La telefonata

di
genere
esibizionismo

Le operazioni di struccaggio sono le più lunghe e noiose, soprattutto quando stai per andare a letto e non vedi l'ora di tuffarti sotto le coperte. Non puoi fare come i maschietti che, quando decidono di andare a letto, una pipì, una lavatina ai denti (non tutti e non sempre) e via… un salto sotto le lenzuola. Io no, purtroppo. Io devo seguire un rito lunghissimo e sempre uguale, che credo sia comune a molte ragazze, in particolare alle single come me.
Preparazione della tavola per la colazione del mattino, così potrò risparmiare cinque minuti domani mattina, quando si riveleranno preziosissimi; verifica della chiusura della porta d'ingresso con tutte le mandate disponibili, e per tutte le serrature; verifica dei rubinetti del gas, uno ad uno; verifica chiusura finestre in salotto, cucina e nello studio; verifica di aver spento il computer. Poi posso finalmente andare in bagno a prepararmi per la notte.
Ed anche qui… pipì, bidet, denti, strucco, crema per la notte, verifica stato dei punti neri, pinzetta per togliere un piccolo pelo sul seno (ce ne è sempre uno, chissà come mai); insomma, non riesco ad andare a letto prima di una buona mezz'ora da quando l'ho deciso. Anche stasera, anzi oggi ben oltre la mezz'ora.

Suona il telefono. Panico.
È passata da un pezzo la mezzanotte. Qualcuno che sta male? La mamma? Qualcuno che ha sbagliato numero? Laura che vuol dirmi di aver visto un bellissimo film (lo ha già fatto altre volte, la stronza) per il quale ha pianto tanto? Devo correre. Ho disseminato la casa di cordless, per averne sempre uno a portata di mano, ma in bagno, in bagno non ho avuto il coraggio di metterlo.
"Pronto?".
"Ciao Paola, scusa se ti disturbo".
"Chi parla?".
"Sono Sergio… eri già a letto? Disturbo?".
"Ma Sergio chi?".
"Sergio! Ci ho pensato sai, prima di chiamarti, sapevo che avrei potuto disturbarti, ma…".
"Ma quale Sergio? Dai piantala con gli scherzi. Chi sei?".
"Te l'ho detto, sono Sergio. Non ti alterare, per favore, io…".
"Ma come: mi chiami a mezzanotte passata, non ti conosco neppure, e non mi devo alterare? Dimmi chi cazzo sei o metto giù!".
"Calma, ora te lo dico, ma calmati. Sai che hai una bellissima voce? Come sei vestita?".
"Stronzo!".

Chiudo la comunicazione, ritrovandomi a considerare che con il cordless non si può avere neppure la soddisfazione di «sbattere giù la cornetta», gesto con un valore intrinseco fortemente liberatorio. Questa telefonata mi ha innervosito.
Finisco la mia routine serale e vado a letto, cercando di calmarmi, di non pensarci più; ma mi sento sola, indifesa. Come cazzo avrà avuto il mio numero? Cerco di ricordare il suono della sua voce per accostarlo a quello di tutti gli uomini che conosco. Spero sia stato uno scherzo, uno stupido scherzo di qualche amico. Già, un amico. Ma se io dovessi fare uno scherzo simile non lo farei di persona; coinvolgerei qualcuno, uno di cui la vittima non possa riconoscere la voce. Certo! È facile! Chiunque potrebbe orchestrare uno scherzo del genere… qualsiasi amico, amica, collega; e poi studiare le mie reazioni, vedere se ne parlo, se lo racconto, come l'ho vissuto.
Non riesco ad addormentarmi, sono nervosa, ma anche presa da questo gioco. Per un momento, un solo momento ho pensato ad un maniaco che fa telefonate oscene, ma mi ha chiamata per nome! Come potrebbe sapere il mio nome? È senz'altro un amico o, meglio, un'amica. Forse è Laura, o Francesca, o Simona… sì, Simona. Sarà a letto con l'amante, lo stallone di turno, ed avrà architettato lo scherzo: «…Chiama tu, la tua voce non la conosce, sii caldo, sensuale, cerca di coinvolgerla, intanto io ti sbocchino, dai, poi vediamo se domani me ne parla».
Simona!

