La terra del piccante pt 3

di
genere
etero

Con Alessandra non ci fu modo di replicare, aveva capito che, nonostante i suoi difetti, ancora ama il suo ragazzo.
Ovviamente avevo l' amaro in bocca m sono un uomo di mondo e ho accettato la situazione.
Nonostante ufficialmente stesse con Giorgia Davide in realtà è innamorato di Laura, tra di loro c'è un rapporto che la sempre Milf Cristina D'Avena ha cantato con le seguenti strofe: "....da un'amicizia che profuma d'amore".
Giorgia si affeziona sempre di più a me, non perde occasione di cercare un contatto fisico anche se sempre pulito.
Uscivamo insieme e Davide lo sapeva.
Anzi, a volte ci trovavamo in certe situazioni nelle quali il sesso sarebbe stata la logica conseguenza.
Come descritto dal primo racconto Giorgia non mi colpì la prima volta che la vidi ma pian piano, incominciando a frequentarla, cominciai a provare un lieve interesse. Aveva quel qualcosa che mi colpiva ma che non sapevo cosa fosse. Nonostante questo riuscii a tenere a bada qualsiasi velleità sessuale.
Due eventi, nella stessa sera, fecero cadere ogni remora, era Febbraio, il carnevale ci offriva le strade di Roma piene di coriandoli e stelle filanti, le persone mascherate davano sfogo alla loro voglia di divertirsi con cose semplici.
La serata prevedeva che io e Davide ci saremmo visti per cena per poi andare alla festa in maschera nella solita discoteca.
A tavola Davide se ne esce: "Perché non ti scopi Giorgia?".
Il sushi mi andò di traverso.
"Davide ma che cazzo dici!?".
"Beh scusa, quale sarebbe il problema?" chiese Davide.
"Stiamo parlando di Giorgia, la tua ragazza, noi che siamo ottimi amici mi chiedo questo?".
Alla fine mi confessò quello che sospettavo da sospettavo da tempo: il suo amore per Laura.
Arrivati in discoteca c'erano già le ragazze che ci aspettavano, Giorgia era vestita da gattina con le orecchie e la coda.
Truccata egregiamente le sue forme venivano esaltate da quel vestitino.
Con una piroetta ci chiese come stesse e noi rispondemmo che stava benissimo.
L' alcol ingurgitato cominciava a fare effetto portandomi a ballare e togliermi la maglietta rimanendo a torso nudo.
Giorgia si avvicinò e, appunto come una gatta, mi graffiò delicatamente il petto. Ecco fatto, dopo quella domanda di Davide la combo si completó, ormai dovevo portarmela a letto.
Nonostante la sega che mi sparai quella notte non riuscii a prendere sonno.
Era il giorno del suo compleanno, lei aveva organizzato una piccola festa a casa sua. Purtroppo mi trovai a disertare il suo invito per un impegno di lavoro che avrebbe occupato tutta la serata.
La avvertii con un messaggio, lei rispose solamente che le dispiaceva.
In una pausa dal lavoro la chiamai, era dispiaciuta ma alla fine si rassegnó.
"Però mi devi promettere che passeremo una giornata assieme io e te soli".
"Certo Giorgia mi farebbe piacere".
Il suo compleanno è a fine Febbraio ma, causa miei impegni ed il fatto che lei era scesa giù per festeggiare il compleanno in famiglia, le consegnai il regalo soltanto il 13 Marzo.
Quel giorno mi trovavo nel centro commerciale vicino casa sua, sapevo che lei era ritornata allora le mandai un messaggio: Ciao Giorgia, io sto all' Auchan, se vuoi e puoi, passo da te, ok?".
"Buongiorno tesoro, certo mi fa piacere, anzi se vuoi puoi fermarti a pranzo, giù ho fatto il pieno di roba da mangiare, mi piacerebbe cucinarti qualcosa".
"Ah, la proposta è talmente tanto allettante che è un peccato rifiutare, infatti accetto, dammi una ventina di minuti e arrivo".
Le compro il regalo, un quaderno con finta pelle ed una penna stilografica dove lei può scrivere le sue poesie.
Arrivato a casa vedo che aveva appena sfornato il ciambellone e me lo offre.
Alla fine ci trovammo sul letto, solo preliminari soft ma abbastanza da far drizzare il mio cazzo.
Quel giorno, nonostante lei fosse abbigliata da casalinga, era sempre arrapante per me.
Pranzammo e ci congedammo.
Mantenni la promessa il 17 Marzo, quel giorno era festa in quanto si celebrava il 150esimo anniversario dell' Unità di Italia.
La giornata prevedeva una passeggiata alla villa che a lei piace tanto per poi una cena fuori ma, appena usciti di casa, una pioggia scrosciante cominciò a cadere.
Costretti a ripararsi tornammo a casa sua.
Ci sistemammo nella camera di un' altra sua coinquilina in quanto era singola e lei momentaneamente assente.
Il letto era a ponte.
Ci trovammo sdraiati e coccolarci quando le sussurrai che era bellissima. Intanto la mano si faceva più audace accarezzandole la passera sopra i jeans.
"Guarda dove ho la mano" le dissi.
