa per il fatto che non fosse la “sua amica” a servirla ma forse era meglio così, doveva solo provare la gonna, fare la foto ed andare a casa.
Si spogliò dando sollievo al suo sesso e si infilò la stretta gonna.
Mentre stava facendosi la foto, arrivò Elisa, la commessa della scorsa volta.
“Ma buongiorno, sei tornata e non ti fai vedere da me?”
E così aprì la tenda.
“Dai a me, te la faccio io la foto”, le prese il telefono, scattò qualche foto e prese a parlare con il telefono di Monica in mano.
“Ti sta bene, come vedi non segna nemmeno l’elastico sotto. E sorrise”
Così facendo prese uno degli abiti che doveva riporre e disse a Monica
“Prova questo, secondo me ti sta una favola”
Era un vestito lungo e fasciante con una profonda scollatura sulle spalle.
Chiuse leggermente la tenda e mentre aspettava che Monica si cambiava l’abito fece uno squillo sul suo cellulare memorizzando così il numero di Monica.
Poi apri la tenda.
Il vestito era molto stretto, ma l’effetto era notevole
“No, dai! Va indossato senza reggiseno! E con le tue tette, chissà che schianto! Dai togli”
Monica era come in trance, non reagiva, ubbidiva ai comandi e ne provava piacere. Si tolse il reggiseno e apri la tenda rigirandosi.
Elisa le scattò qualche foto, l’eccitazione era palpabile.
Infine le riconsegnò il cellulare e mentre si piegava per riporlo nella borsa, Elisa allungò le mani sui fianchi di Monica accarezzandola.
Poi si guardarono negli occhi
“Hai fatto bene a non indossare intimo, questo abito va proprio così. La accarezzò ancora sul fianco poi alzò il braccio, le percorse la schiena ed infilò la mano nel vestito accarezzandole il fianco del seno.
“Sai non mi convince. Ho fatto uno squillo sul mio telefono, nei prossimi giorni dovrebbero arrivarmi dei capi da sballo, ti chiamo e passi a provarli, vedrai che troverai qualcosa di bello. A proposito, io mi chiamo Elisa e se non volevi, scusami cancello subito il numero”.
Monica era frastornata, non le lasciava il tempo di riflettere. In più non era mai stata “toccata” da una donna. È vero non era nulla di particolare ma proprio per quello si era eccitata sotto le dita di Elisa.
“Nessun problema, anzi ti ringrazio. Il mio nome è Monica”.
Uscì dal negozio, andò a casa e ripensò a Elisa, al suo tocco e al suo numero di telefono. Ne memorizzò il nome.
Dopo cena inviò a Elisa un messaggio.
“Ho salvato il tuo numero, grazie Monica”
Prontamente ne ricevette conferma con una faccina con un bacio e “ci sentiamo prestissimo”.
Nulla!
Per i prossimi giorni non ricevette nessun messaggio ad eccezione di un perentorio
“Ricordati che non devi scopare e non devi toccarti. Ci sentiamo Martedì”
Al marito di Monica non parve vero che per tutto il week end non ricevette che quattro pompini. A Monica piaceva succhiare il cazzo, ma non aveva avuto altri elementi di confronto, se non qualche approccio in età adolescenziale. Il marito era l’unico che se ne beava.
Martedì mattina
“Pausa pranzo, bar ….. siediti fuori, vicino alla pianta. Ci sentiamo quando sei lì”
Chissà cosa aveva in mente. Ma non vedeva l’ora di scoprirlo.
Arrivo l’ora di pranzo, si sedette dove indicato e lèsse sulla chat
“Ordina un gelato alla crema con la panna montata”
Nulla di strano, arrivò il cameriere, prese l’ordinazione e portò il gelato, insieme ad un biglietto.
“Mangia il gelato poi vai in bagno. Troverai una scatola rossa chiusa con un fiocco. Aprila”
Mangiò il gelato con il cuore in gola, poi andò in bagno, trovò la scatola è una volta aperta lèsse un altro bigliettino.
“Queste sono le palline cinesi. Sai come usarle. Mandami una foto”
Qui restò un attimo a riflettere. Mandare tutto a monte o proseguire? Poi sorridendo introdusse le palline nella vagina, fece la foto e tornò in ufficio non senza qualche problema.
Quelle maledette palline provocavano un crescente senso di eccitazione ad ogni passo, ma tutto sommato la cosa era gestibile.
Solo non aveva capito fino a quando avrebbe dovuto tenere quelle cose… per questo ogni tanto guardava là chat ma senza chiedere.
“Ciao, sono arrivati dei capi da urlo! Se puoi passare ti faccio provare qualcosa di bello. Elisa” e subito dopo una foto della ragazza. Camicia a righe e pantalone coordinato che ne risaltava l’abbronzatura pur nascondendo le forme.
Monica sorrise, non voleva andare al negozio con quelle palline.
“Grazie. Bellissima! Oggi non so se riesco a passare, magari domani”
“Domani troverai molto meno. Ma soprattutto non troverai me”
E seguiva un’altra foto con una gonna sopra il ginocchio e una giacchina con ampia scollatura da cui facevano capolino i seni abbronzati. Probabilmente Elisa prendeva il sole in topless.
