Principe del foro
di
LadyRhodium
genere
etero
Ci siamo incontrati in tribunale casualmente, dovevo ritirare dei documenti in questo posto sterminato che raramente frequento.
Per i lunghi corridoio ci scorgiamo tra i vetri, un’occhiata assorta e prolungata per entrambi. Due poli di una calamita che si attraggono anche a distanza. Sento bagnarsi il perizoma e vedo il tuo corpo tendersi, allargando il petto come per farsi notare da lontano.
Mi accompagni tu a ritirare i documenti, ti ho chiesto se sapevi dove e prontamente hai voluto accompagnarmi.
Prendiamo l’ascensore, percorriamo un lungo corridoio discorrendo del più e del meno.
Ti volti indietro rallentando il passo. Ti guardi intorno non capisco.
Mi afferri per il braccio ed entriamo in uno dei bagno del piano.
Mi baci, mi infili la mano nei pantaloni e mi appoggi al muro.
Ho le mani dovunque e i vestiti arricciati per scoprire le parti che ti interessavano ed iniziare il tuo approccio irruento verso il piacere.
Ti apri la patta dei pantaloni e mi giri verso il muro. Sullo specchio alla nostra destra ci osserviamo in tutti i nostri gesti.
La penetrazione scivola tra i miei umori fattisi più copiosi già al chiudersi della porta di questo minuscolo bagno.
Il primo amplesso per me arriva subito, difficile stare in silenzio e i miei gemiti si infrangono sul muro soffocandosi alla meno peggio.
Oggi la tua irruenza, come poche volte l'ho vista, ha proprio il desiderio di uscire fuori da quegli schemi che il palazzo impone. E i miei brividi riassumono questo tuo modo di possedermi, oltre le regole che aleggiano nell'aria.
Vuoi di più. Ti pieghi e mi lecchi il buchino stretto che ora diventa la tua meta finale.
Tu che sai come prendermi e come condurmi sulle strade del piacere, ora mi accompagni verso il tuo finale passando per il foro che più ti piace.
Penetri irruento e in poco tempo tremo nella tua morsa, quella che mi blocca i fianchi e mi rende tua penetrandomi fino a sentire i testicoli sbattermi addosso.
Osserviamo il nostro riflesso nei movimenti sempre più concitati.
Mi soffermo sulla tua visione nello specchio, contemplando ardere di lussuria i tuoi occhi azzurro ghiaccio.
Dopo vari miei orgasmi tremanti ma soffocati, mi inondi del tuo seme caldo restando tra le mie natiche. Il tuo abbraccio mi avvolge soddisfatto, senza perdere il vigore poc'anzi liberato negli istinti.
La tua stretta decisa non si allenta, restando così fermi ancora ansimanti sulla scia del godimento che ti riconosce il titolo di principe del foro, del mio foro.
Per i lunghi corridoio ci scorgiamo tra i vetri, un’occhiata assorta e prolungata per entrambi. Due poli di una calamita che si attraggono anche a distanza. Sento bagnarsi il perizoma e vedo il tuo corpo tendersi, allargando il petto come per farsi notare da lontano.
Mi accompagni tu a ritirare i documenti, ti ho chiesto se sapevi dove e prontamente hai voluto accompagnarmi.
Prendiamo l’ascensore, percorriamo un lungo corridoio discorrendo del più e del meno.
Ti volti indietro rallentando il passo. Ti guardi intorno non capisco.
Mi afferri per il braccio ed entriamo in uno dei bagno del piano.
Mi baci, mi infili la mano nei pantaloni e mi appoggi al muro.
Ho le mani dovunque e i vestiti arricciati per scoprire le parti che ti interessavano ed iniziare il tuo approccio irruento verso il piacere.
Ti apri la patta dei pantaloni e mi giri verso il muro. Sullo specchio alla nostra destra ci osserviamo in tutti i nostri gesti.
La penetrazione scivola tra i miei umori fattisi più copiosi già al chiudersi della porta di questo minuscolo bagno.
Il primo amplesso per me arriva subito, difficile stare in silenzio e i miei gemiti si infrangono sul muro soffocandosi alla meno peggio.
Oggi la tua irruenza, come poche volte l'ho vista, ha proprio il desiderio di uscire fuori da quegli schemi che il palazzo impone. E i miei brividi riassumono questo tuo modo di possedermi, oltre le regole che aleggiano nell'aria.
Vuoi di più. Ti pieghi e mi lecchi il buchino stretto che ora diventa la tua meta finale.
Tu che sai come prendermi e come condurmi sulle strade del piacere, ora mi accompagni verso il tuo finale passando per il foro che più ti piace.
Penetri irruento e in poco tempo tremo nella tua morsa, quella che mi blocca i fianchi e mi rende tua penetrandomi fino a sentire i testicoli sbattermi addosso.
Osserviamo il nostro riflesso nei movimenti sempre più concitati.
Mi soffermo sulla tua visione nello specchio, contemplando ardere di lussuria i tuoi occhi azzurro ghiaccio.
Dopo vari miei orgasmi tremanti ma soffocati, mi inondi del tuo seme caldo restando tra le mie natiche. Il tuo abbraccio mi avvolge soddisfatto, senza perdere il vigore poc'anzi liberato negli istinti.
La tua stretta decisa non si allenta, restando così fermi ancora ansimanti sulla scia del godimento che ti riconosce il titolo di principe del foro, del mio foro.
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