Sculacciato dalla professoressa

di
genere
feticismo

Emanuele aveva 18 anni e frequentava il 4° liceo scienze umane, e in quel periodo aveva riportato dei voti bassi in fisica. Fu convocato dalla preside in presidenza, la preside si lamentò del suo scarso rendimento nella materia scientifica e che per questo doveva essere punito.
La preside era una donna sui 55 anni, non molto alta, piccolina di fisico, capelli lunghi biondi, naso grosso, occhiali, non era particolarmente bella; quel giorno indossava una camicetta bianca, una gonna blu scuro lunga a pieghe, sottogonna bianca, collant bianchi e ballerine nere.
Gli disse: "Saprai bene qual è la punizione che ti aspetta", infatti, in quella scuola, gli studenti che andavano male erano sculacciati.
Dopo un po' la porta della presidenza si aprì ed entro la professoressa di fisica. La professoressa di fisica era una bella ragazza di statura medio-alta, bel fisico, capelli biondo scuri lunghi, occhi verdi, bel viso, bel fisico; si chiamava Manuela e aveva 30 anni. Quel giorno la professoressa Manuela indossava un maglione beige, una gonna lunga nera leggera a piccoli fioro, collant neri e ballerine blu scure.
La preside le disse: "Professoressa, ecco, glielo lascio... provveda lei a punirlo"; la professoressa rispose: "Ci penso io, ci penso io", prese Emanuele sottobraccio e uscirono dalla stanza. Percorsero un corridoio ed entrarono in una porta, come furono entrati, la professoressa chiuse a chiave la porta. La stanza era piccola, all'incirca 5 metri per 5, una finestrella che dava all'esterno, un tavolino poggiato al muro, un paio di sedie, una piccola libreria addossata alla parete. La professoressa prese una sedia, la spostò, vi si sedette aggiustandosi la gonna da dietro e disse: "Emanuele, adesso devo sculacciarti, spero che questo ti farà recuperare il brutto voto che hai preso, anche perché il prossimo anno avrai gli esami di maturità e non sono uno scherzo". Prese Emanuele per un braccio, lo avvicinò a sé, gli abbassò i calzoni e gli slip, Emanuele si coprì i genitali con vergogna e la professoressa accennò una leggera risata. Si distese Emanuele sulle gambe e gli ricordò che il suo dovere fosse quello di studiare e di andare bene. Detto questo iniziò con la sculacciata, a Emanuele piaceva stare sulle gambe di una così bella ragazza, vedere i suoi piedi coperti dalle calze e dalle ballerine, vedere la sua gonna lunga che la copriva fino a metà polpaccio, il viso della professoressa che guardava il suo sedere e soprattutto la sensazione di quella bella mano che si scagliava sul suo sedere nudo. Dentro di sé pensò: "Meno male che mi sculaccia lei e non la preside, ancora dai, ancora!". La sculacciata andò avanti qualche minuto finché il sedere di Emanuele non divenne tutto arrossato e caldo, a quel punto la professoressa Manuela si fermò.
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2024-09-11
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