Bangui
di
Sara1994
genere
etero
Mi chiamo Roberta, forse avrete già letto qualcosa di me, vivo a Milano, mio marito per lavoro gira spesso e beh io passo il tempo come posso, lunedì mi ha detto che deve andar via almeno per una settimana, deve andare nella Repubblica centrafricana a visitare delle miniere di diamanti, sono andata a vedere su internet e la situazione politica non mi pare molto tranquilla, sono molto preoccupata per lui, però la parola diamanti mi accende una luce particolare negli occhi, ho comunque deciso, non lo lascio andare da solo, questa volta lo seguo, può dire quello che vuole.
Quando glielo dico per poco non cade per terra, non mi preoccupano neanche le vaccinazioni che devo fare per andare con lui, mi informo e preparo i bagagli per quello che potrebbe servirmi, cerco di limitarmi ma, come la solito meno di tre valigie ed un beauty non ce la faccio, finalmente partiamo, durante il viaggio mi riempie di raccomandazioni, sul posto, sull’acqua da bere, sulla gente, abiteremo nella capitale in una villetta, avremo due persone di servizio ed un autista, dovrò rispolverare il mio francese scolastico. Arrivati a Bangui e passati il controllo passaporti un autista ci porta alla nostra villetta, ha organizzato tutto la Società di mio marito, troviamo anche un biglietto che ci invita a cena da quello che si fa chiamare generale ma, in effetti è solo un capobanda, però mio marito dice che è lui d avere il controllo della zona ed è con lui che bisogna trattare per le miniere, la casa almeno è carina e pulita.
Per fortuna ho portato un paio di abiti da sera, perché mi dice che dobbiamo essere eleganti per far vedere la considerazione che abbiamo per il “generale” lui gli ha anche portato un rolex d’oro in regalo che, chiaramente ha pagato la Società.
Mio marito ha indossato uno smoking su misura di Carraceni, io un abito lungo bianco fatto dalla mia sarta su mio disegno con un profondo spacco sulla mia gamba destra che arriva fin quasi alla vita, e due fasce che mi coprono i seni incrociate sulla schiena, sandalini bianchi tacco 10, sotto ho messo solo un tanga bianco di pizzo, mio marito mi bacia sulla guancia e dice che sono bellissima.
L’autista ci viene a prendere puntuale, durante il tragitto, di circa 30 km, veniamo fermati tre volte da posti di blocco armati ma l’invito del “generale è il nostro lasciapassare, mio marito mi dice che è uno molto temuto, uno con cui non si può scherzare, questo mi mette un po’ d’ansia, quando arriviamo ad una grande villa circondata da muri alti due metri con del filo spinato sulla sommità vedo il parco molto illuminato, camionette di soldati intorno alla villa.
Entriamo nella villa per una breve scalinata, un gruppo di una dozzina di persone è già nell’atrio, si presentano a me e mio marito e poi, finalmente, il generale, quando lo vedo scendere dalla scalinata in uniforme mi viene da ridere ma mio marito mi dà una gomitata, è un nano, sarà alto un metro e quaranta si e no, le guardie ai suoi due lati lo sovrastano di almeno cinquanta centimetri, quando si avvicina vedo che però la faccia è davvero brutta, lo sguardo cattivo, stringe la mano a mio marito e poi mi prende con le sue mani piccole la mia e mi fa il baciamano dicendo qualcosa in francese, probabilmente ci da il benvenuto, credo, per fortuna che il francese di mio marito è praticamente da madrelingua, ci fa strada verso la sala da pranzo, galateo rispettato un uomo e una donna alternati a tavola, mio marito di fronte a lui ed io sul suo fianco sinistro, comunque il cibo è buono, il servizio così così, ad un certo punto sento una sia piccola mano sulla mia coscia scoperta, decido di far finta di niente, mi guarda e sorride, ricordo cosa ha detto mio marito e sto buona, poi comincia a salire fino a quando sento le dita che grattano il davanti del mio tanga, mi agito un po’ per farlo desistere ma lui approfitta per insinuarcisi sotto, sorridendomi con uno sguardo ebete, il problema è l’umidore della mia farfallina, dopo un po’ toglie la mano, e, guardandomi, si lecca le dita, per fortuna è quasi finito, siamo al brindisi di commiato, prima però mi sussurra qualcosa all’orecchio
- avant de quitter mon pays, je te traiterai comme des putes.
Non capii proprio tutto ma il senso era chiaro.
