Elena… -2-
di
Mind
genere
etero
Il giorno seguente ero ancora frastornato, la serata che si preannunciava interessante, si era poi rivelata oltre ogni aspettativa. Elena mi aveva stupito ed ero francamente curioso di capire se era una ragazza da poter frequentare o se era meglio mantenere un bellissimo ricordo.
Non volevo una relazione stabile, soprattutto con una ragazza che sembrava tutto fuorché dell’idea di una relazione duratura. Di contro non volevo neppure trovarmi legato ad una donna che sembrava “troppo” sotto molti punti di vista.
Probabilmente ero io quello sbagliato, ed infatti dopo questi pensieri, cercai di capire.
Le mandai un messaggio
- ciao Elena, ieri è stata una serata molto interessante. Volevo ringraziarti ancora
Poco dopo la sua risposta
- alla fine non mi hai detto cosa ne pensi delle pentole, ed in più non ti sei portato a casa il premio
Allegandomi la foto del suo perizoma.
Ancora una volta mi stava spiazzando, ma senza troppo pensarci volevo vedere dove mi stava portando.
- Hai ragione su tutti i fronti. Per le pentole sei riuscita quasi a convincermi, dovrei provare ad usarle cucinando. Per il premio, grazie! Ma credo di doverlo dare io a te. Mi hai superato!
- ok! Ti aspetto per pranzo. Portati gli ingredienti e userai le mie pentole, sarò il tuo giudice in cucina. Non far da mangiare, per me è già un bel premio.
Fatto! Confermo e passo dal supermercato per la spesa, aggiungendo una buona bottiglia di bollicine.
All’ora di pranzo sono a casa di Elena, mi accoglie con un paio di short da calcio e una maglietta di cotone comoda da casa, il suo seno libero si muoveva sotto la stoffa ipnotizzando il mio sguardo.
- Elena, non so come riuscirò a cucinare con quelle distrazioni davanti agli occhi! Poi non lamentarti del risultato.
Lei ridendo si avvicina e senza troppi preamboli mentre si raccoglie i capelli inginocchiandosi
- non voglio scuse, meglio darti subito un calmante così poi cucinerai a dovere. Non voglio scuse.
Liberò il mio cazzo spingendomi contro la cucina infilandoselo senza troppi pensieri in bocca.
La sua lingua roteava intorno all’asta mentre con la testa pompava in un ritmo lento ma continuo. La ragazza ci sapeva proprio fare, cominciava ad alternare profonde aspirazioni a sapienti leccate intorno alla cappella infine il colpo di grazia quando tendo il cazzo in gola prese a leccarmi le palle. Aveva una elasticità della bocca ed una lingua incredibili.
Capì che stavo per esplodere e allentò la presa, come la sera prima strinse la bocca intorno all’asta e non si perse nemmeno una goccia.
- come aperitivo niente male, adesso puoi rimetterti a cucinare più concentrato.
Preparai una pasta con zucchine, gamberetti e zenzero. Una frittatina con crema di formaggio per provare l’aderenza della padella.
Ci accomodammo a tavola e stappato il franciacorta millesimato brindammo sia alla cucina che alla nostra conoscenza.
Inutile raccontavi che la bottiglia finì prima del cibo e che il pranzo fu consumato con soddisfazione sul suo piccolo terrazzo.
Lodai le pentole e assicurai il prossimo acquisto.
- Elena, comprerò le pentole ma non è che conclusa la vendita sparisci?
- scherzi? Poi dovrò farti provare i bicchieri, le posate, e tante tante altre cose…. Sempre che tu riesca ad essere sempre soddisfatto.
Adesso però lascia che ti offra io il dolce.
Così dicendo si alzò e si diresse in cucina.
La sentii armeggiare con delle stoviglie e poi mi chiamò per consumare il dolce all’interno.
Entrai in casa e la trovai completamente nuda, sdraiata sul tavolino della cucina ricoperta di panna montata, fragole e miele.
- ecco la torta tutta per te, non si usano le posate.
Mi tolsi la camicia e presi, con calma a leccare prima la panna sui suoi seni. Alternando le lunghe leccate con i piccoli morsi a catturare le fragole, infine le leccate più profonde e decise per togliere il miele.
Lei restava immobile gustandosi le mie attenzioni, silenziosa e concentrata finché arrivato sul suo sesso depilato, per pulirla meglio affondai in lei la mia lingua.
