Senza pudore nè limiti

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Senza pudore né limiti

Gli incontri nel vecchio casolare divennero frequenti, almeno due volte la settimana. Lei veniva trattenuta sempre per più tempo e gli uomini che entravano e uscivano erano sempre di più. Quando io e lei scopavamo lei mi raccontava tutto e io ero sempre eccitatissimo. A volte mentre l’aspettavo cresceva in me la gelosia ma lei sapeva bene come farmela passare. Anche con me era sempre più troia!
Una sera mentre scopavamo lei mi disse che il sesso non le bastava mai. Mi disse anche che avrebbe voluto uscire anche da solo in cerca di uomini. Cominciò a frequentare bar la sera e ogni volta al ritorno mi raccontava delle sue scopate. Una notte al ritorno mi disse che era andata da sola in un parcheggio in autostrada e che un gruppo di uomini se l’era scopata a dovere. Cominciò a passare da un cazzo all’altro. Vestiva in modo sempre più succinto. Usciva affamata di sesso!
Una domenica eravamo a pranzo dai miei. Ricevette un messaggio. Me lo fece leggere
- Siamo i gemelli . abbiamo voglia di romperti il culo, ti aspettiamo tra 20 minuti.
Disse che non si sentiva bene e che tornava a casa a piedi. Mi rassicurò e rassicurò i miei e mi chiese di restare a pranzo che lei andava a dormire. Dopo una trentina di minuti un messaggio. Alcune foto che la riprendevano con due cazzi in bocca. Mi eccitai ma feci finta di nulla.
Stavo per tornare a cada che arrivò un altro messaggio, un video dove la si vedeva quattro zampe mentre uno dei due la inculava. Poi un messaggio. Fermati e fatti una sega. Mi fermai in una stradina e mi masturbai fino a sborrare. Tornò a casa due ore dopo e scopammo come indiavolati.
Lei diventava di giorno in giorno sempre più sfacciata. Niente reggiseni, niente mutandine. Le piaceva che gli uomini la guardassero, ci provassero con lei. Era insaziabile. Nella città a 40 km da noi c’era una sala a luci rosse. A volte il pomeriggio ci andava da sola. Si sedeva in ultima fila e si lasciava palpare e scopare senza ritegno. A volte andavo con lei. La lasciavo entrare sola e io entravo una decina di minuti dopo e lei era già circondata da porci di tutte le età. Era pazzesco vederla in mezzo a quei manici arrapati. Nella sala c’era un corridoio buio e lei si faceva trascinare in quell’angolo per dare a tutti il suo corpo. Chi la scopava in silenzio. Chi la insultava, chi le prendeva a schiaffi tettone e culo. Lei godeva in silenzio strozzando il piacere in gola. mi confidò che la vera eccitazione era essere usata come una cagna. Sborrata ovunque da persone che nemmeno conosceva. da adolescente lo sognava spesso, mi diceva, e una sera mi raccontò con chi era andata in un cinema porno la prima volta.
Aveva compiuto da pochi giorni 18 anni, non era da un paio più vergine. Era a Bologna a casa degli zii paterni. Un pomeriggio lo zio Antonio, un uomo fi quasi due metri per 110 kg, approfittando del fatto che la zia era fuori per una cena di lavoro, le disse che l’avrebbe portata in un posto particolare per festeggiare i suoi 18 anni. Le disse di mettersi carina magari con una minigonna che aveva belle gambe. Uscirono e lui la portò in un cinema a luci rosse. Lei fece per dirgli che non sarebbe entrata ma lui le sussurrò – se non ti piacerà usciamo. Entrarono e si misero a sedere. Lei era imbarazzata. Sullo schermo una ragazza stava succhiando un grosso cazzo. Lo zio le mise un braccio intorno al collo.- quando vuoi usciamo.
Lei ormai era eccitata e rimase zitta ma aprì leggermente le gambe.
Lo zio, senza dire una parola cominciò a slacciarle la camicetta. Lei lo lasciò fare. In un attimo si ritrovò con la camicetta aperta e le tette esposte alla vista di tutti. Lo zio le sussurrò – te le guardano tutti …guardati intorno e vedrai che si stanno masturbando.
Poi lo zio tolse dai pantaloni un cazzo che a lei sembrò grossissimo, le prese la testa e la spinse sul suo uccello.
- Succhiamelo per bene .
Monica mi disse che le piaceva succhiare quel cazzo che nemmeno le stava in bocca. mentre succhiava sentì una mano tra le cosce , uno sconosciuto la stava palpando. Lo zio le sussurrò fi lasciarlo fare. Lei era un lago.
Qualcuno da dietro la mingeva spudoratamente. Venne!. Lo zio le teneva la testa con forza sul suo cazzo fino a soffocarla. Ad un tratto la fece smettere.
Andiamo che voglio scoparti.
Uscirono, salirono in auto e si fermarono in una stradina buia.
Monica mi disse che lo zio l’aveva scopata a lungo e lei aveva avuto almeno tre orgasmi. Poi lo zio le venne in gola tenendole la testa premuta sul cazzo
- Bevi tutto puttanella, infoia la sborra dello zio
Le sembrò di soffocare, lo zio continuava a sborrarle in gola il suo piacere. Le lasciò la testa solo quando vu certo che lei avesse bevuto ogni goccia. Tornarono a casa e di quella serata non ne parlarono più

scritto il
2024-07-05
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