Irma la dolce
di
gfranco
genere
sentimentali
Da diversi anni la Irma si prostituiva sulla provinciale. Con il passare del tempo molte cose erano cambiate. Le multe nei confronti dei clienti che si fermavano erano di cinquecento euro ed una cifra così alta frenava i potenziali clienti. Qualcuno si fermava un attimo e poi pensava solo ad andarsene. Sul giornale c'era scritto di un cliente che ritirandosi in un parcheggio, beccato con la prostituta di turno, si era trovato in tribunale per atti osceni, a pagare oltre ventimila euro e non era uno scherzo, ma una sentenza. La Irma non temeva la concorrenza, le ragazze dell'est per quanto belle non attiravano l'attenzione dei clienti...stessi vestiti, telefonino, stesse scarpe...sembravano fatte tutte con lo stesso stampo. Ne fermavi una e tutte le altre sembravano tutte uguali..sempre al telefonino, a volte anche quando si trovavano appartate con il cliente. Fredde ed antipatiche. La Irma no, era diversa, amava il proprio lavoro che le procurava da vivere. Non era una grande bellezza, ma la sua figura la faceva sempre e poi in genere i clienti tornavano da lei per la sua maniera di fare e per la sua dolcezza. Qualcuno aveva cominciato a chiamarla Irma la dolce per questa sua predispozione a darsi completamente senza storie e con un affabilità che dava la sensazione di conoscerla da sempre.
Con tutti usava il preservativo, si faceva baciare e stava attenta se il cliente le sembrava strano o poco affidabile...a questo punto rinunciava a fare all'amore. Non era la prima volta che qualche prostituta veniva picchiata o derubata.
C'era un solo cliente con cui non usava il preservativo, lui la veniva a trovare il primo giorno di ogni mese. Per lei era quasi uno di famiglia. Non sempre facevano all'amore, spesso parlavano od andavano al bar e lei non le chiedeva alcuna tariffa.
Più di qualche volta lui da bravo gentiluomo le aveva fatto dei regali e lei quasi si sentiva se non fidanzata a lui, in un certo senso quasi la sua donna e poi quell'uomo le piaceva per come la trattava, la faceva sentire una donna normale e non una prostituta. Lui la penetrava con dolcezza, la baciava con affetto e lei godeva veramente ogni volta che facevano all'amore. Si sentiva amata e questo le bastava. Se non lo vedeva arrivare i primi giorni del mese gli telefonava per paura stesse male o che qualcosa non funzionasse.
Un giorno lui sparì, al telefono non rispondeva e lo cercò...seppe che era morto in ospedale per un cancro molto veloce, che gli aveva dato poco tempo per curarsi.
Un giorno fu chiamata da un notaio. Rimase perplessa. Seppe che quel signore con cui era entrata in confidenza e che viveva solo e senza parenti, le aveva lasciato un vero e proprio capitale in case, titoli di stato e titoli rappresentativi del denaro. Il notaio le aveva dato una busta chiusa in cui il povero uomo le aveva detto che la sua ricchezza andava alla donna che l'aveva amato e fatto sentire felice. Poteva vivere di rendita e non solo, quindi le disse di sposarsi e di avere una vita normale.
Ma lei non lo ascoltò, non si sposò, si sentiva come una vedova infelice ed ogni domenica mattina andava in cimitero a mettere un fiore sulla tomba del suo amato.
Le sue erano lacrime vere. Mai avrebbe pensato di ricevere tanto affetto e di potere fare una vita normale grazie a quel cliente, poi diventato amico del cuore.
Quel signore non le aveva dato solo soldi e una vita migliore, ma tanto amore.
Con tutti usava il preservativo, si faceva baciare e stava attenta se il cliente le sembrava strano o poco affidabile...a questo punto rinunciava a fare all'amore. Non era la prima volta che qualche prostituta veniva picchiata o derubata.
C'era un solo cliente con cui non usava il preservativo, lui la veniva a trovare il primo giorno di ogni mese. Per lei era quasi uno di famiglia. Non sempre facevano all'amore, spesso parlavano od andavano al bar e lei non le chiedeva alcuna tariffa.
Più di qualche volta lui da bravo gentiluomo le aveva fatto dei regali e lei quasi si sentiva se non fidanzata a lui, in un certo senso quasi la sua donna e poi quell'uomo le piaceva per come la trattava, la faceva sentire una donna normale e non una prostituta. Lui la penetrava con dolcezza, la baciava con affetto e lei godeva veramente ogni volta che facevano all'amore. Si sentiva amata e questo le bastava. Se non lo vedeva arrivare i primi giorni del mese gli telefonava per paura stesse male o che qualcosa non funzionasse.
Un giorno lui sparì, al telefono non rispondeva e lo cercò...seppe che era morto in ospedale per un cancro molto veloce, che gli aveva dato poco tempo per curarsi.
Un giorno fu chiamata da un notaio. Rimase perplessa. Seppe che quel signore con cui era entrata in confidenza e che viveva solo e senza parenti, le aveva lasciato un vero e proprio capitale in case, titoli di stato e titoli rappresentativi del denaro. Il notaio le aveva dato una busta chiusa in cui il povero uomo le aveva detto che la sua ricchezza andava alla donna che l'aveva amato e fatto sentire felice. Poteva vivere di rendita e non solo, quindi le disse di sposarsi e di avere una vita normale.
Ma lei non lo ascoltò, non si sposò, si sentiva come una vedova infelice ed ogni domenica mattina andava in cimitero a mettere un fiore sulla tomba del suo amato.
Le sue erano lacrime vere. Mai avrebbe pensato di ricevere tanto affetto e di potere fare una vita normale grazie a quel cliente, poi diventato amico del cuore.
Quel signore non le aveva dato solo soldi e una vita migliore, ma tanto amore.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Serata in biancheria intimaracconto sucessivo
La piccola donna
Commenti dei lettori al racconto erotico