Ellen - 06 - Mathias
di
XXX - Comics
genere
dominazione
Ellen è alla finestra, la guancia premuta contro il vetro freddo e la tisana ormai tiepida in mano.
È la Kopenhagen che ama, il quartiere dei canali in cui trova sempre rifugio dopo essersi perduta.
È l'ora che non arriva mai delle notti d'estate. Le facciate delle case hanno perso i loro colori vivi ed i barconi del canale galleggiano immobili su una lastra opalescente che tremola alle luci dei lampioni. Il cielo si ritrae impercettibilmente e pare non spegnersi mai nella notte; tra poco s'accenderanno solo le stelle più brillanti, come quelle di Orione che Ellen attende di veder comparire dietro la torre del Municipio.
Martedì prossimo è il solstizio, la festa di Mezza Estate, ed il suo compleanno.
Si sente invecchiare? No, non ci pensa, sta osservando la notte che presto tornerà ad impallidire in un'alba. Nel suo Dna non c'è la nostalgia.
Forse solo Mathias, così giovane, la costringe a guardarsi indietro, agli anni passati. Ellen sorride teneramente. Mathias è arcisicuro che diventerà un modello famoso ed i sogni dei ragazzi non ammettono incertezze. Stanno spegnendo le luci sotto il tendone del ristorante. La vita è imprevedibile anche per lei, mai rovinerà con consigli assennati quella di un ragazzo.
Per un'altra assurda coincidenza la Festa di Mezza Estate, martedì, è anche il compleanno di Mathias. Il suo ventesimo.
Da vero viziato le ha chiesto di andare a Milano, Via Monte Napoleone, via della Spiga... Mathias ci ha già sfilato una volta e Milano è il suo sogno di città.
No, Ellen non lo porterà a Milano per il compleanno.
Una coppia solitaria di giovani innamorati passeggia nell'atmosfera irreale della notte d'estate. Sono turisti, forse italiani, lui si siede stanco sul muretto del ponte, lei gira su sé stessa osservando le case. Per un istante il suo sguardo si ferma sulla finestra di Ellen.
Si ritrae d'un passo, non vuole essere scoperta.
Ellen è corazzata, tutta la sua vita è una lotta in difesa: deve nascondere il demone che vive fra i suoi pensieri e le chiude lo stomaco.
È come se vivesse due vite distinte ma non separate, una dentro l'altra. E in questo momento, alla finestra della sua mansarda, Ellen sente montare l'urgenza di quella irrazionale, che domina a stento.
Non può rimandare oltre, deve chiamare Alina.
Alina è sua amica, amante, insegnante e padrona. È la proprietaria del Club di Riga, esclusivo club sadomaso per ricchi annoiati.
“Ma ciao, Ellen!!! Sono tre mesi che non ti fai vedere! Mi sei mancata, amore, come stai?”
“Scusami, avrei dovuto chiamare almeno per salutarti, ma sono stata sempre impegnata... e, per la verità, lo sono anche adesso.”
“No problem.” Alina capisce al volo che Ellen ha qualcuno attorno e comunque non direbbe mai nulla al telefono. “Hai bisogno di noi, piccola?”
“Sì, è per martedì, volevo sapere se potevate esserci.”
“È il tuo compleanno, vero amore?”
“Sì... è per un affare importante.”
“Ahahah, un affare impellente!!! Dimmi cosa vorresti per il tuo compleanno.”
“Te ne ho già parlato a marzo... nella riunione di Riga. Ricordi?”
“E come potrei dimenticarmi la mia strafiga danese?!! Ahahah... Sì, amore, ricordo benissimo cosa m'hai detto e, lasciamelo dire, sei stata straordinaria in quell'... in quella riunione', Ahahah! Ti amo piccola!”
“Avevi detto che avreste potuto organizzarlo... Alina, scusa se insisto, per me è importante, hai capito cosa voglio? posso star tranquilla?”
“Ma ti stai ascoltando, Ellen? Sei diventata una noiosa top manager... Non è da te!, tutta questa agitazione per un lavoro da sbadiglio!”
“... Puoi occupatene tu?”
