Storia di Maria Grazia XI paragrafo / Flavio e Sofia continuano a vedersi

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dominazione

Storia di Maria Grazia XI paragrafo.
Flavio e Sofia continuano a vedersi
Il giorno dopo Flavio raccontò una bugia, che arrivavano soci da Milano, sarebbe stato occupato tutto il giorno e non sarebbe tornato a pranzo. La madre e Ida lo guardavano, la madre capì che era una balla, Ida pensò il giusto, che si sarebbe visto con una delle gemelle, sicuramente Sofia. Lui fece un cenno alla madre che lo seguì nello studio: “Sta attenta che non mi segua.” La madre lo guardò sorniona: “Chi è la fortunata?” Flavio cercò di fare il serio: ”Pensi male, devo risolvere una cosa di lavoro” La madre fece finta di credergli: ”Ne ho avute poche di corna io, e se parlavo erano botte, non le sculacciate, ma quelle vere, calci e pugni, poi nella stanza so io cosa mi aspettava, voi figli non avete mai saputo nulla. E ha attaccato il cappello, le terre che oggi ci danno un ricco affitto sono mie da generazioni, le ho anche lavorate quelle terre. Lui era un povero impiegato del comune. Quando è morto ho respirato” Mai aveva parlato così a lungo dei problemi e della sua vita coniugale, ma Flavio li conosceva tutti e per questo la rispettava e le faceva un po’ pena. Le fece una carezza, e la madre gli prese una mano e gliela baciò.
Quel giorno si era preparato in grande stile, doccia e capelli, barba rasata alla perfezione, elegantissimo. Quando stava per uscire di casa, lo raggiunse Ida, ancora in vestaglia: ”Non merito neanche un bacio?” Lui sorridente si voltò e le chiuse la bocca, infilandole la lingua dentro:” Prenditi un lavoro da fare, semmai fa uno dei tuoi bellissimi maglioni per una delle ragazze. Non farti vedere che non fai nulla, se stai sul letto a leggere il giornale, quando arriva Anna, è capace di farti sculacciare, lo ha detto e lo fa. Mi raccomando, non dite nulla alla colf, siamo d’accordo che le chiacchiere andranno a morire.” Ida si strinse nelle spalle:” Non mi va di fare nulla, sono depressa, ma mi cercherò un’occupazione. Con questa spada di Damocle sulla testa… avrei voglia di darle io un sacco di botte a quella serva!” Comparve la suocera: ”Ida sta tranquilla, quando ho visto che avevi buttato dal balcone tutti quei soldi, mi sono irritata, quando ho pensato che ti vedevi di nascosto con Bastianelli ti avrei strozzata, a nessuna madre fa piacere che il figlio sia cornuto, ma adesso la situazione è conclusa, nessuno può farti nulla, mi sono calmata.” Forse le sembrò di essere stata troppo buona, perché le mise una mano sotto la vestaglia e le strinse la patata: ” Sento qualche puntina, stanno ricrescendo i peletti. E se ti comporti male, li rasiamo ancora, senza coinvolgere nessuno” Senza motivo, solo per dimostrare la sua superiorità cercò di tirarle su la vestaglia per scoprirle il culo. Ida si divincolò, perché era senza mutande ma lei riuscì comunque a metterglielo a nudo: “che bei meloncini” Flavio la liberò dalla madre:” Mi fate far tardi, devo andare” Lo salutarono, pure se Ida aveva il viso in fiamme. Andarono in sala da pranzo per fare colazione:” Elvira aveva apparecchiato e era già pronta per andare in ufficio, Maria Grazia aveva gli occhi rossi per il gran piangere che aveva fatto dalla sera prima, anche lei si era liberata dagli abiti della notte e aveva indossato una tuta. Si avvicinò al tavolo per servirsi il caffè e la sorella scherzando le andò dietro e con un colpo le tirò giù i pantaloni. Rimase con le mutandine, ma era nervosa e si voltò verso Elvira inviperita, mentre si ricomponeva. La madre si sentiva umiliata a quello che aveva dovuto subire anche per causa sua e si mise a ridere per farla sentire ancora più in imbarazzo.
