Savannah
di
Sara1994
genere
incesti
Vivo ad Iron Gate, piccola città della Virginia, mi chiamo Savannah, ho 20 anni ed ho un bimbo di 6 mesi che si chiama Lucas, il padre, Luke è partito per l’Iraq ormai più di un anno fa, non risponde alle mie lettere da 4 mesi ormai, e, solo il mese scorso ho scoperto il perché, purtroppo è caduto in combattimento e quindi, dopo averlo pianto, mi trovo sola con un bambino, la mai famiglia mi ha cacciato di casa quando hanno saputo che ero incinta, vivo, come tanti invisibili, in una specie di baraccopoli ma non ce la faccio più, mi sono dovuta anche prostituire per riuscire a comprare da mangiare per me e mio figlio, non posso continuare così, ho deciso di partire e andare a Norfolk, dal padre di Luke che ancora non conosco e non sa neanche, forse, di avere un nipote, con gli ultimi soldi prendo un pulmann e, finalmente lascio questa città.
Arrivata a Norfolk vado all’indirizzo di Saul, il papà di Luke, è una casa on legno, come tante, una bandiera a mezz’asta sotto la veranda, nessuno in casa e mi siedo su una panchina ad aspettare,
verso sera un uomo imbocca il vialetto, è alto come Luke, le spalle larghe, il ventre prominente, ha in mano una confezione di birre, mi vede sotto il suo portico e
- E tu chi sei? Cosa vuoi?
- Sono Savannah, la ragazza di Luke e questo, questo è suo nipote Lucas
- Chi vuoi prendere in giro, mio figlio non aveva nessuna ragazza e, tanto meno un figlio, è morto
- Si l’ho saputo da poco, al suo ritorno ci saremmo sposati ma…….
- Non m ha mai scritto niente di te e di …… lui
Sapevo il perché, non era mai andato d’accordo con il padre e dopo che la madre era morta le cose erano peggiorate tra di loro e lui poi si era arruolato
- Ho delle foto di me e di Luke, insieme
- E quindi cosa vuoi?
- Non ho dove andare, pensavo che lei …………….
- Beh hai pensato male, io vivo qui da solo e non ho bisogno di compagnia
- La prego, se non per me, per il figlio di Luke
Borbottò qualcosa e poi disse
- Entra, toglietevi dal mio portico
Entrata in casa dietro di lui mi resi perfettamente conto che viveva da solo, sporcizia e disordine dappertutto, si sedette su una sedia appoggiando sul tavolo della cucina le sue birre poi mi disse
- Stanotte potete stare nella camera di Luke, la prima in cima alle scale, io vado a letto sono stanco , lavoro al porto, se avete fame in frigorifero ci deve essere qualcosa, domani troverete un’altra soluzione
Prese le sue birre e salì le scale, in frigorifero trovai del latte, ancora buono, del burro di arachidi e del pane a cassetta, scaldai subito il latte per Lucas con dei biscotti che trovai un una scatola e li sciolsi dentro, io mangiai qualche fetta di pane con il burro di arachidi e poi andai in bagno a lavare me e Lucas e andammo nella camera di Luke, c’era polvere dappertutto ma ci misi poco a preparare un letto pulito, con delle lenzuola e coperte che erano in un armadio e ci mettemmo a dormire.
Al mattino, quando mi alzai Saul era già uscito, sul tavolo un biglietto “stasera parliamo” e 10 dollari, diedi da mangiare a Lucas, e poi, con lui andai in cerca di un negozio, comprai quello che potevo con i 10 dollari e tornai a casa, cominciai a pulire partendo dalla camera di Luke, poi quella di Saul ed il bagno del primo piano, ci volle i resto della mattina, feci anche i vetri delle finestre, poi, dopo mangiato mi dedicai al piano terra, raccolsi 4 buste di spazzatura che portai sotto il portico, ecco, adesso era vivibile, assomigliava ad una vera casa, quando Saul tornò aveva due pizze in mano, che la notte gli avesse fatto cambiare idea? Si guardò intorno, aprì il frigorifero e poi
- Ah ti sei data da fare vedo, beh, almeno sai fare le pulizie, ma adesso mangiamo prima che si raffreddino
Lucas stava riposando tranquillo sul divano, noi mangiammo la pizza e Saul bevve tre birre, e poi, dopo che ebbi sparecchiato disse
- Allora ragazza
- Savannah
- Va bene, Savannah, cosa hai intenzione di fare?
