Ci incontriamo ? (scritto in collaborazione)
di
Sara1994
genere
etero
Sto navigando su internet un po’ annoiato quando mi arriva una mail :” sono a Roma per il week end, ho una riunione in Vaticano al mattino di sabato, ma poi sono libera, non volevi offrirmi un caffè? Sara, bacio” mi passa subito la noia, è possibile? Davvero Sara? Ho solo letto i suoi racconti e li ho commentati, ci siamo scambiati qualche parola online, e adesso viene a Roma, sono elettrizzato, a parte una mezza foto e le sue descrizioni non ho idea di come sia realmente, mi sono fatto un’idea, chiaramente ma corrisponderà alla realtà? Ci metto un po’ a risponderle, cosa scriverle di carino? Poi mi dico, sii te stesso, nulla di strano e quindi scrissi : “certo cara mi fa piacere, dove ci vediamo? Come ti riconosco? Ho visto solo una tua foto con mezzo viso nascosto” la risposta arriva poco dopo :”beh sei tu il romano, dimmi tu dove, penso vero le 11,30? Ti mando una foto intera, così mi riconosci, però mandamene una anche tua” , la sua foto arriva, me ne scatto una e gliela mando con l’indirizzo del caffè delle Grazie dove vado abitualmente a fare colazione, è anche vicino al Vaticano, mi risponde con un emoticon con il pollice alzato ed un bacio, guardo l’ora, ancora 12 ore poi la incontrerò.
Arrivo mezz’ora prima al bar, bevo già due caffè mentre l’aspetto, la porta si apre ed entra lei, una specie di mantella lunga con il bordo di pelliccia addosso, un cappello dello stesso pelo che le lascia però liberi i capelli lunghi, guanti, una sciarpa ed una borsa cartella in mano, si erma un attimo sulla porta guardandosi attorno, io mi sono già alzato, mi riconosce, sorride e mi raggiunge dandomi subito la mano, dalla quale ha tolto il guanto, ed un bacio sulla guancia, ha le labbra calde e morbide, nonostante la temperatura esterna, e mi dice
- Ciao io sono Sara, piacere
- Ciao, benvenuta, Roberto
- Lo spero
Le prendo il mantello e la sciarpa, indossa un paio di jeans molto attillati dentro gli stivali con il tacco alto, e un maglioncino con il collo sciallato a dolcevita beige che i seni disegnano piacevolmente sul suo corpo, io, classicamente in giaccia e cravatta, non sapevo se vestirmi casual per sembrare più giovane dei miei 45 anni, poi ho optato per il classico, lei ha un profumo buonissimo, non lo riconosco e glielo faccio notare, lei mi risponde
- Oh grazie, è mademoiselle di Chanel, mi piace molto
- È buonissimo, allora, caffè?
- Meglio un cappuccino molto caldo per me
Passo l’ordine ai ragazzi del bar
- Allora, splendida sorpresa, mi avevi scritto qualcosa ma non pensavo capitassi a Roma così presto, anche se, devo dirti, che lo speravo
- È a causa del giubileo, abbiamo un sacco di lavoro e ci hanno dato dei protocolli precisi circa l’accoglienza dei pellegrini anche se non siamo a Roma, è previsto visitino un po’ tutta l’Italia, con l’occasione
Arrivò l’ordinazione, sul suo cappuccino avevano disegnato un cuore
- Che carini, grazie
- Qui sono moto attenti ai clienti, soprattutto se sono molto belle
- Uh cominciano i complimenti
- Naaaa dico solo la verità
- Sempre?
- Beh, quasi
- Bravo, anch’io, però non fingo mai di provare qualcosa che non sento veramente, buonissimo questo cappuccino
- Non vuoi mangiare qualcosa?’ è quasi mezzogiorno
- No grazie, devo tornare dentro, hanno organizzato anche un pranzo per i delegati
- Allora mi lasci già?
- Devo, però sono libera stasera
- Allora ti invito a cena, come non potrei?
- Va bene, accetto, grazie, così mi potrai raccontare un po’ di te
- 20,30 va bene?
