I sette giorni - 7° giorno

di
genere
corna

“Sei sicura di quel che vuoi fare ?”
La semplice domanda di Madame Loraine era fin troppo scontata, così come la mia risposta affermativa.
Dopo aver litigato per telefono con mio marito Leon, il quale non voleva il divorzio solo perché contrario alle leggi di Dio, ma aveva deciso per una separazione di fatto pur vivendo come una coppia normale, volevo solo vendicarmi per tutte gli epiteti che mi aveva detto, in pratica una lunga serie di sinonimi della parola puttana.
“Sì Madame, fra l’altro così Leon sarà costretto a partecipare, anche se solo come spettatore, al mio ultimo rapporto qui dentro, quello che mi farà avere la mia eredità. Ho sentito il notaio Galson, il quale mi ha confermato che così facendo soddisfo tutte le sue richieste per oggi, e quindi le chiedo di poter metter in atto quanto le ho chiesto.”
Sapevo che in realtà Madame Loraine fingeva di pensare, quando invece aveva già deciso di accontentarmi, e così rimasi ad aspettare la risposta senza alcuna tensione.
“Il tuo piano è quasi perfetto, ma credo si possa migliorare, che ne dici di ….”
Ascoltai attentamente quella donna stupendomi del suo grado di perversione, unito a un sadismo fatto di solo violenza mentale, che non lasciava spazio ad alcuna pietà.
“Accetto tutti i suoi suggerimenti, adesso possiamo chiamare quello che posso già considerare il mio ex marito ?”
Mentre Madame Loraine metteva in pratica il nostro piano, io mi affidavo a Kenna che mi truccò in modo pesante, concludendo l’opera con un rossetto rosso fuoco, delimitato da un segno spesso di una matita quasi nera.
Fu il notaio Galson a prelevare mio marito dall’hotel dove alloggiava, per portarlo alla House of the Rising Sun, dove fu accolto da Freya che lo portò dove si sarebbe consumata la mia vendetta.
“Cosa succede se rifiuta di ubbidire a Freya ?” chiesi a Giselle che guardava quello che stava succedendo attraverso un monitor della videosorveglianza.
“Che Freya lo gonfia.” mi rispose ridendo la donna “Tu la vedi piccola, ma quella fa ancora adesso arti marziali ad alto livello; quindi, è meglio che tuo marito faccia il bravo o l’umiliazione per lui inizierà facendosi prendere a botte da una donna.”
Per fortuna Leon si fece mettere a torso nudo, e subito dopo legare le mani che poi furono fissate in alto tramite un gancio.
“Vai e fallo nero.” mi disse Giselle mentre indossavo un miniabito in lattice rosso, tanto corto da non coprirmi neanche il sedere.
Andai nell’ampia stanza dove era appena stato legato Leon, che, come mi vide, strabuzzò gli occhi, non credendo possibile che mi fossi conciata in quel modo.
“Priscilla … tu … com’è possibile …” balbettò mentre m’avvicinavo a lui.
“Com’è possibile cosa che mi piaccia scopare ?” gli dissi carica di rabbia “Oppure che sia stata con uomini e donne che m’hanno fatto godere come tu non sei mai riuscito a fare ? E va bene che hai il cazzo piccolo, però duri anche poco !”
“Priscilla cosa stai dicendo !”
“La verità, solo che non ti piace. Vedi l’altro giorno mi hanno messo in mezzo quattro uomini scopandomi due alla volta, e non puoi immaginare come ho goduto quando me l’hanno messo dentro la fica due insieme. Ieri invece due donne m’hanno aperto il culo come una noce di cocco, e credimi urlavo non per il dolore ma per il piacere. Mentre invece con te sono cinque minuti con te sopra, punto e basta e poi mi chiedi se sono cambiata ? Certo in meglio almeno adesso sono una donna e non una bambola come piace a te.” conclusi slacciandogli i pantaloni per poi abbassare le squallide mutande bianche.
“Cosa stai facendo, rivestimi potrebbe entrare qualcuno e …”
“E cosa, vedere che ti ecciti guardando tua moglie che gode ? Perché è proprio quello che succederà adesso, tu guardi e io scopo. Inoltre, non ti potrai neanche fare una sega, perché quelle te le fai di nascosto come tutti quelli come te, anche se avrai il cazzetto in tiro e le palle che ti scoppiano.”
“Se lo farai chiederò il divorzio anche se è contro la legge di Dio.” urlò senza alcun motivo.
“E lo avrai stanne certo, anche perché non ti darò un centesimo, e dovrai anche dirmi grazie se non ti sputtanerò a livello mondiale.”
“E cosa potresti dire, che sei diventata peggio di una puttana ?”
