Spogliarello
di
LadyRhodium
genere
esibizionismo
È da tanto che voglio farlo.
Sono eccitata al solo pensiero.
La donna “anni ‘30” che è in me si risveglia al suono di una musica jazz, lontana.
«Oggi, devo farlo oggi!»
Preparo le mie armi di seduzione sul letto in fila, come se caricassi un'arma, un colpo alla volta, come se dovessi portare a termine una missione.
Mi guardo allo specchio e mi trucco meticolosamente. Vesto il mio corpo nudo, pian piano, un indumento alla volta, finché risulta completa la vestizione che, tra poco, farò volentieri al contrario.
So dove trovarti oggi, a quest'ora: nel tuo studio. Conosco troppo bene le tue abitudini e il tuo metodo.
Mi annuncio.
«Sto salendo».
Non ti dò il tempo di rispondere, mi conosci e sai che, se sto arrivando, non puoi fermarmi.
Suono al campanello della porta, tu sei sorpreso, ma col sorriso malizioso di chi sta per accettare le conseguenze di quella incursione.
Prendo il telefono dalla borsa, posata distrattamente sulla scrivania.
Ti spingo fino a farti sedere su una sedia posizionata in mezzo alla sala.
Poso il telefono sul ripiano e metto un pezzo col sound morbido, scelto da tempo per l’occasione.
Apro il soprabito al ritmo di musica, un bottone alla volta.
I tuoi occhi si sbarrano estasiati e si accendono di desiderio.
Il mio corpo, velato dal pizzo nero traslucido e segnato da linee di stoffa impalpabili che risaltano le curve dei fianchi e del seno, si muove sinuoso, seguendo le note della musica.
I movimenti morbidi del mio corpo ti agitano nei pantaloni e, ad ogni colpo di natica, il tuo membro si gonfia sempre più, mentre il tuo sguardo si accende.
Mi muovo verso di te, il passo cadenzato con la musica, appoggio le mani sulle tue cosce, scendo piegando le gambe, poi mi giro tenendo il mio sguardo fisso nel tuo e stendo le gambe col busto rivolto in basso, portando il filo del perizoma davanti il tuo volto.
La schiena, tesa, si alza dritta verso l'alto e, con le mani, slaccio il reggiseno, tendo il braccio verso l'esterno mantenendolo con le dita e lo lascio cadere a terra.
Incrocio le gambe, le braccia coprono i seni, mi giro sui miei tacchi vertiginosi e sono davanti a te, il mio ventre è la tua visuale.
Piego leggermente le gambe e alzo le braccia, i miei seni si liberano nell'aria. Assomiglio ad una ballerina del Moulin Rouge di inizio secolo, l'atmosfera è un po' vintage, la musica quasi ci riporta indietro nel tempo, mi sembra di danzare davanti a te col mio enorme ventaglio in reggicalze, mutandine di raso e il seno sodo coi capezzoli eccitati ritti all’insù.
Continuo a seguire la musica, immaginandomi sul palco più erotico di sempre.
Mi piego col busto per aprirti i pantaloni, mi aiuti, osservandomi, abbassando contemporaneamente anche i boxer, il tuo sesso ora è libero di esprimersi in tutta la sua virilità.
Mi muovo sinuosamente, spostandomi dietro la sedia, con le labbra sfioro il tuo orecchio, poi ne succhio il lobo. Ti giro intorno e faccio per baciarti, schiudi la bocca, ci sfioriamo le labbra, ma mi allontano per continuare a ballare.
Tolgo le scarpe e mi avvicino a te, ondeggiando e camminando sulle punte. Mi siedo sulle tue gambe e sfilo lentamente l'autoreggente, allungando la gamba avanti, la lancio lontano, poi sfilo l'altra, la passo sul tuo membro fremente e lancio lontano anche quella.