A casa non dissi niente a mio marito che, invece mi raccontò che le due signore al suo fianco gli avevano fatto piedino e, addirittura, una gli aveva messo una mano sulla patta dei pantaloni, aveva dovuto spostargliela con il tovagliolo e gli era sembrata delusa, andammo a letto dopo una doccia e speravo in un approccio ma si girò dall’altra parte e mi disse che il mattino dopo sarebbero passati a prenderlo alle sette, dandomi la buona notte; mi svegliai anch’io per salutarlo, dopo pochi minuti rientrò e mi disse che sarebbe stato via due o tre giorni di non preoccuparmi, c’era il personale di servizio.
Me ne tornai a letto.
Mi svegliò una cameriera verso le dieci, dandomi un biglietto, anche con il mio francese scolastico lessi che era un invito per pranzo dal “generale”, non potevo rifiutare purtroppo, anche se ero tentata, comunque mi alzai, feci una doccia, mi truccai e preparai, mio marito avrebbe mai saputo quanto lo amavo? Misi un vestitino corto leggero, con dei sandalini bianchi non troppo alti, non era il caso di evidenziare ulteriormente la differenza di altezza, quando arrivai alla villa venni introdotta in una stanza con una pedana di tre gradini ed un materasso sopra, su un tavolino un secchiello con una bottiglia di champagne e due flutes, dopo cinque minuti entrò il generale, stavolta non in divisa ma con una lunga vestaglia da camera, mi salutò e mi offrì subito dello champagne poi disse
- madame xxxxxxx, tu te souviens de ma promesse? Je tiens toujours mes promesses
e mi spinse con una forza che non immaginavo verso il letto, inciampai su un gradino e ci finìì sopra lunga distesa, mi aveva preso all’improvviso, mi fu addosso, con due mani prese il davanti del moi vestito e lo strappò come fosse carta velina, era fortissimo, le mie mutandine fecero la stessa fine, poi si tolse la vestaglia da camera e rimasi senza parole, in ginocchio sul letto quasi toccava il materasso, sembrava uno di quei salsicciotti freschi appesi a stagionare, cambiava solo il colore, mi si sedette sulla faccia, lo scroto direttamente sulle labbra ed il cazzo che striciava sulla mia faccia
- lèche-moi les couilles, putain
non potevo fare altro e cominciai a suggere e leccare quei coglioni, in bocca un sapore come di selvatico, le sue manine intanto strapazzavano i miei seni, mi tirava i capezzoli fino a farmi male si erano gonfiati ed induriti, e la mia figa già lacrimava, intanto, mentre gli leccavo le palle con gli occhi assistevo alla trasformazione del suo cazzo mentre si allungava, ingrossava ed irrigidiva, non poteva essere vero, finalmente scese dalla mia faccia e si sedette a cavalcioni del moi busto, subito sotto il seno, mise quella cosa tra i miei seni e cominciò a muoversi, mi prese per i polsi sostituendo le mie mani alle sue in modo che potesse prendermi per i capelli e farmi abbassare la testa ed ogni volta che il suo pene saliva la punta mi finiva tra le labbra, poi si spostò ancora mettendo i piedi a terra di fianco al materasso, mi prese per le caviglie portandomi verso di lui,la punt adel suo uccello sembrava vibrare quando sfiorava le mie grandi labbra, allargai le gambe il più possibile, con le mani scesi ad allargarmi le piccole labbra con le dita, mentre penetrava nella mia vagina centimetro dopo centimetro la mia carne si adeguava al nuovo ospite, il dolore era forte però, quando cominciò a muoversi avanti e indietro urlai, ad ogni colpo avanzava un po’ di pìù, è quella la sensazione quando ti squartano ? però non credo si goda come stavo,.contemporaneamente, godendo io non smetteva mai di martellarmi, ma quanta resistenza aveva ? uscì da me all’improvviso e mi fece girare come una bambola di pezza rientrando dentro di me con un unico movimento fluido, continuava tenendomi le mnai sulla schiena ed, ogni tanto, dandomi una sculacciata, che mi faceva davvero male, quelle piccole mani sembravano d’acciaio, impossibile che andasse avanti così tanto, tutti i miei muscoli tremavano per lo sforzo, quasi non riuscivo a controllarli, finalmente uscì fi nuovo da me, ma solo per sdraiarsi sul letto, farmi salire su di lui, aprire le mie gambe che facevano fatica a tenermi in piedi e scendere sul suo uccello a smorzacandela impalandomi da sola, questo era il massimo della sua penetrazione, del mio dolore e piacere, i suoi genitali inondati dal mio ultimoi orgasmo furioso e liberatorio che urlai senza trattenermi, ed ecco che, come un idrante il suo sperma bollente viene schizzato dentro di me, la mia passerina ringrazia, il moi corpo ancora sussulta sul letto che lui ha già la sua vestaglia da camera addosso e mi dice
- faisons juste une petite pause, ne t'inquiète pas. Je te ferai crier encore
stesa sul letto a riprendere il mio respiro regolare pensando a quel nano malefico che aveva tra le gambe un attrezzo che avevo visto solo in qualche film porno, oltretutto era sicuro di ottenere sempre quello che voleva e aveva una forza fisica ed una resistenza notevole, se non fosse stato così piccolo e brutto, mah ora è meglio se cerco di dormire un po’ però prima ho bisogno di altro champagne.