“Accidenti amore, ho praticamente un solo giorno per organizzare, dovevi chiamare prima!... Ma non ti deluderò, amore.”
“Grazie Alina, posso sempre contare su di te.”
“Già, ma non sai che male mi fa sentire la tua voce! Non hai idea, amore. ho una voglia pazzesca di giocare con la tua figa ed i tuoi... No, meglio non pensarci!”
“Passerò poi a ringraziarti.”
“Ci conto, ti devo sbranare la fica.”
“Ma tu non dormi mai? Non sei stanca?”
È Mathias che la richiama dal letto. Ha scalciato in giù il lenzuolo e sbadigliando si stiracchia sul cuscino. Un gesto studiato, da modello, per mostrarle gli addominali. Nella penombra grigia le calvinklein risaltano bianche ed Ellen fissa il giovane gonfiore.
“È domenica ormai... ho tutto il giorno per dormire.”
“Chi era?”
“Lavoro. Una consulente di Riga.”
“Tu dici che lavori sempre, ma non ho mai capito che cazzo fai.”
“Gioco coi numeri, tutto qui.”
“Direi che si guadagna bene coi numeri!”
“Abbastanza.” Ellen si china.
I capelli gli solleticano l'addome e quando le labbra sfiorano l'ombelico una scossa lo risveglia del tutto. “Sei bellissima.” dice allungando il braccio per carezzarle la curva del sedere.
“E tu non sei stanco?”
“Di te? Mai!” Cerca d'abbrancarla.
Ma Ellen gli sfugge. “Non mi fido.” Prende dal cassetto le pasticche azzurre.
“Che fai?! Non serve!” Ridacchia.
“Lascia che sia io a decidere.” Lo osserva dall'alto come un'infermiera: gli sente la temperatura sulla fronte, scorre le dita su torace ed addome e chiude la mano sulle calvinklein, mentre stringe una pillola fra le labbra.
Mathias si risolleva seduto, di scatto come fa gli addominali in palestra, tenendole la mano bloccata sul suo pacco, e la bacia prendendo la pillola. “Te ne pentirai,!” Con una mossa improvvisa la ribalta sul materasso ed è già cavalcioni su di lei.
La sta pompando ancora, obbligato dal cazzo irrigidito e dal suo orgoglio di maschio.
Ellen se lo leva di dosso facilmente e gli scivola sopra. Lo adora quando è stremato ed ha gli occhi socchiusi imperlati di sudore; si commuove quasi. Gli lecca il viso e torace bagnato, ansimante come dopo una maratona; la sua pelle liscia ha il sapore dei vent'anni.
Ellen ha una passione insana per i giovani e non se ne fa problemi, ormai i boytoys sono una cosa socialmente accettata. È il resto che deve tenere segreto.
Lo coccola un poco, lo aiuta a bere dalla bottiglietta, gli infila le dita tra i capelli. È stanco morto il suo torello, ha la pelle lucida di sudore. Gli carezza riconoscente il cazzo nodoso, la vera sorpresa di questo ragazzo bellissimo. Ellen lo adora.
Prende le manette di plastica e gli ammanetta le mani dietro la schiena.
Mathias lascia fare. Tiene il bacino sollevato e allarga le gambe per offrile le natiche aperte. Ellen tre mesi fa gli ha regalato l'epilazione laser, è più liscio di una ragazza e la sua lingua lo fa impazzire. Lo munge tirandogli il cazzo in basso mentre gli morde le natiche e ci affonda il viso nello spacco facendogli godere il buchetto. Con la punta della lingua segue il cordolo che dall'ano infossato scende fino ai coglioni lisci. Glieli prende in bocca mentre continua a mungerlo.
A Mathias fa male il cazzo, i coglioni gli tirano fino alla milza, suda e trema come un cavallo, ma si eccita troppo essere dominato da Ellen, essere la sua puttana.
Ellen è innamorata persa di Mathias., ipnotizzata dal suo cazzo, vuole spremere il suo boy fino all'ultima goccia continua, Lo mette seduto contro il cuscino, le mani bloccate dietro la schiena, e fra le sue ginocchia lo lavora instancabile, lo eccita e lo sega per un'eternità fino a farlo schizzare un'altra volta. Mathias sborra con un lamento di dolore sui propri addominali.
