Tutto cominció con una domanda pt6

di
genere
etero

Verso le 5.30 feci colazione con Bea e le colleghe, alle 6 mi avvisi con la macchina verso casa.
In strada solo io e qualche tira tardi.
Nel tragitto non facevo altro che pensare alla notte appena trascorsa.
Ormai è inutile nascondersi, io ho capito di amarla e, questa cosa andava confessata.
Arrivato a casa le mandai un messaggio dove le dicevo semplicemente che ero arrivato.
Nei giorni seguenti provavo a trovare il coraggio di confessarlo e, alla fine ci riuscii.
Quante cose avrei voluto scrivere su quella schermata vuota ma alla fine pensai che ne bastavano solamente tue: "ti amo".
Lei mi rispose che se lo aspettava e che contraccambiava ma che mai avrebbe lasciato il marito, questo, anche se prevedibile, mi fece prendere del tempo per decidere. Bea lo capí e non mi assillò. La scelta era tra la razionalità, quindi mollarla oppure continuare prendendo quello che viene e viverla a fondo.
Stavolta chiesi io un incontro. Passeggiammo a lungo sulla spiaggia e le dissi che non ero pronto a rinunciare a lei.
Lei si fiondò sulle braccia, mi baciò e mi disse: "ti amo".
La giornata era fredda ma noi riuscimmo a scaldarci con i nostri corpi.
Salimmo in macchina da lei e andammo nel campo di sua proprietà.
Entrammo nel capanno degli attrezzi, via i nostri maglioni, i nostri pantaloni, il reggiseno e le mutande.
Mi sedetti sopra una sedia e lei, lubrificandosi con la saliva, cominciò a cavalcarmi.
"Dai mettimi un dito in culo, voglio provare".
Obbedii e lei esprimeva il suo gradimento invitandomi e chiamandomi, per la prima volta, amore mio.
Io presi a leccarle i capezzoli agevolato da lei che me li indirizzò sulla bocca.
Sfilai il dito dal buchino posteriore nel momento in cui lei esplosé.
"Aaaah amore mio ti amoooo", a queste parole provai la solita beatitudine.
"Si Bea, ti amo anche io".
Ora era il turno mio, volevo possederla.
La adagiai sul tavolino, quello che il marito usa per i lavori in campagna.
Possederla lì mi provava un senso di onnipotenza, la penetrai e, subito presi il ritmo forsennato.
Venimmo all' unisono, però stavolta spruzzai tutto sulla patatina.
Lei gemeva di piacere. Che appagamento!.
Ci concedemmo un bacio come mamma ci ha fatto, entrambi amavamo la sensazione di libertà dagli orpelli.
Ad un certo punto lei si chinò a riprendere i vestiti, non resistetti a fare il porcello.
Con la cappella cominciai a massaggiarle lo sfintere.
"Dai amore, è tardi", disse Bea sorridendo. Non l' ascoltai, mi divertiva, mi eccitava, provai ad accennare ad entrare ma solo per sondare il terreno.
"Mmmm che bellooooo".
Cominciai a masturbarmi per venirle sul culetto.
"Certo che sei proprio un gran maiale!".
"Lo so amore mio". Ci vestimmo e ci congedammo.
Mi arrivò un messaggio: "l' appuntamento all' ingresso posteriore è solo rimandato😜".
scritto il
2024-10-18
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