Stava cedendo, la sentivo bagnata, i suoi umori erano inconfondibili e dopo qualche affondo cominciò a gemere.
Non mi staccai, la panna era oramai quasi finita e nel mentre mi liberai anche dei pantaloni dando finalmente soddisfazione al mio cazzo che stava già svettando in attesa del suo momento.
Nonostante mi fossi denudato, non smettevo di leccarla e pur montando la voglia di penetrarla cercai di portare Elena ad altri livelli di godimento.
Mi piace leccare la figa, sentire quando si allarga, sentire gli umori e capire che non c’è più barriera e che ad ogni passaggio la lingua va più in profondità scoprendo il grilletto che ogni tanto va sollecitato, succhiato e stimolato a dovere.
La sentii gemere sempre più forte, la sentii tremare e alla fine esplose in un orgasmo direttamente sulla mia faccia.
-scopami! Ti prego!
Non mi tirai certo indietro e affondai in lei fino alle palle.
Prima con un ritmo lento poi lei prese a pretendere più spinte e più velocità.
Voleva sentirsi riempire senza pietà ed era fuori da ogni dubbio che gli piaceva il cazzo senza limiti.
La girai sul tavolo continuando a scoparla, il movimento schiacciandole le tette contro il tavolo la eccitava sempre più.
Le assestai due sonore sculacciate e sentendola gemere di più aumentai ancora il ritmo.
Stavo arrivando anche io al capolinea ma volevo sentirla godere ancora.
Rallentai le spinte e tenendola così a novanta gradi le infilai il pollice nel culo.
- di più! Ne voglio di più! Sfondami!
Tolsi di colpo il cazzo dalla sua figa e glielo affondai in un colpo solo nel culo riempiendoglielo con un orgasmo che esplose in un’abbondante sborrata che fece godere anche lei. Prese a tremare come una foglia schiacciandosi sempre più al mio cazzo.
Una volta ripresi i sensi, Elena mi confidò che amava far sesso, gli piaceva proprio e che a volte non disdegnava anche abbondare. Era arrivata a soddisfare tre uomini contemporaneamente.
Lo diceva con tranquillità, senza paura di essere giudicata e nemmeno preoccupata di ferire i miei sentimenti o qualcosa del genere.
Era porca al punto giusto! Voleva controllare il suo divertimento e ne era felice.
Parlando mi confidò che il suo limite erano le donne.
Aveva scopato con più uomini, anche con uomini bisex, aveva partecipato a similorge con altre donne ma non aveva mai toccato un’altra donna e non si era mai fatta toccare da altre donne.
Non aveva remore particolari, solo che non era mai scattata la scintilla quando c’erano donne presenti e non aveva mai avuto lo sprint di organizzare, non avendo particolari attrazioni.
Elena parlava anche di questo con naturalezza, disinvoltura. Era una ragazza molto aperta…:: be, in tutti i sensi.
Le proposi di uscire, volevo capire se per lei era solo un piacere sessuale o se si potesse avere un minimo di conoscenza senza tenere il mio cazzo tra le gambe o in bocca.
Elena accetto, ci fiondammo sotto la doccia dove ricominciammo a stuzzicarci a vicenda ma ci limitammo a quello.
Elena si vestì in modo casual, come ero vestito anche io, si mise un paio di pantaloni di cotone blu che le evidenziavano il culo, strano a dirsi…. E una camicia bianca con un reggiseno coordinato in pizzo, che si notava non tanto in trasparenza quanto dalla sapiente scollatura. Ai piedi niente di eccitante ma un paio di snickers che completavano in quadro sportivo di quella splendida ragazza.
Andammo a fare due passi lungo la via centrale che da casa sua raggiungeva il parco cittadino e ci addentrammo nel parco beneficiando della calma e dell’ombra che avevano un effetto rilassante. Elena di tanto in tanto si stringeva al mio braccio, senza farlo apposta mi faceva assaporare le sue forme.
Ridemmo parlando del più e del meno, ci stavamo conoscendo.
Mi confessò che avrebbe voluto cambiare lavoro e che le sarebbe piaciuto anche viaggiare di più. Purtroppo quello dei viaggi era un suo limite perché per mille motivi non riusciva ad organizzarsi come avrebbe voluto.
Mi parlò del desiderio di visitare paesi lontani e del fascino di culture differenti. Poi ad un certo punto si girò e mi disse
- e poi vorrei farmi scopare da un paio di negri dal cazzo grosso contemporaneamente
Diventò rossa in viso, era la prima volta che la vedevo un po’ in imbarazzo.
