Di cazzo in cazzo
di
claudio il marito
genere
corna
Di cazzo in cazzo
Le serate al locale con i nuovi proprietari divennero sempre più frequenti. Serate per piccolo gruppi di clienti. Feste a tema. Feste per coppie in cerca di una lei aperta a tutto.
Ogni tanto mi arrivavano video dove potevo vederla nel suo splendore di troia.
Poi una sera le cose sono cambiate. Al locale era arrivato un gruppo di ragazzi di colore. il più giovane poco più che ventenne e il più grande cui sessanta anni. Quando mia moglie tornò in auto era realmente distrutta e sopraffatta dalla serata. A casa mentre salivamo le scale lei perdeva di tutto dalla figa e dal culo. Ebbe una notte agitata e la mattina si svegliò agitatissima. Decisi di non andare al lavoro. Ero preoccupato per lei.. .Monica rimase nel letto tutta la mattina. La chiamai per il pranzo e lei mi disse che avrebbe gradito pranzare fuori. Mi chiese di portarla in agriturismo dove andavamo spesso. Pranzammo poi mi chiese di fare due passi.
Ieri sera go provato cose che non avevo davvero mai provato – mi disse – non erano solo i cazzi enormi e neri, non era solo essere trattata come una vacca- non erano solo i modi animaleschi e gli ordini perentori, era sentirmi schiava e riempita fino in fondo.
Mi disse che il sessant’enne oltre ad avere il cazzo di un asino duro come il marmo era colui che dava ordini a tutti su come montarla e che dava ordini a lei per come realizzare ogni sua perversione.
Mi disse che avrebbe smesso di andare al locale perché aveva implorato il vecchio di farne la sua schiava.
Mi disse che da quel momento lei avrebbe avuto amanti neri e che a sceglierli per lei sarebbe stato solo lui. Per finire mi disse che la sera stessa sarebbero venuti da noi per conoscermi e per dettare le loro regole! Tornammo a casa. Ero confuso. Lei si preparò per la serata. Alle 22 suonarono alla porta. Andai io ad aprire. Quattro uomini. Davanti a loro il “ vecchio”.
Mi diede una borsa.
Dalla a tua moglie e dille di indossarlo.
Dentro un vestito. Una tunica cortissima e trasparente.
I quattro si misero a sedere e io andai in camera e diedi il vestito a Monica.
Uscimmo insieme.
Lei disse qualcosa sottovoce al vecchio e poi scendemmo nella tavernetta.
- La troia ora è roba nostra. Siediti e guarda-
Mi sentivo per la prima volta umiliato.
Quella fu una notte delirante. Il vecchio dava ordini agli altri tre e a mia moglie. Le legarono le braccia dietro la schiena. Insulti e sputi prima di mangiarsela letteralmente.
Erano quattro furie. Lei urlava e godeva implorandoli di non smettere. loro la scopavano senza render conto di quanto enormi fossero i loro cazzi. Lei era fuori di testa e quando le infilarono due cazzi nel culo lei cominciò a fare pipì a fontana urlando frasi incomprensibili. Ogni tanto lei mi guardava e mi insultava. La scoparono in ogni modo per quasi tre ore. gli occhi di lei persi nel nulla. Quando furono soddisfatti della serata la lasciarono stesa sul tappeto quasi svenuta. il suo corpo tremava . le gambe si muovevano incontrollate.
Prima di uscire il vecchio si chinò su di lei.
- Verremo a scoparti ogni volta che non avremo altro da fare. Ti avviseremo mentre arriviamo da te. Cerca di farti trovare pronta.
Passarono due giorni e una telefonata le disse di recarsi la sera in un casolare abbandonato in periferia.
La sera la accompagnai.
Era su di giri. Suonò il cellulare. Rispose e me lo passò.
- Lei ora deve venire da noi. Tu resta in auto e aspetta.
Era lui. Le dissi di andare da loro. Mi guardò e senza parlare scese dall’auto. Fece qualche passo poi ritornò fa me
- Vado a farmi distruggere figa e culo e torno amore.
Poi sparì nel buio.
Non so cosa accadde quella notte. Ogni tanto arrivavano ragazzi africani ed entravano nella vecchia struttura. Da lontano vedevo una luce accesa e di tanto in tanto la sentivo urlare. Erano le urla dei suoi orgasmi. Non tornò sola. La portarono sorreggendola completamente nuda tre ragazzi.
- I vestiti li teniamo noi per ricordo… tanto non li potrà usare più. Glie li abbiamo strappati di dosso come si fa con le troie.