Ellen lecca e strofina il viso sul ventre che ansima ancora.
Si alza.
Cammina scalza verso l'armadio.
Mathias, non si muove, la osserva in controluce davanti alla finestra illuminata debolmente dai lampioni. È bellissima, un fisico snello, le cosce lunghe e i seni giusti, modellati dal chirurgo. Mathias è innamorato della donna che lo paga.
Ellen non si sta rivestendo, si sta stringendo le cinghie in vita e sulle cosce, appena sotto il pube, e quando si volta un riflesso svela il cazzo nero, paurosamente eccitante su quel corpo flessuoso.
Gli si avvicina ancheggiando da pantera. Lo tira per le gambe sul bordo del letto. Unge il suo cazzo di gomma, nero, lo fa lentamente, come se si segasse.
Ellen si sta godendo ogni istante. Gli afferra il bel cazzo e spinge di bacino.
È una vertigine osservare il cazzo nero che gli sparisce tutto dentro facendolo mugolare. Ed Ellen lo scopa lungo, dentro e fuori, fissa il suo cazzo e sega quello caldo di Mathias. Dà botte da bastarda, gli vuole far male, ma se ne pente subito e lo scopa ondeggiando. “Sei il mio cucciolo.” Gli tira il ciuffo.
--- --- ---
È sveglia da parecchie ore. Chiude il Pc e va in cucina.
Ellen ha solo poche ed indispensabili colf, nessuna nel week end. Prepara da sola il vassoio della colazione da portare su in mansarda.
Lo poggia di lato, ai piedi del letto, ed apre le finestre senza scostare i tendoni, ma le lame di luce abbagliante entrano comunque ed illuminano il pavimento. Non vorrebbe svegliarlo così.
Il letto è bianchissimo ed il bel corpo dorme innocente, allungato di traverso sul materasso, una coscia muscolosa annodata in un groviglio di lenzuola. Ha un fisico da modello, Mathias forse ha ragione, diventerà davvero famoso.
Ellen lo ammira a lungo lasciando che il desiderio s'accumuli nel ventre. Vuole succhiargli l'uccello abbandonato sulla coscia anche se le spiace perdersi la vista dei suoi muscoli che si risvegliano intorpiditi..
“Che ore sono?” Mugola.
“Le tre, devo andare. Ti ho messo lì sotto la colazione.”
“Dove vai?” Abbassa il braccio, prende senza guardare la prima pasta che trova e se la ingolla.
“In piscina.”
“Anche oggi?, ma tu sei una fanatica!, sei bellissima anche se salti un giorno.” S'azzittisce, il cazzo gli s'è impennato durissimo. “... Piano, ti prego, fa' piano, mi fa male l'uccello.”
Allora Ellen gli massaggia i coglioni con la lingua. Li snocciola in bocca e massaggia i muscoli di cui Mathias va così fiero. “Va meglio, cucciolo, o fa male ancora?” Lo ciuccia delicata.
“Sì, un po' meglio, stanotte me l'hai spaccato, ahah...” Le carezza i capelli mentre si riempie la bocca di dolci e trangugia il succo. “Mi piace come li hai tagliati. Prima erano troppo lunghi, così sembri più giovane.”
Ellen non s'incazza per il maldestro complimento: “Sei tu l'esperto di moda.”
All'improvviso Mathias si contrae sullo stomaco ed Ellen fa appena in tempo a non perdersi la sborrata del mattino. In realtà è già pomeriggio e il ragazzo ha avuto tutto il tempo per ricaricarsi; la sborra è densa, le s'incolla alla lingua.
Ora che s'è rilassato deve parlargli. Soffia sul viso per smuovergli il ciuffo e gli bacia la guancia.
“Senti Mathias, per martedì, il tuo compleanno... io non posso venire a Milano, sarò a Parigi per chiudere un contratto.”
“Ma mi hai fatto prendere i biglietti!! Avevi detto che...”
