Flora e fauna
di
Chicken1973
genere
saffico
Gli affari non erano mai andati così bene.
E lei sapeva bene il motivo. E ne era orgogliosa.
Selezionare quella rara specie di orchidea era stata un’impresa non comune.
E con una sua dose di ironia peraltro.
Un’orchidea al profumo di donna.
Gwineth Paltrow e le sue squallide candele non potevano reggere il confronto.
Certamente era stato inizialmente imbarazzante rivolgere ai grossisti quella domanda.
“Cerco una pianta al profumo di vagina!”
E le risposte ci misero un po’ ad arrivare.
Ma finalmente un misterioso commerciante, reduce dal Salone Internazionale delle Piante Tropicali di Tampa, rispose al suo appello.
Portando in dote un’orchidea come non si erano mai viste. Né odorate.
Il flusso di clienti crebbe lento ma inarrestabile, la voce che inesorabile si era sparsa in città.
Dapprima anziane signore alla ricerca di un regalo da portare per le serate di burraco tra le amiche.
Molte rimanevano scandalizzate, ma le più ardite che ne rimanevano affascinate, portavano in quelle pudiche case un’irresistibile creatura.
L’orchidea generava sorprese esclamazioni tra le mature donne.
Le guance delle collaboratrici domestiche che si ritrovavano a spolverarle arrossivano di piacere.
E le colf non potevano che raccontare delle incredibili doti dell’orchidea di Angie a tutte le conoscenti, una volta a casa. Una catena senza fine di eccitate curiosità.
Le visite al vivaio divennero un rito: file di donne e di uomini che arrivavano di fronte all’esemplare di orchidea esposta, che si chinavano titubanti per verificare di persona le dicerie altrui.
E che si rialzavano con un’espressione persa, le gambe tremolanti, qualcuno con una evidente erezione, altre una mano che istintivamente andava a stringersi tra le cosce, attraverso la gonna.
Ma per i clienti e le clienti più affascinanti Angie aveva un’ultima delicata sorpresa.
Come nel caso di quella donna, dall’aspetto di una timida professoressa, che le aveva fatto provare un istintivo e inspiegabile brivido nelle proprie mutandine.
L’aveva presa per mano, condotta nel retrobottega dove conservava quell’orchidea speciale, riposta su un supporto a lei dedicato, uno sgabello vicino su cui si era andata a sedere.
“Coraggio, odora questo esemplare!” la donna aveva ammirato l’orchidea particolarmente carnosa, dai tenui colori pastello, si era accostata titubante al morbido labello, aspirando delicatamente dalla punta dello stigma rosato.
“Anche questa sa di vagina, ma….diversa dall’altra… ha un delicato odore salmastro, lieve e marino….ed ancora più eccitante” Si era portata la mano alle labbra cercando di controllare un movimento istintivo.
Angie aveva tirato su la gonna, scoprendo la propria intimità nascosta dalle mutandine.
Con delicatezza aveva fatte scivolare gli slip lungo le gambe, abbandonandoli alle proprie caviglie.
Ed aveva fatto cenno alla donna bionda di avvicinarsi. “Ora vieni ad annusare qui, in mezzo alle mie gambe, aspira il mio odore, cercalo sul mio clitoride!”
La donna, prima sorpresa dall’invito, aveva infine risposto, affondato lentamente il viso tra le cosce della vivaista, il naso che si accostava alla peluria della donna: tremante aspirò l’irresistibile odore della sua fica.
“Oddio, cazzo che buona” le era sfuggito, un’esclamazione sconcia che contrastava con la delicatezza dei suoi tratti.
Mettendo a frutto tutta la sua esperienza di vivaista, Angie era riuscita a fare in modo che quel particolare esemplare odorasse come la propria vagina.
Una fedele replica della propria intimità, ad impreziosire la già erotica conformazione dei petali di quella irresistibile orchidea.
Ed ora poteva godersi il premio di tanta maestria, l’umida lingua di quella donna dall’irreprensibile aspetto di insegnante, che leccava la sua umida e saporita intimità, le mani di Angie perse nei suoi capelli biondi, un sorriso soddisfatto ad incorniciarne il viso rapito dal piacere.
