L'incubo piacevole (diario)

di
genere
confessioni

Ommiodìo… ommiodìo… non mi sembra vero, credo di vivere in un sogno, come ho potuto…! Guardo Mario al mio fianco, russa tranquillo, non capirebbe mai, come non capisco io, ma non potrebbe capire…; dopo tanti anni di matrimonio tutto si è affievolito, l’amore, il sesso, la complicità. Mi meraviglio di me stessa e mi colpevolizzo; ma l’ho cercato, ho spinto io le cose sino a questo punto, ho fatto in modo che succedesse e sapevo che sarebbe successo. Solo a ripensarci mi sto bagnando, devo toccarmi, la tensione è forte, tanto lui dorme e non si sveglierebbe… siiii cosiii… sto già venendo…


(Alcuni mesi prima...)


È successa una cosa strana… sono entrata in bagno mentre Lorenzo si stava docciando, imprecando per il suo solito disordine, pantaloni, maglietta, mutande, tutto per terra. “Non sono la vostra serva!” ululo come al solito. Dalla doccia solo il fischiettare allegro del mio ragazzo. Mi chino a raccogliere i vestiti.
Sto per uscire dal bagno e sento chiudere l’acqua. Un impulso improvviso, mi fermo e traffico sul mobile del bagno. Lori esce dalla doccia e inizia ad asciugarsi senza fare caso alla sua nudità e alla mia presenza. Lo occhieggio dallo specchio e il mio primo pensiero è stato: «…ho fatto bene a farlo a 17 anni, allora ero disperata e non volevo un figlio così giovane ma ora sono contenta, lui ha 22 anni ed io… sono ancora abbastanza giovane, abbastanza vicina alla sua mentalità, anche se ora sono ben diversi rispetto a noi alla loro età; apparentemente più maturi e sicuri, ma più fragili».
Facendo finta di trafficare continuo a guardarlo attraverso lo specchio e sono orgogliosa di averlo fatto così bello. Gli occhi lo percorrono e per un attimo mi soffermo sul suo pene, molle e grinzoso ma grosso, e come in un flash lo immagino in piena erezione con la testa pulsante e violacea. Scaccio infastidita quest’idea, e ridendo tra me penso che sarà contenta la sua ragazza. Evito di guardarlo ancora ed esco dal bagno.



Sono passati un po’ di giorni, esco dalla doccia, mi asciugo rapida e poi faccio una cosa che da tempo non facevo: mi osservo allo specchio e cerco di essere critica con me stessa: ho 39 anni, ma li porto bene… seni non troppo grossi, non sono mai stata tettona, ma ancora sodi, non fanno la pieghetta sotto… pancia… eh beh, un po’ di pancetta, appena accennata… vorrei vedere, dopo due gravidanze… sedere… dai, non male, senza cellulite, anche le cosce sono sode e muscolose al punto giusto. Sì, posso ancora piacere, anche se Mario, mio marito, non è che ci tenga a dimostrarmelo; in fondo, dopo tanti anni di matrimonio, forse è normale.



Questa notte non c’é verso, non riesco a dormire, sono agitata e non so perché. Guardo Mario, lo vedo dormire tranquillo… so cosa c’è, ho voglia di fare sesso… è tanto che non mi capitava di voler prendere l’iniziativa… lasciamo perdere, penserebbe che sono impazzita.
C’è un tarlo che mi rode e mi rende… strana, nervosa, irritabile… e non capisco perché.



Oggi mi sono masturbata; erano anni che non succedeva… sotto la doccia, come mi sono insaponata e ho toccato il clitoride, ho sentito una scossa salire lungo la schiena, ho continuato a toccarmi e penetrarmi e in pochi secondi sono venuta lanciando un urlo. È stato un orgasmo violento e piacevolissimo, ho dovuto sedermi nella doccia qualche minuto per riprendermi. Uscita, ho avuto un attimo in cui mi sono sentita un verme, poi mi sono mandata a cagare: è stato bello e piacevole.
Sono più rilassata, anche se… quando scopo con Mario, quelle poche volte, non provo le stesse sensazioni… la mia mano funziona meglio.