“Faccio il possibile ma non deludermi” Monica sorrise per quella frase a doppio senso ma nulla più.
A fine giornata arrivò il messaggio in chat
“Per oggi sei libera, ci sentiamo domani”
Era tardi, stava già uscendo dall’ufficio e a quel punto tendendo le palline inserite, salì in auto, raggiunse il centro commerciale e solo nel parcheggio sotterraneo si tolse quegli ingombranti ospiti.
La sensazione che provò fu mista, sollievo, svuotamento ed eccitazione crescente.
Quella sera i suoi uomini erano fuori per un torneo di calcio, non sarebbero rientrati prima della mezzanotte e quindi aveva tutto il tempo che voleva per le sue distrazioni.
-segue-
Ed era vero. In quei caldi giorni d’agosto Monica stava scoprendo nuove sensazioni, nuove emozioni eppure scopava solo con il marito.
Mercoledì mattina ricevette un altro messaggio.
“Brava, ti sei eccitata e la ragazza del negozio ti ha incuriosito. Però devi contenerti. Fino alla prossima settimana non dovrai più scopare con tuo marito. Al massimo potrai fargli dei pompini, ma non scopare”
Monica sorrise e riprese a leggere
“Non hai ancora superato il livello, affronterai nuove prove. Oggi prenditi una giornata di pausa, domani mattina vai ai lavoro in jeans, senza intimo. Per la parte superiore hai libera scelta ma non indossare nulla sotto”
Cominciò a pensare a come vestirsi, se doveva osare o se invece stare molto coperta., è cerco che il caldo suggeriva cose leggere ma non voleva dare spettacolo al lavoro.
Mentalmente pensò agli abbinamenti e realizzò che la cosa la faceva eccitare, niente di strano ma le lasciava un po’ di prurito.
La sera il marito fu felice di non dover soddisfare la moglie, lei cercò il giusto abbigliamento e alla fine decise di indossare una maglia che le fasciava il seno, con un doppio strato di tessuto. Se non si fosse eccitata troppo, non avrebbe avuto alcun problema, diversamente si sarebbero visti fin troppo bene i suoi capezzoli, ma li avrebbe ben celati con una lèggera sciarpetta che in momenti di aria condizionata era ben più che opportuna.
Nella tarda mattinata, vuoi per il caldo, vuoi per i jeans stretti che sfregavano con forza le grandi labbra, cominciò a farsi sentire l’effetto è soprattutto quando si alzava dalla sedia per qualche incombenza, non poteva stare indifferente. In pausa pranzo andò in bagno e tolti i pantaloni si rinfrescò alla bene meglio con l’acqua fredda del lavandino ma forse non era stata una buona idea perché l’eccitazione crebbe e, se non fosse stato per il rientro dei colleghi si sarebbe masturbata nei bagni dell’ufficio. Già, non lo aveva mai fatto, ma forse stava superando un altro blocco.
Arrivò a casa dopo il lavoro, prima di entrare in casa guardò ancora la chat
“Non devi scopare ma non devi nemmeno toccarti! Oggi stai a riposo.”.
Tutti i suoi programmi di scaricare la tensione sotto la doccia dovettero cambiare.
“Domani vestiti come vuoi, ma con i pantaloni. Appuntamento per le ore 10.00”.
La notte passò un po’ agitata, di tanto in tanto si toccava tra le gambe, solo per constatare ogni volta che il suo sesso era sempre più gonfio.
L’indomani alle ore 10.00 guardò là chat
“Vai in bagno e togli le mutande, appuntamento alle ore 16.00”
Per fortuna aveva indossato un paio di pantaloni larghi, avrebbe almeno evitato lo sfregamento del giorno precedente, ma la crescente eccitazione avrebbe potuto bagnare il tessuto ed essere visibile.
Alle 16.00 lesse il nuovo messaggio
“Torna al negozio di abbigliamento, chiedi alla commessa di poter provare una gonna a tubino”
Qui restò un attimo pensierosa.
Da un lato incontrare ancora la giovane commessa l’eccitava, da un altro la spaventava. Attese l’orario d’uscita e andò al negozio dove vide la ragazza ma si rivolse ad una collega che si avvicinò velocemente.
Rimase un po’ delusa per il fatto che non fosse la “sua amica” a servirla ma forse era meglio così, doveva solo provare la gonna, fare la foto ed andare a casa.
Si spogliò dando sollievo al suo sesso e si infilò la stretta gonna.
Mentre stava facendosi la foto, arrivò Elisa, la commessa della scorsa volta.
“Ma buongiorno, sei tornata e non ti fai vedere da me?”
E così aprì la tenda.
“Dai a me, te la faccio io la foto”, le prese il telefono, scattò qualche foto e prese a parlare con il telefono di Monica in mano.
“Ti sta bene, come vedi non segna nemmeno l’elastico sotto. E sorrise”
Così facendo prese uno degli abiti che doveva riporre e disse a Monica
“Prova questo, secondo me ti sta una favola”
Era un vestito lungo e fasciante con una profonda scollatura sulle spalle.