Gli chiude la bocca con un bacio. Le labbra sono infarinate di zucchero. “Lo so, ma dopodomani mi è impossibile... Se vuoi ci possiamo andare nel week end, prometto! A Milano o dove vuoi tu.”
“In effetti a Milano farà un cazzo di caldo!”
“Allora prenota in Sardegna... Facciamo tre giorni, partiamo sabato. Okay?”
“Ma tu lavorerai.”
“Solo al mattino, mentre tu dormi.”
“E chi ha intenzione di dormire?” Tira fuori dal cuscino imbracatura e manette. “Porterai anche queste?”
“... e due confezioni di viagra per il mio magnifico puledro.” Sorride maliziosa.
Mathias finge d'incazzarsi: “Sei una vigliacca, a me non servono di certo! Ti scopo da farti piangere.”
“Vedremo, ma ora fatti una doccia... e questa è per te.” Ellen gli mette una busta sul comodino.
“...! Ma dai, lo sai, non voglio più che... Io con te non...”
“È solo il regalo per il tuo compleanno... E ricorda: la puttana sono io.”
“Buono a sapersi!” Ridacchia. Solleva le manette infilate sull'indice e le fa dondolare. “Tu non te ne vai. Resti qui.”
“Ancora?! Ma lo sai che sei sdraiato su 'sto letto da 18 ore?!”
“E chi ha parlato di letto?” Mathias guarda verso il soffitto, il gancio per appendere le manette.
Le mutandine le si bagnano all'istante. “No, devo and...”
“Ti appendo e ti massacro come settimana scorsa, dimmi che non vuoi.” La sfida. “... ma adesso vieni con me!” La trascina in bagno e la spinge nella doccia. Le sorride mentre esplode in una pisciata in pressione. Ad Ellen s'incollano addosso i pantaloni della tuta. Il tepore le taglia le gambe, si lascia cadere in ginocchio, incapace di ribellarsi.
Mathias glielo scrolla in bocca.
--- ---
La piscina è deserta, solo il bagnino scazzato che passa lo spazzolone e riordina i lettini sotto le luci bianche.
Ellen nuota senza smuovere l'acqua. Il cervello è vuoto, conta soltanto bracciate e respiri. Le pare di lasciarsi tutto indietro
È la Kopenhagen che ama, il quartiere dei canali in cui trova sempre rifugio dopo essersi perduta.
È l'ora che non arriva mai delle notti d'estate. Le facciate delle case hanno perso i loro colori vivi ed i barconi del canale galleggiano immobili su una lastra opalescente che tremola alle luci dei lampioni. Il cielo si ritrae impercettibilmente e pare non spegnersi mai nella notte; tra poco s'accenderanno solo le stelle più brillanti, come quelle di Orione che Ellen attende di veder comparire dietro la torre del Municipio.
Martedì prossimo è il solstizio, la festa di Mezza Estate, ed il suo compleanno.
Si sente invecchiare? No, non ci pensa, sta osservando la notte che presto tornerà ad impallidire in un'alba. Nel suo Dna non c'è la nostalgia.
Forse solo Mathias, così giovane, la costringe a guardarsi indietro, agli anni passati. Ellen sorride teneramente. Mathias è arcisicuro che diventerà un modello famoso ed i sogni dei ragazzi non ammettono incertezze. Stanno spegnendo le luci sotto il tendone del ristorante. La vita è imprevedibile anche per lei, mai rovinerà con consigli assennati quella di un ragazzo.
Per un'altra assurda coincidenza la Festa di Mezza Estate, martedì, è anche il compleanno di Mathias. Il suo ventesimo.
Da vero viziato le ha chiesto di andare a Milano, Via Monte Napoleone, via della Spiga... Mathias ci ha già sfilato una volta e Milano è il suo sogno di città.
No, Ellen non lo porterà a Milano per il compleanno.
Una coppia solitaria di giovani innamorati passeggia nell'atmosfera irreale della notte d'estate. Sono turisti, forse italiani, lui si siede stanco sul muretto del ponte, lei gira su sé stessa osservando le case. Per un istante il suo sguardo si ferma sulla finestra di Ellen.
Si ritrae d'un passo, non vuole essere scoperta.