Lei si slacciò i pantaloni, allora le mani cominciarono a fare un ditalino.
"Siii continuaaaa".
Volevo vederla in faccia mentre godeva.
Quanto era bella, totalmente presa e sapere che ero io che le procuravo tutto questo piacere mi inebriava il cervello.
A differenza di Alessandra, dove regnava l' istinto primordiale, con Giorgia c'era qualcosa di poetico figlio anche di un coinvolgimento emotivo. Volevo darle piacere non solo perché ai miei occhi era diventata irrimediabilmente sexy ma anche perché era lei, una persona bellissima con la quale si era creata una bella sintonia.
Le sfilai jeans e mutande, nonostante avesse la vulva contornata da una leggera peluria, cominciai a leccarla.
"Andrea, tesoro mio, sei fantasticoooo" mi disse accarezzandomi i capelli.
Finita l' opera orale, mi adagiai sopra di lei baciandole il collo.
"Giorgia sei magnifica in tutto e per tutto".
Ci baciammo e lei, con la mano, agevolò l' entrata.
Cominciai dolcemente, volevo farle assaporare ogni aspetto del piacere che ero in grado di darle.
"Siiii" sussurrò lei, mentre il mio movimento si stava facendo più incensante.
"Godo amore mio". "Baciami".
La baciai e consumò il suo orgasmo.
Cambiammo posizione e passammo al coito alla slava, lei ginocchia contro il petto.
Lì diedi sfogo alla mia voglia scopandola subito velocemente.
Il sudore si era impossessato dei nostri corpi, non le feci mancare le carezze.
Venimmo insieme, lo sperma scaldò le sue viscere. Sapevo che prendeva la pillola.
"Vattene adesso". Rimasi di sasso ma poi capii che si sentiva in colpa nei confronti di Davide.
Stavo per andarmene quando lei ci ripensò e si fiondò su di me.
Ed ecco che, in men che non si dica, mi ritrovai con lei che armeggiava con le mani e la bocca sul mio.
In piedi in mezzo alla stanza mi gustavo quel pompino da favola, la sua saliva bagnava il mio cazzo ripulendolo dagli ultimi residui di sborra.
Vide che li sotto avevo ripreso vigore, decise che era il momento di ricominciare, ma stavolta avrebbe preso lei le redini della situazione.
Si impalò sul mio cazzo e cominciò a cavalcare.
"Ah sì, si".
Io mi godevo quello sguardo gaudente dai capelli arruffati dal piacere.
Le accarezzavo il corpo, una pelle veramente soffice.
Stavamo godendo insieme, ed era bello.
"Sei bellissima tesoro mio, si".
Nel frattempo lei, sempre rimanendo nella stessa posizione, mise le sue mani sul petto in maniera tale da trovare un appoggio e avere più libertà nel cavalcarmi. Ormai era una forsennata, mi cavalcava talmente forte da procurarmi un leggero dolore ai testicoli. Sentivo i suoi muscoli vaginali contrarsi, l' orgasmo era vicino, l' ennesimo, che annunciò dicendo: "siii che belloooo Dio Mio".
Ci baciammo a lungo dispensandoci complimenti senza cadere nel volgare ma vedevo nei suoi occhi che voleva di più. Rimanendo sopra di me prese il mio cazzo e lo indirizzò verso lo sfintere.
Nella foga ci dimenticammo di lubrificare infatti, sia io che lei, provammo dolore ma dopo un po' questo lasciò il posto al piacere.
Masturbandosi il clitoride mentre aveva il mio simbolo della virilità nel culo venne sconquassata da un orgasmo che la lasciò quasi senza forze.
Ormai avevo bisogno di sborrare ma allo stesso tempo volevo regalarle un sesso straordinario, fatto di passione e coinvolgimento, un sesso che le lasciasse l'eccitazione ma allo stesso tempo il dolce ricordo del coinvolgimento.
Questo quello che le dissi quando la fermai mentre stava per farmi la fellatio.
Per evitare che l' erezione finisse cominciò ad accarezzarmi il cazzo con quella espressione beata che segue un coito soddisfacente.
Quando fummo di nuovo un minimo in forze riprendemmo. La feci mettere a pecora penetrandole la fica.
Lei morse il cuscino ma alla fine assecondò i movimenti fino a comandare lei.
Io, con il pollice, cominciai ad accarezzarle il buchino anale.
Lei gradí molto, si vedeva che i suoi movimenti si facevano sempre più veloci e ripetitivi.
Purtroppo stavolta toccava a me orgasmare, lei se ne accorse, si mise in ginocchio e accolse il mio seme nella bocca e, da brava maniaca delle pulizie, ripulì il mio membro da ogni residuo.
Sfiancati ci vestimmo, ormai si era fatta ora di cena.
Tornai a casa a piedi, nel tragitto mi chiamó Davide: "Bello mio come stai?, scommetto che te la sei sbattuta per bene Giorgia. Ad ogni modo l' ho lasciata, non mi pareva il caso di continuare, lei si merita qualcuno che la ami per davvero".
"Si, confesso, me la sono scopata".
"Sei proprio uno stronzaccio" e cominciammo a ridere.
scritto il
2024-10-14
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