Cosa mi sta succedendo…? Come Lorenzo è tornato a casa dall’Università, senza farmi notare, l’ho controllato a distanza. Si è rinchiuso nella sua stanza, forse gioca al computer.
Mi ha ripreso quello stato che io chiamo strano… “Mamma, mangio fuori stasera…” “Va bene ma non fare tardi”. Come vedo che va in bagno aspetto il rumore della doccia, mi avvicino alla porta e aspetto. Quando sento chiudere l’acqua, decisa entro e mi metto a trafficare; raccolgo gli indumenti, gli avvicino l’asciugamano; ha chiuso la doccia ma non esce; mi accorgo che il mio cuore ha accelerato i battiti; gli volto le spalle e traffico nell’armadietto come a cercare qualche cosa; occhieggio rapida nello specchio. Vedendomi girata esce dalla doccia, la prima cosa che subito occhieggio è il suo sesso: non è più molle come l’altra volta, è mezzo eretto e oscilla orizzontale mentre lui prende l’asciugamano. Alzo gli occhi e vedo che mi guarda, subito distolgo lo sguardo e mostro indifferenza.
Esco e vado in cucina. Il cuore mi batte all’impazzata. Mi devo appoggiare al tavolo e respirare a fondo per calmarmi. Quando entra in cucina per salutarmi mi sono apparentemente calmata. Esce e rimango sola con me stessa: come una fucilata la verità che mi sono nascosta sino ad ora: è il sesso di mio figlio che mi agita e rende irrequieta. Mi vergogno e mi viene da piangere, ma una fitta tra le gambe mi riporta alla realtà; mi tocco gli slip… sono bagnati, infilo la mano nelle mutandine, mi tocco con le dita ma vergognandomi ritraggo la mano… non serve… mi basta serrare e rilasciare le cosce per godere.



Devo smetterla, è una cosa insana… Sono pazza, pazza, pazza!
Questa notte non ce l’ho fatta, una tensione tremenda… mi sono masturbata silenziosamente e un’attimo prima di venire, con gli occhi della mente, ho rivisto il pene del mio Lori mezzo eretto che mi oscillava davanti al viso.



L’ho rifatto, sono entrata in bagno mentre faceva la doccia, quando è uscito l’ho guardato attraverso lo specchio senza nascondere lo sguardo. Lorenzo mi ha guardata, ha visto che lo guardavo, ci siamo fissati per un attimo, poi lui ha continuato tranquillo ad asciugarsi senza imbarazzo.
Lo faccio spesso ormai, entro in bagno, faccio finta di trafficare e lo osservo con un po’ di arroganza; lui mi ricambia con lo stesso sguardo e sembra che si metta in mostra.
Ho notato che Lori ha preso l’abitudine di fare la doccia molto presto, prima che arrivino suo fratello e suo padre.



Oggi sono rimasta scioccata; mentre facevo la solita manfrina in bagno, Lori è uscito dalla doccia e mentre lo guardavo ho visto il suo pene pian piano arrivare alla completa erezione: si è eccitato al pensiero che lo osservavo. L’ho guardato fisso, lui ha sostenuto il mio sguardo e dopo un po’ sono scappata in cucina.
La sera a tavola era normalissimo, lo scrutavo ma non notavo nulla di diverso nel suo comportamento.



