L'amministratore mi abusa (storia reale)

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genere
trans

Mi chiamo Chris, che non e' il diminutivo di Christian ne di Cristina, e solo Chris, un nome unisex usato in molti paesi del mondo sia per femmine che maschi, un nome che oltre il mio aspetto ha gia' segnato il mio destino sin dalla nascita. Io infatti sono nato in un corpo androgino maschile ma con l'aspetto di una bellissima ragazza. Chi vuol vedere come sia, puo' anche trovarmi sulla chat di libero Digiland a nome ChrisRondinelli88.

Sono cresciuta nonostante il mio aspetto, come un normale ragazzo etero fino all'eta' dei diciassette anni, qunado l'incontro fatale con un signore di mezza eta' che mi diede un passaggio in auto, in una sera d'estate in cui avevo perso i mezzi pubblici per rientrare a casa dopo una serata, mi fecero cambiare radicalmente vita e mi aprirono gli occhi sul mio vero destino. Che ci crediate o meno, tutti noi abbiamo un destino gia' scritto dalla nascita alla nostra morte. Il mio fino all'incontro con quell'uomo mi era completamente oscuro, dopo iniziai un percorso di crescita femminile in cui imparai a diventare una vera donna anche nell'aspetto allora ancora troppo acerbo e incompleto.

Nessuna operazione nessuna cura ormonale, la natura mi aveva dato gia' un fisico da sfruttare, dovevo soltanto renderlo migliore. Dovetti nascondere la mia vera natura in famiglia fino alla prematura scomparsa di mio padre, quando finalmente trovai il coraggio di dichiararmi a mia madre per quella che ero sempre stata. Questo quadro era necessario, al fine dell'episodio che vi vado a raccontare accaduto quando vivevo sola nell'appartamento di famiglia nella citta' di Milano nei primi anni del duemila.

Al tempo e come oggi, faticavo a guadagnare qualcosa nonostante il mio aspetto estetico potesse aprirmi porte in vari settori come moda, televisione e pure nel porno ero stata contattata per dei lavori. Ma io sono sempre stata difficile nei rapporti sociali, e molti lavori per orgoglio li rifiutavo, altri li perdevo perche' il piu' delle volte ero messa in condizioni di bullismo da parte dei miei datori di lavoro. Anche con l'aiuto di mamma, che nel frattempo si era trasferita in veneto, sua citta' natale, pagare le spese condominiali e vivere decentemente si faceva sempre piu' difficoltoso.

Al contrario le richieste di scopare da parte degli uomini che incontravo da ogni parte aumentava a dismisura. Presi la decisione logica e piu' giusta da fare, mi organizzai spargendo la voce tra conoscenti e gente che mi conosceva, che se si presentavano a casa mia con dei soldi potevano passare qualche oretta a scoparmi e farmi cio che volevano. Era rischioso ma alla fine ero nata puttana, era la mia natura e di esperienza fino ad allora ne avevo fatta molta. Iniziare a battere in casa per guadagnare era l'unica soluzione ai mie problemi economici.

Iniziai a preparere la casa e ricevevo ad orari sia diurni che serali. I prezzi assi e la mia dirompente bellezza fecero in poco tempo fare il giro di clientela che avevo sperato. Gli affari andavano bene e presto succhiando cazzi e prendendone di ogni, avevo messo da parte una bella cifra esentasse, con cui potei pagarmi due mesi di arretrati del condominio e fare delle spese per la casa. I guaiiniziarono quando all'orecchio del mio amministratore, arrivarono voci evidentemente di condomini che avendo visto il mio via vai di gente, avevano segnalato la faccenda. Una mattina che ero appena stata scopata da due clienti insieme, l'amministratore venne a bussare alla mia porta. Fortunatamente i due clienti erano appena usciti poco prima, non sapevo pero' se avessero incrociato l'uomo oppure no.

