Daniela
di
Sara1994
genere
confessioni
Mi chiamo Daniela, ho 45 anni, sono separata da due ho due figli che, però, non vivono con me, abito in un piccolo paese, e lavoro come cameriera part time in un ristorante della zona, dopo la separazione ho tagliato i capelli che portavo lunghi, qualcosa doveva cambiare nella mia vita e ho cominciato da quelli, sono alta un metro e sessanta e peso 55 kg, le gravidanze, per fortuna non mi hanno provocato smagliature ma il mio seno si è un po’ ingrossato, ho una coppa D, vado a scuola di ballo perché mi è sempre piaciuto ballare, lui era negato fondamentalmente, questo non è stato, chiaramente, il motivo della separazione, oltre al fatto che prendeva sempre decisioni che riguardavano il futuro della famiglia sempre da solo, senza mai parlarne prima con me e, la cosa, mi dava molto fastidio, lui lavorava fuori ed io pensavo ai figli, quando tornava a casa dormiva o facevamo sesso, non molto soddisfacente, almeno per me, quando voleva provare qualcosa di diverso era sempre il sesso anale che io ho sempre rifiutato, quindi, durante la sua assenza mi sono spesso auto-gratificata, ma non l’ho mai tradito, invece ho scoperto che lui lo faceva, non aveva un’amante fissa, andava con le prostitute e la cosa mi ha fatto infuriare, l’ultima volta ha trovato la serratura cambiata e le sue cose sotto il portico, la cosa che mi ha stupito è che non ha battuto ciglio, ha caricato in macchina le sue cose ed è partito, oggi, a distanza di due anni sta cercando di recuperare il rapporto con i figli ai quali, lo giuro, non ho mai parlato male di lui. il lavoro e quello che mi danno i ragazzi mi consente di andare avanti, senza pretese ma senza mal di testa, qualcuno, soprattutto clienti habituè del locale ci hanno provato ma, nonostante qualche leggera contrazione, ogni tanto al basso ventre, non mi sento ancora pronta, continuo, ogni tanto, a masturbarmi da sola, altro cambiamento è che mi sono rasata anche lì, un giorno mentre mi depilavo le gambe d’impulso mi sono depilata anche la figa, mi piace di più così, chissà cosa direbbe il mio ex.
Casa mia è un ex negozio, quindi al piano terra, su strada, il proprietario ha sostituito la vetrina costruendo un muro ed una finestra e cambiandomi la porta d’ingresso, ho quindi una grande zona giorno con la cucina a vista, che era il negozio vero e proprio due camere posteriori, una con una piccola finestra che era quella dei ragazzi ed un bagno senza finestra, ho tenuto una macchina delle due di mio marito, una vecchia cinquecento però rimessa a posto che mi costa poco e poi lui continua a pagare bollo ed assicurazione, almeno quello, amo gli animali ma non ne ho, però do da mangiare ai gatti randagi che, ogni tanto grattano alla mia finestra.
Poi è successo, due settimane fa, uscendo dalla lezione di latino americano, la sera tardi, come una scema, ho appoggiato la borsa sul tetto della macchina, sono salita in auto e sono partita in quarta, beh con la cinquecento si fa per dire, comunque era quasi arrivata a casa, dopo 15 km che mi sono accorta della borsa, tornata indietro non l’ho più trovata, per fortuna i documenti li tengo in macchina e avevo pochi soldi nel portafoglio, però c’erano che le chiavi di casa e le mie cose per il trucco, oltre alle foto dei ragazzi e ad una collanina d’oro che toglievo quando ballavo, la mia fortuna è stata che mio figlio mi ha attaccato alle chiavi della macchina anche una copia della chiave della porta di casa, se no non sarei potuta entrare, chissà, dentro la borsa c’era anche un etichetta con il mio indirizzo e numero di telefono, ho pensato che , magari, qualcuno poteva ritrovarla e chiamarmi, ma così non è stato, mia figlia mi ha detto di non preoccuparmi ma di cambiare la serratura, le ho detto che appena preso lo stipendio l’avrei fatto.
Il mio è un paese, in montagna così detto di gronda, cioè non è di passaggio e, quindi non abbiamo l’invasione di extracomunitari di cui si parla tanto, mentre giù in valle, la loro presenza è massiccia, qui vediamo solo dei cinesi il giorno di mercato e dei pakistani che si occupano delle mucche di qualche allevatore.