- Golosa! Ma per prendere un paio di cazzi neri non devi per forza andare chissà dove. Puoi organizzarti anche qui.
- Non conosco nessuno e pur essendo abbastanza disinibita ed aperta, non vorrei essere mal giudicata
Io mi misi a ridere, le diedi un bacio in fronte come si fa con una bambina piccola e guardandola negli occhi le presi le guance tra le mani e le diedi un bacio in bocca.
- se è un tuo desiderio, cercherò di farti questo regalo. O quantomeno te ne darò l’opportunità.
Io lavoravo per una società che commercializzava in tutto il mondo, avevo parecchi contatti e proprio in quel periodo stavo organizzando la visita di una delegazione di clienti provenienti dagli Stati Uniti. Ricordavo che nei precedenti contatti avevo avuto a che fare con un responsabile commerciale di colore, ex giocatore di basket che mi aveva messo in difficolta proprio per la sua stazza da cestista. Non era garanzia di grosso calibro anche tra le gambe, ma stavo pensando che forse poteva fare al caso.
- guarda Elena, quel venditore ambulante di colore?
La provocai!
Lei mi guardò di traverso con la faccia seria
- solo se prima te lo fai mettere nel culo tu!
Ed esplose in una risata.
La riaccompagnai a casa e insistette (neanche troppo in verità) affinché salii.
In ascensore cominciò a sbottonarmi i pantaloni, infilandoci le mani come se fosse il caso di insistere nel rianimare il mio cazzo.
- se non fai il cretino ti faccio vedere una cosa.
- altre sorprese? Elena non finisci di stupirmi!
Così dicendo le girai dietro e strusciandomi su di lei la presi per il seno scoprendole quelle splendide tette.
Non ebbe problemi ad uscire in quel modo dall’ascensore per entrare in casa, il suo palazzo non era particolarmente animato.
In casa in un minuto eravamo già entrambe senza vestiti, mi accompagnò in camera sua ed estrasse dal comodino un grosso dildo nero.
- come vedi, ogni tanto me lo immagino!
Così facendo si sdraiò sul letto, allargò le gambe in modo osceno e piano piano fece scomparire dentro di sé la grossa verga di gomma.
Si stava masturbando davanti ai miei occhi, lentamente guardandomi fisso in viso.
Era bellissima ed era bellissimo anche vederla in quell’atto di piacere.
Mi chinai su di lei cominciando a baciarla e a leccarla finché mi impossessai dei suo culo. Presi a leccare la sua rosellina che pian piano cedeva allargandosi ed invitandomi all’ingresso.
Stava mugolando di piacere. Allora presi il controllo anche del dildo, continuai nella spinta sollecitandole l’ano finché non estrassi il nero manganello dalla sua figa grondante lo affondai nelle sue viscere.
Non persi tempo, mi posizionai sopra di lei riempiendole nuovamente il sesso con il mio cazzo che dopo quella vista, e sentendo il suo profondo respiro stava esplodendo.
Questa volta lei non durò molto, esplose in un primo orgasmo e subito dopo venne in un secondo e più violento godimento mentre continuavo con forza a trapanarla.
Sfilai il mio cazzo e le liberai anche il culo. Lei non perse tempo e prese a succhiarmi anche le palle, anche questa volta non spreco una goccia.
Poi stravolta si lasciò andare semi incosciente ma felice, con un sorriso stampato sul viso.
- Grazie. Mi piace scopare con te, mi piace passare il tempo con te.
Si era lasciata andare veramente.
Non nego che anche a me piacesse trascorrere il tempo con lei, era una bomba. Da maneggiare con attenzione, poteva essere devastante.
Nei giorni successivi non ci frequentammo, ci siamo sentiti via messaggio e con un paio di telefonate, niente di particolare come possono sentirsi due amici. Non abbiamo parlato di sesso, non abbiamo perso tempo in mielosi proclami e nemmeno programmi per chissà cosa.
Solo il venerdì mattina le mandai un messaggio chiedendole se potessi passare in negozio per comprare le famose pentole e, se le andava di trascorrere la domenica con me al mare, dove avevo un piccolo appartamento. La stagione era adatta ad un giorno in spiaggia, non ancora affollata dai turisti che ben presto ne avrebbero minato la tranquillità.