L'amminitratore, che era noto per la sua severita' e bastardaggine, mi becco' come si dice col sorcio in bocca, andai ad aprire ancora in intimo coparta soltando da una lunga vestagliona rossa di raso aperta e non chiusa in vita. Trovandomi difronte all'uomo impallidi' all'istante, dopo aver chiesto in malo modo di entrare in casa, ed ottenuto la cosa, luomo senza nemmeno un minimo di educazione, si mise a girare per le stanze visionando e constatando che l'appartamento era stato adibito a casa da appuntamento. Inizio' quindi un cazziatone da parte dell'uomo a tono alto, e sbraitando come un matto, mi informo' che la cosa non sarebbe passata cosi' e che se non avessi cessato immediatamente l'attivita', dopo avermi detto di vergognarmi, avrebbe preso provvedimenti piu' drastici. Lo lasciai sfogare, una volta finita la sua sfuriata, coprendomi, cercai di giustificarmi, che l'attivita' mi serviva anche per pagare le spese di casa e non certo per arricchirmi.

L'uomo sembro' assai infastidito dalle mie esili spiegazionisi sedette sul divanetto del salottino, estraendo una carteletta con il mio nome e cognome, dove erano segnati tutti i debiti fino allora accumulati in fatto di spese. L'uomo si era fatto paurosamente silenzioso dopo la sfuriata urlante di pochi minuti prima, e ora mi guardava con strano sguardo indagatore, come se si aspettasse di trovare chissa' cosa. Ma non avevo proprio nulla da trovare o nascondere, si, ero truccata con i capelli sciolti e il vestaglione ora chiuso che mi copriva, ma non avevo altro da nascondere se non il mio imbarazzo e la mia vergogna.

Finalmente l'uomo parlo', ma quello che mi disse era anche peggio del silenzio fatto poco prima. Disse con voce pacata e tono stavolta controlato, che potevamo fare un patto noi due, disse proprio la parola "patto". Il patto, includeva che lui sarebbe diventato mio cliente fisso, avrebbe pensato lui a procurarmi altri uomini, e io in cambio avrei ottenuto l'intera decurtazione del debito accumulato. Se non accettavo disse sempre piu' nervosamente, era peggio per me, avrebbe fatto una denuncia per prostituzione in luogo non adatto, e mi avrebbe pignorato la casa per chiudere il debito. A me la scelta. Ero con le spalle al muro, avrei perso tutta la mia clientela per dedicarmi alla sua, e non avrei avuto piu denaro per viver, gli feci presente. Mi disse in modo scortese che erano affari miei, per quel che gli riguardava o accettavo le sue condizioni, o mi denunciava.

La decisione potevo anche dargliela il giorno dopo, gentilmente mi diede tempo una notte intera per decidere da che parte finire, o immezzo ad una strada, o a casa mia a fare la puttana per lui. Che uomo di merda pensai, erano vere le voci che circolavano su di lui, e che avevo sentito piu' volte nel corso degli anni, ma non ero mai venuta ad un confronto con lui, e non avevo mai potuto accertarmi che figlio di puttana fosse finche' non lo conobbi quella mattina. Ci pensai a lungo, lo avesse saputo mia madre sarebbe stato un dolore grosso e non volevo darle dispiaceri ulteriori. Decisi di accettare quel patto schifoso, e la mattina seguente, gli telefonai in ufficio per dire che avevo preso la mia decisione. L'uomo freddamente disse sarebbe passato quel pomeriggio per sbrigare le pratiche.

Come nei patti, l'amministratore si fece vivo nel primo pomeriggio, con mia sorpresa pero', non da solo, ma con due uomini, che lui liquido' come suoi collaboratori, un avvocato e un ragioniere, poi chi fossero davvero quei due loschi figuri, davvero non lo potevo immaginare. Mi fece subito firmare il patto che avevano stilato e battuto al computer, in duplice copia, e mi fecero firmare anche le carte per la chiusura del debito che avevo con il condominio. Adesso dal punto di vista legale, ero apposto, ma... C'era un ma... Le carte le avrebbero tenute loro, e potevano stracciarle se avessi rotto l'accordo in qualsiasi momento. Avevo le mani legate in pratica, e loro si erano messi al sicuro, facendomi pure delle foto mentre firmavo.

