Flavio non nasconde più le sue manie /// romanzo di Maria Grazia XII paragrafo

di
genere
dominazione

Storia di Maria Grazia XII paragrafo.
Flavio non nasconde più le sue manie
Aveva le chiavi, ma non gli andava di prenderle dalla tasca, bussò il campanello. Venne a aprirgli Elvira che gli saltò al collo dandogli un bacio. Lui con fare indifferente rispose all’abbraccio, mettendogli una mano sul sedere, cercando il solco. La figlia non si accorse del suo modo di fare lascivo. “Siete proprio due belle ragazze tu e Maria Grazia, ma hai visto che ragnetti le tue cugine? “ Elvira si mise a ridere: ” Sono più alte di noi” Il padre la canzonò:” Di quanto, di un centimetro? Sai che te ne fai di poca altezza in più se non hai altro? Quando tu e la nonna le avete scoperte hanno presentato due spicchi d’aglio invece delle natiche. Poi sono antipatiche.” Entrarono in sala da pranzo. Si era fatta l’ora di cena, Flavio era stata con Sofia diverse ore. Ida chiese curiosa: ”Di che parlate?” E Flavio “Delle gemelle, sono bruttine, non tanto il visetto, ma di corpo sono troppo secche e spinose.” Ida pensò: ”Che c’entrano adesso, per me si è vista con una di loro o con tutte e due, e gli sono rimaste in mente” Sentì una fitta al cuore, ma non disse nulla. Maria Grazia arrivò compite e mise una traduzione che aveva fatto nel pomeriggio, nelle mani della sorella. Flavio si cambiò e tutti presero posto a tavola.
Così arrivò il giorno dell’invito a pranzo degli zii di Guidonia. Arrivarono presto e si salutarono con grande affetto, cercando di dissipare l’equivoco della volta precedente. Flavio molto saggiamente disse che dovevano andare d’accordo, erano una famiglia, si dovevano aiutare nel bisogno e la madre, usava quei metodi educativi, era la sua cultura, ma era una brava persona. Senza farsene accorgere guardava le gemelle, Sofia con un sorriso indisponente, Giuseppina col viso rosso non sapeva dove mettere le mani:” Ho saputo che Giusy l’ha presa a male e mi dispiace.” Gli uomini sono tutti un po’ particolari quando si tratta di umiliare una donna e lo zio aggiunse:” Sì, non sapete che vergogna ha provato pure se è stata pochi attimi col culetto di fuori”. Flavio lo sapeva, ma volle infierire: “Dici davvero? Verso di me era Sofia, ah sì pure Giusy e che c’è da vergognarsi, siamo tuoi parenti, che fa se ti ho visto il culetto.” Giusy continuò ad arrossire, il padre e Flavio si guardarono ridendo, e Ida fece l’errore di credere che fosse Giusy a vedersi ogni tanto con Flavio. Cambiarono discorso, parlarono del più e del meno, poi lo zio disse: “Oggi volevamo invitare il fidanzato di Giusy, ma non sapevamo se vi avrebbe fatto piacere.” Ida subito intervenne, Perché dovevamo dispiacerci, ci avrebbe fatto piacere – e pensò, allora è Sofia- da quando sei fidanzata?” Giusy ormai era calma: ” Da due anni, ma se non mi laureo, non possiamo pensare al matrimonio” Ida apprezzò la serietà della nipote:” Fai bene, poi la tua è una bella facoltà, se vuoi insegnare, vedrai che troverai subito il posto. Devi fare l’abilitazione, e poi subito il Concorso: Tu Sofia che ci dici, sei fidanzata pure tu?” La ragazza rispose: “ho una storia con un collega, ma io voglio fare carriera, non mi lego con nessuno, voglio diventare un grande avvocato.” I genitori erano tronfi, mai avrebbero immaginato che fosse la cagnetta, la tenera schiava dell’uomo seduto al loro tavolo. Però con gli esami era in regola, avrebbe avuto davvero una vita piena di soddisfazioni. Quando andarono via, Flavio disse alle nipoti: “perché non venite a pranzo da noi qualche volta, oppure mi dite quando avete gli stessi orari, vi vengo a prendere e vi porto a pranzo fuori. Io sono di casa