In spiaggia con Luca (continuazione della serie "Dal figlio al padre")

di
genere
etero

Era un giorno di maggio, in occasione della bella giornata, decidemmo di andare in spiaggia a prendere un po' di sole. Pochissima gente vi transitava, l'ideale per chi si volesse rilassare.
Ci sistemammo verso su a ridosso della pineta, lontano da occhi indiscreti. Ci sdraiammo sugli asciugamani e visto la tranquillità che c'era intorno, pensai di togliermi il top. Luca, accanto a me, di tanto in tanto mi accarezzava i seni, gli piaceva giocare con i capezzoli. Ad un certo punto mi sussurrò all'orecchio, che un tale si era piazzato nelle nostre vicinanze e ci osservava. Evidentemente era interessato alle mie tette. Tra una battuta e l'altra Luca mi incitava ad essere più provocante, facendomi mostrare in una posizione più sensuale. Portavo gli occhiali da sole, quindi potevo osservare con attenzione i gesti e i movimenti dell'ospite. Allargai le gambe nella sua direzione e con la mano destra la portai in avanti sul pube, simulando una leggera masturbazione e con l'altra accarezzandomi di tanto in tanto i seni. Potevo osservare i suoi gesti, il suo sguardo nei miei confronti, si toccava il pene e sembrava compiaciuto. Intanto Luca ridicchiava,  intento ad osservarci. Pensai quindi di renderlo partecipe allungando la mia mano nel suo costume. Aveva il pene già in erezione, aspettava che iniziassi a menarlo. Nel frattempo avevo insinuato le dita sotto il mio costume e iniziai a masturbarmi. Intravidi l'ospite porsi sul fianco, tirare fuori il suo pene e menarselo, godendo per ciò che stavo vedendo. Eravamo tutti e tre su una strada comune, quella che ci porta al piacere. I ritmi iniziarono ad aumentare, sentivo l'eccitazione dell'autoerotismo avvolgermi, prendermi, accompagnandomi in una serie di contrazioni, suggellando il mio caldo orgasmo. Luca mi seguì a ruota, venendo e generando una serie di schizzi in parte rivolte verso me. Anche l'ospite venne, notai che si puliva con un fazzoletto e risistemarsi. Ebbe un attimo di audacia, si avvicinò con una scusa e ci chiese se eravamo del posto e se venivamo spesso. Volle anche scusarsi per la sua interferenza nelle nostre cose intime. Gli rispondemmo che non doveva sentirsi in colpa, era un po' come un gioco tra adulti. Lui incalzò dicendo che magari la prossima volta gli sarebbe piaciuto condividere qualcosa con noi. Gli risposi "Chissà, lasciami il tuo numero di cellulare, magari la prossima volta". Ci salutiamo con una stretta di mano in segno di ringraziamento.
scritto il
2024-08-28
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