Ellen è corazzata, tutta la sua vita è una lotta in difesa: deve nascondere il demone che vive fra i suoi pensieri e le chiude lo stomaco.
È come se vivesse due vite distinte ma non separate, una dentro l'altra. E in questo momento, alla finestra della sua mansarda, Ellen sente montare l'urgenza di quella irrazionale, che domina a stento.
Non può rimandare oltre, deve chiamare Alina.
Alina è sua amica, amante, insegnante e padrona. È la proprietaria del Club di Riga, esclusivo club sadomaso per ricchi annoiati.
“Ma ciao, Ellen!!! Sono tre mesi che non ti fai vedere! Mi sei mancata, amore, come stai?”
“Scusami, avrei dovuto chiamare almeno per salutarti, ma sono stata sempre impegnata... e, per la verità, lo sono anche adesso.”
“No problem.” Alina capisce al volo che Ellen ha qualcuno attorno e comunque non direbbe mai nulla al telefono. “Hai bisogno di noi, piccola?”
“Sì, è per martedì, volevo sapere se potevate esserci.”
“È il tuo compleanno, vero amore?”
“Sì... è per un affare importante.”
“Ahahah, un affare impellente!!! Dimmi cosa vorresti per il tuo compleanno.”
“Te ne ho già parlato a marzo... nella riunione di Riga. Ricordi?”
“E come potrei dimenticarmi la mia strafiga danese?!! Ahahah... Sì, amore, ricordo benissimo cosa m'hai detto e, lasciamelo dire, sei stata straordinaria in quell'... in quella riunione', Ahahah! Ti amo piccola!”
“Avevi detto che avreste potuto organizzarlo... Alina, scusa se insisto, per me è importante, hai capito cosa voglio? posso star tranquilla?”
“Ma ti stai ascoltando, Ellen? Sei diventata una noiosa top manager... Non è da te!, tutta questa agitazione per un lavoro da sbadiglio!”
“... Puoi occupatene tu?”
“Accidenti amore, ho praticamente un solo giorno per organizzare, dovevi chiamare prima!... Ma non ti deluderò, amore.”
“Grazie Alina, posso sempre contare su di te.”
“Già, ma non sai che male mi fa sentire la tua voce! Non hai idea, amore. ho una voglia pazzesca di giocare con la tua figa ed i tuoi... No, meglio non pensarci!”
“Passerò poi a ringraziarti.”
“Ci conto, ti devo sbranare la fica.”
“Ma tu non dormi mai? Non sei stanca?”
È Mathias che la richiama dal letto. Ha scalciato in giù il lenzuolo e sbadigliando si stiracchia sul cuscino. Un gesto studiato, da modello, per mostrarle gli addominali. Nella penombra grigia le calvinklein risaltano bianche ed Ellen fissa il giovane gonfiore.
“È domenica ormai... ho tutto il giorno per dormire.”
“Chi era?”
“Lavoro. Una consulente di Riga.”
“Tu dici che lavori sempre, ma non ho mai capito che cazzo fai.”
“Gioco coi numeri, tutto qui.”
“Direi che si guadagna bene coi numeri!”
“Abbastanza.” Ellen si china.
I capelli gli solleticano l'addome e quando le labbra sfiorano l'ombelico una scossa lo risveglia del tutto. “Sei bellissima.” dice allungando il braccio per carezzarle la curva del sedere.
“E tu non sei stanco?”
“Di te? Mai!” Cerca d'abbrancarla.
Ma Ellen gli sfugge. “Non mi fido.” Prende dal cassetto le pasticche azzurre.
“Che fai?! Non serve!” Ridacchia.
“Lascia che sia io a decidere.” Lo osserva dall'alto come un'infermiera: gli sente la temperatura sulla fronte, scorre le dita su torace ed addome e chiude la mano sulle calvinklein, mentre stringe una pillola fra le labbra.
Mathias si risolleva seduto, di scatto come fa gli addominali in palestra, tenendole la mano bloccata sul suo pacco, e la bacia prendendo la pillola. “Te ne pentirai,!” Con una mossa improvvisa la ribalta sul materasso ed è già cavalcioni su di lei.