a San Lorenzo. ”Ida si intromise:” Magari vengo pure io è un secolo che non mi porti fuori.” Flavio annuì, ma, senza che gli altri se ne accorgessero, le diede una manata sul culo infilando il vestito nel solco, era il loro modo di intendersi, per farle capire che aveva fatto un errore. Ma non ci furono altri commenti alla sua ingenua invadenza. Una sera, dopo diversi giorni, chiamò Sofia:” Zio domani io e Giuseppina siamo libere da mezzogiorno, ce lo offri il pranzo che ci hai promesso?” E a bassa voce aggiunse, ma solo il pranzo, non pensare a altro, Giuseppina non deve sapere che sei tu, l’uomo con cui mi vedo” Flavio fece un paio di calcoli:” Va bene, ma dovete aspettare che io finisca, venitemi a prendere” Sofia disse, :” Non volevi andare a San Lorenzo?” Flavio rise: “ per carità stavo scherzando, vi porto in un posto magnifico, dalle parti del mio ufficio. Facciamo così, per non perder tempo negli spostamenti, ci vediamo al bar di Sant’Eustachio. Chi prima arriva aspetta.” La telefonata fu sentita da tutti, lui aveva risposto dalla sala da pranzo, mentre erano a cena. Ida rimase contrariata, pure se ormai da tempo si era convinta che il marito se la facesse con le gemelle. Il cuore le batteva, ma era parecchio tempo che non le prendeva da nessuno in casa, non volle rovinare il clima sereno che si era instaurato. Flavio si era rassegnato a non poter coinvolgere nei loro giochi pure Giusy, un caso di coscienza, era fidanzata, stava costruendo la sua vita, ma poi perché avrebbe dovuto stravolgere la vita di quella ragazza? Con Sofia le cose andavano a gonfie vele e Ida aveva calmato le sue gelosie. Si sa che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, il giorno dopo arrivò al bar dell’appuntamento e trovò le gemelle, in compagnia del suo assicuratore, un bravo giovane che lo aiutava per la macchina e altre polizze che aveva in piedi. Ma che ci faceva con le gemelle? Si avvicinò baldanzoso e salutò affettuosamente le due ragazze, poi si voltò gentile verso Vincenzo, l’assicuratore e notò che era imbarazzato al massimo:” Ciao caro, e tu che ci fai qui” Guardò anche le gemelle, “Flavio, non sapevo che tu fossi lo zio di Giusy.” Si passò una mano sulla fronte: “Abbiamo combinato un bel pasticcio, ma non potevate dirmi il suo nome almeno, dove lavorava, siete state misteriose… “ Vincenzo non sapeva come levarsi di impaccio, tolse tutti dal mistero Sofia: “Zio lui è il fidanzato di Giusy. “ Flavio strabuzzò gli occhi: “Ma che dici, lui è un mio caro amico, sposato con una mia parente da cinque anni e hanno due bambini, Tommaso di quattro, e Flaminia di due. Lo sanno i tuoi genitori questo?” disse rivolgendosi alla nipote. Lei tremava:” No, neppure Sofia era al corrente della situazione, ma Vincenzo sta per separarsi e divorziare, poi diremo tutto a casa” Flavio la guardò quasi con odio:” Senti culo secco, la moglie è una mia parente e a tutto pensa fuori che a divorziare, pure perché l’agenzia di assicurazioni dove lavora questo Casanova, è del suocero, lui è un pezzente, che ti sta prendendo in giro. Non ci pensare lontanamente a continuare questa pantomima. Andiamo a pranzo, vieni pure tu imbecille e studiamo un modo perché ti levi di torno e tu torni a essere la brava ragazza che sei. Non si rovinano le famiglie.” Sofia cominciò a ridere:” Avevo ragione quando ho detto che a Castel Sant’ Angelo lo avevo visto con una bella signora e due bambini” Vincenzo non aveva parole, cercava di parlare senza riuscirci. “Flavio ascoltami, tu sai che il mio è stato un matrimonio di interesse, di Giusy sono innamorato, del resto a te che ti importa? Lasciaci pensare e troveremo una soluzione, ma dacci un po’ di tempo.” Flavio