Mi alzo, mi metto al centro della stanza, di spalle alla tua erezione, sempre più turgida. Sfilo il perizoma, infilando i pollici nel tessuto dietro i lombi, le mani aperte a dare risalto al movimento, ancora di schiena, lo calo lungo le cosce fino a toglierlo e te lo mostro, facendolo roteare in aria.
Mi volto velocemente, usandolo per coprire la mia nudità. Lo lascio cadere, continuando a ondeggiare i fianchi seguendo la musica.
Mi avvicino, arrivando fin davanti le tue gambe aperte, bloccate dai pantaloni, mi struscio col fianco su e giù al tuo ginocchio, mi avvicino al tuo membro e con la lingua percorro tutta l’asta fino al frenulo, poi il poso il mio sesso bagnato sulla tua coscia e ondeggio avanti e indietro mantenendo il ritmo, mentre ti sfioro la bocca col mio respiro voglioso e mi tuffo nei tuoi occhi.
Le ultime battute finali, mi alzo in piedi di fronte a te, coprendo con una mano il sesso e con l'avambraccio i seni.
Tu, respirando profondamente, aspetti un mio cenno.
La musica è finita e sono ferma in posa, immobile e provocante.
Il tuo membro, fuori dai pantaloni, eretto, mi reclama.
Mi volto verso di te, il mio sguardo malizioso incrocia il tuo, virile ed eccitato, ti fisso e non mi avvicino, fai per afferrarmi, le nostre bocche si avvicinano in un bacio appassionato.
Indietreggio, allontanando le labbra con lo sguardo perso nel tuo che grida tutta la tua voglia della mia femminilità.
Nuda, ma non sazia, indietreggio e indosso le mie décolleté.
Lentamente raccolgo, uno ad uno, gli indumenti, senza perdere il contatto visivo, li metto in borsa, indosso il soprabito e, camminando all'indietro, imbocco la strada verso la porta soddisfatta e impettita, ammirando tutta la tua virilità ancora lì presente, che vorrebbe possedermi.
Chiudo la porta con solo il soprabito addosso.
Au revoir.
Sono eccitata al solo pensiero.
La donna “anni ‘30” che è in me si risveglia al suono di una musica jazz, lontana.
«Oggi, devo farlo oggi!»
Preparo le mie armi di seduzione sul letto in fila, come se caricassi un'arma, un colpo alla volta, come se dovessi portare a termine una missione.
Mi guardo allo specchio e mi trucco meticolosamente. Vesto il mio corpo nudo, pian piano, un indumento alla volta, finché risulta completa la vestizione che, tra poco, farò volentieri al contrario.
So dove trovarti oggi, a quest'ora: nel tuo studio. Conosco troppo bene le tue abitudini e il tuo metodo.
Mi annuncio.
«Sto salendo».
Non ti dò il tempo di rispondere, mi conosci e sai che, se sto arrivando, non puoi fermarmi.
Suono al campanello della porta, tu sei sorpreso, ma col sorriso malizioso di chi sta per accettare le conseguenze di quella incursione.
Prendo il telefono dalla borsa, posata distrattamente sulla scrivania.
Ti spingo fino a farti sedere su una sedia posizionata in mezzo alla sala.
Poso il telefono sul ripiano e metto un pezzo col sound morbido, scelto da tempo per l’occasione.
Apro il soprabito al ritmo di musica, un bottone alla volta.
I tuoi occhi si sbarrano estasiati e si accendono di desiderio.
Il mio corpo, velato dal pizzo nero traslucido e segnato da linee di stoffa impalpabili che risaltano le curve dei fianchi e del seno, si muove sinuoso, seguendo le note della musica.
I movimenti morbidi del mio corpo ti agitano nei pantaloni e, ad ogni colpo di natica, il tuo membro si gonfia sempre più, mentre il tuo sguardo si accende.
Mi muovo verso di te, il passo cadenzato con la musica, appoggio le mani sulle tue cosce, scendo piegando le gambe, poi mi giro tenendo il mio sguardo fisso nel tuo e stendo le gambe col busto rivolto in basso, portando il filo del perizoma davanti il tuo volto.
