Buon natale
di
Vandal
genere
etero
I
“Dunque, che si fa?” chiede Martina lasciandosi cadere pesantemente sul divano accanto a me. Indossa uno dei miei maglioni, troppo lunghi e troppo larghi per lei. Le mani scompaiono nelle maniche e il maglione le arriva fino alle ginocchia
E’ carina Martina, piccola, aria sempre allegra, che fa un broncio buffo ogni volta che sembra triste ma, che si rianima due secondi dopo.
Una ventata di aria fresca da quando la conosco. Ha i capelli neri lisci legati a treccia, sui lati della testa,come quella di Anna dai capelli rossi, solo che lei è nera. Indossa degli occhialetti neri che porta sempre in bilico su un nasino piccolo da fata e ha qualche lentiggine che le spolvera le guance.
Ha scelto il mio maglia color ruggine con le renne bianche. Non riesco a capire cosa indossa sotto ma, avendo le gambe scoperte, deduco che abbia degli short, o degli slip. O nulla. “Film? Coccole?”
“Perché non tutte e due?”
“Sì” fa entusiasta “Scelgo io”
“Ok” si sporge verso il basso tavolino e, carponi, si allunga vero il videolettore. Il suo bel culetto avvolto dal maglione, mi dondola ad un palmo dal naso. Mi viene da sbirciare per vedere se, effettivamente indossa qualcosa oppure no.
“Stai sbirciando?”
“No”
“Bugiardo” armeggia con il videolettore “Ecco qui”
“Una poltrona per due” un classico dei film Natalizi insieme al Grinch e al Canto di Natale di Topolino
Torna a sedersi accanto a me e si accoccola al mio fianco come una gatta a fare le fusa. L’abbraccio tenendola stretta e carezzandole la spalla destra. Stiamo lì un’ora e mezza a ridere delle battute sentite decine di volte e non smettiamo di abbracciarci fino alla fine del film “Bene” fa lei mettendosi a cavalcioni sulle mie gambe e allacciandomi il collo “Ora, facciamo qualcosa di più serio?”
Ci speravo ma, mi sento un po’ colto impreparato. Ci frequentiamo da tre mesi ma, al di là di qualche bacio o carezza, non siamo andati oltre. Il massimo che ho visto di lei sono le sue esili ed agili gambe nude. Il massimo che ha visto lei di me è il mio torace.
Ci baciamo teneramente. Lei emette dei piccoli mugolii simili a fusa di gatto. I suoi baci scendono sul collo, le sue mani si muovono a slacciare i bottoni della mia camicia
Le mie mani risalgono sui suoi fianchi, ne saggio le forme sotto lo spessore del maglione. Non ha le tette grandi, direi una prima ma.. Sento Lui che si gonfia e si espande e vuole uscire. Le mani scendono, le toccano il sedere. Poi incontrano la pelle nuda delle gambe e, inevitabile, risalgono verso l’alto sotto il maglione
Lei si discosta da me, gli occhi che dardeggiano nei miei come in cerca di qualcosa. Io mi blocco, non faccio null’altro, per paura di guastare l’atmosfera “Lo senti anche tu?”
“Io sento.. Il rumore del mio ardore che cresce”
Lei fa una smorfia “Scemo, potresti sforzarti un po’ di più, no?”
“Se hai intenzione di andare oltre, potrei sforzarmi” mi toglie la camicia, sotto non indosso nulla. Continua a baciarmi e scende piano sul mio petto. Che sensazione meravigliosa. Arriva all’ombelico, va oltre. La cinghia viene slacciata, il bottone slacciato, la zip abbassata. Mi osserva “Vuoi?”
“Tu vuoi?”
Via i pantaloni. Poi gli slip. Il mio sesso finalmente libero e smanioso di assaggiare la sua pelle giovane. Lei ridacchia, non si è ancora tolta nulla. Mi bacia, rimanendo a cavalcioni su di me “Martina..” ansimo “Io.. Io”
Lei annuisce. Mi afferra il sesso e lo guida sotto il maglione, dentro la sua carne, le sue morbide labbra. E poi su e giù, a cavalcarmi, a gemere e gridare “Ti amo”
Non so quanto, il tempo si è dilatato troppo. Mi sembra di esplodere dentro di lei. L’afferro per i fianchi e la lascio cadere contro di me. Lascio che il mio sesso rimanga dentro di lei a lungo. Non mi curo dello sperma che gocciola sul divano.