Qualche giorno fa, di notte, mentre dormivo, qualcuno è entrato in casa mia direttamente dalla porta d’ingresso, al buio mi sono svegliata con una mano sulla bocca e la luce di una torcia in faccia, qualcuno mi fece balenare un coltello davanti agli occhi e disse solo di stare zitta, ripetendolo due volte, ero terrorizzata, qualcuno mi mise una benda davanti agli occhi, quindi dovevano essere più di uno, poi capì dal bagliore che avevano acceso la luce, poi quello di prima disse ancora
- Hai capito, fare silenzio, dimmi se capito
Non era italiano, feci cenno di si con la testa e allora mi tolse la mano dalla bocca, ero ancora sdraiata sotto le coperte, sentivo rumori, stavano frugando in casa aprendo cassetti ed armadi, non avrebbero trovato molto, poi i rumori cessarono, qualcuno mi tolse le coperte di dosso, indossavo solo la camicia da notte e mi venne strappata, cercai di ribellarmi e, ancora la stessa voce
- Ferma, zitta.
Due mie allargarono braccia e gambe, il terzo iniziò ad usare la bocca e la lingua sulla mia figa, dopo poco mi agitavo non per liberarmi ma per gli spasmi che quel lavorio, al quale si erano aggiunte anche le dita, mi stavano procurando, per di più gli altri due, uno per lato, mi succhiavano e tiravano i capezzoli anche con i denti e mi stropicciavano i seni stringendoli forte con le mani, , poi uno, tenendomi sempre per il polso destro mi disse in un orecchio
- Senti, toccalo
E mi portò la mano in basso a sfiorargli l’uccello
- Fai sega
Non l’avevo mai fatto neanche a mio marito ma lui mosse il mio polso su e giù facendomi impugnare il suo cazzo, poi cominciò a baciarmi mordendomi anche le labbra, poi ancora
- Senti è grosso eh?
- Tu vuoi io scopa si?
- Voglio tu dire
Dissi di si debolmente, ma lui alzò il tono
- Tu dire
- Voglio che mi scopi
Sussurrai
- Forte dire
- Si voglio che mi scopi
La mia mano passò ad essere tenuta da un altro e poi sentii la punta di un cazzo premere sulle mie piccole labbra e poi mi penetrò con un unico movimento facendomi mancare il fiato, e dopo un attimo cominciò il suo andirivieni nel mio corpo, non so se a causa della situazione o della ma astinenza forzata ma ebbi quasi subito un leggero orgasmo, gli altri due intanto continuavano a lavorarsi i miei seni, i capezzoli ormai gonfi ed induriti, ormai mi contorcevo solo per il piacere, le mie mani impegnate tutte e due impugnando i loro uccelli, l’altro, dentro di me cambiava ritmo ogni tanto ed imperterrito continuava a pomparmi, mio marito avrebbe finito da tempo, quelli che mi uscivano dalla bocca erano solo mugolii di piacere, finalmente venne dentro di me inondandomi la vagina con il suo sperma caldo che si unì al mio ultimo orgasmo che espressi con un ultimo spasmo del mio monte di venere ed un urlo che non riuscirono a smorzare con la mano, poi uscì da me e sentì il suo uccello strisciarmi sulle labbra, anche quello non avevo mai fatto ma aprii la bocca, e gli permisi di entrare e con la lingua percorsi quell’asta di carne, li sentivo ridere e parlare senza capire quello che dicevano e già un altro aveva preso il posto del primo, la sveglia sul comodino segnava le tre quando mi ebbero scopato tutti quanti, il mio letto era sfatto ed il mio corpo disfatto ma sazio. Chiesi se potevano togliermi la benda e acconsentirono, erano tre, neri, muscolosi e completamente nudi con gli attrezzi penzolanti ma notevoli, ormai nessuno mi teneva più bloccata sul letto, io ero ancora sdraiata e d anche loro si erano comodamente sistemati intorno a me, uno poi cominciò a baciarmi di nuovo con le mani sui miei seni, anche le mie mani però non rimasero ferme, accarezzavo i loro toraci muscolosi ed loro uccelli per tutta la loro lunghezza, fino allo scroto, sarei rimasta così per ore ma non erano ancora pronti per rilassarsi, ad un certo punto mi girarono senza parlare, due mani allargarono le mie chiappette ed una lingua cominciò a suggere il mio buchino, dissi di no ma non ci fecero caso, alla lingua seguì un dito, poi due dita, il mio buchino insalivato si dilatava con il movimento rotatorio di quelle dita, poi qualcosa di più grosso premette all’ingresso, ed iniziò ad entrare lentamente, soffiavo come quando avevo partorito, la bocca spalancata dalla quale non usciva però alcun suono perché mi moriva in gola, entrava sempre di più mi contorcevo cercando di agevolarlo, non di rifiutarlo, sentii poi i suoi coglioni contro il mio sedere, poi cominciò a muoversi il dolore ed il piacere si equivalevano ed amplificavano a vicenda, perché lo avevo sempre rifiutato a mio marito? Beh per come era andata a finire avevo fatto bene, anche se avrei goduto di più, comunque non mi lamentai quando aumentò il ritmo, sentivo le sue palle sbattere contro il mio sedere, poi anche il mio intestino fece la fine della mia vagina ma ma il mio culetto non ebbe tregua, uno dopo l’altro mi incularono con reciproca soddisfazione, la luce del mattino ci trovò ancora intenti, provai anche la meravigliosa sensazione di essere scopata ed inculata contemporaneamente mentre facevo un lavoro di bocca al terzo. quel giorno non dovevo lavorare e rimanemmo così nudi a girare per casa e tornare a letto a riposare o scopare, probabilmente il loro sperma mi aveva dato alla testa ma mi sentivo bene come non mai, lo confesso, se ne andarono la sera e mentre stavano per uscire uno dei tre mi fece vedere la chiave e stava per posarla sul tavolo della sala gli urlai, dal letto,
- No tienila, però magari chiamami prima.