E lei sapeva bene il motivo. E ne era orgogliosa.
Selezionare quella rara specie di orchidea era stata un’impresa non comune.
E con una sua dose di ironia peraltro.
Un’orchidea al profumo di donna.
Gwineth Paltrow e le sue squallide candele non potevano reggere il confronto.
Certamente era stato inizialmente imbarazzante rivolgere ai grossisti quella domanda.
“Cerco una pianta al profumo di vagina!”
E le risposte ci misero un po’ ad arrivare.
Ma finalmente un misterioso commerciante, reduce dal Salone Internazionale delle Piante Tropicali di Tampa, rispose al suo appello.
Portando in dote un’orchidea come non si erano mai viste. Né odorate.
Il flusso di clienti crebbe lento ma inarrestabile, la voce che inesorabile si era sparsa in città.
Dapprima anziane signore alla ricerca di un regalo da portare per le serate di burraco tra le amiche.
Molte rimanevano scandalizzate, ma le più ardite che ne rimanevano affascinate, portavano in quelle pudiche case un’irresistibile creatura.
L’orchidea generava sorprese esclamazioni tra le mature donne.
Le guance delle collaboratrici domestiche che si ritrovavano a spolverarle arrossivano di piacere.
E le colf non potevano che raccontare delle incredibili doti dell’orchidea di Angie a tutte le conoscenti, una volta a casa. Una catena senza fine di eccitate curiosità.
Le visite al vivaio divennero un rito: file di donne e di uomini che arrivavano di fronte all’esemplare di orchidea esposta, che si chinavano titubanti per verificare di persona le dicerie altrui.
E che si rialzavano con un’espressione persa, le gambe tremolanti, qualcuno con una evidente erezione, altre una mano che istintivamente andava a stringersi tra le cosce, attraverso la gonna.
Ma per i clienti e le clienti più affascinanti Angie aveva un’ultima delicata sorpresa.
Come nel caso di quella donna, dall’aspetto di una timida professoressa, che le aveva fatto provare un istintivo e inspiegabile brivido nelle proprie mutandine.
L’aveva presa per mano, condotta nel retrobottega dove conservava quell’orchidea speciale, riposta su un supporto a lei dedicato, uno sgabello vicino su cui si era andata a sedere.
“Coraggio, odora questo esemplare!” la donna aveva ammirato l’orchidea particolarmente carnosa, dai tenui colori pastello, si era accostata titubante al morbido labello, aspirando delicatamente dalla punta dello stigma rosato.
“Anche questa sa di vagina, ma….diversa dall’altra… ha un delicato odore salmastro, lieve e marino….ed ancora più eccitante” Si era portata la mano alle labbra cercando di controllare un movimento istintivo.
Angie aveva tirato su la gonna, scoprendo la propria intimità nascosta dalle mutandine.
Con delicatezza aveva fatte scivolare gli slip lungo le gambe, abbandonandoli alle proprie caviglie.
Ed aveva fatto cenno alla donna bionda di avvicinarsi. “Ora vieni ad annusare qui, in mezzo alle mie gambe, aspira il mio odore, cercalo sul mio clitoride!”
La donna, prima sorpresa dall’invito, aveva infine risposto, affondato lentamente il viso tra le cosce della vivaista, il naso che si accostava alla peluria della donna: tremante aspirò l’irresistibile odore della sua fica.
“Oddio, cazzo che buona” le era sfuggito, un’esclamazione sconcia che contrastava con la delicatezza dei suoi tratti.
Mettendo a frutto tutta la sua esperienza di vivaista, Angie era riuscita a fare in modo che quel particolare esemplare odorasse come la propria vagina.
Una fedele replica della propria intimità, ad impreziosire la già erotica conformazione dei petali di quella irresistibile orchidea.
Ed ora poteva godersi il premio di tanta maestria, l’umida lingua di quella donna dall’irreprensibile aspetto di insegnante, che leccava la sua umida e saporita intimità, le mani di Angie perse nei suoi capelli biondi, un sorriso soddisfatto ad incorniciarne il viso rapito dal piacere.
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