Un nuovo squillo rompe il silenzio della notte e mi scuote dalle mie teorie.
"Pronto?".
"Sono sempre Sergio… non riattaccare, per favore, Paola…".
La tentazione è forte, ma la curiosità lo è ancora di più. E poi, conosce il mio nome!
"Senti, «Sergio», basta con gli scherzi! Dimmi chi sei e come hai avuto il mio numero…".
"Rilassati, poi ti spiego tutto, ora rilassati e basta…".
"Non mi rilasso per un cazzo! Mi chiami all'una di notte e non mi dici chi sei. Vai a fare in culo!".
E, per la seconda volta in pochi minuti, premo il tastino rosso che interrompe la comunicazione. Simona, che stronza che sei! Sono certa che sei tu. Ti eccitano queste cose. Magari sei impalata su di lui e gli hai detto che hai un'amica single, carina, sensuale, molto calda, l'hai sfidato a telefonarmi, vuoi vedere se ci riesce, se ci riesce a scuotermi, ad eccitarmi, e tu intanto ti fai impalare sino alla cervice dal suo cazzo durissimo. Stronza!
Per un istante penso di chiamarla; e poi che le dico? È il proprietario del cazzo su cui sei impalata che mi ha chiamato poco fa? Negherebbe. Ed il gioco sarebbe troppo bello per lei. Ah, ecco. Non mi ricordo se aveva il vivavoce. Per loro sarebbe oltremodo eccitante. Sì, dovrebbe aver acceso il vivavoce, ma non ci ho fatto caso, non mi sembrava. Il vivavoce restituisce sempre un suono un po' artificiale, con una leggera eco; magari il suo è ultimo modello, tecnologicamente avanzatissimo e non si riconosce. O magari ha uno di quei telefoni tipo Swatch, con due cornette, come in Francia: lui parla con me e lei, impalandosi, sente la sua e la mia voce. Però! Mica stupida, la ragazza!
Potrei studiarlo anche io uno scherzo del genere. Potrei farlo a Laura. È eccitante come idea! Oppure potrei fare un gioco a tre. Mi sembra che tra le opzioni di Telecom ci sia la possibilità di parlare in tre contemporaneamente, l'ho letto su qualche loro depliant. Pensa! Una sditalinata furiosa a tre con Laura e Simona. Che magica invenzione, il telefono! Domani verifico.

Ancora un trillo.
"Cazzo! Sergio, piantala! È l'una e voglio dormire!".
Silenzio.
"Sergio? Sei di nuovo tu? Chi parla?".
Silenzio. Si sente, in lontananza, un respiro pesante.
"Sergio? Sei da Simona, vero? È lei che ti ha dato il mio numero?".
Silenzio. Il respiro si fa più vicino al microfono, ora lo odo distintamente. Immagino la scena: Sergio con la cornetta vicino all'orecchio e Simona che gli sta seduta sopra… oppure no: Simona a quattro zampe e Sergio dietro di lei, la cornetta in mano e l'uccello in figa, o in culo. Eccitante!
"Sergio, o parli o chiudo" minaccio, mentre il respiro continua profondo.
"Okay, Paola… dove sei? Sei a letto?".
"Non ti deve fregare dove sono. Piuttosto tu, sei da Simona, vero?".
"Rispondimi, dimmi dove sei e poi ti dico dove sono io…".
Ha una bella voce calda, ma non mi sembra particolarmente eccitato, non come uno che sta chiavando od inculando, comunque.
"Si! Sono a letto, d'altronde è passata l'una, dove vuoi che sia? E tu, dimmi, sei da Simona vero?".
"E come dormi? In pigiama? In maglietta? Seminuda? Dimmi cosa indossi…".
"Non è un bello scherzo, questo…", mento, "…o mi dici chi sei e dove sei o chiudo. Piantiamola!".
"Ma questo non è uno scherzo, Paola, è solo una telefonata erotica! Forza, dimmi come sei vestita…".
La sua voce mi trasmette una scossa. Una telefonata erotica! Allora è vero, allora è proprio da Simona ed hanno organizzato tutto per eccitarsi, allora la mia voce serve loro da stimolo! Questa considerazione mi eccita. Sento un brivido gelato percorrermi la schiena. E sento la mia voce calda…
"Indosso una maglietta e gli slip…".
"Di che colore sono? Come sono? Descrivili…".
La sua voce si è fatta più metallica, ecco, ora riconosco il vivavoce. Appena realizzo che questa telefonata andrà avanti, e che Simona sentirà tutto, e che magari dopo sentirò lei godere, la mia eccitazione aumenta, aumenta, aumenta, mentre chiudo gli occhi e parlo.
"Hai inserito il vivavoce?".
"Sì, così posso avere le mani libere. Fallo anche tu, ce l'hai?".
"Io l'ho sulla base del telefono, che sta in studio, ma anche questo dovrebbe averlo, aspetta. Ecco, mi senti? Non sarà il massimo ma dovrebbe funzionare, mi senti?".
"Si, benissimo… e tu mi senti?".
"Bene anche io… aspetta che alzo un po' il volume, dovrebbe essere questo tastino qui… ecco ora ti sento davvero bene. Ciao Simona!".
"Stavamo parlando della tua biancheria, descrivila…".
Ho appoggiato la cornetta sulla testiera del letto, proprio dietro di me; la sua voce è tornata calda.
"Indosso una maglietta bianca, tipo «Fruit of the Loom», ed un paio di slip bianchi, di cotone…".
Anche io ho parlato con voce calda, come fosse la cosa più naturale del mondo descrivere ad uno sconosciuto cosa indossi a letto. La situazione mi sta intrigando, comincio a sentirmi eccitata.
"Ti prego, Simona, salutami, fammi sentire la tua voce".
Silenzio.
"Sergio, non sei solo, vero?".
"No, Paola, non sono solo…".
"E… c'è Simona con te, vero?".
"Basta domande, Paola. Dimmi: sei sopra o sotto le coperte?".
"Sopra".
"Okay, adesso guardati e descriviti, minuziosamente, ti prego, dai…".
Un attimo di imbarazzo, ma anche un nuovo brivido: la sua voce è davvero caldissima.
"Beh, non c'è molto da dire. Sono semisdraiata, vedo le mie gambe, i piedi, le cosce, le mutandine, una porzione di pelle fino all'ombelico, e la maglietta…".
"La maglietta è attillata?".
"Non proprio… è due misure più grandi, è più comoda così…".
"Il seno… il seno è fasciato?".
"Sì… sul seno è attillata… ne segue le forme, le sottolinea, le rende provocanti…".
"E s'intravede il profilo del capezzolo sotto la maglietta?".
Il solo sentire questa parola mi provoca un brivido ed un sospiro; spero non se ne accorga, o forse sì. Vorrei che Simona lo sentisse, il mio sospiro.
"Sì…" sussurro, "…il capezzolo si vede; li ho abbastanza sporgenti anche in stato di quiete, ed ora, ed ora lo sono un po' di più. Sì! Si vedono benissimo i miei capezzoli che premono contro il tessuto!".
Mi sto veramente eccitando. Allargo un po' le gambe e mi sfioro le cosce; la carne lì è caldissima.
"Sfiorali, toccali…" anche la sua voce è eccitata, "…inumidisciti un dito di saliva e bàgnati la maglietta, proprio sul capezzolo… sfioralo, toccalo, premilo tra le dita, tiralo… ohhhh…".