Casa mia è un ex negozio, quindi al piano terra, su strada, il proprietario ha sostituito la vetrina costruendo un muro ed una finestra e cambiandomi la porta d’ingresso, ho quindi una grande zona giorno con la cucina a vista, che era il negozio vero e proprio due camere posteriori, una con una piccola finestra che era quella dei ragazzi ed un bagno senza finestra, ho tenuto una macchina delle due di mio marito, una vecchia cinquecento però rimessa a posto che mi costa poco e poi lui continua a pagare bollo ed assicurazione, almeno quello, amo gli animali ma non ne ho, però do da mangiare ai gatti randagi che, ogni tanto grattano alla mia finestra.
Poi è successo, due settimane fa, uscendo dalla lezione di latino americano, la sera tardi, come una scema, ho appoggiato la borsa sul tetto della macchina, sono salita in auto e sono partita in quarta, beh con la cinquecento si fa per dire, comunque era quasi arrivata a casa, dopo 15 km che mi sono accorta della borsa, tornata indietro non l’ho più trovata, per fortuna i documenti li tengo in macchina e avevo pochi soldi nel portafoglio, però c’erano che le chiavi di casa e le mie cose per il trucco, oltre alle foto dei ragazzi e ad una collanina d’oro che toglievo quando ballavo, la mia fortuna è stata che mio figlio mi ha attaccato alle chiavi della macchina anche una copia della chiave della porta di casa, se no non sarei potuta entrare, chissà, dentro la borsa c’era anche un etichetta con il mio indirizzo e numero di telefono, ho pensato che , magari, qualcuno poteva ritrovarla e chiamarmi, ma così non è stato, mia figlia mi ha detto di non preoccuparmi ma di cambiare la serratura, le ho detto che appena preso lo stipendio l’avrei fatto.
Il mio è un paese, in montagna così detto di gronda, cioè non è di passaggio e, quindi non abbiamo l’invasione di extracomunitari di cui si parla tanto, mentre giù in valle, la loro presenza è massiccia, qui vediamo solo dei cinesi il giorno di mercato e dei pakistani che si occupano delle mucche di qualche allevatore.
Qualche giorno fa, di notte, mentre dormivo, qualcuno è entrato in casa mia direttamente dalla porta d’ingresso, al buio mi sono svegliata con una mano sulla bocca e la luce di una torcia in faccia, qualcuno mi fece balenare un coltello davanti agli occhi e disse solo di stare zitta, ripetendolo due volte, ero terrorizzata, qualcuno mi mise una benda davanti agli occhi, quindi dovevano essere più di uno, poi capì dal bagliore che avevano acceso la luce, poi quello di prima disse ancora
- Hai capito, fare silenzio, dimmi se capito
Non era italiano, feci cenno di si con la testa e allora mi tolse la mano dalla bocca, ero ancora sdraiata sotto le coperte, sentivo rumori, stavano frugando in casa aprendo cassetti ed armadi, non avrebbero trovato molto, poi i rumori cessarono, qualcuno mi tolse le coperte di dosso, indossavo solo la camicia da notte e mi venne strappata, cercai di ribellarmi e, ancora la stessa voce
- Ferma, zitta.