La sta pompando ancora, obbligato dal cazzo irrigidito e dal suo orgoglio di maschio.
Ellen se lo leva di dosso facilmente e gli scivola sopra. Lo adora quando è stremato ed ha gli occhi socchiusi imperlati di sudore; si commuove quasi. Gli lecca il viso e torace bagnato, ansimante come dopo una maratona; la sua pelle liscia ha il sapore dei vent'anni.
Ellen ha una passione insana per i giovani e non se ne fa problemi, ormai i boytoys sono una cosa socialmente accettata. È il resto che deve tenere segreto.
Lo coccola un poco, lo aiuta a bere dalla bottiglietta, gli infila le dita tra i capelli. È stanco morto il suo torello, ha la pelle lucida di sudore. Gli carezza riconoscente il cazzo nodoso, la vera sorpresa di questo ragazzo bellissimo. Ellen lo adora.
Prende le manette di plastica e gli ammanetta le mani dietro la schiena.
Mathias lascia fare. Tiene il bacino sollevato e allarga le gambe per offrile le natiche aperte. Ellen tre mesi fa gli ha regalato l'epilazione laser, è più liscio di una ragazza e la sua lingua lo fa impazzire. Lo munge tirandogli il cazzo in basso mentre gli morde le natiche e ci affonda il viso nello spacco facendogli godere il buchetto. Con la punta della lingua segue il cordolo che dall'ano infossato scende fino ai coglioni lisci. Glieli prende in bocca mentre continua a mungerlo.
A Mathias fa male il cazzo, i coglioni gli tirano fino alla milza, suda e trema come un cavallo, ma si eccita troppo essere dominato da Ellen, essere la sua puttana.
Ellen è innamorata persa di Mathias., ipnotizzata dal suo cazzo, vuole spremere il suo boy fino all'ultima goccia continua, Lo mette seduto contro il cuscino, le mani bloccate dietro la schiena, e fra le sue ginocchia lo lavora instancabile, lo eccita e lo sega per un'eternità fino a farlo schizzare un'altra volta. Mathias sborra con un lamento di dolore sui propri addominali.
Ellen lecca e strofina il viso sul ventre che ansima ancora.
Si alza.
Cammina scalza verso l'armadio.
Mathias, non si muove, la osserva in controluce davanti alla finestra illuminata debolmente dai lampioni. È bellissima, un fisico snello, le cosce lunghe e i seni giusti, modellati dal chirurgo. Mathias è innamorato della donna che lo paga.
Ellen non si sta rivestendo, si sta stringendo le cinghie in vita e sulle cosce, appena sotto il pube, e quando si volta un riflesso svela il cazzo nero, paurosamente eccitante su quel corpo flessuoso.
Gli si avvicina ancheggiando da pantera. Lo tira per le gambe sul bordo del letto. Unge il suo cazzo di gomma, nero, lo fa lentamente, come se si segasse.
Ellen si sta godendo ogni istante. Gli afferra il bel cazzo e spinge di bacino.
È una vertigine osservare il cazzo nero che gli sparisce tutto dentro facendolo mugolare. Ed Ellen lo scopa lungo, dentro e fuori, fissa il suo cazzo e sega quello caldo di Mathias. Dà botte da bastarda, gli vuole far male, ma se ne pente subito e lo scopa ondeggiando. “Sei il mio cucciolo.” Gli tira il ciuffo.
--- --- ---
È sveglia da parecchie ore. Chiude il Pc e va in cucina.
Ellen ha solo poche ed indispensabili colf, nessuna nel week end. Prepara da sola il vassoio della colazione da portare su in mansarda.
Lo poggia di lato, ai piedi del letto, ed apre le finestre senza scostare i tendoni, ma le lame di luce abbagliante entrano comunque ed illuminano il pavimento. Non vorrebbe svegliarlo così.
Il letto è bianchissimo ed il bel corpo dorme innocente, allungato di traverso sul materasso, una coscia muscolosa annodata in un groviglio di lenzuola. Ha un fisico da modello, Mathias forse ha ragione, diventerà davvero famoso.
