Nicola e Alberto Cap III: A chi l'apertura?

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genere
interviste

A chi l’apertura?
“Ha superato la prova senza difficoltà; Mbhè … con un po’ di conati iniziali, ma poi, quando il presidente ha iniziato a stimolargli l’ano, a penetrarlo con le dita, a massaggiarlo allo scroto, … tuo figlio si è abbandonato al piacere, … si è lasciato andare, prendere, … Ascoltava gli inviti come fossero ordini. Prima ha manipolato, frizionato, stimolato con le mani … poi con il viso. Il suo volto imbrattato, impiastricciato, insudiciato di merda era da vedere, … da fotografare, … da filmare; … e il gioco delle mani del presidente che lo macchiavano, lo lordavano ancora di più. … e il suo anello, anche se velato, sporco della sua caca, … si vedeva chiaramente che palpitava, … che si apriva e chiudeva. Lo si intuiva dalla muscolatura perianale che si contraeva sobbalzando, quando veniva penetrato o si distendeva, come per respirare, quando le dita uscivano. Eccezionale, è un nostro simile. È nell’età in cui si vive la sessualità all’estremo. Ogni soffio di vento significa essere lanciati nell’erotismo più incontrollato, travolgente, prorompente; … dove l’oggetto della nostra brama diventa un idolo da venerare, amare, anche se coperto di merda. Non ha importanza la materia che lo veste, ma è vitale, estremamente importante che lui entri per stabilirsi, come una serpe che s’intana. Sono entusiasta di essere un suo padrino … Per finire con la bocca che suggeva, aspirava, risucchiava asportando, ingoiando merda. Sarà stata sempre sua, ma caca sempre era; … e la lingua a vellicare, leccare, lambire dal glande allo scroto. Su quel volto solo le pupille erano pulite, il resto compresi i denti e la lingua erano infangati e … spettacolo nello spettacolo, osservarlo deglutire lo sperma del maestro e raccogliere il suo frammisto a feci dall’addome dell’adulto. Caro papà, Francesco, tuo figlio domani deve stare continuamente sullo spiedo. A noi è sufficiente che ce lo stringa con le labbra; che ce lo massaggi con il retto; che ci svuoti i coglioni, beh, direi anche la vescica.”
“Non volermene Francesco, vorrei godermelo dopo di te. Tu sai quanto ami giocare con la merda. Quando fotto, bramo, spasimo, desidero che abbiano i culi pieni e il vedere oggi un simile spettacolo … ohhh, quando potrò avere un altro come tuo figlio? Se permettete, amici, domani quando andremo per defecare, farò raccogliere le mie e le vostre, comprese le sue feci, in un recipiente in cui saranno mantenute umidificate e a temperatura corporea. Le farò conservare mescolate e amalgamate con un po' di urine, in modo che siano morbide, cremose, vellutate. Siamo tutti sani, per cui domani cercherò di averlo un po' coperto, come il fungo a cui assomiglia e dopo, stesomi supino, mi farò versare sul corpo la poltiglia, affinché si goda assieme della reciproca masturbazione addominale e poi che mi inculi; che mi fotta, sebbene sia di un ragazzo, ma serve per portare la mia eccitazione allo spasmo, perché lo voglio rompere, scassare, arare, come non mai. Capitemi! Siamo qui per inculare ed essere inculati, ma se ci sono certe opportunità, non dobbiamo perderle, Francesco!”
“Va bene Stefano. Penso che Carlo ed Enrico concordino. Ora è opportuno che seguiamo Nicolò e il Maestro al luogo dell’igiene. È la sua prima volta che viene lavato da mani maschili educate a provocar piacere. È il suo primo enema. Ci piacerà vederlo contorcersi, inarcarsi, allungarsi, protendersi, dimenarsi sotto le mani del collaboratore alla pulizia e poi con l’enema piegarsi, cercare aria, girarsi da una parte all’altra per il piacere-dolore del generoso clistere. Andiamo amici e godiamoci lo spettacolo!”
“Mi viene la diarrea al solo pensare, immaginare, concepire le reazioni muscolari di mio figlio al piacere!”

scritto il
2024-07-17
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