Si benissimo
Dove ti vengo a prendere
Sono al Singer Hotel
Perfetto
Si alza e l’aiuto a rimettersi il mantello, il suo profumo mi avvolge, lasciandomi mi da un altro bacio sulla guancia e, prima di uscire si volta e mi saluta con la mano, resto in piedi come un fesso vicino al tavolino, poi mi riprendo e comincio a telefonare per trovare un tavolo per la sera, per fortuna ne trovo quasi subito uno all’Enoteca della Torre, un bel locale, le piacerà sicuramente, me ne vado canticchiando.
Vado a prenderla con Uber ha acconciato i capelli con una lunga treccia con fili in argento che parte dalla cima della testa, ha la stessa mantella lunga ma si intravedono le caviglie sottili inguainate in calze di seta velate e le scarpe lucide nere con tacco 10, il trucco perfetto, quando al ristorante toglie la mantella i pochi avventori del momento si girano a guardarla, un tubino nero con il colletto alla coreana ed un lungo spacco posteriore che fa intravedere la schiena nuda, in effetti è una ragazza che sa come farsi notare, mi sento un po’ invidiato, la cena è perfetta, il vino ottimo, la compagnia piacevole ma tutto sembra svolgersi in un secondo, se dovessi ricordare cosa ho mangiato, oggi, non saprei dirlo, la riaccompagno in albergo, prende la tessera magnetica della camera e, dandomela dice
- Mi accompagni?
Quando arriviamo alla porta sono io ad aprirle con quella, entra per prima e mi blocca sulla porta mettendomi una mano sul petto, toglie la tessera dalla serratura, me la ridà e dice
- Tienila, Sali tra mezzora,
un bacio leggero sull’angolo della bocca e mi manda via, per qualche secondo resto a guardare la porta chiusa e la tessera che ho in mano, poi riprendo l’ascensore per la hall, aspetto 35 minuti, non voglio sembrare impaziente, anche se lo sono, inserita la chiave nella serratura apro la porta, le abat jour sono state velate, delle candele profumate illuminano la stanza ed il suo corpo, nudo, lucido, sul letto, deve essersi cosparso il corpo di olio essenziale il profumo è intenso, quasi inebriante, con e mani, allungando le braccia verso di me, nella penombra, mi fa segno di andare da lei, penso di aver battuto tutti i record nello spogliarmi, quando la raggiungo e mi sdraio quasi su di lei ci baciamo e i nostri corpi cominciano a strofinarsi uno sull’altro massaggiandoci a vicenda senza mai staccare le nostre labbra, con le mani esploriamo i nostri corpi, arrivo a sfiorare il suo sesso e lo trovo umido e disponibile, il mio uccello freme d’impazienza, ed, oramai, è sul punto di passare tra le sue piccole labbra che si schiudono alla pressione, le sue mani sui miei glutei che premono affinchè entri in lei, un sospiro mi esce dalle labbra quando lo faccio e il suo corpo sembra tremare nello stesso momento, fermi per qualche secondo, uno dentro l’altra, cominciamo la nostra danza, lei usa i muscoli pelvici per rallentarmi o darmi via libera, io, da parte mia sono libero di passare il pollice sulla sua clitoride che è gonfia cercando di portarla all’orgasmo che lei riesce a trattenere fino quando anch’io sono pronto, esco da lei all’improvviso e mentre lei con un rantolo esprime il suo godimento le inondo il seno con il mio sperma caldo, respiriamo forte guardandoci negli occhi, poi lei, con le dita, raccoglie qualche goccia di sperma e poi le succhia, abbracciandomi poi e rannicchiandosi contro di me, io continuo ad accarezzarla e a baciare la sua pelle profumata, poi anche lei comincia a baciarmi sul petto, sento le sue labbra calde e la sua lingua tumida sui miei capezzoli, brividi, la sua mano scende ai miei testicoli premendoli, poi raggiunta dalla sua bocca che comincia a succhiarli, la lingua percorre, dal basso verso l’alto l’asta del mio uccello che lei tiene con la mano, poi le sue labbra lo imboccano e la sua lingua lo insaliva circondandolo, poi si sposta appoggiando la testa sul cuscino comincia a toccarsi tra le gambe lasciandomi ammirare la sua figa che tiene aperta con le dita ed il suo ano che penetra leggermente con la punta di un dito, il mio cazzo reagisce improvviso, mi fa quasi male, lei mette una mano sotto il cuscino e ne estrae un flacone, me lo porge e dice
- Usa questo, ma fai piano
-
e poi si mette a pancia sotto sollevando il sedere, le allargo le chiappe, sono sode, uso il lubrificante mettendomelo sulle dita e massaggiandole e penetrando lentamente il suo sfintere, poi impugno il mio cazzo e comincio a premere per entrare dentro di lei, lentamente ma inesorabilmente, lei si dimena per agevolarmi e perché le piace, me lo dice apertamente eccitandomi ancora di più, sono in piedi sul materasso dietro di lei, con le gambe aperte per tenermi in equilibrio, le mani sul suo culo ed il mio cazzo dentro, lei intanto ha le mani dentro e intorno alla sua figa, i miei coglioni sbattono sul suo sedere ad ogni affondo, questa volta, quando sto per uscire lei, quasi urla
- Noo, vienimi dentro
Le inondo l’intestino con la mia sborra e, quando esco dal suo buchino ne trasuda qualche goccia.ci abbracciamo ancora, poi lei
- Sei stanco? Va tutto bene?