Lo sento andare in bagno. Come un automa sono andata alla porta di casa e ho chiuso la serratura, lasciando dentro la chiave. Sono andata in bagno e non ho fatto manfrine. Mi sono appoggiata al mobiletto del lavandino e ho incrociato le braccia. Ho aspettato che finisse.
Quando è uscito mi ha fissata un attimo interdetto, vedendomi guardarlo apertamente e con aria di sfida. Poi, tranquillo, ha continuato ad asciugarsi, venendomi di fronte. Lo guardo fisso, ma lui si comporta come se non ci fossi. Solo un leggero rossore lo tradisce. Lentamente vedo il suo sesso entrare in erezione; ora fisso solo quello; come una ripresa al rallentatore il suo pene lentamente si alza, e man mano che s’indurisce, la pelle si ritrae completamente, liberando la punta lucida e violacea. Lentamente il pene oscilla al ritmo del suo respiro. In un lampo mi passa per la mente le immagini di un cobra che mi osserva oscillando. Alzo gli occhi e lo guardo come a chiedere: «Beh, cosa vuoi da me?». Mi guarda assolutamente inespressivo e sostiene il mio sguardo per un lungo attimo. Sono io a cedere. Abbasso lo sguardo sul suo cazzo e poi m’inginocchio davanti a lui. Alzo di nuovo gli occhi a guardarlo; nel suo sguardo m’immagino di leggere «…allora, cosa aspetti?». Ho ancora un attimo di indecisione poi ogni barriera cade: avvicino la bocca al suo sesso e con la lingua lo lecco leggero sul filetto come ad assaggiarlo. Lo lecco esternamente per un attimo e poi decisa lo copro con la bocca e lentamente lo ingoio. Un gemito di Lori mi riporta alla realtà: «…ma cosa sto facendo? Un pompino a mio figlio?».
Sto per alzarmi e scappare dal bagno, quando una fitta di piacere mi attraversa il ventre. Le sensazioni provocate dal sentire il suo cazzo riempirmi la bocca mi eccitano e ogni remora sparisce; gli affondo le dita e le unghie nelle natiche e lo tiro a me; lo lecco sui testicoli e lo succhio con rabbia; mi ficco il suo coso in gola fino a togliermi il respiro. Come in un’atmosfera ovattata sento i suoi gemiti che mi eccitano ancora di più. Non mi è mai piaciuto succhiarlo, l’ho sempre fatto in maniera frettolosa e approssimativa, ma con Lori mi piace, mi eccita. Il suo orgasmo mi prende di sorpresa; il suo cazzo s’irrigidisce ancora di più, pulsa e mi riempie la bocca di liquido caldo e viscoso. L’istinto mi spinge a staccarmi e sputare disgustata, invece ingoio e continuo a succhiarlo, e all’improvviso l’orgasmo prende me, mi contraggo stringendo le labbra sul suo pene. Devo avergli fatto male perché si ritrae di colpo lasciandomi la bocca libera. Per un attimo è come se perdessi i sensi, devo appoggiarmi al pavimento con le mani, respiro a bocca aperta, mi manca il fiato, il cuore pulsa all’impazzata.
Guardo Lori che esce dal bagno, senza dire una parola. Mi rialzo a fatica, mi appoggio con le mani al mobiletto, mi guardo allo specchio. Non ho il coraggio di guardarmi negli occhi, mi guardo la bocca, aperta a riprendere fiato. Le labbra sono lucide e un filo di sperma mi cola in un angolo. Apro di più le labbra e in bocca mi vedo dei residui biancastri. Con un dito raccolgo lo sperma sul mento, lo guardo e lo porto alla bocca succhiandolo; inghiotto quello che ho in bocca cercando di sentirne il sapore.



È uscito senza dire una parola; mi siedo sul divano imbambolata cercando di razionalizzare la situazione. L’unica cosa positiva è che mi sento appagata e rilassata.

Ommiodìo… ommiodìo… non mi sembra vero, credo di vivere in un sogno, come ho potuto…! Guardo Mario al mio fianco, russa tranquillo, non capirebbe mai, come non capisco io, ma non potrebbe capire…; dopo tanti anni di matrimonio tutto si è affievolito, l’amore, il sesso, la complicità. Mi meraviglio di me stessa e mi colpevolizzo; ma l’ho cercato, ho spinto io le cose sino a questo punto, ho fatto in modo che succedesse e sapevo che sarebbe successo. Solo a ripensarci mi sto bagnando, devo toccarmi, la tensione è forte, tanto lui dorme e non si sveglierebbe… siiii cosiii… sto già venendo…



«Mai più, mai più» continuo a ripetermi giorno dopo giorno. Continuiamo a parlare e comportarci in maniera normale, tra noi e con gli altri. Il mio terrore è che Mario intuisca, ma i giorni passano e non accade nulla.