Due mie allargarono braccia e gambe, il terzo iniziò ad usare la bocca e la lingua sulla mia figa, dopo poco mi agitavo non per liberarmi ma per gli spasmi che quel lavorio, al quale si erano aggiunte anche le dita, mi stavano procurando, per di più gli altri due, uno per lato, mi succhiavano e tiravano i capezzoli anche con i denti e mi stropicciavano i seni stringendoli forte con le mani, , poi uno, tenendomi sempre per il polso destro mi disse in un orecchio
- Senti, toccalo
E mi portò la mano in basso a sfiorargli l’uccello
- Fai sega
Non l’avevo mai fatto neanche a mio marito ma lui mosse il mio polso su e giù facendomi impugnare il suo cazzo, poi cominciò a baciarmi mordendomi anche le labbra, poi ancora
- Senti è grosso eh?
- Tu vuoi io scopa si?
- Voglio tu dire
Dissi di si debolmente, ma lui alzò il tono
- Tu dire
- Voglio che mi scopi
Sussurrai
- Forte dire
- Si voglio che mi scopi
La mia mano passò ad essere tenuta da un altro e poi sentii la punta di un cazzo premere sulle mie piccole labbra e poi mi penetrò con un unico movimento facendomi mancare il fiato, e dopo un attimo cominciò il suo andirivieni nel mio corpo, non so se a causa della situazione o della ma astinenza forzata ma ebbi quasi subito un leggero orgasmo, gli altri due intanto continuavano a lavorarsi i miei seni, i capezzoli ormai gonfi ed induriti, ormai mi contorcevo solo per il piacere, le mie mani impegnate tutte e due impugnando i loro uccelli, l’altro, dentro di me cambiava ritmo ogni tanto ed imperterrito continuava a pomparmi, mio marito avrebbe finito da tempo, quelli che mi uscivano dalla bocca erano solo mugolii di piacere, finalmente venne dentro di me inondandomi la vagina con il suo sperma caldo che si unì al mio ultimo orgasmo che espressi con un ultimo spasmo del mio monte di venere ed un urlo che non riuscirono a smorzare con la mano, poi uscì da me e sentì il suo uccello strisciarmi sulle labbra, anche quello non avevo mai fatto ma aprii la bocca, e gli permisi di entrare e con la lingua percorsi quell’asta di carne, li sentivo ridere e parlare senza capire quello che dicevano e già un altro aveva preso il posto del primo, la sveglia sul comodino segnava le tre quando mi ebbero scopato tutti quanti, il mio letto era sfatto ed il mio corpo disfatto ma sazio. Chiesi se potevano togliermi la benda e acconsentirono, erano tre, neri, muscolosi e completamente nudi con gli attrezzi penzolanti ma notevoli, ormai nessuno mi teneva più bloccata sul letto, io ero ancora sdraiata e d anche loro si erano comodamente sistemati intorno a me, uno poi cominciò a baciarmi di nuovo con le mani sui miei seni, anche le mie mani però non rimasero ferme, accarezzavo i loro toraci muscolosi ed loro uccelli per tutta la loro lunghezza, fino allo scroto, sarei rimasta così per ore ma non erano ancora pronti per rilassarsi, ad un certo punto mi girarono senza parlare, due mani allargarono le mie chiappette ed una lingua cominciò a suggere il mio buchino, dissi di no ma non ci fecero caso, alla lingua seguì un dito, poi due dita, il mio buchino insalivato si dilatava con il movimento rotatorio di quelle dita, poi qualcosa di più grosso premette all’ingresso, ed iniziò ad entrare lentamente, soffiavo come quando avevo partorito, la bocca spalancata dalla quale non usciva però alcun suono perché mi moriva in gola, entrava sempre di più mi contorcevo cercando di agevolarlo, non di rifiutarlo, sentii poi i suoi coglioni contro il mio sedere, poi cominciò a muoversi il dolore ed il piacere si equivalevano ed amplificavano a vicenda, perché lo avevo sempre rifiutato a mio marito? Beh per come era andata a finire avevo fatto bene, anche se avrei goduto di più, comunque non mi lamentai quando aumentò il ritmo, sentivo le sue palle sbattere contro il mio sedere, poi anche il mio intestino fece la fine della mia vagina ma ma il mio culetto non ebbe tregua, uno dopo l’altro mi incularono con reciproca soddisfazione, la luce del mattino ci trovò ancora intenti, provai anche la meravigliosa sensazione di essere scopata ed inculata contemporaneamente mentre facevo un lavoro di bocca al terzo. quel giorno non dovevo lavorare e rimanemmo così nudi a girare per casa e tornare a letto a riposare o scopare, probabilmente il loro sperma mi aveva dato alla testa ma mi sentivo bene come non mai, lo confesso, se ne andarono la sera e mentre stavano per uscire uno dei tre mi fece vedere la chiave e stava per posarla sul tavolo della sala gli urlai, dal letto,
- No tienila, però magari chiamami prima.
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