“No che tu mi hai mandato una settimana in un bordello solo per poi regalare i soldi alla chiesa, e se non c'è da prenderti per il culo solo per questo dimmi tu cosa potevi fare di peggio ! Oppure potresti diventare il mio bel cornutone, quello che gira felice per strada, anche se poi non scopa mai. Ti metterei anche una bella cintura di castità in modo da farti diventare impotente, così dopo per godere un po’ te lo faresti mettere nel culo da chiunque, magari anche dal tuo amico pastore.”
“Tu sei pazza !” disse dopo aver compreso che per lui non cera più speranza di tornare alla sua vita di sempre.
“Adesso però basta parlare, che si dia inizio allo spettacolo, Giselle !”
La mia nuova amica arrivò con un vestito del tutto simile al mio, solo di color nero, con un collare che mi mise subito al collo, al quale allacciò un lungo guinzaglio di cuoio.
“Leccami la fica puttana.” mi disse recitando alla perfezione il ruolo della dominatrice.
M’inginocchia davanti a lei per poterle alzare il miniabito in lattice, e scoprirle così la passera, che iniziai a leccare quasi con gioia, mentre anche il mio vestito s’accorciava quel tanto che bastava per mettere a nudo il mio sedere.
Giselle però non voleva solo eccitarsi, ma umiliare Leon tanto da farlo sentire un verme, così dopo un po’ mi fece alzare per farmi mettere contro una piccola colonna, col culo ben in mostra.
“Vedi coglione che non sei altro, Priscilla non è solo una semplice donna, ma una femmina che dev’essere amata.” disse Giselle al mio quasi ex marito mentre con una mano faceva finta di sculacciarmi e coll’altra mi stimolava la passera col suo delicato tocco “Altro che cinque minuti di squallido sesso il sabato sera, lei ha bisogno di un signor cazzo che la prenda in tutti i modi e maniere, e non quel cosetto che hai fra le gambe, che so ti sta esplodendo dentro per quanto sei eccitato, anche se sai che non ti potrai fare neanche una sega.”
“Sei solo una puttana che sa fare il suo sporco lavoro” le disse Leon colto nell’orgoglio.
“Sì, sarò anche una puttana, ma intanto mi sono presa il suo culo, altro che andare a messa ! Però se vuoi ti faccio vedere come godeva, anzi come gode ancora oggi quando lo prende dietro. Tu mettiti a pecora davanti al cornuto, che magari gli si rizza il cazzo.”
Ubbidii mentre lei si legava ben stretto uno strap-on neanche troppo grande, ma già più grosso del pene di Leon. Sapendo che avevo il retto pieno di lubrificante, Giselle mi sodomizzò brutalmente, ma senza farmi tanto male, davanti agli occhi strabuzzati di mio marito.
“Guarda come si scopa una donna frocio !” urlò Giselle rivolta a Leon “E tu fagli sentire quanto ti piace prenderlo nel culo.”
“E c’è bisogno che te lo dica ! Fottimi e fammi godere senza badare al coglione.” dissi scegliendo quasi con cura ogni singola parola.
Non so se godessi di più dal farmi scopare da una donna, o dal farlo davanti a mio marito, che veniva umiliato ogni volta che una di noi due apriva bocca.
“Gli si è rizzato il cazzo ! Il cornuto ha il cazzo duro !” urlò Giselle per poi mettersi a ridere.
Effettivamente Leon aveva un’erezione degna di questo nome, ma l’odio che provavo verso di lui era incontenibile, così sfruttai quella logica reazione umana per dare un’altra mazzata al suo orgoglio.
“È vero, ma guarda bene quanto è grande, o dovrei dire piccolo ?” dissi con tono ironico “Ora secondo te uno così è in grado di farmi godere ? Io dico di no quindi fai entrare i ragazzi, almeno mi faccio una scopata come si deve con un cazzo vero, anzi due.”
Giselle batté forte le mani diverse volte, sino a quando non entrarono Horace e Thomas, due fusti di colore già nudi e coi membri pronti, che non aspettavano altro che fare la loro parte di stalloni, essendo a conoscenza del copione da recitare.
Horace prese subito il posto di Giselle, infilandomi con un paio di colpi la sua mazza nel retto, facendomi subito urlare dal piacere.
“Succhiami il cazzo invece di strillare.” mi disse Thomas mettendomi il suo bastone davanti alla bocca, dove entrò con reciproca gioia.
In mezzo a quei due uomini ero ben oltre la soglia massima del piacere, tanto che dalla passera colavo copiosi gli umori che Giselle raccoglieva col le dita per poi strusciarli sul viso di Leon.