Dovevo iniziare a dare il primo acconto del patto, ecome immaginavo, avrei dovuto soddisfare sia il ragioniere che l'avvocato, oltre l'amministratore ovviamente, e dovevo pure sbrigarmi perche' avevano degli impegni urgenti prima di rincasare. Li accompagnai in camera da letto, dove i maiali si spogliarono nudi tutti e tre, mentre io ero in tenuta da lavoro col mio completino intimo nero formato da calze a rete, perizoma, corpetto. Mi misi al centro del letto matrimoniale e invitai i tre uomini a salire con me. Iniziarono a baciarmi toccarmi e succhiarmi il cazzo. Tutto sommato mi stava piacendo quell'approccio, e sperai che potessi trarne pure beneficio.

Purtroppo mi sbagliavo, perche' i due uomini erano stronzi come ilprimo, e iniziarono subito a trattarmi come un oggetto, infilandomi in culo oggetti di ogni tipo, mi misero a pancia sotto a gambe divaricate, presero della vaselina bianca che avevo sul comodino del letto, mi svuotarono il tubetto sul culo, senza nemmeno spalmarlo, presero i loro cellulari e iniziarno a filmare cio' che facevano facendo scatti e video. Mi fu infilato il primo oggetto, il telecomando della tv, a seguire il mio cellulare, per poi aggiungerci il cazzo di uno di loro, che mi monto' sulla schiena e me lo infilo' a fatica mentre gli altri due facevano foto e video divertiti, e incitavano l'uomo a spaccarmi il culo da puttana che avevo.

Erano dei sadici senza ritegno, l'amministratore mi prese i capelli a coda, me li tiro' su e mi ficco' il suo cazzo in gola, mentre l'ultimo filmava tutto e io cercavo come potevo di fare del mio meglio per godere e farli godere entrambi. Mi tolsero dal culo il telecomando e il cellulare per ficcarci il cazzo dell'amminitratore, fu la prima volta che prendevo dentro due cazzi insieme nel culo, e iniziai a gemere e sospirare di piacere mentre i due maiali mi spingevano dentro anche le loro palle. Dato facevo troppo rumore, il terzo col telefono in mano, mi mise il suo cazzo in bocca per farmi tacere, ma anche cosi' continuai a gemere. Guarda sta puttana come gode mi dicevano, sta cagna schifosa, ti piace il cazzo? prendili tutti e guai a te se ti lamenti capito? disse l'amminiatratore bastardo.

Mi insultarono e umiliarono fino a che non vennero tutti e tre, riempiendomi culo e bocca di sperma caldo a fiotti. mi lasciarono cosi' sul lettone distrutta fisicamente dolorante, e psicologicamente a pezzi. Una volta rivestiti dissero sarebbero tornati il giorno dopo con altra gente, e di farmi trovare pronta. Raramente ho pianto in tanti anni di piacere sessuale, ma quel pomeriggio le lacrime non riuscirono a smettere di scendermi dal visetto, e piansi piansi fino a sera. Com'ero caduta in basso, sfortunata e pure umiliata adesso. Non era una bella situazione lo sapevo bene, ma cercai di trovare una via d'uscita a quel disastro. Avessi continuato cosi', quelli mi avrebbero mandata all'ospedale, mi portavano ogni giorno sempre piu' uomini e io iniziavo a far fatica, il culo bruciava e doleva, le mascelle pure, ero un dolore ad ogni incontro, e il piacere ormai era sparito del tutto. Ad ogni cazzo che mi entrava era come se mi avessero infilato un palo, o una spada affilata.

Credo che il culmine dell'imbarazzo e dell'umiliazione, lo raggiunsero una sera, passando da me il solito amministratore con altra gente nuova che non conoscevo, mi fu detto di chiamare mia madre con il telefono cordless, mettere il vivavoce e aspettare. Fatto cio', attendendo gli squilli di risposta di mia madre, mi fu messo il cordless nel culo dentro a meta' lasciando fuori ovviamente il microfono, e quando mamma finalmente rispose, l'amministratore nudo dietro di me, inizio' a parlarle. Uno dei tre che aveva portato con lui, filmava mentre un'altro mi infilava in bocca il suo cazzo duro da succhiare, e l'ultimo filmava o scattava foto.