- Pensavo lei potesse tenerci qui e poi volevo che Lucas portasse il cognome del padre
- Quindi vorresti che io mi accollassi voi due
- Beh lei prende anche il sussidio per il servizio di Luke, e, quello spetta a suo figlio
- Lo decido io a chi spetta e non so neanche se questo è suo figlio
- Ma insomma, cosa crede, che voglia approfittare……….
- Beh non saresti la prima
- Mi dia il tempo di trovare un lavoro e io …….
- E tu cosa, non ce n’è lavoro, qui come nel resto del Paese, cosa credi di arrivare tu fresca fresca e sistemarti in quattro e quattr’otto?
Intanto aveva bevuto altre due birre, contavo le lattine sul tavolo,
- Facciamo una cosa, io ci penso fino a domenica, era mercoledì, poi ti do la mia risposta,
fece un rutto e si alzò dal tavolo salendo le scale per andare a letto, avevo ancora 4 giorni; al attino trovai altri 10 dollari sul tavolo e feci altra spesa, poi lavai la biancheria e preparai la cena, feci lo stesso tutti i giorni fino a domenica e arrivò la domenica sera.
- Allora ragazza
- Savannah
- Vabbè, Savannah tu hai bisogno di un padre per tuo figlio
- Per il figlio di Luke
- Si, già ed io ho bisogno di una donna qui in casa, quindi ho deciso che ci sposiamo
- Come ci sposiamo, io posso rimanere qui e occuparmi della casa e lei può riconoscere il figlio di Luke come suo nipote, senza bisogno di alcun matrimonio
- Naaaa l’unico modo è che ci sposiamo, il bambino avrà il mio cognome e tu ti occuperai della casa
Mi resi conto che aveva bevuto prima di rientrare, sentivo il suo alito dall’altra parte del tavolo, si alzò, senza mangiare i maccheroni al formaggio che avevo preparato e se ne andò di sopra.
La notte io e Lucas dormivamo io nel letto di Luke e Lucas nel lettino che avevo trovato e sistemato in garage quando un peso opprimente mi fece mancare il fiato e mi svegliò
- Zitta se no svegli il bambino
Una mano mi si era già infilata sotto la camicia da notte infilandosi tra le mie gambe che cercai di serrare, ma un'altra mi strinse il seno fino a farmi male, il suo alito puzzolente sulla ma faccia, con le ginocchia mi spinse ad aprire le gambe e mi infilò, con un sospiro di soddisfazione il suo cazzo tra le mie piccole labbra riempiendomi la vagina e cominciando a scoparmi furiosamente maltrattando con le mani i mei seni ed i capezzoli e cercando di baciarmi infilando la sua lingua tra le mie labbra, dopo 10 minuti si scaricò dentro di me, poi si tirò su, ed uscì dalla stanza, mi alzai a fatica ed andai in bagno a fare subito una lavanda vaginale e poi, guardandomi allo specchio cominciai a piangere.
Al mattino, come al solito, se ne era già andato, aspettai il suo ritorno la sera ripresentandogli gli stessi maccheroni al formaggio della sera prima, lui fece finta di niente e li mangiò, poi mi disse
- Visto che dobbiamo sposarci da stasera cambi camera e dormi con me
- Ma io non ……..
- Non vorrai si svegli il bambino mentre noi ………..