non sapeva che pensare:” Lui è il galantuomo che ti ha fatto la festa” Vincenzo alzò la voce: “Non esagerare, mi sembra che ti stai mettendo in cose che non ti riguardano. Dacci un paio di mesi di tempo, o ci lasciamo o chiedo il divorzio e rendo pubblica la nostra relazione. Scusate, ma adesso io e Giusy andiamo via, ho bisogno di star calmo. Mi è venuto un gran mal di testa. Due mesi Flavio, passa dall’agenzia e vedrai che ho sistemato tutto.” Si alzarono e andarono via. Sofia disse: “A Mamma le viene un colpo, pensa sta preparando il corredo, questo bel tomo, viene a pranzo da noi spesso e volentieri. Mi aveva insospettito che era un ‘ mai di domenica’ sono amici dal liceo, e stanno insieme da due anni.” Flavio guardò la nipote: “Ero serio, non può continuare questa presa in giro, fra due mesi la cosa si conclude, stanne certa. Però nel frattempo ci divertiamo un po’ ora il motivo per coinvolgerla nei nostri giochi lo abbiamo. Inventati quello che vuoi, ma al prossimo appuntamento che abbiamo, vieni con lei.
L’appuntamento era al solito albergo. Flavio era arrivato prima e si era servito un bicchiere di cognac dal frigobar. Sentì bussare alla porta con le nocche. Erano passati dieci giorni dall’ incontro a Sant’Eustachio. Andò a aprire la porta. Trovò le due gemelle che si tenevano per mano. Le prese per un braccio facendole entrare. Sofia pure era imbarazzata, non sapeva cosa Flavio avesse in mente. Lui si sedette sul bordo del letto, davanti allo specchio. “ Tua sorella ti ha detto che per il mio silenzio voglio fare pure con te qualche giochino?” Giusy fece cenno di sì, sperava che non si parlasse più dell’impegno preso di troncare la sua relazione, avrebbe fatto di tutto, era troppo innamorata di Vincenzo: ” Ovviamente, nessuno deve sapere nulla, altrimenti vado subito dai tuoi genitori, neppure a casa mia” Si rivolse a Sofia: “ mettila davanti a me senza coprire lo specchio.” E cominciò a spogliarsi. “Tirale su la gonna, fammi vedere come si è conciata.” Sofia ubbidì e comparvero gambe snelle, un po’ abbronzate e mutandine castigate. Flavio disse a Sofia: “ forza sulle mutandine strigile le labbra della cosina. Voglio pregustare il momento che me la mostrerà. Giusy cominciò a piagnucolare: “Quando mai mia sorella mi ha toccata, noi ci rispettiamo.” Flavio le rifece il verso:” Da quel coglione ti sei fatta toccare e sfondare” Giusy continuò a piagnucolare mettendo in fuori il sedere per non farsi prendere da Sofia. Flavio fu intransigente, si avvicinò e la mise in posizione eretta: ”Fatti stringere la patatina, o chiamo i tuoi genitori, mi basta dargli il numero dell’agenzia” Alzò la voce, “ma a te che ti importa, pensa alle tue figlie.” Ridacchiando le arrotolò meglio la gonna e lui stesso si avvicinò e strinse fra il pollice e l’indice le labbra della fica e aggiunse” Così va meglio? La mia mano ti aggrada di più?” E senza che se lo aspettasse le tirò giù le mutandine. Giusy si mise a piangere. Si vedeva quella ridicola depilazione a rettangolo che partiva dal ventre. Lei cercò di nascondersi e Flavio disse a Sofia, devo dirti io che devi fare?” Sofia diede qualche sculaccione sulle natiche nude: “ Ma che fate disse la ragazza. “Toglile la gonna e mettila sul letto, ecco ho il numero di telefono di vostro padre già memorizzato. Insieme la tirarono su fino ai cuscini. Flavio fra l’imbarazzo di Giusy, si avvicinò e la guardò, arrivando a aprirle le gambe. La fica era bella come quella di Sofia, ignorando le lacrime della ragazza le alzò le gambe per scoprirla bene, non solo la vagina, ma mettendo in mostra pure il culetto. Poi la girò e ordinò a Sofia: “sculacciala. La ragazza rimase interdetta poi cominciò