Ha parlato molto lentamente, ed io ho eseguito le sue disposizioni alla lettera, mentre parlava; il mio capezzolo destro è turgido, durissimo e molto sensibile. Comincio a sentirmi inumidire tra le cosce.
"Perché gemi?" chiedo. "Cosa ti sta facendo? Dimmelo, dimmi cosa ti sta facendo, ti prego…".
Ora la telefonata è decisamente pornografica, ed io sono decisamente eccitata e voglio godere; ma voglio poterli immaginare, voglio che mi descriva la scena per poterla immaginare. Continuo a sfiorarmi.
"Me lo sta toccando. Ho il cazzo durissimo. Lo lecca, lo sfiora, gioca con la lingua sul glande, ohhh, il prepuzio è completamente abbassato, ecco, ora, ora lo succhia, ce l'ha in bocca, tutto, tutto!".
Vedo la scena. Lui sdraiato e lei tra le sue gambe, che gioca con il suo cazzo durissimo, lo lecca e lo spompina, ogni tanto alza lo sguardo e lo fissa negli occhi, tronfia del suo potere, con aria di sfida!
"La tua voce mi sta facendo impazzire…" gemo, "…continua a parlarmi, ti prego, continua a descrivermi quello che ti sta facendo… ooohh… ti prego!".
"Sei una porca! Scommetto che ti stai bagnando! È vero che ti stai bagnando?".
"Ohh, sì… sì, mi sto bagnando, ma tu parlami, parlami, ti prego…".
"Spogliati, spogliati completamente, nuda…".
"Ecco… levo la maglietta, le tette sono durissime… levo anche gli slip… ecco, ora sono nuda, completamente nuda ed aperta… mi sto toccando, mi masturbo… dimmi cosa ti sta facendo…".
"Continua a sbocchinarmi…" la sua voce mi giunge a tratti, ansimante, "…me lo sta succhiando tutto, e con la mano mi accarezza i testicoli, li stringe… ohhh… ti stai toccando? Ti stai masturbando, vero?".
"Sììì… mi sditalino, mi sditalino come una porca ed ascolto la tua voce. Sto colando sulle cosce. Con una mano mi sditalino e con l'altra mi tormento le tette, i capezzoli… uhhhhh… parlami, dai parlami!".
"Sei una porca! Mi piaci così. Bagnata ed infoiata. Mmmmmm! Mi ha messo un dito in culo! Adoro quando lo fa!! Mi sbocchina e m'incula insieme! Anche tu! Anche tu infilati un dito in culo, dai, infilalo, in profondita! Lo hai messo? Dimmi, ti sei messa un dito in culo?".
"Sììì… porco, porco… mi sditalino e m'inculo… ohhh… per voi, con voi… ohhh parlami, parla ancora!".
"Ti vedo… ti vedo, aperta, le cosce spalancate… due dita in figa ed uno in culo… scopati, dai… scopati!".
Le mie dita si muovono all'unisono.