Non ce la faccio… è diventata un’ossessione; mi masturbo e la tensione si allenta un po’, ma non mi basta, non mi basta…
Lo vedo entrare in bagno e non riesco a trattenermi, vado alla porta di casa e chiudo a chiave. Il cuore già prende a battermi forte. Entro in bagno e Lori è già nella doccia. Mi vede attraverso il vetro e tra la nebbia del vapore mi pare che sorrida, o forse è solo la mia immaginazione. Mi appoggio al mobiletto e aspetto. Tutto sembra ripetersi come l’altra volta. Esce e mi guarda impassibile e indecifrabile. Ricambio il suo sguardo. Mi viene di fronte; è già eccitato e il viso è arrossato. Sempre guardandolo fisso allungo la mano e gli prendo il pene; lo sento caldissimo nella mano. La mia mano scende ad accarezzare i testicoli. M’inginocchio e lo prendo in bocca, glielo succhio lentamente assaporandone il sapore. Mi lascia fare per pochi attimi, poi si ritrae, mi prende sotto le ascelle e mi solleva in piedi. Lo guardo interrogativa pensando che non voglia più proseguire questa storia. Rimane sempre impassibile guardandomi fisso, poi le sue mani iniziano lente a sbottonarmi la camicetta, la apre e la sfila. Continuiamo a guardarci senza dire una parola, ci parliamo con gli occhi. Si avvicina, mi abbraccia e mi bacia leggero sul collo, le mani dietro a sganciare il reggiseno.
Ritraendosi me lo sfila, si allontana un po’ e mi osserva il seno. Ho i capezzoli induriti dall’eccitazione. Li sfiora leggero con il dorso della mano, poi mi abbassa la lampo della gonna che cade a terra. Con un calcetto l’allontano. Si allontana e fa scorrere lo sguardo sul mio corpo. Si riavvicina, s’inginocchia davanti a me e, infilando le dita negli slip, li abbassa lentamente. Per istinto mi copro con una mano mentre lui, sempre con una lentezza incredibile, mi prende una caviglia alla volta, mi toglie le ciabatte e mi sfila completamente gli slip. Rimane inginocchiato davanti a me, mi prende la mano e l‘allontana, mi guarda l’inguine, mi prende per la vita e mi bacia leggero sulla pancia, con la punta della lingua mi lecca risalendo, mi bacia l’ombellico e con la punta della lingua lo penetra, poi risale lento lungo lo sterno e sempre solo con la punta, mi lecca attorno ai seni; sono eccitatissima e mi chiedo dove cazzo ha imparato ’sto ragazzo a fare queste cose. Quando mi prende in bocca un capezzolo e lo succhia, il fiato trattenuto esplode e inizio a gemere, una sua mano sale a stringermi l’altro seno, lo abbraccio e con una mano sulla nuca lo spingo contro di me. Sento l’altra mano accarezzarmi leggera la pancia e poi scendere premendo sul pube. Apro le cosce e subito due dita ad aprirmi le labbra. Sono bagnatissima e le dita scorrono lentamente avanti e indietro, mi cercano il bottoncino indurito e lo stringono leggermente. Apro di più le cosce, mi penetra con due dita unite e con il pollice mi stimola il clitoride. Mi manca il fiato dal piacere. Muovendo le dita avanti e indietro mi sta portando all’orgasmo.
Di colpo si ferma e si stacca leggermente da me, riapro gli occhi e, con la bocca aperta e lo sguardo un po’ velato, lo guardo. Mi fissa con un’espressione strana, sfila le dita bagnate dalla mia figa, le porta alle labbra e le succhia. Lo guardo sconvolta, e la tensione mi fa tremare le gambe. Non ho tempo di pensare, mi prende per le braccia e mi fa sdraiare sul tappeto, sono come un manichino senza volontà. Mi prende per le caviglie e mi solleva e piega le gambe sul petto; tenendomi così aperta si sdraia tra le mie gambe e sento la sua bocca coprirmi il sesso. Da quel momento l’unica cosa che percepisco del mondo intorno a me sono le sue labbra e la sua lingua intente a leccarmi, succhiarmi e darmi piacere. Non so quanto sia durato, so solo che ho urlato e stretto le cosce intorno alla sua testa quando, come una frustata, ho provato l’orgasmo che mi ha scossa tutta.
Quando sono ritornata un po’ in me, Lori mi era sdraiato sopra, mi abbracciava e baciava leggero sul viso e sul collo. Gli prendo il viso tra le mani, lo sollevo e lo guardo sorridendo; anche lui mi sorride leggermente. Muove il bacino contro di me e sento il suo pene ancora in erezione sfregarmi le labbra, poi con le mani mi solleva le cosce e lentamente mi penetra. Sentirmi il suo cazzo dentro mi sconvolge, e anche se inconsciamente lo sapevo, razionalmente non pensavo che si potesse arrivare a tanto. Guardo mio figlio, si è sollevato sulle braccia, con gli occhi chiusi è concentrato sul suo piacere; lentamente mi penetra e poi si sfila movendo il bacino. “Lori, ascolta… Lori…” cerco di dire. Non mi ascolta, continua a scoparmi lentamente con gli occhi chiusi. Sentire il suo cazzo dilatarmi e sfregarmi dentro risveglia la mia eccitazione, mi lascio andare alle sensazioni… il suo movimento dentro di me accelera, sento il suo respiro farsi affannoso e mormorare qualche cosa che non capisco. Sto arrivando veloce all’orgasmo quando improvvisamente mi rendo conto che non ho nessuna protezione e gli grido: “Lori… Lori… non venirmi dentro, non venirmi dentro…”. Anche lui realizza di colpo, si sfila da me, si alza, mi alza il busto, mi prende la testa tra le mani, l’avvicina al suo cazzo, apro la bocca, mi penetra sino in fondo, tenendomi ferma la testa mi scopa in bocca, qualche colpo e pulsando si svuota riempiendomi la bocca del suo sperma. Succhio e ingoio sino a quando mi lascia la testa e lento si sfila.
Ci sdraiamo sul tappeto abbracciandoci stretti. Dopo un po’ ci alziamo, e senza una parola torniamo alla nostra vita apparentemente normale.



