Sei dentro di me
di
Biblioteca di Macondo
genere
saffico
Sperduto fra i monti, dopo faggi e castagni, nascosto oltre i confini del sogno, abbandonato l'ultimo sterrato e persa la vista del borgo e della verticale del suo campanile, resta adagiato in una piccola conca un laghetto.
-Parole sussurrate e sguardi innocenti.
Nell'occhio blu, ricamato sul verde del bosco, una catena di salti scende, fra fumanti vapori, da una rupe coperta di larici e tuffa la linfa trasparente.
-Baci timidi ed impacciati e lievi carezze.
L'aria, ancora frizzante del mattino, assapora la luce e le ore più calde regalano tepore alla radura sulla riva, protetta da un odeon di pietre, mute spettatrici della gioia baccanale che s'appresta.
-Vesti scivolate e battiti violenti.
Guizzi d'iridee trote nell'acqua, orchestra di fondo col gorgoglio fra i ciottoli del loro idrico ambiente.
-Tocchi delicati e sospiri intensi.
Un coro s'erge spontaneo e selvaggio, nell'eco delle gocce copiosamente fitte su graniti consunti ed erosi dal fluire liquido del tempo, misto al soffio vitale di un'Eolo perduto fra le frasche e le foglie sottili.
-Seni turgidi e gemiti trattenuti.
Volteggiano i rapaci che, lasciate alla loro vita le prede, silenti s'inoltrano a cercar posto sui loggioni arborei, da dove rimirare il sabba saffico delle giovani amanti.
-Labbra umide e grida fradice.
Nude, sode nella freschezza degli anni, si stagliano candide sul prato, disciolte l'una nell'altra a regalarsi piaceri profondi.
-Bianco nettare e sapori donati.
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