Flavio usciva dal lavoro alle due, ma all’una il suo telefono squillava, era Sofia:” Sono arrivata un po’ prima non ce la fai a uscire in anticipo?” Volle farla contenta e dopo una ventina di minuti era al parcheggio. Sofia era appoggiata alla sua macchina, quando lo vide gli saltò al collo e lui l’allontanò: “Per favore non demolire quei due centesimi che ancora ho di onorabilità. Che lezione hai saltato?” Sofia si staccò e aspettò che lui aprisse la macchina per entrare e stravaccarsi sul sedile a gambe larghe: “ Diritto romano” Flavio la guardò, “già che facoltà frequenti?” “ Giurisprudenza.” “ pure tua sorella? ” No lei fa matematica. Oggi voleva sapere dove andavo, naturalmente ho tenuto la bocca chiusa. Le faccio fare quello che voglio, con la minaccia che le tiro giù le mutande, magari davanti ai nostri coinquilini, si vergogna da morire. Ora aspetta domenica, e se qualcuno fa il tuo nome diventa rossa come un peperone” Flavio fece un cenno annoiato, ma di tuo padre non si vergogna?” “ Certo e quel marpione si diverte a prenderla in giro, le dice che ha un bel culetto che lui lo ha visto nudo… e altre scemate del genere. Per fortuna mamma lo zittisce. Ma quando hai sposato zia Ida e mamma viveva con voi, non ti è mai venuto in mente un pensiero malandrino?” Flavio si mise a ridere:” Vuoi la verità? Tua madre non mi è mai piaciuta, solo una volta che eravamo in piscina tutti e tre insieme, le ho tolto il pezzo di sotto del bichini, è rimasta nuda. Ma si è buttata in acqua e mia moglie, glielo ha ridato subito. Ricordo di averla presa in giro qualche giorno, lei era ancora nubile e non era nata Enrica, pensa quanto tempo fa, ma non è un granché neppure con la mente, non c’era gusto con lei.” Sofia si imbronciò:” Guarda che è sempre mia madre e tanti la trovano una bella donna, poi ha trovato mio padre che è un gran fico” Intanto erano arrivati all’albergo, prima entrò Sofia, e lasciò la sua carta di Identità, poi entrò Flavio a cui tutti fecero le feste, era conosciuto e aveva una bella posizione, era uno di quelli che tutti ci tengono ad averlo come amico. Si ritrovarono in camera. Sofia era sdraiata sul letto che aveva davanti uno specchio. Si liberò dalle mutandine e allargò le gambe per ammirarsi. “Cosa ha di bello confronto alle altre?” Flavio si tolse tutto e restò con i boxer, le si sedette vicino:” No carina, questa cosina, ogni donna ce l’ha diversa, forse pure tua sorella non ce l’ha come la tua. Sofia si seccò del paragone: “ Se parli di Giuseppina me ne vado. Stai con me, non devi nominare nessun’ altra” ”Siamo gelose disse, lui e tirandole su le gambe si bagnò un dito e glielo infilò nel buchino. “Mi fai male.” “ Proprio quello che voglio, mi piacerebbe sculacciarti come faccio con Maria Grazia, fare queste chiappe rosso fuoco.” Sofia era eccitata, ma voleva fare l’amore, non voleva perdere tempo. “L’hai picchiata ancora?” Lui cominciò a ridere:” Non ci crederai ma ieri sera ha preso qualche colpetto, sul pianerottolo di casa, io e Elvira avevamo bussato ai vicini che si sono goduti lo spettacolo del suo culetto nudo” Sofia ci pensò: ” Non mi racconti balle?” “ E perché, ha litigato con la sorella che gliele ha suonate.” Sofia disse: ”Forse da giovane eri più buono, altrimenti pure mia madre avrebbe sentito qualche colpetto” Flavio ci pensò:” No, non mi piaceva te l’ho detto, solo pochi secondi l’ho lasciata col solo reggiseno del bichini, davanti a un mare di gente.” E si mise a ridere, Sofia commentò: “se è come