a sculacciarla, la batteva senza ritegno, sapendo di farle male. Non si capiva se le lacrime erano per la vergogna o per il dolore. Flavio si avvicinò meglio e volle guardarle il buchino, e aveva nelle mani una candelina, gliela infilò. La ragazza singhiozzava, mentre la denudavano del tutto, E la guardavano aprendo le natiche magre e le gambe, piegate ma spalancate. Sofia ormai era istruita bene, aveva trovato corda e manette, la fissarono al letto come una capretta, Flavio le guardò bene la vagina, aprendola e descrivendola per aumentare la vergogna: “Eccola qui, le grandi labbra un po’ depilate, cosa che non farai più perché voglio vederti come natura ti ha fatto, poi questo fiorellino e il clitoride, che è lungo fuoriesce dalle grandi labbra, andiamo in po’ più su e c’è l’orifizio, adesso lo abbiamo adornato con una bella candelina. La ragazza si mosse pensando di staccarsi, invece fece uscire solo la candelina. Flavio le allentò la corda e la girò, pancia in sotto, cominciò a batterla lui:” Questo culetto è troppo magro, tu e tua sorella dovete mangiare un po’ di più. Visto le mie figlie come sono ben fatte?” e colpiva. Poi si rivolse a Sofia:” Via la gonna e le mutande” La ragazza obbedì e si ritrovò pure lei, nuda dalla vita in giù: “Vieni le disse mettiti seduta sulla sua faccia e fattela leccare. Giusy cominciò a piangere e un certo imbarazzo lo provava pure la sorella:” Non lo abbiamo mai fatto.” Giusy era disperata, fallo fare alle tue figlie. Disse quasi gridando e lui prese dalla sua borsa lavoro, elegante, di cuoio, che sembrava portasse chissà quali plichi importanti e tirò fuori una candela normale, quelle di cera steariche, diede parecchi sculaccioni a Giusy che implorava e aveva un culetto rosso, si tolse la cinta e la colpì con quella dalla parte della fibbia. Quando la ragazza si calmò cercò il buchino del culetto, chiese a Sofia di inumidirlo con la lingua, e quella si ribellò. Allora qualche colpo di cinghia arrivò pure sulle sue natiche: “Poi mise la candela a Giusy, le fece un po’ male e disse, “le troiette hanno il buchino sano.” La candela era davvero oscena, ma non era finita, trovò un altro pezzo di corda e legò pure Sofia, poi mise una candela pure a lei, ma prima la sculacciò: “Invece di aiutarmi fai la pudica” Slegò le mani di Giusy che poteva muoversi, Flavio le ordinò vai con la bocca sulla fica di tua sorella e lecca:” Vedi come è bella con tutti i suoi peli, l’ho convinta io a farseli ricrescere. Giusy guardava, pur avendo una certa libertà non si decideva. Flavio la sculacciò e mise la candela ancora più dentro, la ragazza si piegò sulla sorella e la leccò. Flavio tolse i capelli per vedere bene lo spettacolo: “muovi bene la lingua sul clitoride, con quel porco con due figli non facevi la schizzinosa. “Lecca troia” le diceva mentre l’aveva presa per i capelli e la obbligava. Flavio si accorse che anche Sofia aveva gli occhi pieni di lacrime: “Stasera voglio scopare con mia moglie, con voi voglio solo divertirmi. Non provate a scappare, Sofia, mettiti su una sedia e rovesciatela sulle ginocchia, senza togliere la candela falle il culo nero.” Sofia aveva un filo di voce quando disse, “ha il culo piagato per le botte con la cinghia.” Ma obbedì, mise una sedia in mezzo alla stanza e chiese a Giusy di venirle in grembo. Cominciò a colpirla con dolcezza e Flavio disse:” Cosa le fai le carezze?” Si avvicinò e diede manate su quelle povere natiche già livide. Flavio disse: “Ultima cosa, vediamo se devo chiamare vostro padre e tu Sofia, ricorda le foto che sono in mio possesso, forza cambio. Le ragazze restarono senza muoversi: “ Come, i geni incompresi non capiscono i miei comandi? Cambio, tu