- Dovrei chiederti io se va tutto bene no?
- Oh per me va benissimo, vieni
Mi prende per mano e mi porta in bagno, apre l’acqua della doccia e ci entriamo insieme, ci insaponiamo e laviamo a vicenda e dopo ci immergiamo nella vasca ad idromassaggio che è un po’ stretta ma siamo talmente appiccicati che non si faccio caso, il suo seno richiama i miei baci che lei, rivoltando la testa all’indietro apprezza, quando usciamo dalla vasca, ancora bagnati, ci rimettiamo a letto, questa volta infilandoci sotto le coperte ma ancora abbracciati.
Siamo andati avanti finchè la stanchezza ed il sonno non hanno avuto il sopravvento, quando è arrivato il servizio in camera con la colazione mi ha fatto nascondere in bagno, poi dopo colazione lo abbiamo fatto ancora una volta e poi mi ha mandato via dicendomi di aspettarla di sotto, doveva lasciare la stanza e ripartire; pranzammo insieme tornando al caffè delle Grazie, ma non volle l’accompagnassi in stazione a prendere il treno per Milano e, salutandola le chiesi
- Sara, quando ci rivediamo?
Mi rispose mentre saliva sul taxi
- Chissà, forse presto, forse mai, dicono che io possa dare assuefazione e non vorrei ti succedesse, sono stata proprio bene, grazie
E mi mandò un bacio, forse aveva ragione, per questo, forse, dopo una settimana ho sentito il bisogno di scriverne e le ho mandato il resoconto del nostro incontro, chissà, forse lo pubblicherà come gli altri suoi racconti.
Arrivo mezz’ora prima al bar, bevo già due caffè mentre l’aspetto, la porta si apre ed entra lei, una specie di mantella lunga con il bordo di pelliccia addosso, un cappello dello stesso pelo che le lascia però liberi i capelli lunghi, guanti, una sciarpa ed una borsa cartella in mano, si erma un attimo sulla porta guardandosi attorno, io mi sono già alzato, mi riconosce, sorride e mi raggiunge dandomi subito la mano, dalla quale ha tolto il guanto, ed un bacio sulla guancia, ha le labbra calde e morbide, nonostante la temperatura esterna, e mi dice
- Ciao io sono Sara, piacere
- Ciao, benvenuta, Roberto
- Lo spero
Le prendo il mantello e la sciarpa, indossa un paio di jeans molto attillati dentro gli stivali con il tacco alto, e un maglioncino con il collo sciallato a dolcevita beige che i seni disegnano piacevolmente sul suo corpo, io, classicamente in giaccia e cravatta, non sapevo se vestirmi casual per sembrare più giovane dei miei 45 anni, poi ho optato per il classico, lei ha un profumo buonissimo, non lo riconosco e glielo faccio notare, lei mi risponde
- Oh grazie, è mademoiselle di Chanel, mi piace molto
- È buonissimo, allora, caffè?
