Giovane trio e non solo - parte 2

di
genere
orge

La casa era muta, gli unici suoni che percepibili erano i gemiti del trio che si stava scaldando, oltre al dolce suono prodotto dalla doppia sega che Alice stava praticando con grande energia, schiocchi prodotti dal su e giù della mano sinistra e destra sui cazzi dei suoi compagni, cresciuti a dismisura e con le palle che iniziavano a non essere più pendule ed a spostarsi ai lati dell’asta per l’eccitazione.
Gerardo le aveva allargato le grandi labbra (non senza aver accarezzato dolcemente la moquette chiara del suo pube) e le aveva piantato prima due dita e poi tre dentro, stuzzicando per bene anche il clitoride, in un crescendo di mugolii, gemiti, via via crescenti…quando all’improvviso, un suono sincopato si udì provenire dall’ingresso, si sentì la chiave della porta di casa terminare i suoi giri nella serratura e la porta si apri!
Si trattava di Marisa, madre di Guido, una splendida donna prossima ai cinquant’anni, alta 1 metro e 65, formosa, molto ben proporzionata, capelli color mogano mossi e ondulati lunghi fino alle spalle, occhi grandi e azzurro mare, seno generoso, culo sodo, gambe tornite, nel suo tailleur beige e panna.
“Ma bravi, ragazzi, vedo che ci state dando dentro, eh?” esclamò Marisa (che aveva un modo di fare molto spigliato, n.d.r.) mentre i tre ragazzi, presi alla sprovvista, era impietriti e bloccati nelle loro posizioni, con gli occhi sgranati (soprattutto Gerardo nel vedere l’avvenenza della mamma di Guido).
“Mamma, ti posso spiegare…” farfugliò Guido “Ma cosa vuoi spiegare, tesoro, siete giovani ed avete gli ormoni a mille, come anche io alla vostra età” rispose Marisa con espressione divertita in volto.
Gerardo, vincendo la timidezza, intervenne dicendo (e arrossendo): “Piacere signora, perché mai ha detto ‘come anche io alla vostra età’? Lei è giovane!” (e sperava che così dicendo avrebbe dissipato l’imbarazzo e magari provocato una reazione sorprendente).
Marisa, arrossendo pure lei, “Come sei gentile! Mi fa piacere sentirlo, molto piacere io sono Marisa!” porgendogli la mano.
Gerardo, che aveva ancora la mano destra dentro la fighetta di Alice, la estrasse con delicatezza e la porse umida a Marisa, che – nella sorpresa generale – non la strinse, bensì la leccò con avidità, lanciando uno sguardo che più lascivo non si può prima a Gerardo e poi ad Alice, assaporandone gli umori che bagnavano copiosamente la giovane figa pelosa.
“Io sono Alice” pronunciò Alice, mentre osservava la scena (arrossendo)e Marisa, fermando un istante la lingua “Piacere tesoro, hai proprio un sapore squisito!”.
Ecco che il trio diventò un quartetto, una mini orgia!
Marisa, spogliata in parte da Gerardo in parte da Alice, si distese sul tappeto davanti al divano, mostrando il suo splendido seno con capezzoli duri come chiodi, contornati da aureole generose e pulsanti e la sua perfetta figa triangolare pelosa nerissima, “Gerardo vieni, leccamela, ho la figa bollente, spegni questo incendio!”.
Gerardo non se lo fece ripetere due volte e si gettò in mezzo alle cosce bianchissime di Marisa, cacciando tutta la lingua che aveva per fare un cunnilingus da antologia, penetrando con la lingua tutto quello che stava le stava in mezzo alle gambe, con un ritmo assatanato, mentre le si stuzzicava i capezzoli.
Alice, guardando Guido, si mise in sedette sul viso di Marisa, offrendole la sua figa, di nuovo piena sapori e di umori che le scorrevano tra le cosce.
Guido, in piedi, infilò il suo gran cazzo duro come il marmo dentro la bocca rosea di Alice, che in estasi, con gli occhi socchiusi, iniziò a succhiarlo, leccarlo, masturbarlo, riempirlo di saliva, titillare il glande, stimolare lo scalino, accarezzare lo scroto.
*CONTINUA*
scritto il
2024-01-08
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