Quando Thomas mi fece girare per prendersi il mio culo, ero oramai così aperta che poté sodomizzare completamente col primo violento affondo. Non provai però alcun dolore, al limite un piccolo fastidio che sparì non appena il ragazzo iniziò a scoparmi con grande impeto, ben sapendo che non volevo altro.
“Guarda come gode la tua cara mogliettina” disse Giselle a Leon per umiliarlo ancora di più “Mentre il tuo ridicolo cazzetto è pronto ad esplodere senza che nessun lo tocchi.”
Lui era come pietrificato, e se da un lato doveva provare vergogna, dall’altro non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso, eccitandosi nel vedermi avere un rapporto per lui proibito con un altro uomo.
A quel punto fui io a volergli dare la mazzata finale, e del resto come resistere alle tentazioni di avere quei due grossi membri dentro di me. Così feci sdraiare Thomas proprio davanti a mio marito, per poi salirci sopra e far sparire la sua mazza dentro la mia passera, offrendo in modo osceno l’ano all’altro ragazzo, che non perse tempo a prenderselo.
Ebbi il primo orgasmo non appena li sentii entrambi completamente dentro le mie porte del piacere, poi fu solo un godere senza freni in attesa del secondo. I due tennero alta la loro fama di instancabili stalloni, e ogni volta che mi giravano neanche fossi una bambola gonfiabile, era un ricominciare punto e a capo con nuove sensazioni sempre più piacevoli, come se tutto quel godimento non avesse mai fine. Non badavo più a Giselle e Leon, che consideravo due comparse a cui non dare alcuna importanza, mentre Horace e Thomas era i protagonisti della mia vendetta. La loro prestanza fisica gli permise di sollevarmi in aria per poi farmi scendere sui loro cazzi, che entravano davanti e dietro con uguale facilità regalandomi solo piacere.
Il secondo orgasmo fu così violento, che quasi spense il mio cervello lasciandomi inebetita ma felice, ma soprattutto appagata e pronta per le ultime umiliazioni per Leon.
Anche per riprendere fiato mi sistemai in ginocchio, e usando mani e bocca portai i due ragazzi alla soglia dell’orgasmo, per poi bere il loro nettare uno dopo l’altro, senza lasciarne cadere neppure una goccia, nonostante fosse il più copioso che avessi mai visto.
“Che ci fai adesso col cornuto ?” mi chiese Horace senza nascondere la sua curiosità.
“Tu che dici ? Ha le palle che gli stanno scoppiando ma non chiederebbe mai di farlo venire considerandolo un peccato; quindi, lo potrei lasciare qui sino a quando non gli si molla il cazzo.” dissi ridacchiando “Oppure puoi elemosinarmi un pompino, così almeno saprai come si gode mettendolo in bocca a una donna.”
“Tu non sei una donna sei Satana.” mi urlò in faccia prima di sputarmi colpendomi su una guancia.
“Ora te lo faccio vedere io Satana !”
Mi abbassai per prendergli il membro in bocca, e nonostante cerasse di resistermi, venne in pochi secondi, ma del resto era così eccitato che mi sarei sorpresa del contrario. A quel punto mi alzai per poi prendergli la testa con una mano e chiudergli il naso con l’altro, e non appena aprì la bocca gli sputai dentro il suo stesso sperma.
“Adesso puoi andare tranquillamente a fanculo, mentre io parto per i Caraibi coi miei soldi, e ringraziami se ti lascio quello che ti serve per tornare a casa.” gli dissi carica di disprezzo “Voi due per piacere liberate questo stronzo dopo che ce ne siamo andate, quanto a te Giselle che ne dici di farti una settimana di vacanza con me ?”
“Che ne sarei ben felice e poi non sono mai stata ai Caraibi.” mi rispose la mia nuova amica prima di darmi un lungo bacio in bocca.


Epilogo

Mio marito Leon non ha mai superato il trauma del divorzio, e dopo qualche mese è partito come missionario in Africa.

Il notaio Galson mi ha dato le coordinate bancarie di un conto alle isole Cayman con tutta la mia eredità, per poi fermarsi un paio di giorni alla “House of the rising sun”.

Madame Loraine è sempre la tenutaria di quel bordello, e come regalo di Natale mi ha mandato le registrazioni di tutti i rapporti avuti da lei.

Giselle non è più tornata a New Orleans, ma dopo quasi due settimane passate insieme, ha ripreso a fare la escort a Nassau.

Io mi godo i soldi e chiunque voglia venire a letto con me, senza badare se è donna o uomo, da solo o accompagnato, perché per fare del buon sesso non si è mai abbastanza.


Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2024-08-19
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