Continuo a ripetermi: «Non succederà più»… però oggi ho telefonato al ginecologo; voglio farmi prescrivere la pillola.



Oggi sono andata dal ginecologo e… sto diventano una… pervertita… non ho altre parole per definirmi. Mi fa accomodare e mi chiede se ci sono problemi visto che la visita annuale è lontana. “No, nessun problema… è che vorrei iniziare la pillola”. Alza le sopracciglia sorpreso e mi chiede: “Come mai ora, dopo tutti questi anni che gliela propongo…”. Arrossisco come una scolaretta e rispondo: “Sa, io e mio marito… vogliamo un po’ di… libertà”. Fa un sorrisetto che mi irrita, e mi dice di prepararmi.
Mi alzo e mi avvio nello spogliatoio e sento lui che mi dice dietro: “…tolga anche il reggiseno”. Mi spoglio completamente e mi rimetto la camicetta perché m’imbarazza stare completamente nuda. È in quel momento che mi accorgo con terrore… di essere bagnata! È la prima volta che mi succede, di solito l’imbarazzo della visita mi secca come un deserto. Vorrei rivestirmi e scappare, ma poi tiro dei sospiri ed entro nello studio.
Altra sorpresa: di solito lui entra dopo, lascia che la paziente si sieda da sola sul lettino; questa volta è lì che mi aspetta e mi squadra per bene. Cazzo come mi guarda strano, lui di solito così impersonale e freddo… scema, piantala, sei tu ad immaginarti queste cose. Mi aiuta anche a salire sul lettino… sono troppo in alto… mi prende per le anche e mi sistema meglio. Meglio che non lo guardo… mioddìo come sono bagnata.
Mi apre la camicetta e mi tocca il seno… ohh nnnoooo… mi si stanno indurendo i capezzoli… devo pensare ad altro… cosa fa… mi strizza i capezzoli tra le dita… smettila per favore… lo guardo un attimo; sì, ogni tanto mi osserva, cosa fa… i sorrisetti… non guardarlo… per fortuna ha smesso. Si mette i guanti, mi aiuta a mettere le gambe sulle forcelle… mi tira un po’ più in giù prendendomi per le anche… così ti va bene, stronzo…? Sono bella aperta così, ehh?… Chiudi gli occhi e pensa ad altro… è una parola… sento le dita aprirmi… no, questa volta non hai bisogno di crema… fai presto, dannazione… ma le altre volte ci mette così tanto?… Smettila, è la tua immaginazione…!
Ma quale immaginazione, mi sta masturbando… se va avanti gli vengo tra le dita… ha smesso, meno male… “Si rilassi, ho quasi finito…” lo sento dire… mah… ma che cosa fa…? mi accarezza anche dietro…? Oooohhddììio… mi sta infilando le dita dietro, “…si rilassi, signora, si rilassi…”… mi fa male… no, anche davanti, mi sta riempiendo con le dita… smettila per favore, smettila… è tutta una contrazione che dal culo alla figa mi arriva al cervello… sei contento, bastardo? Sento le dita sfilarsi, non ho il coraggio di aprire gli occhi. Dopo un po’ apro gli occhi… sono sola, è tornato nello studio. Mi alzo barcollando e vado a rivestirmi.
Ritorno nello studio, è seduto a scrivere. Mi siedo anch’io. “Dottore, mi devo scusare… non so proprio cosa mi è successo…”. “Non si scusi signora…” mi dice guardandomi con un sorrisetto imbecille, “…succede spesso, molto più di quanto si pensi”. “Ma a me non è mai successo”, gli rispondo irritata, e lui: ”C’è sempre una prima volta…” e io rimango di merda. Già, c’è sempre una prima volta. Mi prescrive pillola e analisi.
“Arrivederci dottore”…! A mai più, lurido stronzo!