Quando mi sveglio fuori è già buio, la mia figa si è ripresa e adesso ? no neanche più un vestito da mettere, alla mia domanda la risposta arriva dalla porta che si apre, è ancora lui che mi chiede
- tu t'es reposé ?
si spoglia e, come se niente fosse, si sdraia al mio fianco e mi bacia, poi sposta il suo interesse al mio basso ventre, la sua lingua si insinua tra le mie piccole labbra rifocillate da quel bacio, la mia clitoride si espone pretendendo la sua parte, passa poi al mio culetto, mi allarga le chiappe e ci infila il naso e poi la lingua, mi inumidisce il buchino e poi ci infila un dito, va avanti un po’ dentro e fuori e poi roteando, mi piace molto, comincio a mugolare come una gatta, due dita, sto già venendo, raccoglie il mio nettare e continua imperterrito il suo lavoro, ora ha inserito anche il pollice, ci sputa anche sopra, poi mi fa appoggiare la schiena al materasso, alzare ed allargare le gambe quasi sopra la mia testa, all’indietro, e lo appoggia al mio buchino, si vede che è pratico, fa tutto con molta calma , non riesco comunque a trattenere qualche urletto, soffio come se stessi partorendo, solo che in questo caso nulla sta uscendo, solo entrando, soddisfatto ad un certo punto comincia a muoversi, e allora si che urlo forte, il piacere che mi assale mentre mi incula facendomi anche male è molto grande, non so chi ha detto più è forte il dolore più è grande il piacere, però io è quello che sto provando, il suo ritmo cambia, più veloce, più lento e profondo , mi guarda fisso negli occhi mentre godo tenendomi una mano sul collo e poi il mio intestino viene alluvionato dal suo sperma, ha uno sguardo soddisfatto mentre si rimette la sua veste da camera e mi dice
- ton mari sera de retour dans trois jours, tu resteras dans cette villa jusqu'à demain soir alors tu seras raccompagné à la maison avec un cadeau de ma part
quindi sarei rimasta lì ancora per 24 ore, mi disse di andare a fare una doccia, quando uscii avvolta in un asciugamano c’erano due delle sue guardie personali con lui, mi guardò e mi disse
- ce sont deux de mes gardes personnels, pars avec eux, j'ai besoin de me reposer, tu resteras dans leurs quartiers jusqu'à demain soir
gli dissi che io pensavo di rimanere con lui, la risposta :
- Je t'ai promis de te traiter comme une pute, ma garde personnelle est composée de 12 hommes, alors tu seras leur pute, Je tiens toujours mes promesses
Me ne andai quasi trascinata dai due mentre lui rideva sguaiatamente.