E tutto, senza togliersi il maglione di dosso. Ho fatto sesso con lei senza sapere come realmente è il suo corpo, senza vederle le tette, o il suo culo, o la sua fichetta. Ma lei ha visto tutto di me “Buon Natale Mauro”
“Buon Natale anche a te” ansimo “Ma, perché ti sei tenuta il maglione addosso?”
“Volevo fare una prova”
“Una prova di che?”
“Una prova per me e una prova per te. Vedere se si riusciva a fare sesso senza strapparci di dosso tutti i vestiti”
“Ok” lo dico poco convinto
“E’ una cosa stupida, vero?”
“No, che dici. E’ stato un portento di sesso e..”
Lei si alza in piedi, sorride, si sfila il maglione. Meravigliosamente come me l’ero immaginata; magra, tette piatte ma capezzoli invitanti neri. Un ventre piatto e una linea della sua vagina rasata che farebbe avere un’erezione anche ad un impotente “Hai sporcato il divano” fa notare lei
“Ho un buon smacchiatore”
Lei sorride, s’inginocchia “Allora, finiamo il lavoro” e me lo ingoia. Anche lì, non me l’aspettavo. Prende a succhiare di gusto e io rimango lì, incapace di proferire parola, la lascio fare. Da simpatica fanciulla sbarazzina a porno star in un attimo “E se ci trasferissimo in camera da letto?” chiedo
“Vuoi un secondo round?”
“Dammi mezzora per riprendermi e, potrei farci un pensierino”
“Mezzora? Così tanto?” ride lei
“Mi chiamo Mauro, non Rocco” mi alzo a fatica
“Vieni” mi prende per mano, ci avviciniamo alla finestra. Fuori ha preso a nevicare. I tetti delle case sono coperti da una leggera patina di bianco. In fondo, l’albero allestito in piazza, espanda colori intermittenti “Non è fantastico”
“Tu lo sei” le accarezzo le spalle, la bacio sul collo “Vuoi rimanere ancora un po’ qui?”
“Voglio rimanere dove sei tu” si gira verso di me, mi abbraccia, si accoccola al mio petto “Buon Natale”
“Buon Natale” mormoro
E rimaniamo così, abbracciati davanti alla notte innevata, a goderci di quella ritrovata intimità.
=FINE=
“Dunque, che si fa?” chiede Martina lasciandosi cadere pesantemente sul divano accanto a me. Indossa uno dei miei maglioni, troppo lunghi e troppo larghi per lei. Le mani scompaiono nelle maniche e il maglione le arriva fino alle ginocchia
E’ carina Martina, piccola, aria sempre allegra, che fa un broncio buffo ogni volta che sembra triste ma, che si rianima due secondi dopo.
Una ventata di aria fresca da quando la conosco. Ha i capelli neri lisci legati a treccia, sui lati della testa,come quella di Anna dai capelli rossi, solo che lei è nera. Indossa degli occhialetti neri che porta sempre in bilico su un nasino piccolo da fata e ha qualche lentiggine che le spolvera le guance.
Ha scelto il mio maglia color ruggine con le renne bianche. Non riesco a capire cosa indossa sotto ma, avendo le gambe scoperte, deduco che abbia degli short, o degli slip. O nulla. “Film? Coccole?”
“Perché non tutte e due?”
“Sì” fa entusiasta “Scelgo io”
“Ok” si sporge verso il basso tavolino e, carponi, si allunga vero il videolettore. Il suo bel culetto avvolto dal maglione, mi dondola ad un palmo dal naso. Mi viene da sbirciare per vedere se, effettivamente indossa qualcosa oppure no.
“Stai sbirciando?”
“No”
“Bugiardo” armeggia con il videolettore “Ecco qui”
“Una poltrona per due” un classico dei film Natalizi insieme al Grinch e al Canto di Natale di Topolino
Torna a sedersi accanto a me e si accoccola al mio fianco come una gatta a fare le fusa. L’abbraccio tenendola stretta e carezzandole la spalla destra. Stiamo lì un’ora e mezza a ridere delle battute sentite decine di volte e non smettiamo di abbracciarci fino alla fine del film “Bene” fa lei mettendosi a cavalcioni sulle mie gambe e allacciandomi il collo “Ora, facciamo qualcosa di più serio?”
Ci speravo ma, mi sento un po’ colto impreparato. Ci frequentiamo da tre mesi ma, al di là di qualche bacio o carezza, non siamo andati oltre. Il massimo che ho visto di lei sono le sue esili ed agili gambe nude. Il massimo che ha visto lei di me è il mio torace.