Giuseppina sai la vergogna che ha provato. Non ce lo ha mai detto. Ma verrò a sapere se è vero.” Con un balzo si liberò delle mani di Flavio e raggiunse il cuscino era nuda si mise a pancia in sotto e dopo un po’ sentì che l’uomo armeggiava col suo buchino. Si girò e lui aveva una candelina nelle mani … però anche altri aggeggi, ecco cosa aveva nella bella borsa di cuoio che mai abbandonava. La immobilizzò e le legò le mani alla spalliera del letto con delle manette. Lei cominciò a contorcersi, e lui con una corda le legò le gambe ben larghe. Lei cominciò a avere paura:” Flavio dobbiamo essere in due” “Chi lo ha detto?” Sofia cominciò a spaventarsi, quante ragazze erano state sprovvedute come lei e non le avevano più trovate. Ma capì che il suo era un discorso senza capo né coda, aveva lasciato il documento e almeno sei o sette persone l’avevano vista salire in camera, capendo benissimo che andava a stare con lui, anche se, per salvare la faccia avevano preso due stanze. Flavio si avvicinò, la fica era sempre depilata e liscia come una pesca, probabilmente si rasava ogni giorno. La guardò da vicino, era legata in modo che sollevandola appena un poco poteva vedere pure il culo, che continuava a non piacergli. Poi pensò di farla inquietare, tanto era legata e non poteva andare da nessuna parte, forse non sarebbe più andata con lui, ma non gli importava. “Certo che il culo tu e tua sorella lo avete proprio brutto, mi ricordo che pure tua madre aveva un culetto striminzito, a confronto con Ida che ha uno spettacolo e pure Maria Grazia, un culetto da sogno, Elvira… culetti col solco appena dischiuso, devi spalancare le natiche per poter vedere il buchino grinzoso. La ragazza si dimenava e lui le diede un po’ di manate sul ventre, poi la mise di fianco e finalmente le mise la candelina. Lei aveva perso tutta la sua sicumera, “ Che fastidio! Toglila subito e si dimenò sperando di farla uscire, lui si denudò del tutto , la cavalcò e la penetrò. Con dolcezza riuscì a metterglielo tutto dentro. Poi salì fino a sedersi sulla sua faccia e disse: ”Ora lecca, fino a pulirlo completamente. La ragazza era scura in viso e lui come d’incantò tirò fuori dalla sua elegante borsa un’altra candelina e gliela ficcò vicino all’altra. Dovette fare forza, il buchino era stretto, lei cominciò a lamentarsi e a fare quello che mai avrebbe dovuto fare, pregò l’uomo di smetterla, aumentando il suo desiderio: “Ti prego Flavio faccio tutto quello che vuoi, ma toglimi questi affari dal culo” Lui le strofinò in faccia il pene sporco di sperma:” Ti ho detto di leccare, sei venuta tu a cercarmi ora fai quello che dico io e con una macchinetta fotografica scattò foto al viso, alla fica, al culo della ragazza, era bravo, non si vedevano manette e corda, solo un viso distrutto. “ Cosa fai, a che ti servono quelle foto” “ A ricattarti, Cappuccetto rosso, se non mi porti tua sorella, le mando ai tuoi genitori. Ma continui a parlare senza leccarmi, forza! Non sai quanto io sia cattivo con chi non ubbidisce ai miei ordini” Lei leccava, tutto il pene, sentendosi tanto ridicola con le candeline nel culo, che inoltre le davano fastidio. Lui si fermò un momento e le disse spalanca la bocca:” e gli infilò il pene così a fondo che a lei venne un conato. Poi lo tolse e sedendosi sulla sua faccia si fece leccare il buco del culo, gli ordinò di mettergli dentro la lingua. E lei obbedì, divisa fra un senso di paura, un certo fastidio, ma anche un immenso piacere. Lui andò in bagno e tornò