Passai le 24 ore successive a soddisfare 12 uomini neri che non erano mai stati con una donna bianca, mi scoparono, incularono, fecero bere la loro sborra, soprattutto gli piaceva fottermi in due facendomi sobbalzare tra di loro mentre uno mi scopava e l’altro mi inculava, quando mi riaccompagnarono a casa ero distrutta, non riuscivo neanche a camminare, dovettero portarmi a letto di peso, ci passai tutta la giornata prima di riuscire ad alzarmi anche solo per andare in bagno dove, finalmente, mi sedetti per terra nella doccia e lasciai scorrere l’acqua calda finchè non divenne fredda, piano piano mi ripresi quel giorno, dovetti però nascondere qualche liviso con il trucco ed evitavo si sedermi su qualcisa che non fosse ben imbottito, durante il giorno mi venne recapitato un pacchetto, lo aprii, era un bracciale di diamanti, era vero, il generale manteneva sempre le sue promesse. Quando rientrò mio marito tutto soddisfatto e mi chiese come era andata durante la sua assenza gli dissi che avevo passato il tempo studiando la fauna e la flora locale, dopo due giorni tornammo a Milano, lui con il suo contratto ed io con il mio bracciale
Quando glielo dico per poco non cade per terra, non mi preoccupano neanche le vaccinazioni che devo fare per andare con lui, mi informo e preparo i bagagli per quello che potrebbe servirmi, cerco di limitarmi ma, come la solito meno di tre valigie ed un beauty non ce la faccio, finalmente partiamo, durante il viaggio mi riempie di raccomandazioni, sul posto, sull’acqua da bere, sulla gente, abiteremo nella capitale in una villetta, avremo due persone di servizio ed un autista, dovrò rispolverare il mio francese scolastico. Arrivati a Bangui e passati il controllo passaporti un autista ci porta alla nostra villetta, ha organizzato tutto la Società di mio marito, troviamo anche un biglietto che ci invita a cena da quello che si fa chiamare generale ma, in effetti è solo un capobanda, però mio marito dice che è lui d avere il controllo della zona ed è con lui che bisogna trattare per le miniere, la casa almeno è carina e pulita.
Per fortuna ho portato un paio di abiti da sera, perché mi dice che dobbiamo essere eleganti per far vedere la considerazione che abbiamo per il “generale” lui gli ha anche portato un rolex d’oro in regalo che, chiaramente ha pagato la Società.
Mio marito ha indossato uno smoking su misura di Carraceni, io un abito lungo bianco fatto dalla mia sarta su mio disegno con un profondo spacco sulla mia gamba destra che arriva fin quasi alla vita, e due fasce che mi coprono i seni incrociate sulla schiena, sandalini bianchi tacco 10, sotto ho messo solo un tanga bianco di pizzo, mio marito mi bacia sulla guancia e dice che sono bellissima.
L’autista ci viene a prendere puntuale, durante il tragitto, di circa 30 km, veniamo fermati tre volte da posti di blocco armati ma l’invito del “generale è il nostro lasciapassare, mio marito mi dice che è uno molto temuto, uno con cui non si può scherzare, questo mi mette un po’ d’ansia, quando arriviamo ad una grande villa circondata da muri alti due metri con del filo spinato sulla sommità vedo il parco molto illuminato, camionette di soldati intorno alla villa.
Entriamo nella villa per una breve scalinata, un gruppo di una dozzina di persone è già nell’atrio, si presentano a me e mio marito e poi, finalmente, il generale, quando lo vedo scendere dalla scalinata in uniforme mi viene da ridere ma mio marito mi dà una gomitata, è un nano, sarà alto un metro e quaranta si e no, le guardie ai suoi due lati lo sovrastano di almeno cinquanta centimetri, quando si avvicina vedo che però la faccia è davvero brutta, lo sguardo cattivo, stringe la mano a mio marito e poi mi prende con le sue mani piccole la mia e mi fa il baciamano dicendo qualcosa in francese, probabilmente ci da il benvenuto, credo, per fortuna che il francese di mio marito è praticamente da madrelingua, ci fa strada verso la sala da pranzo, galateo rispettato un uomo e una donna alternati a tavola, mio marito di fronte a lui ed io sul suo fianco sinistro, comunque il cibo è buono, il servizio così così, ad un certo punto sento una sia piccola mano sulla mia coscia scoperta, decido di far finta di niente, mi guarda e sorride, ricordo cosa ha detto mio marito e sto buona, poi comincia a salire fino a quando sento le dita che grattano il davanti del mio tanga, mi agito un po’ per farlo desistere ma lui approfitta per insinuarcisi sotto, sorridendomi con uno sguardo ebete, il problema è l’umidore della mia farfallina, dopo un po’ toglie la mano, e, guardandomi, si lecca le dita, per fortuna è quasi finito, siamo al brindisi di commiato, prima però mi sussurra qualcosa all’orecchio
- avant de quitter mon pays, je te traiterai comme des putes.
Non capii proprio tutto ma il senso era chiaro.
A casa non dissi niente a mio marito che, invece mi raccontò che le due signore al suo fianco gli avevano fatto piedino e, addirittura, una gli aveva messo una mano sulla patta dei pantaloni, aveva dovuto spostargliela con il tovagliolo e gli era sembrata delusa, andammo a letto dopo una doccia e speravo in un approccio ma si girò dall’altra parte e mi disse che il mattino dopo sarebbero passati a prenderlo alle sette, dandomi la buona notte; mi svegliai anch’io per salutarlo, dopo pochi minuti rientrò e mi disse che sarebbe stato via due o tre giorni di non preoccuparmi, c’era il personale di servizio.