Elena acconsenti ad entrambe le richieste, dandomi appuntamento per la sera in negozio.
—- se volete, potrete leggere il seguito.
Se vi piace e mi date riscontro con i voti o con i messaggi, sarà divertente proseguire.
Non volevo una relazione stabile, soprattutto con una ragazza che sembrava tutto fuorché dell’idea di una relazione duratura. Di contro non volevo neppure trovarmi legato ad una donna che sembrava “troppo” sotto molti punti di vista.
Probabilmente ero io quello sbagliato, ed infatti dopo questi pensieri, cercai di capire.
Le mandai un messaggio
- ciao Elena, ieri è stata una serata molto interessante. Volevo ringraziarti ancora
Poco dopo la sua risposta
- alla fine non mi hai detto cosa ne pensi delle pentole, ed in più non ti sei portato a casa il premio
Allegandomi la foto del suo perizoma.
Ancora una volta mi stava spiazzando, ma senza troppo pensarci volevo vedere dove mi stava portando.
- Hai ragione su tutti i fronti. Per le pentole sei riuscita quasi a convincermi, dovrei provare ad usarle cucinando. Per il premio, grazie! Ma credo di doverlo dare io a te. Mi hai superato!
- ok! Ti aspetto per pranzo. Portati gli ingredienti e userai le mie pentole, sarò il tuo giudice in cucina. Non far da mangiare, per me è già un bel premio.
Fatto! Confermo e passo dal supermercato per la spesa, aggiungendo una buona bottiglia di bollicine.
All’ora di pranzo sono a casa di Elena, mi accoglie con un paio di short da calcio e una maglietta di cotone comoda da casa, il suo seno libero si muoveva sotto la stoffa ipnotizzando il mio sguardo.
- Elena, non so come riuscirò a cucinare con quelle distrazioni davanti agli occhi! Poi non lamentarti del risultato.
Lei ridendo si avvicina e senza troppi preamboli mentre si raccoglie i capelli inginocchiandosi
- non voglio scuse, meglio darti subito un calmante così poi cucinerai a dovere. Non voglio scuse.
Liberò il mio cazzo spingendomi contro la cucina infilandoselo senza troppi pensieri in bocca.
La sua lingua roteava intorno all’asta mentre con la testa pompava in un ritmo lento ma continuo. La ragazza ci sapeva proprio fare, cominciava ad alternare profonde aspirazioni a sapienti leccate intorno alla cappella infine il colpo di grazia quando tendo il cazzo in gola prese a leccarmi le palle. Aveva una elasticità della bocca ed una lingua incredibili.
Capì che stavo per esplodere e allentò la presa, come la sera prima strinse la bocca intorno all’asta e non si perse nemmeno una goccia.
- come aperitivo niente male, adesso puoi rimetterti a cucinare più concentrato.
Preparai una pasta con zucchine, gamberetti e zenzero. Una frittatina con crema di formaggio per provare l’aderenza della padella.
Ci accomodammo a tavola e stappato il franciacorta millesimato brindammo sia alla cucina che alla nostra conoscenza.
Inutile raccontavi che la bottiglia finì prima del cibo e che il pranzo fu consumato con soddisfazione sul suo piccolo terrazzo.
Lodai le pentole e assicurai il prossimo acquisto.
- Elena, comprerò le pentole ma non è che conclusa la vendita sparisci?
- scherzi? Poi dovrò farti provare i bicchieri, le posate, e tante tante altre cose…. Sempre che tu riesca ad essere sempre soddisfatto.
Adesso però lascia che ti offra io il dolce.
Così dicendo si alzò e si diresse in cucina.
La sentii armeggiare con delle stoviglie e poi mi chiamò per consumare il dolce all’interno.
Entrai in casa e la trovai completamente nuda, sdraiata sul tavolino della cucina ricoperta di panna montata, fragole e miele.
- ecco la torta tutta per te, non si usano le posate.
Mi tolsi la camicia e presi, con calma a leccare prima la panna sui suoi seni. Alternando le lunghe leccate con i piccoli morsi a catturare le fragole, infine le leccate più profonde e decise per togliere il miele.
Lei restava immobile gustandosi le mie attenzioni, silenziosa e concentrata finché arrivato sul suo sesso depilato, per pulirla meglio affondai in lei la mia lingua.
Stava cedendo, la sentivo bagnata, i suoi umori erano inconfondibili e dopo qualche affondo cominciò a gemere.