- Meglio un cappuccino molto caldo per me
Passo l’ordine ai ragazzi del bar
- Allora, splendida sorpresa, mi avevi scritto qualcosa ma non pensavo capitassi a Roma così presto, anche se, devo dirti, che lo speravo
- È a causa del giubileo, abbiamo un sacco di lavoro e ci hanno dato dei protocolli precisi circa l’accoglienza dei pellegrini anche se non siamo a Roma, è previsto visitino un po’ tutta l’Italia, con l’occasione
Arrivò l’ordinazione, sul suo cappuccino avevano disegnato un cuore
- Che carini, grazie
- Qui sono moto attenti ai clienti, soprattutto se sono molto belle
- Uh cominciano i complimenti
- Naaaa dico solo la verità
- Sempre?
- Beh, quasi
- Bravo, anch’io, però non fingo mai di provare qualcosa che non sento veramente, buonissimo questo cappuccino
- Non vuoi mangiare qualcosa?’ è quasi mezzogiorno
- No grazie, devo tornare dentro, hanno organizzato anche un pranzo per i delegati
- Allora mi lasci già?
- Devo, però sono libera stasera
- Allora ti invito a cena, come non potrei?
- Va bene, accetto, grazie, così mi potrai raccontare un po’ di te
- 20,30 va bene?
Si benissimo
Dove ti vengo a prendere
Sono al Singer Hotel
Perfetto
Si alza e l’aiuto a rimettersi il mantello, il suo profumo mi avvolge, lasciandomi mi da un altro bacio sulla guancia e, prima di uscire si volta e mi saluta con la mano, resto in piedi come un fesso vicino al tavolino, poi mi riprendo e comincio a telefonare per trovare un tavolo per la sera, per fortuna ne trovo quasi subito uno all’Enoteca della Torre, un bel locale, le piacerà sicuramente, me ne vado canticchiando.
Vado a prenderla con Uber ha acconciato i capelli con una lunga treccia con fili in argento che parte dalla cima della testa, ha la stessa mantella lunga ma si intravedono le caviglie sottili inguainate in calze di seta velate e le scarpe lucide nere con tacco 10, il trucco perfetto, quando al ristorante toglie la mantella i pochi avventori del momento si girano a guardarla, un tubino nero con il colletto alla coreana ed un lungo spacco posteriore che fa intravedere la schiena nuda, in effetti è una ragazza che sa come farsi notare, mi sento un po’ invidiato, la cena è perfetta, il vino ottimo, la compagnia piacevole ma tutto sembra svolgersi in un secondo, se dovessi ricordare cosa ho mangiato, oggi, non saprei dirlo, la riaccompagno in albergo, prende la tessera magnetica della camera e, dandomela dice
- Mi accompagni?
Quando arriviamo alla porta sono io ad aprirle con quella, entra per prima e mi blocca sulla porta mettendomi una mano sul petto, toglie la tessera dalla serratura, me la ridà e dice
- Tienila, Sali tra mezzora,
un bacio leggero sull’angolo della bocca e mi manda via, per qualche secondo resto a guardare la porta chiusa e la tessera che ho in mano, poi riprendo l’ascensore per la hall, aspetto 35 minuti, non voglio sembrare impaziente, anche se lo sono, inserita la chiave nella serratura apro la porta, le abat jour sono state velate, delle candele profumate illuminano la stanza ed il suo corpo, nudo, lucido, sul letto, deve essersi cosparso il corpo di olio essenziale il profumo è intenso, quasi inebriante, con e mani, allungando le braccia verso di me, nella penombra, mi fa segno di andare da lei, penso di aver battuto tutti i record nello spogliarmi, quando la raggiungo e mi sdraio quasi su di lei ci baciamo e i nostri corpi cominciano a strofinarsi uno sull’altro massaggiandoci a vicenda senza mai staccare le nostre labbra, con le mani esploriamo i nostri corpi, arrivo a sfiorare il suo sesso e lo trovo umido e disponibile, il mio uccello freme d’impazienza, ed, oramai, è sul punto di passare tra le sue piccole labbra che si schiudono alla pressione, le sue mani sui miei glutei che premono affinchè entri in lei, un sospiro mi esce dalle labbra quando lo faccio e il suo corpo