con un asciugamano bagnato, le pulì la fica bene bene, poi le unì le gambe per godere della visione celestiale di quella cosina così eccitante. La trattò come una bambola, le tolse le candeline, ma la girava e rigirava, guardandola da tutte le parti, sul suo viso vedeva tutto fuori che un senso di vergogna e questo lo raffreddava. Alla fine la liberò da manette e corda. Pensava che lei scappasse, invece le si sedette accanto mettendo il viso sul suo petto.” Mi aspetti un attimo devo fare la pipì.” Lui la guardò tranquillo” Certo, ma oggi sei nelle mie mani la pipì la fai in vasca, davanti a me. Lei era un po’ contrariata, ma disse:” Va bene. Lui la prese in braccio e la portò nel bagno mettendola in piedi nella vasca. “Forza- le disse- fammi vedere” Lei era un po’ frenata dalla sua presenza poi cominciò a liberarsi prima poche gocce. Lui era in ginocchio e la guardava, poi arrivò lo scoscio. Quando ebbe finito la prese e la mise a gambe aperte sul bidet e la lavò accuratamente, sia davanti che dietro, la prese arrotolandola in un asciugamano e la riportò sul letto. Lei era molto più serena, lui la liberò dall’asciugamano e la leccò per bene. Sentì che era turgida e poi capì che era venuta. “Non rasarti più, voglio vedere com’è la tua fica con i peli, come ti ha fatto madre natura e le strizzò le chiappe. Lei sospirando le disse che l’avrebbe fatto, ma gli chiese:” Non è gelosia la mia, ma si può sapere perché vuoi che ti porti mia sorella?” Lui sospirò: “hai detto una cosa che mi eccita molto, che si vergogna, voglio sculacciarla in tua presenza, poi con le chiappe belle rosse, la mettiamo ai piedi del letto, con le manette e noi scopiamo, le facciamo vedere come si fa. La padrona sei sempre tu” Sofia lo guardò interdetta: “ Un’altra stranezza tua” Lui era diventato serio. :” mi piace vedere una donna che subisce una punizione, Ma non una troietta come te che ci prova gusto, una che si vergogna. Vedi che oggi abbiamo giocato ma non ti ho sculacciata, ti avrebbe fatto piacere, vero?” Sofia ci pensò:” Molto difficile, che scusa le invento, lei è un altro tipo, però ha scopato, ha un ragazzo. Flavio rise:” Buon per lei, ma da quel punto di vista non mi interessa, magari le guardo come ha la vagina, se è bella come la tua.” La ragazza era tronfia:” Quando hai visto la prima volta la vagina di una donna?” Flavio fece una smorfia:” Vuoi la verità? – Sofia annuì- La prima è stata quella di mia madre quando mio padre la puniva. Quando ero piccolo mai, sentivo piangere dietro la porta ma credevo fossero i soliti calci e schiaffi che le somministrava spesso, poi sono arrivato a sedici anni e un giorno che mamma aveva fatto non so cosa, lui ha detto- Flavio ormai sei grande e devi vedere come si trattano le donne che sbagliano. Ha messo una sedia al centro della cucina e ha fatto cenno a mia madre. Lei ha cercato di rifiutarsi – Dai mi vergogno. E lui le ha promesso cinghiate dalla parte della fibbia. Allora è stata costretta a mettersi di traverso sulle sue gambe. Lui ha tirato su, con una lentezza incredibile la gonna e sono comparse le mutande, pensavo gliele desse così, invece sempre lentamente ha messo una mano dentro l’elastico e le ha rovesciate. All’inizio ho visto una matassa di peli, mia madre è molto pelosa, mio padre si è assestato e le ha detto – allarga le gambe. Mia madre quasi piangeva, ma ha obbedito mettendo in mostra culo e fica spalancata. Mio padre ha passato un dito in modo da aprirle le grandi labbra e ha cominciato a