Stanza 105
di
Desiderio2
genere
etero
Alle finestre le tende oscuranti erano tirate, la stanza era nell'oscurità tranne per alcuni spiragli di luce che filtravano dall' alto stamparsi sul soffitto.
Sara si mette a suo agio nella 105, toglie il tailleur, rimanendo in reggiseno e perizoma, e si distende supina sul letto. Si sforza di guardare intorno a sé, ma il buio inghiotte tutto l'ambiente e non le lascia che d'immaginare le fattezze dell’uomo che quella notte, insieme al suo compagno di vita, avrebbe giocato con lei.
Le mani, era incuriosita da sempre dalle mani di un uomo sperava che fossero grandi e forti, agili e resistenti per disegnare con le dita sentieri sul suo corpo sinuoso e per ubriacare con schiaffi vigorosi le natiche tonde e sode nel momento giusto.
All' improvviso si accorge da un fruscio che nella stanza vi era una nuova presenza, rimane in silenzio e una carezza leggerissima sulla guancia destra le dona il primo brivido.
"Mauro? Siete voi?" "Si, tranquilla." risponde Mauro nell' oscurità. Si ritrova con due mani che le stanno accarezzando il collo, le spalle, lo sterno e si dirigono sempre più giù. Con rapido gesto le sfilano il reggiseno e si possano sulle coppe di champagne, le stringono, le premono sempre con delicatezza. Sono mani proprio come le voleva lei, la sua epidermide non si può sbagliare. I suoi occhi hanno un istante per percepire la sua sagoma tratteggiata grazie flebili barlumi di luce, sparire sul suo seno e con la lingua leccarle i capezzoli. Per Sara ecco il secondo brivido lungo la schiena ed il primo mugolio. "Queste coppe sono piene di bollicine " esclama una voce cavernosa sconosciuta. Le mani continuano ad esplorare, arrivando fino al pube e sfilando anche il perizoma. Sara è completamente nuda in balia del buio e delle sue protuberanze. La figa iniziava ad essere umida; prima con il palmo come fosse una mutandina a coprirla tutta, poi con le dita inizia una danza in mezzo alle sue cosce. Strisciando il grosso dito medio lungo la fessura, le grandi labbra erano già ben disposte a aprirsi, tanto che accolgono con gioia quella lingua calda. La lingua inizia a fare su e giù, destra sinistra per aprire più che si può come fosse un pennello per dipingere la clitoride e anche il buco del culo. Contemporaneamente altre due mani ed una lingua continuano a lavorare ciò che quelle di prima stavano facendo:" uhm sii siii".
Sara sta per essere avvolta da una nube di lussuria, un temporale di scariche sta per travolgerla, lei lo sa, lo vuole, lo pregusta, è lì proprio per questo. Non opporrà resistenza, e cavalcherà il tuono, dominerà i corpi e le menti dei suoi uomini per quella notte.
“Ohh vi voglio, vi voglio tutti e due, siete miei!” dice Sara, contorcendosi mentre la lingua dello sconosciuto la stava penetrando con una forza ed insistenza di un tentacolo viscido e indomabile e il membro di Mauro la picchettava sui capezzoli e solcava le insenature del seno, rilasciando come una chiocciola la sua scia trasparente.
All’improvviso non sentiva più il tentacolo, ma percepiva una grossa cappella bussare alla porta del piacere: così viene spostata sul letto con grazia, l’uomo si distende supino e lei sente entrare quel grosso cazzo dentro la sua figa grondante; si fa strada lungo le pareti pulsanti, la caverna si adatta a meraviglia, lei sente che è un cazzo nerboruto e rivestito da due grosse vene principali ed ancora in crescita.
Lei si aggiusta, assume una posizione da amazzone, le prime spinte forti e nette di quel cazzo le risalgono fino a donare al suo volto uno splendido colorito rubicondo e a farle emettere gemiti. “Ohh… siiii…siiiiii…cosìh… sono la tua troia!”; bacia il suo uomo, che la stava guardando con gli occhi scintillanti di chi gode del godimento altrui, e le lingue si intrecciano in spirali umide di piacere.
“Vieni… voglio un altroo stalloonee…mettimelo nel culo Mauro, adesso!”.
Nel mentre l’altro aveva iniziato a tempestarle seni e capezzoli con la lingua ad un ritmo frenetico, succhiando e mordendo quelle coppe perfette, senza staccarle le possenti mani dalle natiche, ma affondando le dita nella carne ed imprimendole con la forza dei movimenti.