Sto prendendo la pillola da una settimana, però… mi trattengo. Con gran sorpresa ho fatto l’amore con Mario e non ho dovuto fingere… ho goduto davvero…



Sono furiosa, sono le quattro di notte, Lorenzo sta rientrando adesso. Lo sa che non dormo, se non lo sento rientrare, domattina mi sente…



Mario e il piccolo sono usciti. Mi fiondo nella stanza di Lorenzo; si è appena svegliato, ha lo sguardo pieno di sonno, mi avvicino al letto e lo aggredisco: “Sei rientrato alle quattro, e lo sai che durante la settimana non voglio che tu faccia così tardi”. Fa un sorrisetto arrogante, mi fissa: “Sono stato con Giusy…” e io aggiungo: “…a scopare, vero?”. Mi va il sangue al cervello e faccio per mollargli una sberla, lui para il colpo e sempre fissandomi arrogante: “Sei per caso gelosa?”. La domanda mi ghiaccia, e rimango lì come un’ebete a fissarlo, e tra me penso che sì, sono gelosa. Mi siedo sul letto, attraverso il lenzuolo sento la sua erezione. Con uno strattone lo libero del lenzuolo; è nudo, con il pisello appoggiato alla pancia. Afferro con la mano il suo arnese, lo masturbo lentamente e intanto avvicino la mia testa verso la sua. Come avvicino il viso al suo pene sento un odore dolciastro; “Puzzi di sesso…” gli dico, ma rimango lì. Quell’odore mi eccita, m’immagino la sua ragazza con il suo cazzo in bocca, e poi il cazzo del mio Lori nella sua figa.
Quest’immagine nella mia mente m’irrita e mi eccita nello stesso momento. Aumento il ritmo della mia sega e gli stringo il pene con un po’ di cattiveria, quasi a volergli fare un po’ male. Geme. Lo guardo un attimo; è con gli occhi chiusi, più che soffrire sembra godersi la mia sega.
Mi prende la frenesia di sentirlo dentro; mi tiro via rapidamente gli slip, tirandoglieli sul viso, poi gli salto addosso, voglio quasi schiacciarlo col mio corpo; mi sistemo a cavalcioni su di lui e, dondolando i fianchi, strofino il suo pene rigido sulle labbra della mia vagina, godendomi la sensazione. Sono talmente bagnata che, quando lo lascio entrare, scivola dentro di me in un attimo. Spingo il bacino contro il suo ventre per sentirmelo fino in fondo, lo sento toccarmi l’utero, mioddìo è bellissimo; mi muovo, lo faccio scivolare quasi fuori, poi spingo per averlo dentro di nuovo; sentirlo dilatarmi e sfregarmi dentro mi fa impazzire. Sono fuori dal mondo, sto per venire, spingo sino in fondo, mi contraggo tutta e urlo liberando il fiato trattenuto. Gli crollo addosso. Sento le sue braccia stringermi con dolcezza. Lentamente mi riprendo, lo sento ancora rigido dentro di me; Lori mi prende il viso tra le mani, mi guarda sorridendo e mi lecca le labbra. Prendiamo a baciarci, frugandoci con le lingue. Muove il bacino, sollevo un po’ il sedere per farlo muovere; si muove dentro di me più in fretta. Lo sento gemere e poi contrarsi; mi sta riempiendo del suo sperma.