battere, Sembrava non finisse mai, botte su tutto il sedere, ma anche sulla fica, e mio padre infieriva- vista la fica di tua madre, rossa come un frutto maturo, e questa cosina nera che vedi è quello che dona piacere alla donna. Mi diceva – avvicinati vieni a vedere meglio, io ero a mezzo metro da loro e ho visto i vari orifizi della vagina e il buchino del culetto. Poi la solita conclusione, faccia al muro e le fece togliere la gonna lasciandola nuda dalla cintola in giù. Non era finito – quando ti ho detto di venire hai fatto storie e io ti ho promesso qualche cinghiata dalla parte della fibbia. Si tolse la cinta, la piegò in due e giù colpi. Ero un ragazzino, risi per tutto il tempo. Sofia era interdetta “e tua sorella dove stava?” Flavio ci pensò “Quel giorno era fuori, ma lei aveva visto mamma che le prendeva tante volte, era una donna poteva assistere. Successe in modo così vergognoso per altre due volte. Quando diventai grande a mia sorella mamma e papà mi chiedevano di pensarci io, una volta mi fecero vedere come dovevo fare e io se faceva qualcosa la sculacciavo. Ero perfido, quando dovevo punirla non lo facevo subito, aspettavo che arrivasse qualcuno, un contadino, una visita e la sculacciavo davanti a tutti. Quando ho cominciato era grandicella, aveva già tutti i peli. Quanto piangeva, pregava, si raccomandava. Io la facevo sfogare un po’ poi la prendevo sulle gambe e le facevo il sedere nero. Quando abbiamo finito le scuole siamo andati in città a abitare insieme, la sculacciavo pure davanti ai miei compagni di università. Mi son proprio divertito. Poi si è sposata con un marchigiano, ma ora sono separati, ultimamente faceva la sciocca con un vicino di casa e mamma l’ha sculacciata a dovere. Quando sono andato a prenderla con la macchina dalle marche per riportarla a Roma, l’ha costretta a tirarsi su la gonna e a farmi vedere le natiche belle rosse e la fica rasata, altra punizione.” Sofia lo guardò, ma che matrimonio è stato quello dei tuoi genitori?” Flavio toccò la ragazza in mezzo alle gambe.” Basta parlare, voglio scoparti un’altra volta. Comunque mio padre minacciava sempre mia madre che è anaffettiva e diceva pure davanti a noi figli che a letto era una frana. Non so se lo ha fatto davvero, ma la minacciava di portare a casa una donna che aveva come amante. Le diceva – ti lego al letto come una capretta e ti costringo a vedere come si fa l’amore, ecco perché mi piacerebbe ricreare una scena identica. Non so se lo ha fatto, ma quando con mia sorella siamo andati in città quella donna so che si è trasferita da loro. Quando mio padre è morto mia madre davanti a tutto il paese venuti a darle le condoglianze, l’ha presa per un braccio e cacciata come una barbona. Pare che negli ultimi tempi vivesse di elemosina, mia madre ha venduto la casa e ha messo i terreni in affitto, è ricca, ma con mio padre se l’è vista brutta. Poi se l’affronto di legarla al letto e farle vedere come una donna focosa fa l’amore, non so dirti… Quella credeva che mio padre le lasciasse qualcosa nel testamento, ma è tutta roba di mia madre, ha imbrogliato pure la puttana. Basta parlare!” prese Sofia per le braccia e la scaraventò sul letto. Con voce severa le disse:” in ginocchio e apriti la fica con le mani” Lei obbedì come una schiavetta lui le andò dietro e le mise dentro il pene, tutti quei discorsi avevano eccitato lui e lei. Pochi colpi e arrivarono urlando di piacere.
scritto il
2024-01-31
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