Non mi staccai, la panna era oramai quasi finita e nel mentre mi liberai anche dei pantaloni dando finalmente soddisfazione al mio cazzo che stava già svettando in attesa del suo momento.
Nonostante mi fossi denudato, non smettevo di leccarla e pur montando la voglia di penetrarla cercai di portare Elena ad altri livelli di godimento.
Mi piace leccare la figa, sentire quando si allarga, sentire gli umori e capire che non c’è più barriera e che ad ogni passaggio la lingua va più in profondità scoprendo il grilletto che ogni tanto va sollecitato, succhiato e stimolato a dovere.
La sentii gemere sempre più forte, la sentii tremare e alla fine esplose in un orgasmo direttamente sulla mia faccia.
-scopami! Ti prego!
Non mi tirai certo indietro e affondai in lei fino alle palle.
Prima con un ritmo lento poi lei prese a pretendere più spinte e più velocità.
Voleva sentirsi riempire senza pietà ed era fuori da ogni dubbio che gli piaceva il cazzo senza limiti.
La girai sul tavolo continuando a scoparla, il movimento schiacciandole le tette contro il tavolo la eccitava sempre più.
Le assestai due sonore sculacciate e sentendola gemere di più aumentai ancora il ritmo.
Stavo arrivando anche io al capolinea ma volevo sentirla godere ancora.
Rallentai le spinte e tenendola così a novanta gradi le infilai il pollice nel culo.
- di più! Ne voglio di più! Sfondami!
Tolsi di colpo il cazzo dalla sua figa e glielo affondai in un colpo solo nel culo riempiendoglielo con un orgasmo che esplose in un’abbondante sborrata che fece godere anche lei. Prese a tremare come una foglia schiacciandosi sempre più al mio cazzo.
Una volta ripresi i sensi, Elena mi confidò che amava far sesso, gli piaceva proprio e che a volte non disdegnava anche abbondare. Era arrivata a soddisfare tre uomini contemporaneamente.
Lo diceva con tranquillità, senza paura di essere giudicata e nemmeno preoccupata di ferire i miei sentimenti o qualcosa del genere.
Era porca al punto giusto! Voleva controllare il suo divertimento e ne era felice.
Parlando mi confidò che il suo limite erano le donne.
Aveva scopato con più uomini, anche con uomini bisex, aveva partecipato a similorge con altre donne ma non aveva mai toccato un’altra donna e non si era mai fatta toccare da altre donne.
Non aveva remore particolari, solo che non era mai scattata la scintilla quando c’erano donne presenti e non aveva mai avuto lo sprint di organizzare, non avendo particolari attrazioni.
Elena parlava anche di questo con naturalezza, disinvoltura. Era una ragazza molto aperta…:: be, in tutti i sensi.
Le proposi di uscire, volevo capire se per lei era solo un piacere sessuale o se si potesse avere un minimo di conoscenza senza tenere il mio cazzo tra le gambe o in bocca.
Elena accetto, ci fiondammo sotto la doccia dove ricominciammo a stuzzicarci a vicenda ma ci limitammo a quello.
Elena si vestì in modo casual, come ero vestito anche io, si mise un paio di pantaloni di cotone blu che le evidenziavano il culo, strano a dirsi…. E una camicia bianca con un reggiseno coordinato in pizzo, che si notava non tanto in trasparenza quanto dalla sapiente scollatura. Ai piedi niente di eccitante ma un paio di snickers che completavano in quadro sportivo di quella splendida ragazza.
Andammo a fare due passi lungo la via centrale che da casa sua raggiungeva il parco cittadino e ci addentrammo nel parco beneficiando della calma e dell’ombra che avevano un effetto rilassante. Elena di tanto in tanto si stringeva al mio braccio, senza farlo apposta mi faceva assaporare le sue forme.
Ridemmo parlando del più e del meno, ci stavamo conoscendo.
Mi confessò che avrebbe voluto cambiare lavoro e che le sarebbe piaciuto anche viaggiare di più. Purtroppo quello dei viaggi era un suo limite perché per mille motivi non riusciva ad organizzarsi come avrebbe voluto.
Mi parlò del desiderio di visitare paesi lontani e del fascino di culture differenti. Poi ad un certo punto si girò e mi disse
- e poi vorrei farmi scopare da un paio di negri dal cazzo grosso contemporaneamente
Diventò rossa in viso, era la prima volta che la vedevo un po’ in imbarazzo.