Giusy seduta e Sofia sulle ginocchia. Obbedirono per paura e per vergogna, quando Flavio le vide in quella posizione, tirò fuori dalla borsa una spatola di legno e la consegnò a Giusy:” Ma zio, le faccio male?” Flavio perse il controllo, e con la spatola batté le natiche della povera Sofia. Poi prese un’altra candela dalla borsa e la infilò nel buco della ragazza. Non aveva visto che la candela di Giusy era uscita, prese le due ragazze e le mise sul letto a pancia in sotto, con culo in fuori, piedi a terra e gambe spalancate. Infilò due candele nei buchini rosati. Sfogò tutta la rabbia che aveva in corpo e non sapeva neppure lui perché. Finì e disse alle ragazze di rivestirsi. “Attente a far vedere il culetto a casa, sono a strisce e si vede che le avete prese. Non chiamatemi, vi contatto io alla casa qui a Roma. Si girò gentilmente verso Giusy:” Carina fammi divertire e nessuno saprà il tuo segreto, lo stesso sarà per te, da quando ti chiedo di portarmi tua sorella? Il destino ha lavorato per noi. Presto vi abituerete e sarete contente dei giochi che fate con me.” Mentre le ragazze andavano in cerca dei loro vestiti, prese la macchina fotografica e fece qualche scatto su quei culetti lividi e rossi, alcune in modo che si vedessero i visi, pure le fiche vennero immortalate, dopo una bella manata su quello splendido fiore. A ogni piccola ritrosia, cadeva una manata sulle natiche doloranti. Cercavano le mutandine, ma fu un problema infilarle tanto era il dolore che provavano per le sculacciate e le cinghiate, così lasciarono andare, si sarebbero rivestite dopo aver messo i culetti a bagno nell’acqua fredda. La cosa divertì molto Flavio, rideva davanti a quei lividi e a quel rossore intenso, sembrava un bambino che avesse avuto caramelle.
CONCLUSIONE.
Flavio si rivestì in fretta e se ne andò, dopo aver baciato le due ragazze in bocca, infilando la lingua. Non riuscivano a rivestirsi per il dolore sulle natiche e tutto quello che avevano vissuto in quel pomeriggio. Non riuscivano a vestirsi. Spensero la luce e da dietro le tende e videro che con passo veloce raggiungeva la macchina. Giusy ricominciò a piangere:” Che vergogna! Siamo nelle sue mani, ma tu perché non mi hai detto che ti ci vedevi?” Sofia era turbata: “Mi piaceva stare ai suoi giochi, oggi era diverso, non l’ho mai visto così arrapato e inquieto” Giusy fece uno strano commento:” Solo se lo uccidiamo ci liberiamo di lui…” Sofia la guardò sorridendo e le lasciò andare una manata sulle natiche, facendole fare un salto per il dolore “ Sarà più difficile, liberarti di me” Senza nessun preavviso, le mise una mano sulla fica, facendola arretrare:” Che vuoi dire?” Sorridendo la gemella le rispose:” Pure io so che Vincenzo è sposato e per i nostri genitori sarebbe un duro colpo, volendo potrei andare dalla moglie” e si sedette sul bordo del letto:” Non fartelo ripetere, vieni qui” Giusy si avvicinò portando le mutande in mano, la sorella se la rovesciò a pancia in sotto, fregandosene della sua confusione, prese da terra una delle sue ballerine e cominciò a batterla sul culo nudo, poi con voce molto bassa le disse:” Conta i colpi, troietta, stasera le avrai pure quando torniamo a casa e se non fai la brava, lo faccio davanti alle nostre coinquiline.” Giusy pensava di vivere un incubo, cominciò a contare i colpi, mentre la sorella alternava le sculacciate con carezze lascive sul buchino, che cercava di penetrare col dito indice bagnato di saliva, e strizzate di fica.“ Pensare che ti vergognavi tanto!” Giusy, si asciugò le lacrime che le scendevano copiose.
scritto il
2024-01-31
1 . 7 K
visite
8
voti
valutazione
3.6
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.