sembra tremare nello stesso momento, fermi per qualche secondo, uno dentro l’altra, cominciamo la nostra danza, lei usa i muscoli pelvici per rallentarmi o darmi via libera, io, da parte mia sono libero di passare il pollice sulla sua clitoride che è gonfia cercando di portarla all’orgasmo che lei riesce a trattenere fino quando anch’io sono pronto, esco da lei all’improvviso e mentre lei con un rantolo esprime il suo godimento le inondo il seno con il mio sperma caldo, respiriamo forte guardandoci negli occhi, poi lei, con le dita, raccoglie qualche goccia di sperma e poi le succhia, abbracciandomi poi e rannicchiandosi contro di me, io continuo ad accarezzarla e a baciare la sua pelle profumata, poi anche lei comincia a baciarmi sul petto, sento le sue labbra calde e la sua lingua tumida sui miei capezzoli, brividi, la sua mano scende ai miei testicoli premendoli, poi raggiunta dalla sua bocca che comincia a succhiarli, la lingua percorre, dal basso verso l’alto l’asta del mio uccello che lei tiene con la mano, poi le sue labbra lo imboccano e la sua lingua lo insaliva circondandolo, poi si sposta appoggiando la testa sul cuscino comincia a toccarsi tra le gambe lasciandomi ammirare la sua figa che tiene aperta con le dita ed il suo ano che penetra leggermente con la punta di un dito, il mio cazzo reagisce improvviso, mi fa quasi male, lei mette una mano sotto il cuscino e ne estrae un flacone, me lo porge e dice
- Usa questo, ma fai piano
-
e poi si mette a pancia sotto sollevando il sedere, le allargo le chiappe, sono sode, uso il lubrificante mettendomelo sulle dita e massaggiandole e penetrando lentamente il suo sfintere, poi impugno il mio cazzo e comincio a premere per entrare dentro di lei, lentamente ma inesorabilmente, lei si dimena per agevolarmi e perché le piace, me lo dice apertamente eccitandomi ancora di più, sono in piedi sul materasso dietro di lei, con le gambe aperte per tenermi in equilibrio, le mani sul suo culo ed il mio cazzo dentro, lei intanto ha le mani dentro e intorno alla sua figa, i miei coglioni sbattono sul suo sedere ad ogni affondo, questa volta, quando sto per uscire lei, quasi urla
- Noo, vienimi dentro
Le inondo l’intestino con la mia sborra e, quando esco dal suo buchino ne trasuda qualche goccia.ci abbracciamo ancora, poi lei
- Sei stanco? Va tutto bene?
- Dovrei chiederti io se va tutto bene no?
- Oh per me va benissimo, vieni
Mi prende per mano e mi porta in bagno, apre l’acqua della doccia e ci entriamo insieme, ci insaponiamo e laviamo a vicenda e dopo ci immergiamo nella vasca ad idromassaggio che è un po’ stretta ma siamo talmente appiccicati che non si faccio caso, il suo seno richiama i miei baci che lei, rivoltando la testa all’indietro apprezza, quando usciamo dalla vasca, ancora bagnati, ci rimettiamo a letto, questa volta infilandoci sotto le coperte ma ancora abbracciati.
Siamo andati avanti finchè la stanchezza ed il sonno non hanno avuto il sopravvento, quando è arrivato il servizio in camera con la colazione mi ha fatto nascondere in bagno, poi dopo colazione lo abbiamo fatto ancora una volta e poi mi ha mandato via dicendomi di aspettarla di sotto, doveva lasciare la stanza e ripartire; pranzammo insieme tornando al caffè delle Grazie, ma non volle l’accompagnassi in stazione a prendere il treno per Milano e, salutandola le chiesi
- Sara, quando ci rivediamo?
Mi rispose mentre saliva sul taxi
- Chissà, forse presto, forse mai, dicono che io possa dare assuefazione e non vorrei ti succedesse, sono stata proprio bene, grazie
E mi mandò un bacio, forse aveva ragione, per questo, forse, dopo una settimana ho sentito il bisogno di scriverne e le ho mandato il resoconto del nostro incontro, chissà, forse lo pubblicherà come gli altri suoi racconti.
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