Chiuse leggermente la tenda e mentre aspettava che Monica si cambiava l’abito fece uno squillo sul suo cellulare memorizzando così il numero di Monica.
Poi apri la tenda.
Il vestito era molto stretto, ma l’effetto era notevole
“No, dai! Va indossato senza reggiseno! E con le tue tette, chissà che schianto! Dai togli”
Monica era come in trance, non reagiva, ubbidiva ai comandi e ne provava piacere. Si tolse il reggiseno e apri la tenda rigirandosi.
Elisa le scattò qualche foto, l’eccitazione era palpabile.
Infine le riconsegnò il cellulare e mentre si piegava per riporlo nella borsa, Elisa allungò le mani sui fianchi di Monica accarezzandola.
Poi si guardarono negli occhi
“Hai fatto bene a non indossare intimo, questo abito va proprio così. La accarezzò ancora sul fianco poi alzò il braccio, le percorse la schiena ed infilò la mano nel vestito accarezzandole il fianco del seno.
“Sai non mi convince. Ho fatto uno squillo sul mio telefono, nei prossimi giorni dovrebbero arrivarmi dei capi da sballo, ti chiamo e passi a provarli, vedrai che troverai qualcosa di bello. A proposito, io mi chiamo Elisa e se non volevi, scusami cancello subito il numero”.
Monica era frastornata, non le lasciava il tempo di riflettere. In più non era mai stata “toccata” da una donna. È vero non era nulla di particolare ma proprio per quello si era eccitata sotto le dita di Elisa.
“Nessun problema, anzi ti ringrazio. Il mio nome è Monica”.
Uscì dal negozio, andò a casa e ripensò a Elisa, al suo tocco e al suo numero di telefono. Ne memorizzò il nome.
Dopo cena inviò a Elisa un messaggio.
“Ho salvato il tuo numero, grazie Monica”
Prontamente ne ricevette conferma con una faccina con un bacio e “ci sentiamo prestissimo”.
Nulla!
Per i prossimi giorni non ricevette nessun messaggio ad eccezione di un perentorio
“Ricordati che non devi scopare e non devi toccarti. Ci sentiamo Martedì”
Al marito di Monica non parve vero che per tutto il week end non ricevette che quattro pompini. A Monica piaceva succhiare il cazzo, ma non aveva avuto altri elementi di confronto, se non qualche approccio in età adolescenziale. Il marito era l’unico che se ne beava.
Martedì mattina
“Pausa pranzo, bar ….. siediti fuori, vicino alla pianta. Ci sentiamo quando sei lì”
Chissà cosa aveva in mente. Ma non vedeva l’ora di scoprirlo.
Arrivo l’ora di pranzo, si sedette dove indicato e lèsse sulla chat
“Ordina un gelato alla crema con la panna montata”
Nulla di strano, arrivò il cameriere, prese l’ordinazione e portò il gelato, insieme ad un biglietto.
“Mangia il gelato poi vai in bagno. Troverai una scatola rossa chiusa con un fiocco. Aprila”
Mangiò il gelato con il cuore in gola, poi andò in bagno, trovò la scatola è una volta aperta lèsse un altro bigliettino.
“Queste sono le palline cinesi. Sai come usarle. Mandami una foto”
Qui restò un attimo a riflettere. Mandare tutto a monte o proseguire? Poi sorridendo introdusse le palline nella vagina, fece la foto e tornò in ufficio non senza qualche problema.
Quelle maledette palline provocavano un crescente senso di eccitazione ad ogni passo, ma tutto sommato la cosa era gestibile.
Solo non aveva capito fino a quando avrebbe dovuto tenere quelle cose… per questo ogni tanto guardava là chat ma senza chiedere.
“Ciao, sono arrivati dei capi da urlo! Se puoi passare ti faccio provare qualcosa di bello. Elisa” e subito dopo una foto della ragazza. Camicia a righe e pantalone coordinato che ne risaltava l’abbronzatura pur nascondendo le forme.
Monica sorrise, non voleva andare al negozio con quelle palline.
“Grazie. Bellissima! Oggi non so se riesco a passare, magari domani”
“Domani troverai molto meno. Ma soprattutto non troverai me”
E seguiva un’altra foto con una gonna sopra il ginocchio e una giacchina con ampia scollatura da cui facevano capolino i seni abbronzati. Probabilmente Elisa prendeva il sole in topless.
“Faccio il possibile ma non deludermi” Monica sorrise per quella frase a doppio senso ma nulla più.
A fine giornata arrivò il messaggio in chat
“Per oggi sei libera, ci sentiamo domani”
Era tardi, stava già uscendo dall’ufficio e a quel punto tendendo le palline inserite, salì in auto, raggiunse il centro commerciale e solo nel parcheggio sotterraneo si tolse quegli ingombranti ospiti.
La sensazione che provò fu mista, sollievo, svuotamento ed eccitazione crescente.
Quella sera i suoi uomini erano fuori per un torneo di calcio, non sarebbero rientrati prima della mezzanotte e quindi aveva tutto il tempo che voleva per le sue distrazioni.
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