La schiena, tesa, si alza dritta verso l'alto e, con le mani, slaccio il reggiseno, tendo il braccio verso l'esterno mantenendolo con le dita e lo lascio cadere a terra.
Incrocio le gambe, le braccia coprono i seni, mi giro sui miei tacchi vertiginosi e sono davanti a te, il mio ventre è la tua visuale.
Piego leggermente le gambe e alzo le braccia, i miei seni si liberano nell'aria. Assomiglio ad una ballerina del Moulin Rouge di inizio secolo, l'atmosfera è un po' vintage, la musica quasi ci riporta indietro nel tempo, mi sembra di danzare davanti a te col mio enorme ventaglio in reggicalze, mutandine di raso e il seno sodo coi capezzoli eccitati ritti all’insù.
Continuo a seguire la musica, immaginandomi sul palco più erotico di sempre.
Mi piego col busto per aprirti i pantaloni, mi aiuti, osservandomi, abbassando contemporaneamente anche i boxer, il tuo sesso ora è libero di esprimersi in tutta la sua virilità.
Mi muovo sinuosamente, spostandomi dietro la sedia, con le labbra sfioro il tuo orecchio, poi ne succhio il lobo. Ti giro intorno e faccio per baciarti, schiudi la bocca, ci sfioriamo le labbra, ma mi allontano per continuare a ballare.
Tolgo le scarpe e mi avvicino a te, ondeggiando e camminando sulle punte. Mi siedo sulle tue gambe e sfilo lentamente l'autoreggente, allungando la gamba avanti, la lancio lontano, poi sfilo l'altra, la passo sul tuo membro fremente e lancio lontano anche quella.
Mi alzo, mi metto al centro della stanza, di spalle alla tua erezione, sempre più turgida. Sfilo il perizoma, infilando i pollici nel tessuto dietro i lombi, le mani aperte a dare risalto al movimento, ancora di schiena, lo calo lungo le cosce fino a toglierlo e te lo mostro, facendolo roteare in aria.
Mi volto velocemente, usandolo per coprire la mia nudità. Lo lascio cadere, continuando a ondeggiare i fianchi seguendo la musica.
Mi avvicino, arrivando fin davanti le tue gambe aperte, bloccate dai pantaloni, mi struscio col fianco su e giù al tuo ginocchio, mi avvicino al tuo membro e con la lingua percorro tutta l’asta fino al frenulo, poi il poso il mio sesso bagnato sulla tua coscia e ondeggio avanti e indietro mantenendo il ritmo, mentre ti sfioro la bocca col mio respiro voglioso e mi tuffo nei tuoi occhi.
Le ultime battute finali, mi alzo in piedi di fronte a te, coprendo con una mano il sesso e con l'avambraccio i seni.
Tu, respirando profondamente, aspetti un mio cenno.
La musica è finita e sono ferma in posa, immobile e provocante.
Il tuo membro, fuori dai pantaloni, eretto, mi reclama.
Mi volto verso di te, il mio sguardo malizioso incrocia il tuo, virile ed eccitato, ti fisso e non mi avvicino, fai per afferrarmi, le nostre bocche si avvicinano in un bacio appassionato.
Indietreggio, allontanando le labbra con lo sguardo perso nel tuo che grida tutta la tua voglia della mia femminilità.
Nuda, ma non sazia, indietreggio e indosso le mie décolleté.
Lentamente raccolgo, uno ad uno, gli indumenti, senza perdere il contatto visivo, li metto in borsa, indosso il soprabito e, camminando all'indietro, imbocco la strada verso la porta soddisfatta e impettita, ammirando tutta la tua virilità ancora lì presente, che vorrebbe possedermi.
Chiudo la porta con solo il soprabito addosso.
Au revoir.
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4.4
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