- Golosa! Ma per prendere un paio di cazzi neri non devi per forza andare chissà dove. Puoi organizzarti anche qui.
- Non conosco nessuno e pur essendo abbastanza disinibita ed aperta, non vorrei essere mal giudicata
Io mi misi a ridere, le diedi un bacio in fronte come si fa con una bambina piccola e guardandola negli occhi le presi le guance tra le mani e le diedi un bacio in bocca.
- se è un tuo desiderio, cercherò di farti questo regalo. O quantomeno te ne darò l’opportunità.
Io lavoravo per una società che commercializzava in tutto il mondo, avevo parecchi contatti e proprio in quel periodo stavo organizzando la visita di una delegazione di clienti provenienti dagli Stati Uniti. Ricordavo che nei precedenti contatti avevo avuto a che fare con un responsabile commerciale di colore, ex giocatore di basket che mi aveva messo in difficolta proprio per la sua stazza da cestista. Non era garanzia di grosso calibro anche tra le gambe, ma stavo pensando che forse poteva fare al caso.
- guarda Elena, quel venditore ambulante di colore?
La provocai!
Lei mi guardò di traverso con la faccia seria
- solo se prima te lo fai mettere nel culo tu!
Ed esplose in una risata.
La riaccompagnai a casa e insistette (neanche troppo in verità) affinché salii.
In ascensore cominciò a sbottonarmi i pantaloni, infilandoci le mani come se fosse il caso di insistere nel rianimare il mio cazzo.
- se non fai il cretino ti faccio vedere una cosa.
- altre sorprese? Elena non finisci di stupirmi!
Così dicendo le girai dietro e strusciandomi su di lei la presi per il seno scoprendole quelle splendide tette.
Non ebbe problemi ad uscire in quel modo dall’ascensore per entrare in casa, il suo palazzo non era particolarmente animato.
In casa in un minuto eravamo già entrambe senza vestiti, mi accompagnò in camera sua ed estrasse dal comodino un grosso dildo nero.
- come vedi, ogni tanto me lo immagino!
Così facendo si sdraiò sul letto, allargò le gambe in modo osceno e piano piano fece scomparire dentro di sé la grossa verga di gomma.
Si stava masturbando davanti ai miei occhi, lentamente guardandomi fisso in viso.
Era bellissima ed era bellissimo anche vederla in quell’atto di piacere.
Mi chinai su di lei cominciando a baciarla e a leccarla finché mi impossessai dei suo culo. Presi a leccare la sua rosellina che pian piano cedeva allargandosi ed invitandomi all’ingresso.
Stava mugolando di piacere. Allora presi il controllo anche del dildo, continuai nella spinta sollecitandole l’ano finché non estrassi il nero manganello dalla sua figa grondante lo affondai nelle sue viscere.
Non persi tempo, mi posizionai sopra di lei riempiendole nuovamente il sesso con il mio cazzo che dopo quella vista, e sentendo il suo profondo respiro stava esplodendo.
Questa volta lei non durò molto, esplose in un primo orgasmo e subito dopo venne in un secondo e più violento godimento mentre continuavo con forza a trapanarla.
Sfilai il mio cazzo e le liberai anche il culo. Lei non perse tempo e prese a succhiarmi anche le palle, anche questa volta non spreco una goccia.
Poi stravolta si lasciò andare semi incosciente ma felice, con un sorriso stampato sul viso.
- Grazie. Mi piace scopare con te, mi piace passare il tempo con te.
Si era lasciata andare veramente.
Non nego che anche a me piacesse trascorrere il tempo con lei, era una bomba. Da maneggiare con attenzione, poteva essere devastante.
Nei giorni successivi non ci frequentammo, ci siamo sentiti via messaggio e con un paio di telefonate, niente di particolare come possono sentirsi due amici. Non abbiamo parlato di sesso, non abbiamo perso tempo in mielosi proclami e nemmeno programmi per chissà cosa.
Solo il venerdì mattina le mandai un messaggio chiedendole se potessi passare in negozio per comprare le famose pentole e, se le andava di trascorrere la domenica con me al mare, dove avevo un piccolo appartamento. La stagione era adatta ad un giorno in spiaggia, non ancora affollata dai turisti che ben presto ne avrebbero minato la tranquillità.
Elena acconsenti ad entrambe le richieste, dandomi appuntamento per la sera in negozio.
—- se volete, potrete leggere il seguito.
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