Se ne andò di sopra ridendo, rimasi ferma, immobile, seduta al tavolo mentre Lucas mi chiamava a modo suo perché aveva fame, mi riscossi e mi occupai di lui, poi lo misi a letto aspettando che si addormentasse, lascia la porta socchiusa ed entrai nell’altra camera, era a letto con la luce accesa sul comodino
- Allora ragazza
Io stupidamente ribattei
- Savannah
- Si certo, spogliati, voglio vederti
Mentre lo facevo la sua mano sotto il lenzuolo si muoveva facendomi immaginare quello che stava facendo,, poi mentre stavo per mettere la camicia da notte
- No, non metterla, vieni qui
Lentamente mi avviai verso il letto e lui si tolse il lenzuolo mostrandomi il suo cazzo tozzo e grosso, mi tirò per i capelli e mi disse
- Forza Savannah adesso fammi vedere come fai i pompini
Il suo ventre copriva in parte il suo cazzo che cominciai a leccare e insalivare, come avevo imparato a fare quando, per sopravvivere , mi ero prostituita, nella mia testa, lo stesso pensiero, “devo farlo per mio figlio”, lui intanto mi toccava dappertutto, mi strizzava i capezzoli ed infilava le mani tra le cosce, e con le dita grandi e callose frugava nella mia figa e nel mio sfintere facendomi male, poi, rimanendo steso sul letto mi disse
- Adesso cavalcami come fanno le puttane
E mi fece andare sopra di lui a gambe larghe per poi calarmi sul suo uccello e, aiutata dalle sue mani sul sedere cominciai ad andare su e giù, raggiunsi l’orgasmo, che non avrei voluto, prima di lui, e riuscii, questa volta, ad evitare che mi venisse dentro, allora lui ancora
- Ora puliscilo con la lingua,
lo feci e poi, lui soddisfatto disse
- Adesso dormiamo, domani lavoro, io
Riuscii ad addormentarmi dopo un po’, ma al mattino presto, mi prese ancora da dietro svegliandomi di colpo, poi mi dette una pacca sul sedere e se ne andò al lavoro.
Dopo circa un mese ci sposammo e Lucas ebbe il nome del padre. Dopo 6 mesi di quella vita ed il compleanno di Lucas, Saul ebbe un incidente sul lavoro, un muletto si era ribaltato con il suo carico, schiacciandolo e uccidendolo sul colpo, la ditta nascose il fatto che lui non avrebbe dovuto trovarsi in quel posto ed in quel momento ed io mi ritrovai con l’assicurazione che mi pagò, la sua pensione ed il sussidio per la morte di Luke in servizio, avevo 21 anni, uno splendido bambino di un anno ed una casa tutta mia, sicuramente, da lassù, il papà di Lucas ci aveva messo del suo, chissà cosa mi aspettava per il futuro, non poteva che essere migliore del mio passato
Arrivata a Norfolk vado all’indirizzo di Saul, il papà di Luke, è una casa on legno, come tante, una bandiera a mezz’asta sotto la veranda, nessuno in casa e mi siedo su una panchina ad aspettare,
verso sera un uomo imbocca il vialetto, è alto come Luke, le spalle larghe, il ventre prominente, ha in mano una confezione di birre, mi vede sotto il suo portico e
- E tu chi sei? Cosa vuoi?
- Sono Savannah, la ragazza di Luke e questo, questo è suo nipote Lucas
- Chi vuoi prendere in giro, mio figlio non aveva nessuna ragazza e, tanto meno un figlio, è morto
- Si l’ho saputo da poco, al suo ritorno ci saremmo sposati ma…….
- Non m ha mai scritto niente di te e di …… lui
Sapevo il perché, non era mai andato d’accordo con il padre e dopo che la madre era morta le cose erano peggiorate tra di loro e lui poi si era arruolato
- Ho delle foto di me e di Luke, insieme
- E quindi cosa vuoi?
- Non ho dove andare, pensavo che lei …………….
