Il massaio
di
Chicken1973
genere
etero
... potrebbe succedere che ti accolga a rientro a casa dal lavoro, stanca, aiutandoti a toglierti la giacca, avresti apprezzato il gesto in silenzio andandotene al bagno, un po' stupita che non ti abbia seguito.
Ma poi mi avresti sentito armeggiare in cucina e dirti che ho messo su l'acqua calda per una tisana, se ti va, che oggi faceva un cazzo di freddo.
Mi risponderesti "perchè no", mentre fai pipì, con un sospiro, i gomiti abbandonati sulle ginocchia, la testa bassa, e rimettendoti le mutandine dopo aver tirato l'acqua, senza aver usato la carta igienica, il tessuto che si impregna di te.
avresti avuto voglia di buttarti in poltrona per spegnere il cervello con qualche cazzata in televisione o facendo zapping, evitando accuratamente il telegiornale, che non hai voglia di sentire brutte notizie.
ti avrei portato la tisana, l'avresti accettata senza neanche guardarmi né chiedermi che gusto abbia scelto, il cervello che ha bisogno di perdersi. ti avrei sorriso senza esser visto e mi sarei inginocchiato davanti alla poltrona, per non ostacolarti la visuale.
ti avrei sollevato la gonna, e ti avrei fatto poggiare una gamba sul bracciolo della poltrona, per avere accesso al tuo ventre, tu che mi lasci fare come fossi una stanca marionetta.
E finalmente avrei portato il viso alle tue mutandine viola impregnate di te, baciandoti la fica attraverso il tessuto che sa di pigra pipì di fine giornata, indugiando, aspirando e commentando - inascoltato - su quanto mi piace la puzza della tua fica.
avrei scostato le mutandine per poter accedere alle curve umide delle tue labbra, al promontorio bagnato del tuo clitoride, indeciso se leccare con la mia lingua la tua resina salmastra dalla profondità della tua vagina, o se dedicarmi alla tua perla nascosta.
ti avrei chiesto cosa preferisci, e mi avresti risposto con un distratto "fai tu, non ho voglia di decidere". ed avrei deciso per il mio piacere, trovando un compromesso che alla fine sempre si trova, la mia lingua nella profondità della tua fica, il mio naso che massaggia il tuo clitoride.
e finalmente mi saresti venuta in bocca, senza neanche tanto rumore per una volta, solo un debole sospiro di rilassatezza, mentre i tuoi tessuti si contraggono attorno alla mia lingua.
gli occhi persi in qualche cazzata che sta passando uno dei tanti canali che si confondono l'uno con l'altro, una carezza sulla mia testa e la tua voce stanca che commenta "ci stava 'sta tisana, oggi....che c'è per cena?"
Ma poi mi avresti sentito armeggiare in cucina e dirti che ho messo su l'acqua calda per una tisana, se ti va, che oggi faceva un cazzo di freddo.
Mi risponderesti "perchè no", mentre fai pipì, con un sospiro, i gomiti abbandonati sulle ginocchia, la testa bassa, e rimettendoti le mutandine dopo aver tirato l'acqua, senza aver usato la carta igienica, il tessuto che si impregna di te.
avresti avuto voglia di buttarti in poltrona per spegnere il cervello con qualche cazzata in televisione o facendo zapping, evitando accuratamente il telegiornale, che non hai voglia di sentire brutte notizie.
ti avrei portato la tisana, l'avresti accettata senza neanche guardarmi né chiedermi che gusto abbia scelto, il cervello che ha bisogno di perdersi. ti avrei sorriso senza esser visto e mi sarei inginocchiato davanti alla poltrona, per non ostacolarti la visuale.
ti avrei sollevato la gonna, e ti avrei fatto poggiare una gamba sul bracciolo della poltrona, per avere accesso al tuo ventre, tu che mi lasci fare come fossi una stanca marionetta.
E finalmente avrei portato il viso alle tue mutandine viola impregnate di te, baciandoti la fica attraverso il tessuto che sa di pigra pipì di fine giornata, indugiando, aspirando e commentando - inascoltato - su quanto mi piace la puzza della tua fica.
avrei scostato le mutandine per poter accedere alle curve umide delle tue labbra, al promontorio bagnato del tuo clitoride, indeciso se leccare con la mia lingua la tua resina salmastra dalla profondità della tua vagina, o se dedicarmi alla tua perla nascosta.
ti avrei chiesto cosa preferisci, e mi avresti risposto con un distratto "fai tu, non ho voglia di decidere". ed avrei deciso per il mio piacere, trovando un compromesso che alla fine sempre si trova, la mia lingua nella profondità della tua fica, il mio naso che massaggia il tuo clitoride.
e finalmente mi saresti venuta in bocca, senza neanche tanto rumore per una volta, solo un debole sospiro di rilassatezza, mentre i tuoi tessuti si contraggono attorno alla mia lingua.
gli occhi persi in qualche cazzata che sta passando uno dei tanti canali che si confondono l'uno con l'altro, una carezza sulla mia testa e la tua voce stanca che commenta "ci stava 'sta tisana, oggi....che c'è per cena?"
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