Non mi basta mai… non mi basta mai, lo cerco di continuo, mi dico sempre che non è giusto, non è naturale, ma… non mi riconosco, per me il sesso non era una cosa importante, era un accessorio della mia vita, neanche tanto importante, fatto per dovere e ogni tanto per piacere. Ora provo piacere anche con Mario, anche se le sensazioni non hanno la stessa intensità.



Questa mattina mi sono alzata come il solito a preparare la colazione per Mario e il piccolo. Sono usciti da poco; sto trafficando in cucina, entra Lorenzo. “Ciao amore…” dico sorridendo, “…ti preparo la colazione”. Mi viene dietro, mi abbraccia stretta e mi bacia sul collo: “Ciao mamma”. Mentre fa colazione ogni tanto lo guardo, mi siedo a bere un caffè, ha lo sguardo impertinente.
Finita la colazione sto lavando le tazze, mi viene dietro e mi abbraccia strusciandosi contro. Ridendo gli dico: “…stai fermo che devo prepararmi e uscire per la spesa”. Non mi ascolta, mi slaccia i primi bottoni della vestaglietta, sotto sono nuda. Mi prende i seni nelle mani e con le dita mi stuzzica i capezzoli; cerco di essere seria: “Dai, lasciami stare…”. “Stanotte vi ho sentiti…”, mi sento gelare, ho fatto l’amore con mio marito, “…anzi vi ho visti… sono venuto a spiare”. Mi vergogno come una ladra, mi si secca la bocca e rimango senza parole. Continua a palparmi i seni e a stingermi contro di sé. Penso a questa notte e a mio figlio che mi guardava. La cosa ad un tratto prende ad eccitarmi. Lui continua a coccolarmi. “Ti ho visto che lo succhiavi…” mi sussurra all’orecchio, “…ti fai venire in bocca?”. “No…” sussurro, “…sai che mi piace solo con te”. “Non dirmi bugie… non ti è mai venuto in bocca?”. “Si qualche volta, ma sono corsa a sputare”. “…E con me? …ti piace?”. “Sì… con te mi piace…”, non so più cosa dico, “…mi piace ingoiarti… sentire il tuo sapore sulla lingua”.
Sento la sua erezione attraverso la stoffa. Mi infila la mano nelle mutandine e mi accarezza con le dita. “E ti piace quando ti lecca?”,. “Sì… ma lui non sa farmi venire come sai fare tu… con te è più bello… solo al pensiero mi bagno… senti come sono bagnata?”. Toglie le dita dalla mia figa e me le porta alle labbra, me le infila in bocca e mi sussurra “…succhiati…”. Ohhhddio, ha solo 22 anni ma è un perverso.
Mi sfila la vestaglietta e sempre abbracciandomi da dietro mi porta verso il tavolo, mi spinge sulle spalle e mi fa appoggiare il busto sul ripiano. Piegato sopra di me mi accarezza la schiena e mi bacia, è piacevolissimo, chiudo gli occhi e lo lascio fare. Si china a sfilarmi le mutandine, mi fa aprire le gambe, le sue dita mi frugano leggere. Poi la sua testa tra le gambe, le mani sulle natiche ad aprirmi e la sua lingua a sostituire le dita. Mi lecca in profondità, mi lecca anche la rosetta anale, mi dà un brivido sentirmi leccata cosi in intimità. Sento un suo dito accarezzarmi il buchino mentre mi lecca sotto e lo lascio fare perché mi piace. Mi sta portando all’orgasmo e glielo dico. Di colpo si ferma, lo imploro di andare avanti, ma sento il cazzo strusciarmi tra le natiche e poi entrarmi dentro la passera umida. Mi appoggia le mani sulle spalle e mi tiene giù piegata, e inizia lento a muoversi dentro di me. Questa posizione non mi è mai piaciuta perché m’impedisce di muovermi e mi sento dominata, ma a lui concedo tutto anzi mi eccita maggiormente. Nuovamente mi porta quasi all’orgasmo e poi si sfila, sono mezza stordita e mi lamento come una bambina: “No, Lori, non smettere per favore…”, è di nuovo chinato su di me a coccolarmi e baciarmi leggero sulle spalle, con una mano continua a masturbarmi con delicatezza mantenendomi eccitata. Con un dito mi accarezza leggero la rosetta, sento penetrarmi la punta di un dito, ridacchio e gli dico di lasciarmi stare. Mi sussurra all’orecchio: “…E qui nessuno è mai entrato?”. “No, sei matto…”. “Neanche papà?” sempre ridacchiando. “Lui vorrebbe, ma ho paura…”. “Di cosa?”. “Di sentire male”. “Ma non si sente male anzi…”. “Lo dici tu…”.