Me ne tornai a letto.
Mi svegliò una cameriera verso le dieci, dandomi un biglietto, anche con il mio francese scolastico lessi che era un invito per pranzo dal “generale”, non potevo rifiutare purtroppo, anche se ero tentata, comunque mi alzai, feci una doccia, mi truccai e preparai, mio marito avrebbe mai saputo quanto lo amavo? Misi un vestitino corto leggero, con dei sandalini bianchi non troppo alti, non era il caso di evidenziare ulteriormente la differenza di altezza, quando arrivai alla villa venni introdotta in una stanza con una pedana di tre gradini ed un materasso sopra, su un tavolino un secchiello con una bottiglia di champagne e due flutes, dopo cinque minuti entrò il generale, stavolta non in divisa ma con una lunga vestaglia da camera, mi salutò e mi offrì subito dello champagne poi disse
- madame xxxxxxx, tu te souviens de ma promesse? Je tiens toujours mes promesses
e mi spinse con una forza che non immaginavo verso il letto, inciampai su un gradino e ci finìì sopra lunga distesa, mi aveva preso all’improvviso, mi fu addosso, con due mani prese il davanti del moi vestito e lo strappò come fosse carta velina, era fortissimo, le mie mutandine fecero la stessa fine, poi si tolse la vestaglia da camera e rimasi senza parole, in ginocchio sul letto quasi toccava il materasso, sembrava uno di quei salsicciotti freschi appesi a stagionare, cambiava solo il colore, mi si sedette sulla faccia, lo scroto direttamente sulle labbra ed il cazzo che striciava sulla mia faccia
- lèche-moi les couilles, putain
non potevo fare altro e cominciai a suggere e leccare quei coglioni, in bocca un sapore come di selvatico, le sue manine intanto strapazzavano i miei seni, mi tirava i capezzoli fino a farmi male si erano gonfiati ed induriti, e la mia figa già lacrimava, intanto, mentre gli leccavo le palle con gli occhi assistevo alla trasformazione del suo cazzo mentre si allungava, ingrossava ed irrigidiva, non poteva essere vero, finalmente scese dalla mia faccia e si sedette a cavalcioni del moi busto, subito sotto il seno, mise quella cosa tra i miei seni e cominciò a muoversi, mi prese per i polsi sostituendo le mie mani alle sue in modo che potesse prendermi per i capelli e farmi abbassare la testa ed ogni volta che il suo pene saliva la punta mi finiva tra le labbra, poi si spostò ancora mettendo i piedi a terra di fianco al materasso, mi prese per le caviglie portandomi verso di lui,la punt adel suo uccello sembrava vibrare quando sfiorava le mie grandi labbra, allargai le gambe il più possibile, con le mani scesi ad allargarmi le piccole labbra con le dita, mentre penetrava nella mia vagina centimetro dopo centimetro la mia carne si adeguava al nuovo ospite, il dolore era forte però, quando cominciò a muoversi avanti e indietro urlai, ad ogni colpo avanzava un po’ di pìù, è quella la sensazione quando ti squartano ? però non credo si goda come stavo,.contemporaneamente, godendo io non smetteva mai di martellarmi, ma quanta resistenza aveva ? uscì da me all’improvviso e mi fece girare come una bambola di pezza rientrando dentro di me con un unico movimento fluido, continuava tenendomi le mnai sulla schiena ed, ogni tanto, dandomi una sculacciata, che mi faceva davvero male, quelle piccole mani sembravano d’acciaio, impossibile che andasse avanti così tanto, tutti i miei muscoli tremavano per lo sforzo, quasi non riuscivo a controllarli, finalmente uscì fi nuovo da me, ma solo per sdraiarsi sul letto, farmi salire su di lui, aprire le mie gambe che facevano fatica a tenermi in piedi e scendere sul suo uccello a smorzacandela impalandomi da sola, questo era il massimo della sua penetrazione, del mio dolore e piacere, i suoi genitali inondati dal mio ultimoi orgasmo furioso e liberatorio che urlai senza trattenermi, ed ecco che, come un idrante il suo sperma bollente viene schizzato dentro di me, la mia passerina ringrazia, il moi corpo ancora sussulta sul letto che lui ha già la sua vestaglia da camera addosso e mi dice
- faisons juste une petite pause, ne t'inquiète pas. Je te ferai crier encore
stesa sul letto a riprendere il mio respiro regolare pensando a quel nano malefico che aveva tra le gambe un attrezzo che avevo visto solo in qualche film porno, oltretutto era sicuro di ottenere sempre quello che voleva e aveva una forza fisica ed una resistenza notevole, se non fosse stato così piccolo e brutto, mah ora è meglio se cerco di dormire un po’ però prima ho bisogno di altro champagne.