Godo come una porca. Sudo, gemo, ansimo, godo e voglio continuare ad immaginarli mentre scopano, scopano, scopano!!!
"Dimmi, dimmi…" la mia voce ora sembra un lamento, "…ti prego parlami, racconta, raccontami!".
"Stai per venire, vero? Ci sei, dimmi, ci sei?".
"Ohh… sì, sì, sì… sìììiii…".
"Ecco, ora mi sono messo a quattro zampe, mi sta leccando la schiena, e scende, scende, mi apre le chiappe… mmmmm, mi lecca il culo, il buco del culo… sento la sua lingua, uhhhh, come la sento! Con una mano mi mena il cazzo da sotto, è durissimo… sìììii… odddiooooo…".
Con gli occhi chiusi, ascoltando la sua voce ansimante, mi sembra quasi di vedere la scena: immagino Simona inginocchiata dietro di lui, le sue tette che ballano, i movimenti convulsi della testa mentre la lingua penetra in quel culo offerto, la sua mano che mena con violenza quel cazzo pronto ad esplodere: sto per raggiungere il mio orgasmo, finalmente!
"Ti prego, ti prego, sto per venire, sto per venire, daiiii…".
Silenzio. Solo respiri affannosi e gemiti.
"Aaaaaahhhh… me l'ha infilato tutto in culo, il porco! Ce l'ho tutto dentro il culo, Paola, tutto dentro! E mi sbatte, mi sbatte e mi masturba, mi masturba e m'incula! Bello, bellissimoooooohhh…".

Per un istante resto perplessa. Continuo a sgrillettarmi, vicina al punto di non ritorno, e non capisco, sino a che non sento la seconda voce, calda, bassa, virile.
"Godi, godi amore. Lo senti il mio cazzone nel culo, vero? Lo senti? Ecco… eccomi, te lo riempio, te lo sto riempiendo di sborra calda… vengo… la senti, amore? La senti? Vengoooo…".
Ed anche io, in quel preciso istante, raggiungo l'orgasmo, con i miei gemiti coperti dalle grida di Sergio:
"Sììii, ti sento, oddio… vieni, vieni, vengo anche io… non smettere, non smettere… dai, dai, sìììii… vengoooooo…!".
Silenzio.

Sono sdraiata sul letto, le mani abbandonate lungo i fianchi, il respiro irregolare, i tremiti dell'orgasmo che rallentano di frequenza: ho goduto con due uomini, due sconosciuti, che s'inculavano. Quando ho sentito la seconda voce, quando ho realizzato, quando ho capito… brrrrrr, che brivido!
Silenzio.
"Paola, ci sei?".
Vorrei chiudere la comunicazione… vorrei, ma la curiosità è più forte.
"Sì, ci sono…", mugugno.
"È stato bellissimo, sai, veramente bellissimo. La tua partecipazione era molto coinvolgente, mi ha eccitato molto, davvero tantissimo, e credo che anche tu…".
"Ma come… come avete avuto il mio numero?".
"Beh… a dire il vero, cerchiamo sulla guida dei numeri intestati a donne. I single in questa città sono ormai il venti per cento. Chiamiamo, e tra i tanti numeri che non rispondono, o dove risponde un maschio, o dove c'è una vedova anziana, ogni tanto ci capita una ragazza, ed ogni tanto va bene, come con te".
Mi rendo conto che sono stata io la principale artefice di tutto, pensando fosse uno scherzo di Simona; loro non hanno fatto altro che assecondarmi, e sono stati bravi in questo, davvero bravi.
"Okay… buonanotte, ora…".
"'Notte, cara…".
di
scritto il
2024-09-04
1 . 4 K
visite
1 7
voti
valutazione
7.1
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Al mare

racconto sucessivo

Il mio caro papà
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.