- Beh hai pensato male, io vivo qui da solo e non ho bisogno di compagnia
- La prego, se non per me, per il figlio di Luke
Borbottò qualcosa e poi disse
- Entra, toglietevi dal mio portico
Entrata in casa dietro di lui mi resi perfettamente conto che viveva da solo, sporcizia e disordine dappertutto, si sedette su una sedia appoggiando sul tavolo della cucina le sue birre poi mi disse
- Stanotte potete stare nella camera di Luke, la prima in cima alle scale, io vado a letto sono stanco , lavoro al porto, se avete fame in frigorifero ci deve essere qualcosa, domani troverete un’altra soluzione
Prese le sue birre e salì le scale, in frigorifero trovai del latte, ancora buono, del burro di arachidi e del pane a cassetta, scaldai subito il latte per Lucas con dei biscotti che trovai un una scatola e li sciolsi dentro, io mangiai qualche fetta di pane con il burro di arachidi e poi andai in bagno a lavare me e Lucas e andammo nella camera di Luke, c’era polvere dappertutto ma ci misi poco a preparare un letto pulito, con delle lenzuola e coperte che erano in un armadio e ci mettemmo a dormire.
Al mattino, quando mi alzai Saul era già uscito, sul tavolo un biglietto “stasera parliamo” e 10 dollari, diedi da mangiare a Lucas, e poi, con lui andai in cerca di un negozio, comprai quello che potevo con i 10 dollari e tornai a casa, cominciai a pulire partendo dalla camera di Luke, poi quella di Saul ed il bagno del primo piano, ci volle i resto della mattina, feci anche i vetri delle finestre, poi, dopo mangiato mi dedicai al piano terra, raccolsi 4 buste di spazzatura che portai sotto il portico, ecco, adesso era vivibile, assomigliava ad una vera casa, quando Saul tornò aveva due pizze in mano, che la notte gli avesse fatto cambiare idea? Si guardò intorno, aprì il frigorifero e poi
- Ah ti sei data da fare vedo, beh, almeno sai fare le pulizie, ma adesso mangiamo prima che si raffreddino
Lucas stava riposando tranquillo sul divano, noi mangiammo la pizza e Saul bevve tre birre, e poi, dopo che ebbi sparecchiato disse
- Allora ragazza
- Savannah
- Va bene, Savannah, cosa hai intenzione di fare?
- Pensavo lei potesse tenerci qui e poi volevo che Lucas portasse il cognome del padre
- Quindi vorresti che io mi accollassi voi due
- Beh lei prende anche il sussidio per il servizio di Luke, e, quello spetta a suo figlio
- Lo decido io a chi spetta e non so neanche se questo è suo figlio
- Ma insomma, cosa crede, che voglia approfittare……….
- Beh non saresti la prima
- Mi dia il tempo di trovare un lavoro e io …….
- E tu cosa, non ce n’è lavoro, qui come nel resto del Paese, cosa credi di arrivare tu fresca fresca e sistemarti in quattro e quattr’otto?
Intanto aveva bevuto altre due birre, contavo le lattine sul tavolo,
- Facciamo una cosa, io ci penso fino a domenica, era mercoledì, poi ti do la mia risposta,
fece un rutto e si alzò dal tavolo salendo le scale per andare a letto, avevo ancora 4 giorni; al attino trovai altri 10 dollari sul tavolo e feci altra spesa, poi lavai la biancheria e preparai la cena, feci lo stesso tutti i giorni fino a domenica e arrivò la domenica sera.
- Allora ragazza
- Savannah
- Vabbè, Savannah tu hai bisogno di un padre per tuo figlio
- Per il figlio di Luke
- Si, già ed io ho bisogno di una donna qui in casa, quindi ho deciso che ci sposiamo
- Come ci sposiamo, io posso rimanere qui e occuparmi della casa e lei può riconoscere il figlio di Luke come suo nipote, senza bisogno di alcun matrimonio
- Naaaa l’unico modo è che ci sposiamo, il bambino avrà il mio cognome e tu ti occuperai della casa
Mi resi conto che aveva bevuto prima di rientrare, sentivo il suo alito dall’altra parte del tavolo, si alzò, senza mangiare i maccheroni al formaggio che avevo preparato e se ne andò di sopra.
