Ballando con uno sconosciuto

di
genere
etero

Il mio gruppo di amici se ne va via presto, ma io non sono ancora pronta a lasciare il locale. Non sono ancora stanca di ballare e, a dirla tutta, spero di sentire il corpo di uno sconosciuto contro il mio. Il club si trova nella mecca hipster di Los Angeles, quindi ho la possibilità di scegliere tra uomini giovani, ben vestiti e artistici. Con i capelli raccolti in un taglio pixie e il maglione largo che nasconde le curve del mio corpo, non sto esattamente mettendo in mostra la mia femminilità, ma l'energia positiva della folla che balla mi rende ottimista.

Sulla pista da ballo, comodamente sola, ho notato il ragazzo che balla vicino a me, e so che anche lui mi ha notata. Colgo i dettagli: la sua altezza, la forma fisica, la giacca del vestito… sono troppo timida per esaminarlo più da vicino e, al di là di questi tre criteri, non mi interessa comunque. Ora, la sfida: convincerlo a ballare con me.
Continuo a fare le mie cose, muovendo il sedere un po' più goffamente degli hipster funky stagionati che mi circondano. Lo sento dietro di me, sempre più sicuro di sé, pronto a toccarmi. E proprio quando inizia una nuova canzone, un'esplosione di synth e batteria, lui si avvicina. Tempismo perfetto! Sto per girarmi e dirglielo, ma non voglio fare altro che ballare per un po'. Così mi limito a sorridere, girandomi per fargli vedere il mio profilo, e mi rilasso in lui. Mi mette le mani sui fianchi e mi guida dolcemente per sincronizzare i miei movimenti coi suoi. Il suo tocco non ha la ruvidità sbiadita di alcuni ragazzi, né la goffa esitazione di altri. È abbastanza sicuro di sé. Sfiora le labbra e il naso contro la mia nuca, e io sento la barba sulla sua mascella, la sensazione lussuriosa della pelle contro la pelle.

Continuiamo così per un po', poi ci giriamo l'una di fronte all'altro. Sono ancora troppo timida per stabilire un contatto visivo, ma sorrido in direzione del suo viso, notando i capelli e gli occhi scuri. Ho bisogno di qualche occhiata furtiva per essere sicura: "Che aspetto ha? Piuttosto carino, in effetti…", registra la mia mente. Mi mette una mano sul collo, tra i capelli, e avvicina il viso al mio una o due volte, ma non ho ancora voglia di baciarlo. Questo è il punto di non ritorno: me ne tiro fuori e dichiaro conclusa la nottata, o vado avanti e bacio questo sconosciuto? Mi sento bene, e c'è una leggera tenerezza nel suo viso, così lascio che sfiori le mie labbra con le sue… dolcemente, pigramente.
Non mi è mai riuscito di combinare il bacio con la danza; posso concentrarmi sul ritmo dei miei fianchi e delle mie spalle, o sull'arte del bacio, ma non su entrambe le cose… così gli chiedo se vuole sedersi da qualche parte. Sono intrinsecamente consapevole di quanto posso apparire carina e sexy, ma sento che non ci sto nemmeno provando. È come se la musica, l'oscurità e il calore facessero emergere questo alter ego sicuro e sensuale che sorride e si morde le labbra e dice sempre la cosa giusta.

Con la musica che risuona nelle orecchie, usciamo nel patio e ci rallegriamo dell'aria fresca. Troviamo una sezione vuota della panchina verde scuro, ci infiliamo e ci sdraiamo, con la schiena e le ginocchia già doloranti per aver premuto il mio corpo contro il suo. Parliamo dei posti da cui veniamo, dei progetti per il fine settimana, di musica in generale; lui mi abbraccia e sorride, come se fosse un appuntamento e non solo un rimorchio in un club. E ci baciamo a lungo, lentamente, avidamente, sotto gli occhi di tutti, con la luce calda e il fumo di sigaretta e la musica retrò sospesa nell'aria notturna intorno a noi. Le sue braccia mi avvolgono, le sue mani tra i miei capelli, e in quel momento non mi importa nulla di nulla. Mi tocca le gambe, facendo scivolare delicatamente la mano sotto la gonna, e non so se voglio che si fermi o che continui.
Così mi alzo e inizio a ballare, e lui fa lo stesso, avvicinandosi a me. Mi piace la sensazione sensuale delle sue mani sul mio sedere, o delle sue dita che premono nella piega del mio interno coscia. Sento la sua erezione mentre guida la sua gamba tra le mie. Cantiamo a squarciagola Aretha Franklin, gridando "R-E-S-P-E-C-T" l'una di fronte all'altro; audacemente, lo guardo dritto negli occhi (credo che questo lo sorprenda un po'!). Lui accarezza affettuosamente il mio morbido maglione oversize e ci infila le mani sotto, toccandomi la vita attraverso il sottile tessuto della canotta. La folla si sta scatenando, ci spinge sull'asfalto, e presto decidiamo di entrare e di tornare a baciarci.