Poco prima di sfondarle il culo, Mauro, accarezza le palle dell’uomo che continua a scopare in figa la sua Sara e che sballonzolano felici come ali dell’uccello, e l’uomo percepisce un brivido tra le scintille che lui e Sara stanno generando.
Con un colpo secco anche Mauro entra dentro Sara, lui sa bene come muoversi dentro di lei, sa quanto le piaccia essere stimolata nella spugna perineale, e come – al prossimo giro – bisognerà essere in due lì dentro per dare piacere come si deve a quella gran femmina bollente!
“Abbiamo avuto fortuna a trovarlo, non è vero?” dice Mauro con voce leggermente affannata a Sara, la quale risponde “Mmhhh….sìììì….tesoro…..finalmente!”, mentre sul viso dell’uomo – non visibile perché nascosto da quel terremoto che è il corpo di Sara sopra di lui – si stampa un ghigno compiaciuto mentre emette un lungo grugnito.
Passano i minuti, tutti e tre vorrebbero che non finisse mai, sono sudati, accaldati, i respiri si fanno sempre più incalzanti, Sara è vicina a raggiungere il suo piacere “Che bei cazzi che avete! Sto arrivando…siii….sto arrivando….ancora…ancora….ancoraaaaaa”, reclina all’indietro la testa, chiude gli occhi, apre la bocca e si lascia andare ad un scarica potente di umori sopra il cazzo dell’uomo, che non ce la fa più, deve sborrare, come Mauro. Con uno scatto felino, Sara sfodera dai suoi buchi i cazzi esplosivi, li afferra con le mani, lancia ad entrambi una occhiata assassina, facendo balenare la lingua lungo le sue labbra tumide, e menandoli li porta ai lati della bocca. I primi fiotti lasciano una bianca X sul suo volto, poi lei spalanca la bocca, li posiziona bene, e si fa scaricare in gola tutta la sborra accumulata, che finalmente può uscire dai corpi in preda a spasmi di goduria. Dopo che ha pulito tutto, con un po' di malinconia (subito sparita perché la notte è ancora lunga…) molla la presa dei cazzi e bacia in bocca prima l’uomo e poi Mauro, per condividere con loro il succo della vita.
Sara si mette a suo agio nella 105, toglie il tailleur, rimanendo in reggiseno e perizoma, e si distende supina sul letto. Si sforza di guardare intorno a sé, ma il buio inghiotte tutto l'ambiente e non le lascia che d'immaginare le fattezze dell’uomo che quella notte, insieme al suo compagno di vita, avrebbe giocato con lei.
Le mani, era incuriosita da sempre dalle mani di un uomo sperava che fossero grandi e forti, agili e resistenti per disegnare con le dita sentieri sul suo corpo sinuoso e per ubriacare con schiaffi vigorosi le natiche tonde e sode nel momento giusto.
All' improvviso si accorge da un fruscio che nella stanza vi era una nuova presenza, rimane in silenzio e una carezza leggerissima sulla guancia destra le dona il primo brivido.
"Mauro? Siete voi?" "Si, tranquilla." risponde Mauro nell' oscurità. Si ritrova con due mani che le stanno accarezzando il collo, le spalle, lo sterno e si dirigono sempre più giù. Con rapido gesto le sfilano il reggiseno e si possano sulle coppe di champagne, le stringono, le premono sempre con delicatezza. Sono mani proprio come le voleva lei, la sua epidermide non si può sbagliare. I suoi occhi hanno un istante per percepire la sua sagoma tratteggiata grazie flebili barlumi di luce, sparire sul suo seno e con la lingua leccarle i capezzoli. Per Sara ecco il secondo brivido lungo la schiena ed il primo mugolio. "Queste coppe sono piene di bollicine " esclama una voce cavernosa sconosciuta. Le mani continuano ad esplorare, arrivando fino al pube e sfilando anche il perizoma. Sara è completamente nuda in balia del buio e delle sue protuberanze. La figa iniziava ad essere umida; prima con il palmo come fosse una mutandina a coprirla tutta, poi con le dita inizia una danza in mezzo alle sue cosce. Strisciando il grosso dito medio lungo la fessura, le grandi labbra erano già ben disposte a aprirsi, tanto che accolgono con gioia quella lingua calda. La lingua inizia a fare su e giù, destra sinistra per aprire più che si può come fosse un pennello per dipingere la clitoride e anche il buco del culo. Contemporaneamente altre due mani ed una lingua continuano a lavorare ciò che quelle di prima stavano facendo:" uhm sii siii".