Riprende a toccarmi sotto, la mia eccitazione è sempre alta, quel suo portarmi vicino all’orgasmo e poi fermarsi mi ha quasi ubriacato e non sono molto presente. Lo stuzzicarmi anche il sedere si fa più deciso, ma mi piace e non dico nulla. La punta del suo dito mi penetra un po’ più a fondo nel sedere, sento fastidio e lo dico. “Lori, dai, lasciami stare, mi dà fastidio…”. Attraverso gli occhi semichiusi vedo prendere qualche cosa dal tavolo, poi sento una leggera frescura sul buchino e capisco, ha preso un pezzetto di burro. Recupero un minimo di lucidità e faccio per sollevarmi, ma mi si piega addosso e m’impedisce di alzarmi. “…Stai ferma…” mi sussurra. “Lori… ho paura di sentire male… ho paura di… sporcare… mi vergogno…” piagnucolo. “Stai tranquilla, non ti faccio male… rilassati… pensa solo a rilassarti… ti piacerà…”. Sentendo che non ho ulteriori reazioni, si solleva e riprende a mastrurbarmi e poi un dito a ungermi esternamente la rosetta. Il massaggio si fa più insistente, il dito mi penetra leggermente, cerco di non opporre resistenza. L’avermi unta mi ha tolto il fastidio, ma quando il dito mi penetra più a fondo istintivamente serro i muscoli.
“Rilassati…” mi sussurra dolcemente. Mi rilasso e il dito mi penetra più a fondo movendosi per lubrificarmi anche dentro. Non sento fastidio, anzi il movimento delle dita nei mie due buchi mi dà un senso di calore a tutto il ventre ed è molto piacevole. Al pensiero di ciò che mi sta facendo mi eccito molto e prendo a gemere. Le dita si sfilano e mi sento penetrare davanti. Prende a scoparmi lentamente e nel contempo un dito mi penetra lento ma deciso nell’ano. È una scossa, non mi sono mai sentita così piena, gli bastano pochi movimenti del dito e del pene per portarmi all’orgasmo. Urlo e una scossa in tutto il corpo mi lascia senza forze.
Non faccio in tempo a pensare ad altro che lo sento sfilarsi da me, aprirmi le natiche e forzarmi l’anello. La mia rilassatezza e la lubrificazione gli permettono di entrare un pochino. Sento come una stilettata, stringo i muscoli e faccio per alzarmi. La sua mano mi tiene giù con forza. Cerco di rilassare i muscoli, ci riesco e lui lento e deciso mi penetra sino in fondo e si ferma. Sento male, ma meno di quanto pensassi. “Fai piano…fai piano…” lo imploro. Lentamente lo sento sfilarsi, per poi rientrare sino in fondo. Continuo a dire di far piano, anche se il fastidio e il dolore sono molto diminuiti. I suoi movimenti diventano più veloci, le sue mani mi prendono per i fianchi per tenermi ferma. Sento che farfuglia: “Sì… sì… come sei stretta…”. Le sue mani sui fianchi mi stringono forte, mi penetra sino in fondo e mi viene dentro. Lentamente mi esce da dentro, si spalma addosso a me abbracciandomi: “Grazie… mamma… è stato bellissimo”.
Sono in bagno, sul bidet, mi tocco dietro, sono leggermente dilatata, dal buchino mi cola lentamente il suo sperma. Penso alle mie paure di sentire male, invece… non è stata una cosa bellissima ma… erano le paure a bloccarmi. Sono felice che gli sia piaciuto, e sono contenta che la mia prima volta sia stato con lui.



Sono mesi che non scrivo. Con Lorenzo continuo a fare sesso. È sempre bello, ma sta diventando una routine… ormai ho bisogno di altri stimoli, altre sensazioni forti…!
L’altro giorno sono entrata in bagno mentre il piccolo usciva dalla doccia… piccolo per modo di dire: per la sua età… ha un bellissimo pisello!!!!!
Devo parlare con Lori.
di
scritto il
2024-08-21
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