Ci baciamo teneramente. Lei emette dei piccoli mugolii simili a fusa di gatto. I suoi baci scendono sul collo, le sue mani si muovono a slacciare i bottoni della mia camicia
Le mie mani risalgono sui suoi fianchi, ne saggio le forme sotto lo spessore del maglione. Non ha le tette grandi, direi una prima ma.. Sento Lui che si gonfia e si espande e vuole uscire. Le mani scendono, le toccano il sedere. Poi incontrano la pelle nuda delle gambe e, inevitabile, risalgono verso l’alto sotto il maglione
Lei si discosta da me, gli occhi che dardeggiano nei miei come in cerca di qualcosa. Io mi blocco, non faccio null’altro, per paura di guastare l’atmosfera “Lo senti anche tu?”
“Io sento.. Il rumore del mio ardore che cresce”
Lei fa una smorfia “Scemo, potresti sforzarti un po’ di più, no?”
“Se hai intenzione di andare oltre, potrei sforzarmi” mi toglie la camicia, sotto non indosso nulla. Continua a baciarmi e scende piano sul mio petto. Che sensazione meravigliosa. Arriva all’ombelico, va oltre. La cinghia viene slacciata, il bottone slacciato, la zip abbassata. Mi osserva “Vuoi?”
“Tu vuoi?”
Via i pantaloni. Poi gli slip. Il mio sesso finalmente libero e smanioso di assaggiare la sua pelle giovane. Lei ridacchia, non si è ancora tolta nulla. Mi bacia, rimanendo a cavalcioni su di me “Martina..” ansimo “Io.. Io”
Lei annuisce. Mi afferra il sesso e lo guida sotto il maglione, dentro la sua carne, le sue morbide labbra. E poi su e giù, a cavalcarmi, a gemere e gridare “Ti amo”
Non so quanto, il tempo si è dilatato troppo. Mi sembra di esplodere dentro di lei. L’afferro per i fianchi e la lascio cadere contro di me. Lascio che il mio sesso rimanga dentro di lei a lungo. Non mi curo dello sperma che gocciola sul divano.
E tutto, senza togliersi il maglione di dosso. Ho fatto sesso con lei senza sapere come realmente è il suo corpo, senza vederle le tette, o il suo culo, o la sua fichetta. Ma lei ha visto tutto di me “Buon Natale Mauro”
“Buon Natale anche a te” ansimo “Ma, perché ti sei tenuta il maglione addosso?”
“Volevo fare una prova”
“Una prova di che?”
“Una prova per me e una prova per te. Vedere se si riusciva a fare sesso senza strapparci di dosso tutti i vestiti”
“Ok” lo dico poco convinto
“E’ una cosa stupida, vero?”
“No, che dici. E’ stato un portento di sesso e..”
Lei si alza in piedi, sorride, si sfila il maglione. Meravigliosamente come me l’ero immaginata; magra, tette piatte ma capezzoli invitanti neri. Un ventre piatto e una linea della sua vagina rasata che farebbe avere un’erezione anche ad un impotente “Hai sporcato il divano” fa notare lei
“Ho un buon smacchiatore”
Lei sorride, s’inginocchia “Allora, finiamo il lavoro” e me lo ingoia. Anche lì, non me l’aspettavo. Prende a succhiare di gusto e io rimango lì, incapace di proferire parola, la lascio fare. Da simpatica fanciulla sbarazzina a porno star in un attimo “E se ci trasferissimo in camera da letto?” chiedo
“Vuoi un secondo round?”
“Dammi mezzora per riprendermi e, potrei farci un pensierino”
“Mezzora? Così tanto?” ride lei
“Mi chiamo Mauro, non Rocco” mi alzo a fatica
“Vieni” mi prende per mano, ci avviciniamo alla finestra. Fuori ha preso a nevicare. I tetti delle case sono coperti da una leggera patina di bianco. In fondo, l’albero allestito in piazza, espanda colori intermittenti “Non è fantastico”
“Tu lo sei” le accarezzo le spalle, la bacio sul collo “Vuoi rimanere ancora un po’ qui?”
“Voglio rimanere dove sei tu” si gira verso di me, mi abbraccia, si accoccola al mio petto “Buon Natale”
“Buon Natale” mormoro
E rimaniamo così, abbracciati davanti alla notte innevata, a goderci di quella ritrovata intimità.
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