La notte io e Lucas dormivamo io nel letto di Luke e Lucas nel lettino che avevo trovato e sistemato in garage quando un peso opprimente mi fece mancare il fiato e mi svegliò
- Zitta se no svegli il bambino
Una mano mi si era già infilata sotto la camicia da notte infilandosi tra le mie gambe che cercai di serrare, ma un'altra mi strinse il seno fino a farmi male, il suo alito puzzolente sulla ma faccia, con le ginocchia mi spinse ad aprire le gambe e mi infilò, con un sospiro di soddisfazione il suo cazzo tra le mie piccole labbra riempiendomi la vagina e cominciando a scoparmi furiosamente maltrattando con le mani i mei seni ed i capezzoli e cercando di baciarmi infilando la sua lingua tra le mie labbra, dopo 10 minuti si scaricò dentro di me, poi si tirò su, ed uscì dalla stanza, mi alzai a fatica ed andai in bagno a fare subito una lavanda vaginale e poi, guardandomi allo specchio cominciai a piangere.
Al mattino, come al solito, se ne era già andato, aspettai il suo ritorno la sera ripresentandogli gli stessi maccheroni al formaggio della sera prima, lui fece finta di niente e li mangiò, poi mi disse
- Visto che dobbiamo sposarci da stasera cambi camera e dormi con me
- Ma io non ……..
- Non vorrai si svegli il bambino mentre noi ………..
Se ne andò di sopra ridendo, rimasi ferma, immobile, seduta al tavolo mentre Lucas mi chiamava a modo suo perché aveva fame, mi riscossi e mi occupai di lui, poi lo misi a letto aspettando che si addormentasse, lascia la porta socchiusa ed entrai nell’altra camera, era a letto con la luce accesa sul comodino
- Allora ragazza
Io stupidamente ribattei
- Savannah
- Si certo, spogliati, voglio vederti
Mentre lo facevo la sua mano sotto il lenzuolo si muoveva facendomi immaginare quello che stava facendo,, poi mentre stavo per mettere la camicia da notte
- No, non metterla, vieni qui
Lentamente mi avviai verso il letto e lui si tolse il lenzuolo mostrandomi il suo cazzo tozzo e grosso, mi tirò per i capelli e mi disse
- Forza Savannah adesso fammi vedere come fai i pompini
Il suo ventre copriva in parte il suo cazzo che cominciai a leccare e insalivare, come avevo imparato a fare quando, per sopravvivere , mi ero prostituita, nella mia testa, lo stesso pensiero, “devo farlo per mio figlio”, lui intanto mi toccava dappertutto, mi strizzava i capezzoli ed infilava le mani tra le cosce, e con le dita grandi e callose frugava nella mia figa e nel mio sfintere facendomi male, poi, rimanendo steso sul letto mi disse
- Adesso cavalcami come fanno le puttane
E mi fece andare sopra di lui a gambe larghe per poi calarmi sul suo uccello e, aiutata dalle sue mani sul sedere cominciai ad andare su e giù, raggiunsi l’orgasmo, che non avrei voluto, prima di lui, e riuscii, questa volta, ad evitare che mi venisse dentro, allora lui ancora
- Ora puliscilo con la lingua,
lo feci e poi, lui soddisfatto disse
- Adesso dormiamo, domani lavoro, io
Riuscii ad addormentarmi dopo un po’, ma al mattino presto, mi prese ancora da dietro svegliandomi di colpo, poi mi dette una pacca sul sedere e se ne andò al lavoro.
Dopo circa un mese ci sposammo e Lucas ebbe il nome del padre. Dopo 6 mesi di quella vita ed il compleanno di Lucas, Saul ebbe un incidente sul lavoro, un muletto si era ribaltato con il suo carico, schiacciandolo e uccidendolo sul colpo, la ditta nascose il fatto che lui non avrebbe dovuto trovarsi in quel posto ed in quel momento ed io mi ritrovai con l’assicurazione che mi pagò, la sua pensione ed il sussidio per la morte di Luke in servizio, avevo 21 anni, uno splendido bambino di un anno ed una casa tutta mia, sicuramente, da lassù, il papà di Lucas ci aveva messo del suo, chissà cosa mi aspettava per il futuro, non poteva che essere migliore del mio passato
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