Arrivati a casa la presi in braccio e la portai a letto. Nel sonno quella notte ogni tanto sussurrava… ANCORA… ANCORA
Le serate al locale con i nuovi proprietari divennero sempre più frequenti. Serate per piccolo gruppi di clienti. Feste a tema. Feste per coppie in cerca di una lei aperta a tutto.
Ogni tanto mi arrivavano video dove potevo vederla nel suo splendore di troia.
Poi una sera le cose sono cambiate. Al locale era arrivato un gruppo di ragazzi di colore. il più giovane poco più che ventenne e il più grande cui sessanta anni. Quando mia moglie tornò in auto era realmente distrutta e sopraffatta dalla serata. A casa mentre salivamo le scale lei perdeva di tutto dalla figa e dal culo. Ebbe una notte agitata e la mattina si svegliò agitatissima. Decisi di non andare al lavoro. Ero preoccupato per lei.. .Monica rimase nel letto tutta la mattina. La chiamai per il pranzo e lei mi disse che avrebbe gradito pranzare fuori. Mi chiese di portarla in agriturismo dove andavamo spesso. Pranzammo poi mi chiese di fare due passi.
Ieri sera go provato cose che non avevo davvero mai provato – mi disse – non erano solo i cazzi enormi e neri, non era solo essere trattata come una vacca- non erano solo i modi animaleschi e gli ordini perentori, era sentirmi schiava e riempita fino in fondo.
Mi disse che il sessant’enne oltre ad avere il cazzo di un asino duro come il marmo era colui che dava ordini a tutti su come montarla e che dava ordini a lei per come realizzare ogni sua perversione.
Mi disse che avrebbe smesso di andare al locale perché aveva implorato il vecchio di farne la sua schiava.
Mi disse che da quel momento lei avrebbe avuto amanti neri e che a sceglierli per lei sarebbe stato solo lui. Per finire mi disse che la sera stessa sarebbero venuti da noi per conoscermi e per dettare le loro regole! Tornammo a casa. Ero confuso. Lei si preparò per la serata. Alle 22 suonarono alla porta. Andai io ad aprire. Quattro uomini. Davanti a loro il “ vecchio”.
Mi diede una borsa.
Dalla a tua moglie e dille di indossarlo.
Dentro un vestito. Una tunica cortissima e trasparente.
I quattro si misero a sedere e io andai in camera e diedi il vestito a Monica.
Uscimmo insieme.
Lei disse qualcosa sottovoce al vecchio e poi scendemmo nella tavernetta.
- La troia ora è roba nostra. Siediti e guarda-
Mi sentivo per la prima volta umiliato.
Quella fu una notte delirante. Il vecchio dava ordini agli altri tre e a mia moglie. Le legarono le braccia dietro la schiena. Insulti e sputi prima di mangiarsela letteralmente.
Erano quattro furie. Lei urlava e godeva implorandoli di non smettere. loro la scopavano senza render conto di quanto enormi fossero i loro cazzi. Lei era fuori di testa e quando le infilarono due cazzi nel culo lei cominciò a fare pipì a fontana urlando frasi incomprensibili. Ogni tanto lei mi guardava e mi insultava. La scoparono in ogni modo per quasi tre ore. gli occhi di lei persi nel nulla. Quando furono soddisfatti della serata la lasciarono stesa sul tappeto quasi svenuta. il suo corpo tremava . le gambe si muovevano incontrollate.
Prima di uscire il vecchio si chinò su di lei.
- Verremo a scoparti ogni volta che non avremo altro da fare. Ti avviseremo mentre arriviamo da te. Cerca di farti trovare pronta.
Passarono due giorni e una telefonata le disse di recarsi la sera in un casolare abbandonato in periferia.
La sera la accompagnai.
Era su di giri. Suonò il cellulare. Rispose e me lo passò.
- Lei ora deve venire da noi. Tu resta in auto e aspetta.
Era lui. Le dissi di andare da loro. Mi guardò e senza parlare scese dall’auto. Fece qualche passo poi ritornò fa me
- Vado a farmi distruggere figa e culo e torno amore.
Poi sparì nel buio.
Non so cosa accadde quella notte. Ogni tanto arrivavano ragazzi africani ed entravano nella vecchia struttura. Da lontano vedevo una luce accesa e di tanto in tanto la sentivo urlare. Erano le urla dei suoi orgasmi. Non tornò sola. La portarono sorreggendola completamente nuda tre ragazzi.
- I vestiti li teniamo noi per ricordo… tanto non li potrà usare più. Glie li abbiamo strappati di dosso come si fa con le troie.
Arrivati a casa la presi in braccio e la portai a letto. Nel sonno quella notte ogni tanto sussurrava… ANCORA… ANCORA
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