Mutandine, ancora mutandine – Lei

di
genere
pissing

Ho ancora in mano le mutandine di Paola che ti ho trovato in tasca.
Ti guardo negli occhi, provo a entrare nella tua mente.
Penso a quello che mi hai raccontato, al tuo desiderio di rubare l’odore di donna da quegli slip.
Potrei incazzarmi, potrei fare la gelosa, darti uno schiaffo e urlarti contro.
Ma penso che tu sei il mio uomo, che tanto abbiamo condiviso.
E che anche io ho per te quello che tu cercavi dalle mutandine di Paola.

E quindi mi giro ed entro in bagno come ti avevo detto.
Mi segui come un cagnolino bastonato con lo sguardo basso, quasi mi dispiace vederti così mortificato.
Lascio la porta aperta, tu ti fermi sulla soglia.
Da sotto la gonna, mi sfilo le mutandine verdi portandole alle caviglie, mi basta sedermi sollevando un po’ la gonna per lasciarti sbirciare il mio pube, che so che così ti eccita.
Ti fisso fermo impalato come una statua di sale, con l’indice ti faccio segno di avvicinarti, senza una parola.
Mi raggiungi e ti inginocchi davanti a me.

“Tesoro mio, lo sai che ti amo…vieni più vicino”
Con la stessa mano con cui ancora tengo le mutandine di Paola, ti accarezzo una guancia e ti invito ad avvicinare il tuo viso al mio ventre.
“Coraggio….odorami, ora, lo so che è quello che vuoi” e, smettendo di parlare, lascio andare la pipì.
Fissi il getto che esce dalla mia intimità con gli occhi incantati di un bambino davanti a un nuovo gioco.
E finalmente ti sento inspirare, in modo un po’ goffo.
Lo so quanto sei eccitato, è come potessi sentire la tua erezione fuori controllo.

Ho appena terminato e mi sollevo subito con timide gocce che fanno capolino.
Mi avvicino al tuo viso e senza bisogno di parole apri la bocca accogliendo le ultime lacrime della mia figa, l’infinito oggetto del tuo desiderio.
Ci infili direttamente la lingua producendoti in una profonda e perfetta pulizia.
Sei così sensualmente tenero che mi porti in pochissimo all’orgasmo.
Ti accarezzo i capelli mentre tu continui imperterrito, afferrandomi i glutei, senza darmi tregua.

Mi risiedo, per poter raggiungere i tuoi pantaloni, slacciarli, ed afferrarti il cazzo.
Ma questa mia mossa ti costringe a staccarti da me, tu sembri fuori controllo, non lo accetti.
Le mani sui seni e mi costringi indietro, lasciando di nuovo le mie labbra umide esposte a tua disposizione.
Il tuo incessante lavoro di lingua e bocca mi regala un altro orgasmo, mentre ti dedichi al tuo membro ora scoperto, cercando il tuo stesso piacere.
Che finalmente arriva, mentre io ancora ansimo un po’ stordita. Il tuo seme che sporca le mie mutandine alle caviglie.

Ti allontano e vedo il tuo viso, gli occhi chiusi come rapito, gli umidi segni del mio piacere e di quelle gocce proibite sulla tua pelle.
“Adesso esci, Paolo, che devo fare la doccia. poi verrai a pulire.
Riparleremo di quegli slip…”
scritto il
2024-03-04
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