L'amministratore, mi infilo' il cazzo dentro insieme al cordless, e inizio' - Buonasera signora Maria, sono il signor .... amministratore della palazzina si ricorda di me? ci siamo visti qualche volta... - cercava di fare il gentile ed educato, intnto mi stava massacrando il culo con il suo cazzo duro che mi spingeva dentro fino alle palle e il cordless a meta'. Io gemevo tra piacere e dolore con il cazzo dell'altro in gola che non mi dava respiro. Mamma chiese preoccupata cosa era successo per chiamarla a quell'ora, l'uomo la rassicuro' e le disse che avevo accumulato dei debiti che stavo in qualche modo, provvedendo a pagare. Anche se non le disse in che modo, intanto mi sfondava il culo e io gemevo con le lacrime agli occhi e la bocca piena.

Il maiale si eccitava troppo e ogni tanto gli scappava un gemito che celava tossendo, disse era influenzato, invece godeva come uno schifoso mentre mi spaccava il culo. Sborro' tanto e cerco' di chiudere la conversazione dicendo a mia madre che le avrebbe fatto sapere. estrasse dal mio culo il cordless poi il suo cazzo, mi mise davanti il viso il cordless pieno della sua sperma e lo puli' sui miei capelli. Mentre fece questo, la mia gola fu riempita da caldi spruzzi da quello che avevo davanti. Fini' tutto in una pozza di sperma sulle lenzuola. Fui umiliata ancora e derisa dai commenti degli uomini che sottolineavano la voce di mia madre, uno azzardo' pure l'idea che se la madre e come la figlia sarebbe stato da scopare pure lei e farla urlare un po.

Fu la goccia che fece traboccare il vaso, quando tutti furono andati via, minacciando che sarebbero tornati la mattina dopo con altra gente nuova, cercai di sistemarmi, mi feci una doccia, cambiai le lenzuola sporcate, e presi in mano il cordless ancora appiccicoso della sperma dell'uomo. Mia madre che ebbe la stessa idea, mi chiamo', non le era piaciuto il tono di quella telefonata precedente, e come immaginava e le raccontai, c'era sotto qualcosa. Non le dissi tutta la verita', temendo si fosse preoccupata troppo, cercai di inventare che mi avevano ricattata, senza entrare pero' nei particolari di cosa mi avessero fatto. Concordammo che avrei dovuto denunciare il fatto alla polizia, ma dato mi avevano incastrata a dovere con foto e documenti, non sapevo che fare.

Mamma mi ha dato un numero da chiamare, dice era un bravo avvocato penale che lei conosceva, lo chiamai e con non poco imbarazzo, cercai di raccontargli tutta la faccenda nei minimi particolari, il legale mi disse che poteva aiutarmi a patto di cercare in qualche modo di rubare le carte che mi incastravano, e avrebbe fatto scattare una denuncia per abusi sessuali nonche' abuso di potere e ricatto sul ruolo dell'amministratore. Il punto era come rubare le carte che quei bastardi tenevano sempre custoditi e in ufficio, non se li portavano dietro. Ringraziai l'avvocato, e lo lasciai con la promessa di aggiornarlo al piu' presto.

Dovetti trovare una scusa per farmi entrare nel loro ufficio ma era impossibile, l'amministratore li aveva detto chiaramente non mi voleba vedere. Cercai quindi di corrompere il suo ragioniere, e riuscii a farmi portare in ufficio nell'orario serale di chiusura. Li, con una scusa mi feci lasciare solo quel tanto che basta per cercare le mie carte e nasconderle dentro al mio zainetto. Feci cosi' arrivare i fogli tramite scanner al legale, che a sua volta fece avviare la denuncia all'amministratore, che sentito l'odore di guai, cerco' di darsela a gambe rendendosi introvabile. io tornai libera dal mio debito, e tornai a fare la puttana con maggior discrezione, e tutto si aggiusto' almeno in apparenza. Perche' dovetti apparire come testimone per l'arresto di vari buomini che avevano abusato di me in quei giorni. Queta storia e realmente accaduta, e ho voluto raccontarvela per condividere con voi, un momento buio della mia vita. chrisbabyface@libero.it
scritto il
2023-12-15
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