Quando mi sveglio fuori è già buio, la mia figa si è ripresa e adesso ? no neanche più un vestito da mettere, alla mia domanda la risposta arriva dalla porta che si apre, è ancora lui che mi chiede
- tu t'es reposé ?
si spoglia e, come se niente fosse, si sdraia al mio fianco e mi bacia, poi sposta il suo interesse al mio basso ventre, la sua lingua si insinua tra le mie piccole labbra rifocillate da quel bacio, la mia clitoride si espone pretendendo la sua parte, passa poi al mio culetto, mi allarga le chiappe e ci infila il naso e poi la lingua, mi inumidisce il buchino e poi ci infila un dito, va avanti un po’ dentro e fuori e poi roteando, mi piace molto, comincio a mugolare come una gatta, due dita, sto già venendo, raccoglie il mio nettare e continua imperterrito il suo lavoro, ora ha inserito anche il pollice, ci sputa anche sopra, poi mi fa appoggiare la schiena al materasso, alzare ed allargare le gambe quasi sopra la mia testa, all’indietro, e lo appoggia al mio buchino, si vede che è pratico, fa tutto con molta calma , non riesco comunque a trattenere qualche urletto, soffio come se stessi partorendo, solo che in questo caso nulla sta uscendo, solo entrando, soddisfatto ad un certo punto comincia a muoversi, e allora si che urlo forte, il piacere che mi assale mentre mi incula facendomi anche male è molto grande, non so chi ha detto più è forte il dolore più è grande il piacere, però io è quello che sto provando, il suo ritmo cambia, più veloce, più lento e profondo , mi guarda fisso negli occhi mentre godo tenendomi una mano sul collo e poi il mio intestino viene alluvionato dal suo sperma, ha uno sguardo soddisfatto mentre si rimette la sua veste da camera e mi dice
- ton mari sera de retour dans trois jours, tu resteras dans cette villa jusqu'à demain soir alors tu seras raccompagné à la maison avec un cadeau de ma part
quindi sarei rimasta lì ancora per 24 ore, mi disse di andare a fare una doccia, quando uscii avvolta in un asciugamano c’erano due delle sue guardie personali con lui, mi guardò e mi disse
- ce sont deux de mes gardes personnels, pars avec eux, j'ai besoin de me reposer, tu resteras dans leurs quartiers jusqu'à demain soir
gli dissi che io pensavo di rimanere con lui, la risposta :
- Je t'ai promis de te traiter comme une pute, ma garde personnelle est composée de 12 hommes, alors tu seras leur pute, Je tiens toujours mes promesses
Me ne andai quasi trascinata dai due mentre lui rideva sguaiatamente.
Passai le 24 ore successive a soddisfare 12 uomini neri che non erano mai stati con una donna bianca, mi scoparono, incularono, fecero bere la loro sborra, soprattutto gli piaceva fottermi in due facendomi sobbalzare tra di loro mentre uno mi scopava e l’altro mi inculava, quando mi riaccompagnarono a casa ero distrutta, non riuscivo neanche a camminare, dovettero portarmi a letto di peso, ci passai tutta la giornata prima di riuscire ad alzarmi anche solo per andare in bagno dove, finalmente, mi sedetti per terra nella doccia e lasciai scorrere l’acqua calda finchè non divenne fredda, piano piano mi ripresi quel giorno, dovetti però nascondere qualche liviso con il trucco ed evitavo si sedermi su qualcisa che non fosse ben imbottito, durante il giorno mi venne recapitato un pacchetto, lo aprii, era un bracciale di diamanti, era vero, il generale manteneva sempre le sue promesse. Quando rientrò mio marito tutto soddisfatto e mi chiese come era andata durante la sua assenza gli dissi che avevo passato il tempo studiando la fauna e la flora locale, dopo due giorni tornammo a Milano, lui con il suo contratto ed io con il mio bracciale
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