Ellen lo ammira a lungo lasciando che il desiderio s'accumuli nel ventre. Vuole succhiargli l'uccello abbandonato sulla coscia anche se le spiace perdersi la vista dei suoi muscoli che si risvegliano intorpiditi..
“Che ore sono?” Mugola.
“Le tre, devo andare. Ti ho messo lì sotto la colazione.”
“Dove vai?” Abbassa il braccio, prende senza guardare la prima pasta che trova e se la ingolla.
“In piscina.”
“Anche oggi?, ma tu sei una fanatica!, sei bellissima anche se salti un giorno.” S'azzittisce, il cazzo gli s'è impennato durissimo. “... Piano, ti prego, fa' piano, mi fa male l'uccello.”
Allora Ellen gli massaggia i coglioni con la lingua. Li snocciola in bocca e massaggia i muscoli di cui Mathias va così fiero. “Va meglio, cucciolo, o fa male ancora?” Lo ciuccia delicata.
“Sì, un po' meglio, stanotte me l'hai spaccato, ahah...” Le carezza i capelli mentre si riempie la bocca di dolci e trangugia il succo. “Mi piace come li hai tagliati. Prima erano troppo lunghi, così sembri più giovane.”
Ellen non s'incazza per il maldestro complimento: “Sei tu l'esperto di moda.”
All'improvviso Mathias si contrae sullo stomaco ed Ellen fa appena in tempo a non perdersi la sborrata del mattino. In realtà è già pomeriggio e il ragazzo ha avuto tutto il tempo per ricaricarsi; la sborra è densa, le s'incolla alla lingua.
Ora che s'è rilassato deve parlargli. Soffia sul viso per smuovergli il ciuffo e gli bacia la guancia.
“Senti Mathias, per martedì, il tuo compleanno... io non posso venire a Milano, sarò a Parigi per chiudere un contratto.”
“Ma mi hai fatto prendere i biglietti!! Avevi detto che...”
Gli chiude la bocca con un bacio. Le labbra sono infarinate di zucchero. “Lo so, ma dopodomani mi è impossibile... Se vuoi ci possiamo andare nel week end, prometto! A Milano o dove vuoi tu.”
“In effetti a Milano farà un cazzo di caldo!”
“Allora prenota in Sardegna... Facciamo tre giorni, partiamo sabato. Okay?”
“Ma tu lavorerai.”
“Solo al mattino, mentre tu dormi.”
“E chi ha intenzione di dormire?” Tira fuori dal cuscino imbracatura e manette. “Porterai anche queste?”
“... e due confezioni di viagra per il mio magnifico puledro.” Sorride maliziosa.
Mathias finge d'incazzarsi: “Sei una vigliacca, a me non servono di certo! Ti scopo da farti piangere.”
“Vedremo, ma ora fatti una doccia... e questa è per te.” Ellen gli mette una busta sul comodino.
“...! Ma dai, lo sai, non voglio più che... Io con te non...”
“È solo il regalo per il tuo compleanno... E ricorda: la puttana sono io.”
“Buono a sapersi!” Ridacchia. Solleva le manette infilate sull'indice e le fa dondolare. “Tu non te ne vai. Resti qui.”
“Ancora?! Ma lo sai che sei sdraiato su 'sto letto da 18 ore?!”
“E chi ha parlato di letto?” Mathias guarda verso il soffitto, il gancio per appendere le manette.
Le mutandine le si bagnano all'istante. “No, devo and...”
“Ti appendo e ti massacro come settimana scorsa, dimmi che non vuoi.” La sfida. “... ma adesso vieni con me!” La trascina in bagno e la spinge nella doccia. Le sorride mentre esplode in una pisciata in pressione. Ad Ellen s'incollano addosso i pantaloni della tuta. Il tepore le taglia le gambe, si lascia cadere in ginocchio, incapace di ribellarsi.
Mathias glielo scrolla in bocca.
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La piscina è deserta, solo il bagnino scazzato che passa lo spazzolone e riordina i lettini sotto le luci bianche.
Ellen nuota senza smuovere l'acqua. Il cervello è vuoto, conta soltanto bracciate e respiri. Le pare di lasciarsi tutto indietro
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