Lui mi prende la mano e mi conduce di nuovo nel locale, dove troviamo un angolo buio non occupato.
Mi appoggio al sedile e lascio che lui inclini il suo viso sul mio. Ci baciamo dolcemente, la sua mano tra le mie cosce, il mio corpo inarcato verso il suo. Mi alzo a sedere e gli passo le braccia sul collo, lo bacio con più decisione e gli passo le dita tra i capelli. Mentre mi bacia il collo, apro gli occhi e osservo il locale buio e vaporoso e la folla che balla, sentendomi una regina. Il mio corpo freme e sento il cuore battere forte, la libido prende il sopravvento. Si china per baciarmi di nuovo le labbra, tenendo una mano tra i miei capelli e appoggiando l'altra sulla mia guancia. Niente più ripensamenti: quella mossa è la mia kryptonite. Mi farei fare di tutto da questo ragazzo.
Così questa volta, quando le sue dita risalgono verso il mio inguine, non lo fermo. Il locale è buio e nessuno ci sta guardando. Non ho più motivi per resistere a ciò che il mio corpo mi dice. I suoi polpastrelli corrono sulla mia coscia e sotto la gonna, fino a toccare la parte anteriore delle mie mutandine, e mi massaggiano delicatamente, facendo sì che il mio respiro sia veloce e superficiale nel suo orecchio. Continuando a baciarmi il collo, mi toglie le mutandine, lasciando la gonna al suo posto. Metto una mano tra le sue gambe e sento il suo cazzo pulsare attraverso i pantaloni, mentre lui emette un respiro tremante e mi morde l'incavo del collo.

Ci muoviamo rapidamente, l'eccitazione reciproca è urgente e palpabile mentre gli slaccio i pantaloni e lui fa scivolare due dita dentro di me. Il mio gemito viene inghiottito dal ritmo incessante della musica. È completamente duro, e posso sentire la mia stessa umidità mentre mi stimola.
Mi metto a cavalcioni su di lui sullo stretto sedile, indossando ancora tutto tranne le mutandine, per mantenere il nostro atto segreto. Lui toglie le dita da dentro di me e mette le mani sulle mie cosce, sotto la gonna, spingendole in avanti per raggiungere il mio sedere. Non ha bisogno di dire nulla: lo sguardo nei suoi occhi mi dice di abbassarmi su di lui.
Sento che mi riempie completamente mentre la sua presa sulle mie natiche si stringe e mi sussurra all'orecchio esattamente quello che vuole che io faccia con lui. Avvicino il mio corpo al suo e inizio a dondolare lentamente, guidando il suo cazzo dentro e fuori di me. Sono così eccitata che riesco a malapena a ragionare; gli avvolgo le braccia intorno alla testa per stabilizzarmi mentre lui mi abbassa il davanti del maglione e mi bacia i seni. Le sue dita mi mordono le guance e so che siamo entrambi a pochi secondi dall'orgasmo.
Seppellisco il viso tra il suo collo e la sua spalla per gridare mentre vengo, sentendo il suo corpo tendersi e poi rilassarsi mentre il suo seme erutta in me pochi secondi dopo.
Ci fermiamo, avvinghiati, respirando forte, assaporando la sensazione delle sostanze chimiche che elettrizzano i nostri corpi. Il sudore brilla sul suo viso e sul suo collo, e io lo sento scorrere lungo la mia schiena e tra i miei seni. Mi bacia ancora una volta, in modo aggressivo, e io mi sollevo da lui e torno sul sedile accanto a lui. Raccolgo le mie mutandine dal pavimento mentre lui si chiude la zip dei pantaloni e si asciuga la fronte con la mano.

"It's late…", è tardi, mi dice; mi spiega che è venuto qui con alcuni amici e deve andare via con loro. Li raggiunge e diventa stoico e disinvolto. L'incantesimo è rotto. A me però non importa. Sono sexy, bella, disinvolta mentre indosso il cappotto, infilo le mani nelle tasche e cammino verso la mia auto, sentendo l'aria fredda della notte sulla mia pelle bagnata. Mi perdo per un po' nel centro, percorrendo le strade vuote della tarda serata, prima di dirigermi a Burbank, a qualche chilometro da Los Angeles, dove si trova il nostro albergo, rintanarmi nella stanza che condivido con la mia amica del cuore e concedermi un buon sonno ristoratore.
Tra qualche giorno porterò con me a Milano anche questo splendido ricordo. Forse lo racconterò anche a lei, chissà.
di
scritto il
2024-07-27
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