Sara sta per essere avvolta da una nube di lussuria, un temporale di scariche sta per travolgerla, lei lo sa, lo vuole, lo pregusta, è lì proprio per questo. Non opporrà resistenza, e cavalcherà il tuono, dominerà i corpi e le menti dei suoi uomini per quella notte.
“Ohh vi voglio, vi voglio tutti e due, siete miei!” dice Sara, contorcendosi mentre la lingua dello sconosciuto la stava penetrando con una forza ed insistenza di un tentacolo viscido e indomabile e il membro di Mauro la picchettava sui capezzoli e solcava le insenature del seno, rilasciando come una chiocciola la sua scia trasparente.
All’improvviso non sentiva più il tentacolo, ma percepiva una grossa cappella bussare alla porta del piacere: così viene spostata sul letto con grazia, l’uomo si distende supino e lei sente entrare quel grosso cazzo dentro la sua figa grondante; si fa strada lungo le pareti pulsanti, la caverna si adatta a meraviglia, lei sente che è un cazzo nerboruto e rivestito da due grosse vene principali ed ancora in crescita.
Lei si aggiusta, assume una posizione da amazzone, le prime spinte forti e nette di quel cazzo le risalgono fino a donare al suo volto uno splendido colorito rubicondo e a farle emettere gemiti. “Ohh… siiii…siiiiii…cosìh… sono la tua troia!”; bacia il suo uomo, che la stava guardando con gli occhi scintillanti di chi gode del godimento altrui, e le lingue si intrecciano in spirali umide di piacere.
“Vieni… voglio un altroo stalloonee…mettimelo nel culo Mauro, adesso!”.
Nel mentre l’altro aveva iniziato a tempestarle seni e capezzoli con la lingua ad un ritmo frenetico, succhiando e mordendo quelle coppe perfette, senza staccarle le possenti mani dalle natiche, ma affondando le dita nella carne ed imprimendole con la forza dei movimenti.
Poco prima di sfondarle il culo, Mauro, accarezza le palle dell’uomo che continua a scopare in figa la sua Sara e che sballonzolano felici come ali dell’uccello, e l’uomo percepisce un brivido tra le scintille che lui e Sara stanno generando.
Con un colpo secco anche Mauro entra dentro Sara, lui sa bene come muoversi dentro di lei, sa quanto le piaccia essere stimolata nella spugna perineale, e come – al prossimo giro – bisognerà essere in due lì dentro per dare piacere come si deve a quella gran femmina bollente!
“Abbiamo avuto fortuna a trovarlo, non è vero?” dice Mauro con voce leggermente affannata a Sara, la quale risponde “Mmhhh….sìììì….tesoro…..finalmente!”, mentre sul viso dell’uomo – non visibile perché nascosto da quel terremoto che è il corpo di Sara sopra di lui – si stampa un ghigno compiaciuto mentre emette un lungo grugnito.
Passano i minuti, tutti e tre vorrebbero che non finisse mai, sono sudati, accaldati, i respiri si fanno sempre più incalzanti, Sara è vicina a raggiungere il suo piacere “Che bei cazzi che avete! Sto arrivando…siii….sto arrivando….ancora…ancora….ancoraaaaaa”, reclina all’indietro la testa, chiude gli occhi, apre la bocca e si lascia andare ad un scarica potente di umori sopra il cazzo dell’uomo, che non ce la fa più, deve sborrare, come Mauro. Con uno scatto felino, Sara sfodera dai suoi buchi i cazzi esplosivi, li afferra con le mani, lancia ad entrambi una occhiata assassina, facendo balenare la lingua lungo le sue labbra tumide, e menandoli li porta ai lati della bocca. I primi fiotti lasciano una bianca X sul suo volto, poi lei spalanca la bocca, li posiziona bene, e si fa scaricare in gola tutta la sborra accumulata, che finalmente può uscire dai corpi in preda a spasmi di goduria. Dopo che ha pulito tutto, con un po' di malinconia (subito sparita perché la notte è ancora lunga…) molla la presa dei cazzi e bacia in bocca prima l’uomo e poi Mauro, per condividere con loro il succo della vita.
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